12 - Il principio e la fine del mondo
La cena fu una delle serate migliori per tutti i ragazzi, insomma, stavano finalmente festeggiando per aver fatto funzionare metà del piano. E chi ben comincia è a metà dell'opera. Anche per Harry e Louis fu meravigliosa la serata, se non si contano quelle passate per conto loro, a baciarsi, ad abbracciarsi e poi a fare l'amore. Anche perché l'amore, ora, lo facevano anche di mattina, se si svegliavano con la voglia di stare l'uno nelle braccia dell'altro. Certo, la voglia era frequente. Quasi Louis non credeva a quello che stava succedendo da due settimane a quella parte. E non erano nemmeno insieme. O forse fino a quel momento avevano evitato di ammetterlo, avevano evitato di dire che tra loro era già nato qualcosa. Anche perché, di solito, con gli altri suoi ex fidanzati, non era abituato a farci l'amore ogni giorno, capitava quelle tre o quattro volte a settimana. Ma con Harry era diverso. La voglia non si frenava mai, sia di sentirlo dentro di sé, sia di farsi sentire dentro di lui.
In ogni caso, da quella cena emerse che ora avrebbero dovuto coalizzarsi per trovare un altro posto da affittare, dove trasferire i bambini e dove ricominciare da zero. Sarebbero serviti anche eventi di beneficenza per raccogliere fondi, nonché particolari sponsor, magari a livello medico, che avrebbero garantito delle entrate mensili per poter mandare avanti la baracca e riacquistare credibilità. Agli eventi di beneficenza ci avrebbero pensato ancora una volta Niall e Louis. Avrebbero messo in piedi un evento mondano nel posto più lussuoso di Londra, magari nella grande sala riunioni del Ritz, invitando la gente più altolocata di Londra, che si era affidata a loro per i progetti dei loro appartamenti da ricconi o, ancora, per i loro mega super accessoriati uffici nei grattacieli nelle zone più suggestive della City. Mentre, per gli sponsor, ci avrebbero pensato Liam e Harry, facendo giornate di volantinaggio di giorno, in centro e anche passando per qualsiasi studio. Ma ovviamente, non prima della serata di beneficenza, perché non potevano di certo presentarsi senza una stabilità economica, anche se solo iniziale, e pretendere di ottenere sponsor o quant'altro.
Harry e Louis camminavano per le vie di Londra, in centro, che a quell'ora era ghermita di gente e di turisti che ad ogni pezzo importante di monumento si facevano fotografie o selfie. Louis stringeva la vita di Harry con il braccio, e il riccio non aveva intenzione di staccarsi.
"Lou..?"
"Dimmi, Haz...", rispose teneramente il maggiore, stringendo sempre più la presa, come se avesse paura che qualcuno glielo rapisse mentre camminavano.
"Davvero allora organizzerete una serata così importante?"
Louis gli sorrise e gli baciò la fronte, "Certo, Harry! Lo faremo, perché ci teniamo ai bambini, e perché io tengo a te e non potrei mai deluderti..."
"Non penso tu sia capace di farlo, ma grazie!", e gli lasciò un bacio leggero sulla guancia, senza mai smettere di camminare. Arrivarono poco dopo in Piccadilly Circus, e Louis si fermò, non lasciando Harry, davanti alla statua di Eros. Non sapeva come mai, ma quella sera si sentiva che sarebbe successo qualcosa di epocale. Anzi, sapeva cosa aveva intenzione di fare, ma forse l'ansia del momento non lo rendeva sicuro. Ormai aveva passato un sacco di tempo prezioso con Harry, e l'unica cosa che gli restava da fare era ufficializzare il tutto. Per quanto riguarda l'innamorarsi, quello sarebbe successo gradualmente. Forse. Forse un po' si sentiva innamorato, ma sempre meglio andare cauti, soprattutto dopo le relazioni passate, nonostante sentisse che finalmente Harry era quello giusto. Come si sarebbe potuto spiegare altrimenti il suo prendersi dopo solo una sera, il loro far l'amore ogni notte e il loro non riuscir più a staccarsi e al non riuscire a vedersi per più di poche ore?
"Sempre, dalla prima volta che è andato a vedere Eros e le luci delle insegne, quella rotonda è stata un vero e proprio magnete per lui: quella rotonda rappresentava la vita, il principio e la fine del mondo", disse Louis, non staccando gli occhi dalla statua.
"Che stai dicendo, Lou?", gli chiese Harry, cominciando a pensare che si fosse preso così tanto per un pazzo, ma sorridendo, perché quel suo lato così trasognante lo adorava alla follia.
"Questo è un passo di Selvon nel suo 'Lonely Londoners'...Londra è la mia vita, non saprei cosa fare se me ne dovessi andare da questa città...mi mancano solo il mio principio e la mia fine del mondo..."
Harry lo guardava perplesso, non sapendo a cosa si riferisse quel discorso. Perché era chiaro che c'era qualcosa dietro. Non aveva bevuto Louis, e quindi non era un risultato post effetti dell'alcool. GRAZIE A DIO, si trovò a pensare. C'era qualcosa di sicuramente più importante dietro quelle parole.
"In che senso, Lou?", disse Harry. Louis si girò faccia a faccia col riccio, gli prese le mani, intersecandole con le sue, e prima di dire qualsiasi cosa, si volle perdere un po' dentro a quegli smeraldi lucenti. Poi prese coraggio e parlò di nuovo.
"Sto dicendo, anzi, mi stavo chiedendo se...si, insomma...se volessi essere il mio principio e la mia fine..."
Gli occhi di Harry ora furono invasi dalla contentezza più assoluta. Gli stava chiedendo di diventare il suo ragazzo, e per quanto Harry non avesse mai avuto una relazione stabile, o almeno una relazione che fosse durata più di qualche mese, in quel momento si sentiva che era il momento di crearsi una vita con la persona che voleva incontrare da troppo tempo, e che finalmente aveva incontrato.
"Mi stai chiedendo di diventare il tuo ragazzo, Louis?"
"Si, Harry...vuoi stare con me?", Harry neanche rispose, si lanciò addosso al maggiore, abbracciandolo forte, stringendolo e baciandolo. Ci fu anche un incontro di lingue, ma lieve e tenero, giusto per sugellare il patto d'amore.
"Deduco sia un si...", disse Louis, quando Harry staccò le labbra, ma non il corpo dal suo.
"E' dannatamente un si, cupcake...", rispose, con un sorriso da ebete completamente infatuato. Ma che cazzo, Harry Styles non si era mai comportato così in vita sua. Aveva sempre preferito portare avanti le relazioni non ufficializzando niente, o meglio, ufficializzando solo il fatto di dover scopare come un riccio col partner che sceglieva. Ma ora stava gioendo sul fatto che un ragazzo gli stesse chiedendo di stare insieme, e non solo per scopare, anche per arrivare poi addirittura ad amarsi. E perdio, stava impazzendo! Lo aveva chiamato davvero cupcake? Ha! Da dove usciva tutto quel romanticismo represso? Era meglio far uscire ancora un po' del vecchio Styles, o sarebbe arrivato al livello di cercare un bravo terapista. Portò la bocca di fianco all'orecchio di Louis e mormorò, "ora ho voglia di fare l'amore con te, architetto..."
"Io ho sempre voglia di fare l'amore con te, riccio...chiediti come mai..."
"Me lo chiedo da un po' sai? Ma non ci ho dato peso più di tanto, contando che anche io vorrei sempre starmene a rotolare tra le lenzuola con te...ora però mi hai incuriosito...perché?", Harry forse immaginava, ma voleva sentirselo dire dal vivo, dal suo ragazzo. Perché ora poteva chiamarlo così, con chiunque. Poteva sbandierarlo al mondo di stare assieme a una delle persone più belle, poteva dirlo tranquillamente. Anche se tutto era iniziato non proprio col piede giusto, ora sentiva che niente sarebbe potuto andare male con Louis. E lui si sarebbe impegnato per non far andare male neanche una virgola di quel rapporto.
"Perché, tu, Harry Styles, sei la persona più bella, sia fuori sia dentro, che io abbia mai incontrato in vita mia...", e gli lasciò un bacio a fior di labbra, "...sei la prima fottuta persona che mi ha fatto prendere il primo giorno che l'ho incontrata, sei meraviglioso in tutto e per tutto quello che fai...cos'altro vuoi sentirti dire? Mi piaci da matti, e non potrei essere più contento..."
Gli occhi di Harry quasi lacrimarono per l'emozione, ma decise di resistere, perché quando si sarebbero detti il primo 'ti amo' cos'avrebbe dovuto fare? Scolpire una statua direttamente sul posto dove se lo sarebbero detto e farla inaugurare dalla Regina Elisabetta in persona?
"Anch'io sono contento, Louis, e non puoi immaginare quanto mi piaci..."
"Bè, ma io sono più fortunato di te, sai?"
"E per quale motivo? Sentiamo...", disse Harry, per niente infastidito, ma portandosi le mani incrociate davanti al petto e cercando di assumere un aspetto che desse l'idea che lo fosse davvero.
"Perché la gente non deve andare troppo lontano a cercare l'ottava meraviglia del mondo, quando appartiene a me...", sorrise lievemente e abbassò lo sguardo, arrossendo per quella valanga di romanticismo che ci stava mettendo, solo per formalizzare la cosa. Harry gli alzò il mento con il dito indice, e gli sorrise a sua volta, sempre molto dolcemente, per poi rilasciare quella lacrima che era ferma nella sua cornea sinistra da ormai troppi minuti.
"Vaffanculo, Tomlinson!", disse, permettendo alla lacrime di uscire e sollevando lo sguardo verso l'alto, per tentare di non far capire a Louis che stesse davvero piangendo. Antisgamo, Styles, "Mi stavo impegnando a non piangere e ci sei riuscito tu!", e lo abbracciò forte, appoggiandosi con la testa riccioluta al petto di Louis, che lo strinse a sé, accarezzandogli la schiena.
"Ora, cosa dicevi riguardo ad aver voglia di fare l'amore con me?"
"Alza quel culo e andiamo a casa, architetto, che le stelle non c'è bisogno che sia il cielo di Londra a fartele vedere!"
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"Chissà dove sono scappati quei due, comincio a preoccuparmi...", disse Liam, che dalla faccia si capiva non fosse tranquillo. Zoe annuì poco dopo, dando ragione al moro dagli occhi nocciola.
"E' vero...avevano detto che sarebbero andati a fare un giro per le vie per smaltire il troppo cibo, e ancora non sono tornati...", sbuffò la ragazza, portandosi le mani ad accarezzarsi le braccia e sbattendo i piedi per terra, perché, pur essendo stato marzo, a Londra di sera si gelava letteralmente.
Niall e Zayn si guardarono negli occhi, poi scoppiarono in una risata sguaiata, che probabilmente non avevano mai condiviso prima di quel momento.
"Insomma, ragazzi...dove volete che siano andati? Non ci vuole una laurea per capire che...", e Zayn s'interruppe.
"...sono andati a scopare...", continuò Niall, poi ridendo ancora con Zayn, e unendo le due mani in un high five.
"Uff, come siete scontati! Non è che se se ne vanno improvvisamente devono per forza essere andati a scopare, magari dovevano smaltire davvero..."
"Pff, occhi nocciola, ascolta me...son andati a smaltire tra le lenzuola..."
"Vuoi provare, Liam? E' un modo efficace, sai?", rise ancora Zayn, ammiccando al suo ormai palese amante, che quasi lo guardò come se avesse detto un'eresia. Al diavolo tutto ciò che fosse casto, Liam! Zoe fece un risolino, sia per la battuta, sia per la faccia del morettino, e si stava convincendo piano piano che Zayn e Niall avevano sicuramente ragione. Niall la guardò ammirato, poi si spostò e la abbracciò da dietro.
"Vuoi provare anche tu, piccola Zoe?", lei si divincolò subito dalla presa di Niall, e lo guardò accigliata.
"No, grazie! Non mi concedo a un uomo che usa le donne solo per scoparsele!", e girò la faccia, mantenendo quell'espressione da arrabbiata. Voleva evidentemente vedere fino a che punto sarebbe stato capace di provarci il biondo. Che, diciamoci la verità, un po' lo intrigava, ma continuava a ripetersi di avere dei valori nascosti da qualche parte, e che non sarebbe di certo stata un'altra delle scopate giornaliere di Niall. Se ci fosse stato qualcosa, sarebbe nato piano, e non da un orgasmo così a caso.
Liam e Zayn si incamminarono verso il parcheggio dove avevano lasciato le macchine, mentre Niall vide bene di tirare il braccio di Zoe, cercando di tenerla dietro con sé, un po' per lasciare la coppia davanti a cincischiare per i cavoli propri, e un po' per convincere la ragazza che con lei non sarebbe certo stata una botta e via. Le piaceva, non c'erano dubbi, ma quel suo lato così Casanova con le donne forse un po' lo fermava dal tentare di avere una relazione stabile. E la ragazza sembrò abbastanza arrabbiata, per cui in qualche modo doveva risolvere o almeno capire per quale motivo si fosse incupita in meno di due secondi.
"Zoe, che hai?"
"Che ho? Pff, biondo, hai anche il coraggio di chiederlo?"
"Si, perché non lo so assolutamente..."
"E va bene! Sai che ho? Ho che mi sono sentita tanto una baldracca, quando mi hai chiesto se avessi vo-voglia...si insomma...se avessi voglia di smaltire con te...e mi ha dato fastidio!"
"Zoe, stavo scherzando...non mi permetterei mai di comportarmi da stronzo..."
"Bè, invece lo sei stato! Lo sei con tutte...le prendi, le scopi e le abbandoni..."
Niall si offese a quelle parole. Era vero, certo, ma se lo faceva, lo faceva con donne alquanto consenzienti che poi quel rapporto sessuale non sarebbe sfociato in nulla. Con le ragazze che lo attiravano non solo per una gran scopata non faceva di certo così. In fin dei conti, era un amante del sesso, ma non una merda umana!
"Bè, anche gli stronzi hanno un cuore...", disse Niall, senza guardarla in faccia. Non voleva di certo farla sentire in colpa, ma quella sensazione comparve presto in lei. Forse aveva esagerato ad additarlo così. Perché, sotto sotto, piaceva anche a lei. E non vedeva l'ora che le chiedesse di uscire.
"Niall?", lo prese per il polso e lo fermò, anche se il biondo non accennò ad alzare il viso per far incrociare i loro sguardi. Zayn e Liam, intanto, avendo notato che tra i due ci fosse in ballo una discussione non da poco, salirono in macchina e filarono via, lasciandoli in balia di quello scontro. Niall li avrebbe ringraziati il giorno dopo, quello sicuramente.
"Niall, guardami...", e il biondo si decise ad alzare la testa, guardandola negli occhi, "scusami, non volevo offenderti...è che...non lo so, mi blocca questo tuo voler corteggiare tutte le donne strafighe che ti si parano davanti...mi sento a disagio...ma non volevo insultarti, io-...", non fece in tempo a finire la frase che Niall portò le sue labbra a scontrarsi con quelle della ragazza, in un bacio lieve, dolce e senza bisogno di unire le lingue. Doveva essere tutto magico quel momento.
"E se io invece volessi uscire con una ragazza bella e non con una strafiga per una volta?", le chiese. Zoe non sapeva cosa dire, l'aveva fatta rimanere di sasso sia per il bacio improvviso, sia per il complimento, altrettanto inaspettato. Non gli rispose subito, anzi, ricambiò il bacio, ma lo rese breve, e poi si fece coraggio.
"Mi piacerebbe tanto uscire con te, architetto Horan...", e gli sorrise.
"Chiamami solo Niall..."
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"Lou, Lou...ti prego, non resisterò ancora per molto...", disse Harry in preda agli spasmi che il suo corpo stava avendo grazie alle dita di Louis che colpivano ripetutamente la sua prostata. Louis quella sera voleva fare l'amore certo, ma voleva che ci fosse un po' romanticismo in quei gesti. In fondo, aveva appena chiesto a Harry di essere il suo ragazzo, che accettò, e quindi non vedeva per quale motivo dovevano avere fretta. Voleva sugellare quel patto, se così si può chiamare, in un modo totalmente lento e passionale, mettendoci dolcezza, e non violenza. Pensava tuttavia che se Harry avesse continuato a pompargli l'erezione su e giù con la mano, mentre lui lo preparava, avrebbe piantato lì tutto il romanticismo, l'avrebbe preso e l'avrebbe scopato in quattro e quattr'otto.
Ma no, cazzo, non doveva essere così per una volta. Una sola volta. Solo per quella sera. Poi avrebbero continuato tranquillamente a sfondarsi il culo a vicenda quando più ne avessero avuto voglia. Non avrebbe inscenato quella dichiarazione mielosa e degna di insulina, altrimenti.
"Harry, sta-stai calmo..aah.."
"Vuoi muoverti a scoparmi?", rispose il riccio di nuvo.
"Harry, no, stasera non ti voglio scopare, voglio che tutto sia romantico...mi capisci? Insomma, mi hai detto di si, hai detto che vuoi essere il mio ragazzo...voglio che tutto sia perfetto...", disse, togliendo le dita dall'apertura di Harry. Il riccio sbuffò.
"Louis, ascoltami bene...ormai sono il tuo ragazzo, ma non è che mi offendo se avessi voglia di scoparmi forte...in fondo, la tensione sessuale tra me e te è sempre stata vigorosa...facciamolo rimanere come sempre...scopami, Louis...scopami, ora..."
Ok, la mente di Louis era andata completamente a puttane. Fino a poco meno di due minuti prima voleva fare l'amore dolcemente, e ora le parole del riccio gli avevano fatto partire gli ormoni in quarta. Ma come faceva sempre a renderlo così vulnerabile?
"Oh, fanculo, Styles...", lo prese e se lo portò sopra di sé con le gambe a cavalcioni, "fammi vedere come affondi sul mio cazzo, Harry...fammelo vedere..."
"Ora ti riconosco, Tomlison", e non aspettò altro, prese in mano il rigonfiamento rigido di Louis e se lo portò all'entrata di quell'anello di pelle raggrinzita, e ci sprofondò sopra, inglobandolo interamente e sentendo la pelle dei testicoli di Louis unirsi con la sua delle natiche, "oddio, sì...così, cazzo..."
E Harry cominciò a galoppare sul pene eretto di Louis, completamente dentro di lui, prima piano, poi sempre più velocemente, permettendo di far fuoriuscire dei gemiti scomposti sia dalla bocca dell'architetto, sia dalla sua bocca, ad ogni colpo diretto al maledetto fascio di nervi.
"Harry, cazzo...più veloce..."
"Mmm Louis, continua a colpire lì...AH! CAZZO"
Louis lo afferrò per i fianchi e invertì le posizioni, spostandolo sotto di sé. Prese le gambe del riccio e se le portò sulle spalle, per permettere che l'apertura lo avvolgesse e stringesse completamente.
"Si, cazzo, si...quanto sei stretto, amore..."
"Louis, manca poco, cazzo...più forte, più forte...cazzo!"
"Ti piace quando ti prendo così, vero? Fammi sentire che ti piace...vieni per me, Harry...vieni!"
"Sto per venire, cazzo...mmmmm...AH!AH! LOOUIS!", e venne copiosamente sul suo stomaco, mentre Louis continuava a colpire la sua prostata. Di quel passo, l'erezione sarebbe ricresciuta e non avrebbe fatto in tempo a far venire il suo ragazzo, che doveva sicuramente ricominciare a darsi piacere. E poi fu il turno di Louis, che a sua volta venne caldamente all'interno del ragazzo.
"Oh, Harry...mi farai diventare pazzo! Ma è stato fantastico!", disse ancora ansimando, uscendo dal riccio e sdraiandosi al suo fianco.
"Cosa dicevi prima sul farlo romanticamente?", chiese Harry, ridacchiando e appoggiandosi con il viso al petto di Louis.
"Eh? Io? Chi ha mai detto una cosa del genere? Ma con chi credi di parlare, riccio?", e a quella risposta, Harry scoppiò in una fragorosa risata. Louis era troppo orgoglioso, non gli avrebbe mai dato ragione, non avrebbe spostato tutta il torto su di sé. Si alzò per andare a pulirsi e farsi una doccia, ancora tutto nudo, e Louis non potè che amare ancora una volta quella camminata che Harry faceva tutte le volte. Sculettando, palesemente.
"Riccio, finiscila di sculettare così davanti a me..."
"Dillo che ti piace far colare il tuo seme dal mio culo sculettante, stronzetto!", Louis sbarrò gli occhi e poi rise divertito a quella battuta.
"Ma cosa ti succede stasera?"
"Non lo so, ma mi piace...non sei a disagio vero?"
"No per niente, scemo! Dai, vai a levarti la colata dal culo!", gli rispose ridendo come un deficiente, stando al gioco non propriamente raffinato del riccio. Ma che lo faceva impazzire, lo faceva uscire dalla divina grazia. E l'aver risvegliato in così poco tempo la sua attività sessuale, che per quei tre mesi di disperazione per Aaron non vide neanche col binocolo, lo faceva stare ancora meglio. Con nessuno aveva mai fatto sesso così, come lo faceva con Harry. Per quanto ora fosse felice del fatto che facesse quel sesso meraviglioso con il suo ormai ragazzo. Il lato trasognante di Louis uscì ancora una volta, imperterrito, ripetendosi ancora una volta che quel riccio da domare dovesse essere dannato per i peccati di lussuria che stava commettendo. O che stavano commettendo. Non gli sarebbe dispiaciuto finire tra i lussuriosi con Harry, però.
"Louis..?", disse Harry, tornando indietro dal maggiore, "sei sicuro di non essere a disagio quando me ne esco con ste cose poco fini?", era parecchio imparanoiato. Louis si alzò dal letto, si avvicinò a Harry e lo abbracciò mettendogli le mani dietro la schiena sudata.
"No, per niente, fidanzato...mai succederà...", e sorrise accarezzando il naso di Harry col suo, che però non aspettò altro che cingergli il collo con le sue braccia e baciarlo.
"Ok, fidanzato...!"
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