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Capitolo 7: Demoni interiori parte uno

I mostri sono reali
e anche i fantasmi
sono reali.
Vivono dentro di noi
e, a volte,
vincono.
Stephen King.

Attenzione!⚠️
Questo capitolo parla di argomenti forti, se non ve la sentite di leggere non fatelo, tranquilli non mi offendo.

La sera era scesa nel regno degli Hastings e la famiglia reale, insieme ai loro ospiti, stavano per iniziare a mangiare.

Tutti iniziarono a mangiare, tranne la principessa Anastasia, che guardava il cibo sul suo piatto, senza assaggiarlo. Non ci riusciva. Guardava quel pezzo di carne e l'unica cosa che la sua mente le faceva pensare era che ciò l'avrebbe fatta stare male.
Il cibo era il suo nemico, ciò che la faceva stare male, che la faceva ingrassare. Se lei non piaceva era per il troppo cibo che consumava.
Ovviamente, ciò era errato ma la principessa non lo capiva.
Aveva una voce nella testa che le diceva di non mangiare, così giocava con il cibo ma non lo portava mai alle labbra.

«Tesoro, perché non mangi?» le chiese la regina Maria, vedendo che la figlia non aveva toccato cibo.
«Non ho fame, madre.» fu la risposta della principessa, anche se il suo stomaco reclamava quel pezzo di carne.
«Sicura? Non hai mangiato nulla per tutta la giornata.»
«Scusate, non mi sento molto bene.» e, alla fine, la principessa si alzò dal tavolo.
Scappando, così, dal suo nemico.

Cominciò a correre finché, non raggiunse le sue camere.
Si chiuse all'interno e, finalmente, poté crollare.

Iniziò a piangere, a gridare e a rompere tutto ciò che incontrava. Non voleva guardarsi allo specchio, non voleva vedere com'era il suo aspetto, infatti, la prima cosa che distrusse fu proprio quello.
Si chiedeva perché non fosse come le altre ragazze. Loro erano così belle, avevano un fisico perfetto, erano desiderabili.
Lei... beh. Lei, era rotta. Un angelo, che era stato distrutto in mille pezzi, ed era diventato un mostro. Lei era di troppo, il suo corpo era di troppo. Non era desiderabile, l'esatto contrario, era inguardabile.
Prese un pezzo di vetro...
La sua mente le gridava di farlo, che lei meritava dolore e niente altro.
Così sarebbe stata meglio.
Lo stava per portare sul braccio, un piccolo taglietto cosa poteva mai fare,no?
Fin quando vide il pezzo di vetro essere lanciato dall'altra parte della stanza.

Si girò, per vedere chi si fosse mai azzardato a fare una cosa simile. Chi si fosse azzardato a toglierle l'unica cosa che la facesse stare meglio.
I suoi occhi si incontrarono in quelli di suo fratello maggiore, Emanuele.
La prese tra le sue braccia, dove lei cominciò a singhiozzare.
Le accarezzò la testa, cercando di farla calmare.
«Tranquilla, va tutto bene. Non sei un mostro, sorellina. Sei stupenda, sei la cosa migliore che mamma e papà potessero mai creare. Vorrei solo che tu potessi vederti con i miei occhi.»
Lei continuava a piangere, nel frattempo il principe la fece sedere, ancora avvinghiata a lui.

Nel mentre, la famiglia reale accolse nelle stanze della principessa e neanche il momento di mettere piede nella stanza, che il principe Emanuele se ne accorse.
«Lasciateci soli.» sentenziò Emanuele, così, tutti uscirono dalla stanza.
Il principe fece sdraiare la sorella sulle sue gambe, continuando ad accarezzarle i capelli.
«Ti ricordi, quando eravamo bambini, tu eri tra le bambine più desiderate. Ed ero geloso di ciò, la mia piccola sorellina mi poteva essere portata via da uno di quegli idioti. Da persone che non si meritavano nemmeno un suo sorriso.» le sussurrò delicatamente il principe.
«Stai mentendo.»
«Mentendo, io? Quando mai ti ho mentito angelo? Dovevi vedere come ti guardavano, come ti guardano tutt'ora, se commetterò qualche omicidio sarà per colpa tua.»
La principessa fece una piccola risata, che fece sorridere il principe.
Odiava vederla in quelle condizioni, non voleva che piangesse.
Lei era magnifica, se solo avesse potuto togliersi i suoi occhi e darli a sua sorella lo avrebbe fatto.
Non meritava quel male, non meritava sentirsi uno schifo.
Perché lei era una stella, anzi il sole.
Bellissima, brillava di luce propria, riusciva a far stare bene tutti ma non se ne accorgeva.

«Finalmente sono riuscito a farti sorridere. Sei il mio angioletto e come ogni angelo sei bellissima. Ora non mi crederai, ma un giorno lo vedrai anche tu, te lo prometto. Ora a letto.»
La prese in braccio e la fece sdraiare sul letto, le accarezzò la guancia rigata di lacrime.
«Quando senti che stai per crollare dimmelo, ok? Così, mangiamo insieme, solo io e te, senza nessuno che ci guardi. A volte, troppi occhi possono mettere a disaggio, lo so.»
Continuava ad accarezzarla delicatamente, come se avesse paura di romperla, come se fosse uno tra i più preziosi diamanti che esistesse, ed era così.
Lei era un diamante perfetto, bisognava che lo capisse ma un giorno sarebbe riuscita a vedersi come si merita, avrebbe visto la sua vera natura, quella di un angelo bellissimo, puro e di un diamante perfetto e raro.
In fondo, ogni donna è un diamante unico e bellissimo. C'è chi lo capisce più in fretta, c'è chi ha bisogno di più tempo e, infine, chi non lo capirà prima di arrivare in paradiso.
Ma prima o poi tutti vedremo la nostra vera natura, quella di diamanti preziosi. Basta solo guardare con occhi diversi, come fanno i bambini, con purità e innocenza.
In fondo, dovremmo fare tutti come i bambini, loro riescono a vedere il bello ovunque.

«Emanuele.» la principessa lo prese per la manica, lui la guardò e le accarezzò i capelli.
«Dimmi pure angelo.»
«Non te ne andare, ti prego. Ho paura che se tu te ne vai i miei demoni possano tornare.» lo disse con voce rotta, che fece rompere il cuore del principe, che si dovette trattenere dal non versare una lacrima.
«No, angelo non me ne vado. Aspetterò con te che tu ti addormenti, vedrai sconfiggeremo questi demoni. Non sanno contro chi si sono messi.»
L'avvicinò al suo petto, senza mai smettere di accarezzarle i capelli.
«Grazie di esistere, sei l'unico che mi capisce.»
Le sorrise.
E solo quando lei si addormentò potette, finalmente, far cadere quella lacrima.

Nella stanza lì vicino, invece, vi era Charlotte con le guance tutte rigate di lacrime.
Non voleva che sua sorella soffrisse, se avesse potuto avrebbe preso il suo dolore.
Le lacrime continuavano a rigarle il volto, quando sentì bussare alla porta.
Cercò di alzarsi dal letto, per vedere chi fosse e quando l'aprì si trovo Luis davanti.
«Non sono in vena di sentire le tue idiozie.» gli disse la principessa, stava per chiudere la porta, quando una mano la fermo.
«Lo so, non sono venuto per infastidirti. Ho sentito cosa è accaduto e volevo sapere come stavi.»
«Come sto io?»
«Si, si chiede sempre alla persona che soffre come sta, dimenticandosi che anche chi la circonda soffre con lei. Quindi come stai?»

La principessa lo guardò sbalordita. Non sapeva se confidargli il suo dolore o meno ma alla fine fece ciò di cui non si sarebbe mai immaginata di fare.
Lo abbracciò.
«Grazie.» gli sussurrò in un orecchio, mentre le lacrime riniziarono a sgorgare.
Lui l'avvicino a sé e le accarezzò i capelli.
«Vedrai si riprenderà. Tua sorella è forte, proprio come te.»
Ma le lacrime della principessa andarono solo ad aumentare.
«Dovete riposare, vi accompagno al letto?»
La principessa gli fece un cenno di assenso, così la prese sotto braccio e l'accompagno nel suo letto. La fece sdraiare e aspettò che lei si addormentasse, prima di lasciare le stanze.

Quella sera fu difficile per tutti. Per Anastasia per i suoi demoni, per gli altri perché il loro cuore si era rotto a quella scena.

Continue....

Ho aggiornato il più velocemente possibile, ringraziatemi per ciò ahahaha.
Che ne pensate?
Cosa pensate di Anastasia?
Quanto è dolce Emanuele? E Luis?
Nel prossimo capitolo volete vedere Harry o Roger?
Voglio sentire i vostri pareri.
Al prossimo capitolo.
Kiss, kiss😘

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