Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

22 - I want Louis to be my mommy

                  

La casa che aveva scelto Liam, e su cui aveva contrattato un affitto a riscatto, era una delle più belle mai viste. Sorgeva nella zona uno di Londra, tra la zona della stazione centrale in King's Cross St. Pancras e la zona del mercato rionale migliore della city, Camden Town. Si trovava in un complesso residenziale, tra due villette bifamiliari, circondata dal verde e da qualsiasi servizio di cui avrebbero avuto bisogno in ogni eventualità. Poco più in là, verso la fine della via, sorgeva un minuscolo parchetto, con al centro uno stagno pieno di pesci rossi, e dove potevi imbatterti ogni tanto in qualche scoiattolo intento a sgranocchiare qualche ghianda.

Era una superba villetta ristrutturata da solo qualche anno, indipendente e ideale per far iniziare una nuova vita ai bambini. Il cancello di entrata era stato appena riverniciato di un color azzurro chiaro e portava verso l'entrata della casa, una grande porta blu di legno massiccio. Appena varcata la soglia, ti si parava davanti un ampio atrio con scala ricurva, che portava al piano superiore, e che sarebbe stato adibito come salone ricreativo per i bambini. Da lì, partiva un lungo corridoio in piastrelle di marmo bianco e, in fondo a esso, c'era la porta che portava sul giardino posteriore, dove i ragazzi avevano fatto adattare un vero e proprio parco giochi, con scivoli e altalene. La cucina e i due piccoli bagni erano al piano inferiore, mentre al piano superiore c'erano dieci camere. Sulla parte sinistra del corridoio erano state arredate le camerette per le bambine e sulla destra quelle per i maschietti.

Erano tutti e cinque fieri di quel lavoro, soprattutto Zayn, che finalmente aveva ottenuto un posto meraviglioso, accogliente e soprattutto caldo per le sue piccole creature. Harry saltava di gioia, Louis sorrideva per la felicità del suo ricciolino, Liam era orgoglioso di aver fatto un lavoro splendido e fiero di aver stupido il suo bel moro. Niall...il biondo semplicemente non vedeva l'ora di sfidare qualche pischelletto a FIFA. Avevano già impacchettato le poche cose che c'erano nella catapecchia, le avevano portate nella nuova casa e in più, avevano già svaligiato un sacco di negozi di giocattoli e forniture per cominciare a dare vita a quella casa.

Harry e Louis si erano resi disponibili per cominciare a pulire il piano inferiore, quel sabato. Era il giorno di riposo di Harry e Louis non lavorava nel week end, ma avrebbe fatto di tutto per stare quanto più tempo possibile attorno al suo riccio. Quindi, piuttosto che optare per un fine settimana a casa in tutta tranquillità, decise che lo avrebbe aiutato. Poi, a dirla tutta, non gli dispiaceva il fatto di vederlo sculettare in giro per la casa mentre spolverava le mensole o scopava per terra.

Scopava per terra.

Louis aveva bisogno di pensare ad altro o si sarebbe di sicuro fatto beccare in piena erezione. Che poi, a battezzare quella casa già ci aveva pensato, non appena aveva visto Harry quella mattina. Skinny jeans neri, maglietta dei Rolling Stones tutta sciupata e anche un po' troppo grande, converse bianche per stare più comodo durante le pulizie – gli stivaletti non sarebbero andati bene. Andarono insieme alla casa, Harry parlò per tutto il tragitto raccontandogli il turno di fuoco della sera prima al ristorante – di come una coppia di clienti si era lamentata per la poca cottura dell'entrecôte quando erano stati loro a chiederla in quel modo - e che era troppo stanco per raggiungerlo a casa, perciò filò dritto verso il suo appartamento. Louis non ascoltò mezza parola, o meglio fece finta, perché stava pensando a quanti modi e in quanti posti l'avrebbe posseduto o si sarebbe fatto possedere.

Certo, la casa famiglia in quel momento non era proprio il posto più adeguato, ma non ce la faceva più. Erano due sere che non facevano sesso, e abituato com'era ormai a farlo praticamente tutte le sere, non stava più nella pelle, letteralmente, perché l'erezione quasi gli stava per scoppiare. D'altronde, non poteva nemmeno farsene una colpa; la prima sera si era beatamente addormentato sul petto del riccio, per la stanchezza, non appena proprio lui aveva cominciato ad accarezzargli i capelli. La seconda era stanco Harry, e neanche si erano visti. Sta di fatto che stava impazzendo.

Harry era ricurvo sul tavolo della cucina, con in mano sgrassatore e spugna. Non aveva mai visto un tavolo così coperto dalla polvere prima d'ora, ma di certo non avrebbe potuto biasimare nulla. La casa era rimasta vuota per qualche mese prima di essere rimessa sul mercato e probabilmente nessuno si era preoccupato di andare a spolverare. Ad un tratto si sentì cingere la vita da dietro e una presenza strana spingere verso il suo fondoschiena. Louis e le sue voglie.

"Harry...", sussurrò il maggiore nell'orecchio del riccio, mordendogli il lobo dell'orecchio.

"Louis...", ripetette il minore, ma senza usare un tono basso e roco pieno di lussuria, anzi come a volerlo rimproverare. Si girò verso il maggiore che lo guardava ammiccando e sorridendo come un ebete, "cosa vuoi?", gli chiese incrociando le braccia al petto.

"Non ti sembra chiaro?", rispose Louis imitando Harry nella sua posizione appena assunta. Poi gli si avvicinò e lo strinse ancora a sé, cominciando a baciargli il collo e facendolo gemere leggermente, "ho voglia di fare l'amore...", e si diresse giù verso il capezzolo, stimolandoglielo dalla maglietta. Ancora qualche gemito per Harry e poi si riprese, allontanando dolcemente Louis.

"Louis, ti sembra il caso di farlo qua? Zayn e Liam potrebbero arrivare in qualsiasi momento, coi bambini...non mi va di farmi beccare...", disse, cercando di decifrare l'espressione per metà imbronciata e per metà languida del suo ragazzo.

"Styles, ascoltami bene...a me sembra sempre il caso, punto primo...secondo, Zayn e Liam staranno facendo la stessa cosa ora, nell'altra casa famiglia, quindi non vedo perché non possiamo farlo noi da questa parte...", ora l'espressione si trasformò in completa delusione. No, non avrebbe accettato un rifiuto. Era già completamente duro nei pantaloni e andare ancora di mano, per lo più da solo, non gli andava giù. Senza nemmeno aspettare che rispose, prese Harry per il polso e lo trascinò ai piani superiori. Quando arrivò nel corridoio delle camere, fece appoggiare lentamente Harry al muro, per poi continuare a baciarlo e piano piano condurlo verso quella che, presumibilmente, sarebbe stata la camera di Zayn.

Al suo interno c'era un gran letto matrimoniale king size, una scrivania appoggiata al muro sotto la finestra, già decorata con delle tende a scacchi. Louis, tenendo per mano Harry, cominciò a guardarsi intorno incantato. Poi lo sguardo si focalizzò sul letto e non potè che cominciare a ridacchiare come un demente, addirittura portandosi la mano davanti alla bocca.

"Cosa c'è da ridere?", chiese Harry perplesso, mentre si girava a guardare Louis, ancora intento a ridere.

"Niente, stavo pensando che Liam non dormirà più a casa sua, dopo che avrà visto questo letto matrimoniale...", ma poi smise di ridere e si avvicinò di nuovo al suo ragazzo, "perché non lo battezziamo prima noi?", ammiccò, il bastardo. Esatto, Louis si poteva trasformare dall'essere la persona più tenera di questo mondo all'essere la persona più bastarda e provocatoria.

Fece accomodare Harry seduto sul bordo del letto, gli si sedette di fianco e cominciò a lasciargli baci corti e lievi sulle sue labbra paffute e morbide. Gemevano e ansimavano a ogni bacio, era palese la voglia di fare l'amore e di unirsi che avevano tutti e due, ma per qualche motivo Harry non si era ancora del tutto convinto. Oppure non aveva davvero voglia di farsi beccare dagli altri due o ancora peggio da Niall, perché certamente il biondo li avrebbe presi per il culo fino all'eternità e probabilmente anche in un'altra vita, pur se avesse dovuto rinascere gatto.

"Louis...", cercò di far smettere Louis per incontrare il suo sguardo, "Louis...", riprovò di nuovo fino a che il maggiore non lo guardò negli occhi con un cipiglio ben evidente sul viso. Quegli occhi azzurri potevano far trasparire qualsiasi emozione, cangianti com'erano, e Harry ora si stava preoccupando di averlo offeso in qualche modo, "Louis, non è giusto farlo qua...", ribadì, ma forse nemmeno lui era convinto più di tanto.

Louis cominciò ad accarezzare la guancia del riccio con il dorso delle dita, "Harry, ascoltami...non voglio farlo perché ho bisogno di una qualsivoglia trasgressione nella mia vita...voglio farlo perché in questi due giorni mi sei mancato, perché sei bellissimo, perché sei tutto quello che cercavo nel perfetto amante...volevo semplicemente ringraziarti, e farti sentire cosa provo davvero per te...farti capire che non potevo chiedere di più...e ho voglia di dimostrartelo ora...", erano parole uscite direttamente dal cuore. Louis voleva davvero fare l'amore con lui proprio perché urgeva di sentirlo attorno a sé, di incastrarsi in lui, non importava dove, importava come e con tutto l'amore possibile.

Harry non rispose, anzi si buttò letteralmente sul grembo di Louis, sistemandosi a cavalcioni e baciandolo sulle labbra tenendo le mani a coppa sulle sue guance. Quelle parole l'avevano convinto del tutto, e ancora si chiedeva come aveva fatto a trovare l'uomo migliore della sua vita. L'uomo più bello, leale, passionale, forte, gentile e premuroso. E si, quei due giorni gli era mancato sentirlo dentro di sé. Spostò subito le mani ad abbracciare il collo del maggiore, mentre lui le portava sulla vita dell'altro. Unirono le loro fronti, mentre Harry cominciava a roteare le anche lentamente, sentendo la durezza e l'eccitazione di Louis tutta in una volta e gemendo per lo sfregamento contro la stoffa dei boxer.

Non volevano rompere la dolcezza di quel bacio nemmeno per tutte le sterline del mondo, continuavano a metterci tutto l'amore di cui erano capaci. Fino a che Louis non afferrò Harry per le anche e si sdraiò, portandoselo dietro con sé. Le mani di Harry si mossero velocemente verso la maglietta di Louis, per toglierla più in fretta possibile, esponendo in poco tempo il torso. Ora era del tutto eccitato e si stava godendo la passione che Louis gli stava regalando. Si spostò un po' verso il basso, per raggiungere il petto del suo amante e lasciargli dei baci leggeri sul cuore, in modo tale che potesse sentire quanto forte stesse battendo. Piano piano scese fino all'elastico dei boxer che fuoriusciva dai pantaloni, abbassandoli e facendo librare nell'aria la pazza erezione del maggiore.

La mano scivolò alla base del pene di Louis, per tenerlo stretto e iniziare a fargli uno dei suoi ben famosi pompini. Del resto, era proprio il modo in cui si erano conosciuti, e il maggiore non ne aveva mai fatto mistero di amarli alla follia, una volta che i fumi dell'alcool svanirono e si ricordò del suo primo fantastico orgasmo ricevuto grazie alla bocca di Harry. Dopo averlo succhiato con forza, leccato la lunghezza un paio di volte e visto Louis che tratteneva coi pugni le lenzuola gettando la testa all'indietro, scese dal suo grembo e si tolse a sua volta pantaloni e boxer, per poi risalire e lasciare che la punta umida del pene di Louis trovasse presto la sua entrata.

"Non è meglio se ti preparo prima?", chiese Louis, gemendo di pura eccitazione. Harry scosse la testa violentemente, arrossendo, "No, non ce n'è bisogno...ieri sera mi mancavi e-...e t-ti desideravo così tanto...bè, si insomma, ho fatto da solo...in fondo non è passato tanto tempo...", ammise il riccio, sorridendo e arrossendo timidamente. Louis non potè che sorridere, riaggrapparsi alle anche del minore e farlo calare sulla sua asta completamente dritta e quasi di marmo. Probabilmente, toccò la prostata di Harry subito alla prima entrata, perché il riccio emise un gemito ad alto volume.

"Louis...", gemette, "Louis, muoviti per favore...", ansimò di nuovo e urlò quando Louis cominciò a muoversi velocemente dentro di Louis, lasciando che il suo calore lo stringesse, "ti piace, Haz?"

"Oh, si si, tantissimo...più forte, Louis...si, così...", non riusciva a non parlare o a urlare, eccitato e con quella sensazione di riempimento infinito. I colpi non volevano cessare, quella mattina Louis era particolarmente resistente, nonostante non avesse fatto sesso con Harry e nonostante non si fosse curato da solo le erezione mattutine che gli venivano pensando a lui.

Poco dopo, sentirono la porta giù di sotto aprirsi, delle voci di bambini impazziti urlare e Zayn assieme a Liam che cercavano di calmarli. Harry sbarrò gli occhi, pensando che aveva ragione, non dovevano farlo lì perché sarebbero potuti arrivare da un momento all'altro. Louis a sua volta sbarrò gli occhi per la paura di essere scoperto a fare cose che quei bambini non avrebbero dovuto vedere né sentire. Ma non era il momento di arrendersi; cominciò a spingere più veloce, sempre più veloce dentro a Harry, che strinse gli occhi a fessura per il piacere e anche un po' perché pensava a quanto gli avrebbe fatto male il sedere una volta finito. Gemiti, ansimi, urli. Da quelle due bocche usciva di tutto.

E poi, ad un tratto, qualcuno bussò alla porta, "Zio Harry? Zio Harry dove sei? Sei qui?", era Ashlee che lo chiamava, ma che non osò neanche tentare di abbassare la maniglia. Harry stava quasi per venire, molto impetuosamente, e tutto ciò che riuscì a rispondere, ma solo perché si trattava della pura e semplice verità, fu, "Sii...lo zio Harry sta venendo!", urlando e rilasciando il suo orgasmo sul petto di Louis, mentre il maggiore lo riempiva con il suo, in ugual modo forte e appagante. Si guardarono dopo che gli spasmi si calmarono, scoppiando a ridere. Si rivestirono in fretta per scendere, perché la bambina non aveva aperto la porta, ma Zayn avrebbe potuto farlo davvero da un momento all'altro. D'altronde era la sua camera.

"Davvero hai detto 'lo zio Harry sta venendo?", rise di gusto Louis, tenendosi la pancia.

"Oh, zitto scemo, che se non riuscirò a camminare darò la colpa a te che mi hai sfondato il culo, oggi", disse, poi scoppiando a ridere a sua volta. In fondo, fu uno degli orgasmi migliori che ebbe, non poteva di certo incolpare Louis di niente. E, perché no, ne valeva la pena non riuscire a camminare per qualche ora o giorno che fosse, se tutte le volte che avessero fatto l'amore sarebbe stato così. Meraviglioso e appagante. Bello e coinvolgente.

---------------

Liam si era preso carico di far ambientare i bambini nella nuova sistemazione. Tutte le loro cose erano già state sistemate nelle camerette e il ragazzo, assieme a Niall, ebbe il compito di assegnarle e di inculcare nelle loro testoline da marmocchi come si sarebbero dovuti comportare. Ma il vero compito di Liam e Niall era quello di tenerli lontani il più possibile dal salone, perché quello era uno dei giorni più importanti. Ashlee avrebbe saputo a breve di essere figlia di Harry e Taylor, stavano solo aspettando di incontrarsi. Volevano darsi una tregua, ma quei due si odiavano talmente tanto, o almeno Louis la odiava talmente tanto, che tutto quello che faceva era un motivo valido per far salire ancora di più il termometro dell'odio. Ma dopo aver scoperto dal test del DNA che effettivamente erano i veri genitori della bambina, non potevano di certo litigare davanti a lei. Si erano messi d'accordo per dirglielo, e poi avrebbero visto la reazione della piccola. Zayn avrebbe aiutato Harry e Louis con tutte le forze e con tutti i mezzi di cui disponeva, stando dalla loro parte, ma mostrandosi come un finto neutrale, per non dar nell'occhio. Era palese che volesse che la bambina fosse affidata a Harry - era il suo migliore amico e la persona che gli era stata vicina sempre e comunque - e quindi anche a Louis conseguentemente, perché vedere una creatura, che aveva cresciuto con tutto il suo amore, finire nelle mani di una pazza scatenata e addirittura zoccola come Taylor non era un'idea che gli piaceva particolarmente. Chissà a quali spettacoli degni del Moulin Rouge avrebbe potuto assistere una volta sistemata in casa con la madre. E chissà quanti uomini diversi ogni sera avrebbe visto entrare, chiedendosi come mai non avesse una figura paterna fissa.

Il campanello suonò poco dopo. Zayn andò ad aprire e rimase soverchiato dalla donna che gli si parò davanti. Vestito verde mela a tubino corto fino a metà coscia, tacco nero vertiginoso, borsa appollaiata nell'incavo del braccio, cappello di paglia con fiocco floreale sempre sulle tonalità del verde e occhiali da sola a forma di...boh, non avevano una forma, facevano semplicemente schifo. Sempre la solita esibizionista. Doveva dire ad Ashlee di essere sua madre e si presentava così per l'occasione? Manco fosse dovuta andare ad un party open bar e dj set su uno yatch di qualche riccone a cui l'aveva servita su un piatto d'argento.

Zayn non aveva il coraggio di smettere di guardarla schifato, si aggiunga il fatto che era pure una donna. Taylor si abbassò, con la mano che non reggeva la borsa, gli occhiali sul naso, alzando le sopracciglia, "Bè, che c'è, Malik? Non mi fai entrare? Muoviti, che non ho molto tempo da perdere oggi...", risposta adeguata per schierarsi del tutto dalla parte dei suoi amici. Non ho molto tempo da perdere oggi. Per lei, dire alla bambina di essere figlia sua e di Harry era solamente tempo sprecato. L'avvocato che aveva scelto Niall doveva semplicemente vedere quella scena e non ci avrebbe messo nemmeno un secondo a estraniarla dalla causa. Zayn si incorniciò il viso con un suo sorriso bastardo, ovviamente uno dei migliori che potesse sfoggiare, e si scansò per far passare Taylor.

"Prego, tesoro, da quella parte sui divani...gradisci qualcosa da bere? Thè? Caffè?", tossì forte, e tra una tossita e l'altra, "Cianuro?", poi sorrise di nuovo. Taylor lo guardò con gli occhi a fessura, come se volesse minacciarlo, ma non rispose, anzi si sedette accavallando le gambe animatamente come se stesse partecipando a una puntata di quel format italiano dove il livello d'intelligenza dei partecipanti era pari a un pinolo spiaccicato per terra. Branco di capre.

"Vado a chiamare la bambina", disse Zayn, allontanandosi e lasciando che i tre stessero sul divano, magari a conversare, ma tutto quello che sentì dal corridoio fu una Taylor che sbuffava infastidita per le moine e i rumori di baci che Louis e Harry si stavano dando. Il loro modo di confortarsi, non importava dove o con chi fossero.

Il moro aprì la porta che dava sul retro. James, Albert, Paul e Sarah stavano giocando a palla infuocata, come l'avevano chiamata loro, e cercavano in tutti i modi di non far prendere la palla al volo alla bambina, per eliminarla presto dal gioco e continuando a divertirsi tra di loro. Ashlee e Paige stavano giocando agli indovinelli, Niall stava leggendo il Times e Liam faceva un cruciverba dall'altro lato del tavolo di legno che stava in mezzo al giardino, ogni tanto lanciando un'occhiata al gruppo di marmocchi.

"Allora Paige...inizia per N e finisce per P...è un cibo...", disse Ashlee alla sua amica, seduta di fronte a lei sull'erba con le gambe incrociate.

"Ehm...un cibo?...Eh, allora è di sicuro 'agnolotto'...", rispose la sua amichetta, facendo dei gesti con le mani come se fosse una cosa ovvia. Ashlee si inalberò subito, "Ma se ti ho detto che inizia per N e finisce per P...come fa ad essere 'agnolotto'? Uffa, che palle, non gioco più con te...", girò il viso e mise il broncio.

"Ashlee?", chiamò Zayn attirando la completa attenzione della bambina, "Ashlee, tesoro, puoi venire con me un momento?", la bambina annuì senza dire una parola, si alzò da terra afferrando il suo orsacchiotto preferito e lasciò che la mano grande di Zayn avvolgesse la sua minuta.

"Ciao tesoro...", dissero in coro Harry e Taylor, quando la videro varcare la porta del salone. Il saluto di Harry era propriamente genuino, gli occhi gli brillavano tutte le volte che la vedeva, mentre quello di Taylor era stato costruito giusto per vedere la reazione della bimba nei suoi confronti. Zayn la fece accomodare sul grande divano in mezzo a Taylor, che se ne stava appoggiata con un braccio sul bracciolo sinistro, e a Harry, che invece era seduto davanti a Louis sull'altro lato.

"Zio Harry, ciao...ma dov'eri finito prima che ti cercavo?", chiese la bambina con un sopracciglio alzato. Harry diventò rosso in viso, come se gli stesse per bruciare la faccia, ripensando alla bambina che lo chiamava, mentre lui cavalcava Louis con tutta la forza che aveva in corpo, esplodendo nell'orgasmo migliore della sua vita. Louis fece un risolino dietro di lui, prendendosi un'occhiataccia dal minore.

"Tesoro, stavo sistemando le camerette con lo zio Louis...ora sono qui...sai...ti devo dire una cosa...", disse Harry prendendo la manina della bimba tra le sue e appoggiandole sulla sua gamba. La bambina si girò a guardare Taylor, "Ma tu chi sei? E perché sei ancora qua?", chiese la piccola bocca della verità.

"Amore, io sono Taylor, ci eravamo già conosciute, non ti ricordi?", disse la donna, cercando di costruire un tono dolce e amorevole, proprio da mamma, ma con scarsi risultati, perché la piccola continuava a guardarla scetticamente. Anzi, neanche la ascoltò e le rispose, si rigirò dal suo amato zio Harry e gli sorrise, "Che mi volevi dire, zio Harry?", il che provocò un broncio seccato sul viso della bionda e un risolino di scherno sul viso di Louis, che non vedeva l'ora di umiliare quella stronza. Come lo aveva umiliato lei e quel suo fantomatico amante, che una volta era stato il suo fidanzato.

"Ashlee, so che sei una bambina intelligente, per cui te lo dirò senza mezze misure...io e Taylor siamo i tuoi genitori...", disse Harry guardando negli occhi la bambina, che li spalancò. Si girò di nuovo a guardare Taylor, senza dire una parola, fino a che lei non allungò le braccia per farle segno di salirle in braccio, "Vieni dalla mamma, amore", sorrise. La bambina non si mosse nemmeno di un millimetro verso la donna che aveva appena scoperto essere la sua fantomatica madre, anzi si alzò e andò a sedersi in grembo del suo adorato zio Harry, buttandogli le braccia al collo, che era però diventato magicamente suo padre.

"No, io non voglio che tu sia la mia mamma...", disse la bambina mettendo il broncio e nascondendo la faccia nell'incavo del collo del suo nuovo papà, ma rivolgendosi palesemente a Taylor.

"Io voglio che la mia mamma sia lo zio Louis...", sbiascicò Ashlee con la faccia nascosta.

��P���

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro