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Capitolo 9:Intrighi

La suprema arte della guerra è sottomettere il nemico senza combattere.

Il principe Filippo era nello studio del padre a discutere della nuova strategia da usare.
Sapevano di essere circondati da nemici, specialmente avevano il re della Scozia che cercava di distruggerli a ogni costo.

Il re della Scozia si diceva essere un giovane uomo di trent'anni, dai capelli neri, una leggera barba e occhi neri come la morte. Il cui nome era, semplicemente, Robert III. Anche se altri fonti non concordavano con ciò. Dicevano che in realtà lui facesse le veci del vero ma questo non essendo confermato, non possiamo accettarvi. Noi crediamo, quindi, alla prima ipotesi, almeno per il momento.
Si narrava che Robert fosse un uomo ambizioso che voleva espandersi e che non aveva paura di osare. Con osare si intende qualsiasi cosa, l'importante era che lui avesse il potere.
Il potere era l'unica cosa che lui desiderava.
In fondo, ognuno di noi non desidera inconsciamente avere il potere nelle proprie mani?

Che ne dite di fargli visita? Seguitemi.

Il re era nel suo studio, quando fu interrotto da Alan, la sua guardia del corpo. Un ragazzo di venti cinque anni, alto, capelli castano scuro e occhi azzurri.
«Scusatemi vostra maestà.» disse Alan
entrando nello studio del re.
«Spero sia urgente Alan, non ho tempo da perdere.» disse con voce pacata il re.
«Si, vostra maestà lo è.»
«Allora parla, ora.»
«I banditi vogliono il loro ricompenso, oppure non finirà bene.»
«Dateglielo, non voglio che il piano non debba funzionare per quattro idioti. Dategli tutto il denaro che chiedono.» il re fece una pausa, guardò il vuoto per poi continuare.
«Se il piano dovesse riuscire sarà anche merito loro.» spostò una pedina dall'altra parte.
«Presto il regno degli Hastings non esisterà più.»

«Come finirà se ha dieci eredi?» chiese Alan
«Si vede che hai una mente insignificante, ma tranquillo è tutto programmato. Tu dovrai solo obbedire.»
Alan gli fece un cenno di assenso.
«Ora puoi andare, come puoi vedere sono molto impegnato.»

Alan uscì e pensò quanto fosse ingenuo il re. Se c'era qualcuno con la mente insignificante era soltanto lui e nessun altro. Un re che non pensa ai suoi sudditi? È e sarà un re odiato, per ciò, prima o poi si dovrà aspettare una rivolta.

Dopo essere uscito dallo studio del re, si diresse a grandi passi in giardino, per incontrare Roger.

«Novità?» chiese Roger in tono apatico.
«Entro qualche mese potremmo agire, anche se dobbiamo aspettare.»
«Perfetto, ricorda non dovrà accadere nulla alla principessa, prima del suo ritorno.»
«Non le accadrà nulla, ma non possiamo esserne cer...» Alan fu fermato da Roger, che lo guardò con astio.
«Non mi interessa, non le dovrà accadere nulla, ci siamo intesi? Questo è l'accordo, se lui saprà che è accaduto qualcosa alla principessa verremmo fatti fuori.» disse Roger con voce colma di rabbia, se doveva fare un lavoro doveva essere fatto bene, non c'erano via di mezzo.
«Ho compreso, stai tranquillo fratello.»

Ma, adesso, torniamo dai nostri Hastings.
Il re Carlo e suo figlio Filippo avevano finito di lavorare per quel giorno e ora quest'ultimo era davanti alla finestra della grande sala a pensare.
Quanto gli sarebbe piaciuto non essere il primo genito, ciò avrebbe comportato meno doveri. Chissà forse se lui non fosse stato il primo figlio oggi potrebbe essere spensierato come Emanuele.

Ma forse era meglio così, non gli sarebbero andati gli abiti da Don Giovanni.
Tutto ciò non faceva per lui, che era molto più rispettoso delle regole è più laborioso rispetto al fratello.
Lui sarebbe stato il futuro re e avrebbe dovuto accettarlo il prima possibile.

Mentre Filippo cercava di convincersi dell'idea che un giorno sarebbe diventato re, c'era un altro principe che doveva lottare per un perdono.
Sapete già di chi sto parlando?

Luis si era, ormai, svegliato da un po' e non faceva altro che fare avanti e indietro nelle sue camere. E nel mentre camminava per la stanza, in un stato mentale debole. Le apparì davanti l'immagine di sua madre. Era sempre bella. Lo era sempre stata. Aveva dei boccoli castani e occhi altrettanto scuri, un sorriso rassicurante. Gli occhi avevano ancora quella luce e quella rassicurazione, che lui aveva sempre amato da piccolo. Ed era ancora giovane, come il giorno in cui se ne era andata.

La donna gli si avvicinò e gli parlò. «Luis, tesoro, potresti spiegarmi quello che sta accadendo» chiese dolcemente sua madre.
«Succede che sono uguale a lui, porto rovina ovunque vada.» tuonò Luis.
«Tesoro, calmati. Dai siediti vicino a me.» la donna gli fece segno di sedersi sul divanetto vicino a lei e con sua somma sorpresa lui ubbidì.
«Madre l'ho visto picchiarti. Ti ho visto supplicarlo di fermarsi e lui che continuava, finché non ti vedeva perdere i sensi. L'ho visto indifferente nei miei confronti, trattarmi come se fossi spazzatura e, ora, scopro di essere uguale a lui.» disse Luis con voce rotta.
«Tesoro, ti conosco. Tu non sei come tuo padre, non faresti mai del male a nessuno.» le rispose sua madre con le lacrime agli occhi.
«Non lo sai! L'ultima volta che mi hai visto avevo dieci anni.»
Dopo un attimo di silenzio, la regina parlò.
«Ti ho sempre guardato Luis, non ti ho mai abbandonato. Credimi non sei come lui. Non saresti capace di fare del male.» Lui sospirò e si porto le mani in faccia.
«Male fisico forse no, anche se in passato l'ho fatto. Ma se lo meritava! Se lo meritava dopo quello che ti aveva fatto.» scoppio in lacrime e sentì la mano della madre appoggiarsi sulla schiena. «Ma male mentale, quello riesco sempre a provocarlo.»
«Cosa intendi?» gli chiese lei, la voce dolce e compassionevole che aveva sempre usato quando lui era solamente un bambino.
«Qualsiasi cosa faccia con la principessa Charlotte finirò sempre per ferirla e allontanarla da me.»
«Capisco, ma Luis tu non sei ciò. Non comprendo perché ti comporti come quello che non sei. Se vuoi conquistare la principessa Charlotte, allora, dovrai essere te stesso. Non c'è cosa più bella, del vero te.» gli disse sua madre, dandogli una carezza.

Le sorrise, per poi correre fuori dalla stanza e prima di chiudere la porta dietro di se, la figura di sua madre era sparita e un vuoto nel petto prese il suo posto.

Dopo un tempo indefinito, Luis riuscì a trovare Charlotte.
Ella, infatti, si trovava nei giardini ad ammirare il suo fiore preferito: il papavero.
Un fiore semplice, proprio come la nostra principessa.

Luis le si avvicinò lentamente fino a sedersi vicino a lei, ma quando ella stava per cercare di andarsene lui la trattenne.
«Lasciatemi, subito!» urlò Charlotte.
«Fatemi parlare e poi se vorrete andare via e non avere nulla a che fare con me, lo capirò.» lei gli fece un segno di parlare, non vedeva l'ora di toglierselo dai piedi.

«Datemi la possibilità di cominciare da zero, Charlotte.» la supplicò Luis con gli occhi lucidi, mettendosi a ginocchioni per lei.
«Che state facendo? Alzatevi! E poi perché mai dovrei darvi un'altra possibilità?» urlò Charlotte e Luis si rimise in piedi.
«Perché questo non sono io. Io non sono il ragazzo insensibile di ieri, datemi una possibilità per farvelo comprendere, per favore.» chiese Luis.
La stava supplicando. Non aveva mai. supplicato qualcuno nella sua vita, sperava solo che potesse funzionare.
«E va bene, ma se combinerete una delle vostre cose non vi rivolgerò più la parola.» lo ammonì Charlotte.
Luis pensò che per ora gli andava bene e che non avrebbe più fatto il modo di perderla. Anche se non lo voleva ammettere si stava affezionando a lei.

«Perfetto!» fece una pausa e poi continuò «Lasciate che mi presenti principessa?» fece una pausa per consentire a lei di rivelagli il suo nome. «Charlotte.» rispose ridendo lei.
«Un nome soave per una principessa come voi. Il mio nome è Luis, re Luis. Che ci crediate o meno sono un re.»
Lei rise, lui la guardò e sorrise.
«Come mai ridete principessa?» chiese lui sorridendo.
«È strano vedervi comportare da galantuomo.» rispose Charlotte continuando a ridere.
«È vi piace ciò oppure...»

Charlotte lo guardò negli occhi e capì.
Capì che lui aveva mentito per tutto il tempo. Lui non era mai stato un Don Giovanni, o meglio lo era, ma non perché gli piacesse ma per difendersi da qualcosa. Non sapeva cosa, ma l'avrebbe saputo, chissà, forse glielo avrebbe raccontato direttamente lui.
Si avvicinò e con tutto che una parte di lei gli diceva di non farlo, lei non l'ascoltò.
Gli accarezzò una guancia e lo guardò negli occhi.
«L'adoro. Mi piace il vero te.»
Il principe le sorrise e in quel precisò istante capì che lei era diversa dalle altre, lei lo capiva. E ciò, lo fece sentire attratto ancora di più da lei.
In fondo loro erano destinati a stare insieme, tra mille peripezie, loro erano fatti per stare insieme.
Erano come il ghiaccio e il fuoco, così opposti, ma l'uno aveva bisognò dell'altro per stare meglio.
Un cuore di ghiaccio ha bisogno di essere sciolto da qualcuno. Quello di fuoco, invece, ha bisogno di qualcuno che lo sappia domare.

Rieccomi con un nuovo capitolo, sono stata veloce?
Che ne pensate dei due nuovi personaggi Alan e Robert?
Di cosa stavano parlando Alan e Roger?
Qual è il famoso piano di cui parla Robert?
Voglio sentire le vostre tesi.
Luis quanto è dolce?
Cosa pensate della coppia Charlotte e Luis? Credete siano fatti per stare insieme?
Dopo di ciò, vi lascio con i due nuovi personaggi e vi ricordo che potete seguirmi su tik tok, mi chiamo lettricediwattpad, dove vi sono dei video sulla storia.
Kiss kiss💋.

Michele Morrone interpreterà Robert.

Scott Eastwood interpreterà Alan

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