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11 - Sex is the question, Yes is the answer

Erano passate due settimane e della moglie del rettore neanche un segno. Non una chiamata, non un messaggio. Niall fu tentato a tornare alla sede dell'università, ma non voleva essere così precipitoso, e soprattutto, far anche solo pensare alla donna che non vedeva l'ora di farsela e che gli interessava moltissimo. Anche perché non era vero. Se la sarebbe scopata, dopo aver ottenuto quello che aveva chiesto, e ciao ciao, tanti cari saluti.

Fino a che il cellulare non vibrò sul tavolo della cucina, dove, completamente sfatto dalle poche ore di sonno della notte precedente, stava cercando di bere una tazza di caffè. Il mittente del messaggio gli fece però tornare subito la voglia di rimettersi in forma, e ad accantonare quelle ore perse di sonno nel mucchio delle ore da recuperare.

Da: Jodie

Dottor Horan, sto per recarmi al tuo studio. Fatti trovare lì per le nove. Voglio che tu sia da solo.

Era proprio un messaggio da parte della donna. Alla lettura di quel messaggio, non poté che alzarsi, prepararsi velocemente, e uscire di casa per raggiungere il suo studio prima che fosse giunta anche lei. Erano già le otto quando uscì di casa, e quasi non cadde dalle scale per arrivare il più in fretta possibile fuori da quel palazzo. E ovviamente, iniziò una conversazione nel gruppo di whatsapp mentre guidava, usando il dispositivo Siri come se fosse la sua segretaria personale.

Msg da – NIALL – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION

Buongiorno, anime perdute! Mi ha scritto la gnocca, sto andando allo studio perché alle nove sarà lì. Louis, se sei con Harry, o qualsiasi cosa tu stia facendo, falla durare più che puoi. Vuole che siamo da soli. Vi farò un resoconto appena se ne va. A dopo, spero, con notizie buone.

E dopo quel messaggio, continuò a precipitarsi verso il suo ufficio, dove sperava lo avrebbe aspettato una gran scopata mattutina.

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"Babycakes?", Louis chiamò Harry dal salotto, dove era stravaccato sul divano, a petto nudo con le coperte che gli coprivano solo le parti basse.

"Sto preparando la colazione, Lou! Spero che sia un motivo valido per cui tu mi abbia fatto smettere di cucinare...", gli rispose Harry, sbucando con la faccia dalla porta della cucina, che dava proprio sul salotto.

"Ti volevo coccolare!", gli disse Louis, facendo il labbruccio da bambino. Harry sbuffò e poi ridacchiò.

"Mi coccolerai dopo che avremo fatto colazione, ora alza il culo e vieni di qua!"

"No, mangiamo qua sul divano!", e Harry dovette per forza accettare, o si sarebbe trasformato in un bambino piagnucolante a tutti gli effetti. Erano un po' di giorni che si chiedeva se veramente fosse lui il maggiore della coppia.

E quegli scambi di battute andavano avanti da ormai due settimane. Non c'era stato un giorno in cui i due non si videro, in cui non fecero l'amore, come fossero tutti e due insaziabili l'uno del corpo dell'altro. Harry aveva ormai piantato le radici a casa di Louis, anche se ogni tanto passava dal suo appartamento, dopo il lavoro, per vedere se fosse tutto in ordine e per tirar su qualche cambio di scorta da tenere a casa del maggiore. Ma la cosa che più amò fare in quelle settimane fu proprio rimanere tra le braccia di Louis, che non gli permise di allontanarsi neanche per un minuto. Stavano davvero diventando pian piano qualcosa di più, ma ancora era presto per potersi accorgere dei sentimenti che, nel profondo, stavano già nutrendo. Il cuore di entrambi voleva che ci fosse una svolta in quella relazione fatta solo di tempo speso assieme, sesso appagante e baci rubati qua e là. La ragione però li intimava che avrebbero dovuto fidarsi ciecamente l'uno dell'altro, prima di compiere qualche gesto insano. E nonostante quelle due settimane furono utili anche per conoscersi a fondo, in ogni senso, la calma sarebbe sempre stata la virtù dei forti.

Mentre facevano colazione sul divano, dove Louis ancora era avvolto dalle lenzuola, completamente nudo al di sotto, il cellulare di entrambi vibrò.

"Sarà Niall...", disse Harry, non preoccupandosi di prendere il cellulare, e continuando a mangiare, perché l'aveva già afferrato Louis. Che dopo poco, ancora con il biscotto in bocca, quasi avvampò per la felicità.

"Harry Harry! Niall ha scritto che la tipa si è fatta sentire..."

"Scherzi?", fu il turno di Harry di avvampare. Incrociò le gambe stando di fianco a Louis sul divano, mentre l'architetto gli decantava il contenuto del messaggio di Niall. E alla fine della lettura di quel messaggio, tutti e due esultarono. Sapevano di certo che la donna avesse stabilito un compromesso col marito e che tutto sarebbe andato per il meglio.

"Uff, non posso andare allo studio fino a nuovo ordine...", disse poi Louis, rendendosi conto che in quello studio lì quella mattina, sarebbe successo di tutto e di più.

"Bè, qual è il problema? Fino a che non devi andarci, stai qua con me...oggi ho il giorno libero, lo sai...", disse il riccio, lasciando un bacio lieve sulla guancia del maggiore, che provocò una miriade di brividi nella sua schiena, "potremmo coccolarci, come hai detto tu prima, o fare altro...magari fare l'amore...eh? Che dici?", continuò poi nell'orecchio di Louis, leccandogli il lobo. Louis sbarrò gli occhi a tutti e due i contatti che Harry ebbe con lui. E quando gli disse che avrebbero potuto fare l'amore, non diciamo cosa crebbe sotto a quelle lenzuola bianco immacolato, che però, di immacolato, ormai non avevano più nulla. Louis si destò poco dopo dalla trance in cui lo aveva mandato il riccio, appoggiando la tazza sul tavolino, e girandosi di scatto, prendendo Harry tra le sue braccia, facendolo sdraiare e mettendosi sopra di lui. Harry tirò un urletto e poi cominciò a ridere di gusto per la reazione di Louis.

"Se me lo chiedi così, posso rifiutare, curly?", gli disse, dopo che si posizionò tra le gambe del suo amante, che gli cinsero prontamente la schiena.

"E infatti non volevo rifiutassi...dai Louis, fammi sentire che vuoi fare l'amore con me...fammi sentire che sei mio...", e le labbra si scontrarono.

Louis gli fece davvero sentire di essere suo, di essere di sua proprietà e di nessun altro. Fecero l'amore invertendo i ruoli. Louis riserbò delle stoccate così potenti per entrare dentro Harry, che i gemiti che uscivano da entrambe le bocche erano quasi ad un livello disumano. La prostata del riccio fu colpita molteplici volte, e quell'amplesso durò più del previsto, non essendosi preoccupati di dedicare dei preliminari alle loro erezioni pulsanti e preganti. Ma quando entrambi vennero, completamente spossati, risero l'uno sulla bocca dell'altro, perché forse quello era stato il miglior sesso mattutino che avessero fatto fino a quel giorno. E ne avevano fatto tanto. E soprattutto quella fu la prima volta che Louis si impossessò dell'interno di Harry. Forse, in un punto lontano delle loro anime, stava già brillando qualcosa che prima o poi gli avrebbe fatto capire che si stavano innamorando. Ma non era quello il momento di farla brillare, perché, per ora, ci avevano pensato le gocce di sudore sui loro corpi.

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Niall arrivò in ufficio in meno di dieci minuti di auto. Salì i gradini due a due, quasi facendosi venire un attacco di insufficienza respiratoria, ma non vedeva l'ora di sapere cosa la donna avesse da dirgli, oltre che spogliarla e fargli sentire di cosa il dottor Horan fosse stato capace. Aprì l'ufficio e ci trovò la segretaria oca, seduta sullo sgabello girevole, che si limava le unghie, cantando un motivetto con quella voce da gallina strozzata.

"Elizabeth, che ci fai qui?", chiese Niall, ancora arrancando col respiro.

"Come cosa ci faccio qui? Sono a lavoro, dottore...dove dovrei essere?", si interruppe la ragazza, rispondendo in una maniera abbastanza ovvia a Niall, che in effetti, si accorse dopo di aver fatto una domanda idiota.

"Bè, si certo, che stupido! Senti, ho bisogno che tu faccia dei lavori molto importanti per me, stamattina...lo farai?", doveva liberarsi in fretta di quella segretaria rompiballe, perché di lì a poco, Jodie sarebbe arrivata.

"Certo, dottore...cosa devo fare?", si alzò in piedi, abbassando la gonna che gli si era quasi tirata al di sopra della linea consentita, la linea che creava scompensi negli ometti.

Niall gli lanciò le chiavi della macchina dell'ufficio, anche se non sapeva ancora bene che scusa usare per cacciarla via. Poi gli venne un lampo di genio.

"Dunque, Elizabeth, dovresti andare in Covent Garden, al mercato giornaliero...devi comprare un tot di regali per dei bambini...e poi dovresti andare allo Store degli M&M's in Leicester Square e comprare quante più caramelle possibili, sempre per quei dieci bambini...non avere fretta, mi affido al tuo gusto, devono essere regali equi e bellissimi, perciò prenditi pure tutta la mattinata...non tornare prima di mezzogiorno, se hai bisogno di fare anche qualche tua commissione fai pure...", disse Niall, e con il tono di voce che usò, agitato e ansioso, chiunque si sarebbe potuto accorgere che stava mentendo. Ma non quell'oca della segretaria, che al solo sentire 'prenditi del tempo per qualche tua commissione', si vide davanti agli occhi le vetrine del suo Primark preferito di Oxford Street, e non esitò molto per accettare.

"Certo, dottor Horan, farò tutto quello che mi ha chiesto...tornerò per l'ora di pranzo, magari con qualcosa da mettere sotto ai denti per lei e per il dottor Tomlinson...", disse, chiudendo la lampo del cappotto e inforcando la borsa.

"Ecco, perfetto! Ora vai, vai...che dopo il traffico si fa intenso, non vorrei mai che ti trovassi nel panico...", le diceva Niall, mentre la spingeva fuori dalla porta con una mano dietro alla schiena, "vai, tesoro, vai...ci vediamo per l'ora di pranzo...". La spinse fuori, e si chiuse la porta alle spalle, appoggiandovisi sopra.

"Finalmente solo...", sospirò, e poi guardò l'orologio. Mancavano due minuti alle nove, e in cuor suo, sperava che la donna fosse puntuale. Detto, fatto. Alle nove in punto, il cellulare squillò.

"Pronto?"

"Aprimi, Horan...veloce..."

"E' aperto, sali...", e chiuse la chiamata. Si sistemò il completo, i pantaloni, i capelli e il viso, anche se sperava che in poco tempo i vestiti fossero andati via e i capelli si fossero arruffati. Al diavolo tutto il resto! La donna varcò la soglia della porta in meno di quello che Niall si sarebbe aspettato. E che gli venisse un colpo, era sempre più mozzafiato quella donna! Indossava un vestito di seta leggera e svolazzante, stretto in vita, con una stampa a fiori colorati su base beige, un giubbino di jeans corto come coprispalle e un paio di tacchi, sempre vertiginosi, che si intonavano perfettamente col colore del vestito. Si tolse velocemente gli occhiali da sole non appena entrò, probabilmente li aveva indossati per non farsi vedere.

"Buongiorno, Jodie! Sempre bellissima...", disse Niall, offrendosi di aiutarla a togliersi il giubbottino e poi appendendolo per lei sull'attaccapanni vicino all'ingresso.

"Cerca di non sviolinare troppo, dottor Horan...sediamoci, piuttosto...abbiamo cose importanti su cui discutere..."

"Puoi ben dirlo...", e si offrì di porgerle la sedia, giusto per non farsi mancare un'altra forma di cortesia da vero gentleman, o per così dire, un'altra sviolinata nei confronti della donna. Fece il giro della scrivania e si sedette sulla sua poltrona di pelle girevole.

"Allora...spero tu stia portando buone notizie...", disse il biondo, appoggiando le braccia sulla scrivania e sporgendosi un po' verso la donna, che ci mise poco a estrarre dei moduli dalla sua Birkin originale color rosso scarlatto.

"Horan, dovresti ringraziarmi e baciare la terra dove cammino...ho dovuto dei favori al mio caro marito per poter ottenere tutto ciò...mi ha detto semplicemente che tu e Tomlinson dovete firmare questi fogli, e considera l'accordo chiuso...quattro mesi a partire da oggi..."

Gli occhi di Niall brillavano di luce propria, e ancora di più quando prese i documenti e si mise a leggere. Decise però che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, perciò lesse tutto per filo e per segno, per vedere se c'era qualche discrepanza con ciò che aveva chiesto. E quando non ne notò alcuna, prese i fogli e li mise al sicuro nel suo cassetto, fino a quando non sarebbe arrivato Louis. Un po', doveva ammetterlo, aveva paura che la donna si potesse approfittare del post orgasmo ed eccitamento generale riprendendosi i documenti con sé, magari poi inventandosi che non avevano voluto firmare e tutto sarebbe stato una merda peggio di prima.

"Questi li tengo io fino a che non arriva Louis...ora, parliamo di cose più serie...che tipo di favori hai dovuto al tuo maritino?"

"Possiamo non parlarne? Se ci ripenso, vomito...", disse la donna, facendo una smorfia con la bocca. Poi sorrise maliziosamente al biondo, e si alzò dalla sedia. A sua volta fece il giro della scrivania, facendo strisciare un dito sulla fórmica, mentre parlava tenendo il tono della voce sensualmente basso.

"Sai, dottor Horan...ho avuto voglia di farmi scopare da te fin dal giorno del colloquio...hai qualcosa di affascinante che mi attira parecchio...", disse poi, mentre si metteva a cavalcioni su Niall, afferrandogli e tirando la cravatta color amaranto, "poi quando ho visto quel mostro che hai tra le gambe, anche se solo da sopra i pantaloni, mi hai eccitato ancora di più..."

L'unica cosa che riuscì a fare Niall fu deglutire paurosamente. Cavolo, quella donna era tanto sexy quanto intimidatoria a dei livelli pericolosi. Pericolosi per l'erezione che gli stava crescendo là sotto, e pericolosi per la sua incolumità, che per quanto potesse essere forte normalmente, ora non lo era più. Desiderava anche lui farsela dalla prima volta che la vide, e di certo non era un mistero.

"Avanti, dottore...fammi vedere cosa sai fare...", e a quella frase Niall non resistette oltre. La prese in braccio e la adagiò seduta neanche poi così lentamente sulla scrivania, allargandole le gambe e mettendocisi in mezzo. Poi la baciò, senza neanche preoccuparsi del modo poco sensuale. In fondo, doveva essere una cosa fatta solo per godere e per ringraziarla di ciò che aveva fatto. Le lingue si andarono a scontrare rapidamente. Non si preoccuparono nemmeno di levarsi i vestiti, non era di certo una cosa romantica quella che stavano per fare. Dopo qualche altro scontro di lingue violento, la donna aprì la lampo dei pantaloni di Niall, gli abbassò leggermente i boxer tirando fuori e prendendo in mano il suo pene, completamente eretto e duro da far terrore. Lo fece indietreggiare fino alla poltrona in pelle e lo spinse per farlo sedere, e nel tragitto non pensò neanche per un secondo di smettere di baciarlo e di mollare la presa sull'erezione del biondo.

"Dio, Jodie...mi stai rendendo la persona più debole di questo mondo...", disse prendendo fiato da quei baci violenti.

"Spero che il tuo amichetto lì non sia altrettanto debole...", rispose la donna, mentre si levava le brasiliane di pizzo bianco che portava sotto al vestito. Poi, alzò leggermente la gonna del vestito, e tornò cavalcioni su Niall, "ora, vedi di scoparmi e di farmi godere, piccolo stronzo che non sei altro..."

"Non aspetto altro...", e detto ciò, Jodie prese in mano di nuovo il pene di Niall portandoselo alla sua entrata, inserendolo voracemente e cominciando a cavalcare come una forsennata.

"Aah, dottore...scopami, scopami forte...si, così...", e si riattaccò alla bocca del biondo, che ansimava per la fatica. Ci furono un sacco di stoccate, mentre la donna lo galoppava, Niall le andava contro col bacino. Un sacco di sferzate più tardi e qualche posizione diversa dopo, il biondo venne copiosamente sulle gambe ancora divaricate della donna.

"Dottor Horan...credo di non aver mai scopato così con un uomo come ho scopato oggi con te..."

"Sono contento di sentirtelo dire...", disse mentre si ripulivano e si ricomponevano.

"Tuttavia sono costretta a dirti che non ci sarà un'altra volta..."

"Quello che volevo l'ho ottenuto, tesoro...credo di esser a posto..."

In quel momento, si sentì un rumore di chiavi girare nella toppa, e qualche giro più tardi entrò Louis. Vide i due che si stavano rivestendo e si girò di scatto.

"Oh dio, scusate...non pensavo che...si, ecco..."

"Abbiamo finito, Dottor Tomlinson, non si preoccupi...piuttosto, concludiamo del tutto...", a quelle parole, Louis ebbe un tuffo al cuore. Cosa dovevano concludere ancora? Per un attimo si spaventò di essere richiesto dalla donna e dal suo migliore amico per fare un altro giro di valzer a tre. Ma poi si calmò, di sicuro Niall non voleva avere a che fare che con donne nei rapporti sessuali.

"Vieni, Louis...dovresti mettere una firma a questi documenti...li ho letti e non hanno nessuna discrepanza...", disse Niall, porgendo una penna a Louis, che, seppur con uno sguardo perplesso, si fidò del suo migliore amico e firmò. Niall restituì poi i documenti alla donna.

"Ecco, Jodie...ora siamo a posto..."

"Del tutto, dottore...e complimenti ancora...", disse, riponendo i documenti nella Birkin e rimettendosi il giubbottino, "quattro mesi da oggi...", disse poi, uscendo dalla porta dell'ufficio e scomparendo nel nulla.

Louis guardò sempre più perplesso Niall, che sorrise beffardamente.

"Quindi?"

"Quindi ha accettato il rinvio di altri due mesi, quindi me la sono scopata e quindi...oddio, che scopata!"

E Louis non potè che urlare come un dissennato e abbracciare forte il biondo, che scoppiò a ridere, ancora un po' affannato dal rapporto sessuale di poco prima, e ricambiò l'abbraccio.

"Raccontami tutto...", disse Louis, prendendo Niall per le spalle e facendolo sedere sulla sedia davanti alla sua scrivania.

"Niente, Lou...è arrivata, mi ha confermato che sarebbero stati quattro mesi di tempo, ho tenuto io i documenti perché non mi fidavo del tutto, me la sono scopata per bene, oddio non puoi nemmeno immaginare come cavalca quella donna..."

"Ecco, no, i particolari non m'interessano...", disse Louis, arricciando il naso.

"...bè, comunque me la son scopata e ora eccoci qua, con la dilazione...", disse poi, allargando le braccia e sorridendo a trentadue denti.

"Niall sei un cazzo di genio!", disse poi, "ora lo scriviamo sul gruppo, poi penseremo al resto..."

Msg da – LOUIS – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION –

Ragazzi, il biondo ha colpito ed affondato!

Msg da – NIALL – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION –

Si, scopata fatta – e che scopata! – e slittamento ottenuto! Quattro mesi da oggi...esultiamo assieme!

Msg da – ZAYN – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION –

Biondo, ti potrei amare ora e fino alla fine dei miei giorni!

Msg da – LIAM – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION –

Heeeeyyy!!!!!!!

Msg da – ZAYN – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION –

Dai scherzo amore, sai che ho occhi solo per te!

Msg da – HARRY – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION –

Ewwww, diabete, Zaynie! Quindi stasera si festeggia?

Msg da – LIAM – nel gruppo – ONE DREAM, ONE DIRECTION –

Si! Vado subito a prenotare il ristorante! Alle 8 a Green Park? E comunque, non siamo da diabete :(

Tutti risposero che sarebbe stato fantastico, e che si sarebbero trovati davanti alla fermata della metro per poi festeggiare al ristorante. E quella sera, dopo la cena, sicuramente Harry e Louis avrebbero festeggiato anche nella loro maniera, perché Harry non vedeva l'ora di ringraziare il suo architetto, pur non avendo fatto niente di concreto. O almeno, niente per dissuadere il rettore, ma tutto per avergli completamente fottuto il cervello. E un messaggio per ricordarglielo sarebbe stato il minimo che avrebbe potuto pensar di fare.

A: Louis<3

Cupcake, grazie!

Da: Louis<3

Grazie di che? Non ho fatto niente io, ringrazia Niall .xx

A: Louis<3

Grazie per essere entrato a far parte della mia vita in qualche modo, e grazie perché, concretamente non avrai fatto nulla, ma astrattamente mi hai fatto impazzire .xx

Da: Louis<3

Grazie a te, piccolo, perchè ci sei stato, perché ci sei e perché spero che ci sarai!

A: Louis <3

Stasera, dopo cena, dovrò parlarti .xx Ora lavora, che non vedo l'ora che passi in fretta sta giornata, per festeggiare.

Louis trasognò su quei messaggi. Era grato davvero a Harry per essere entrato a far parte della sua vita e per averlo fatto riprendere da quella delusione d'amore da cui credeva non si sarebbe mai ripreso. Eppure, era ancora capace di amare in qualche modo, e forse si stava lentamente innamorando di nuovo, ma non di un coglione qualsiasi, solo per stabilire la sua vita sentimentale, ma di un riccio ribelle, tenero e sexy da morire, che difficilmente avrebbe lasciato andare o, peggio ancora, fatto cadere nelle braccia di qualcun altro. Ormai stava diventando in qualche modo suo, e nessuno gliel'avrebbe rubato. Neanche per tutto l'oro del mondo.



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