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Capitolo 4: Il ballo parte uno

La paura non esiste. Esiste la nostra insicurezza di fronte all'ignoto. È una scelta consapevole quella da fare. Conoscere quello che da sempre non abbiamo mai voluto affrontare. Noi stessi.

Tutti i reali provenienti
dall' Inghilterra, dalla Slovenia e da altri paesi, insieme a tutti gli invitati (duca e duchesse, conti e contesse e chi più né ha più né metta) erano diretti alla sala principale.

All'interno vi si poteva trovare un bacchetto con tutte le delizie esistenti, tra i quali: un pavone ripieno, una testa di cinghiale, oche, capponi, fagiani, un pudding con prugne, frutta secca e infine le spezie. Dopo il cibo si potevano notare i fiori che erano sparsi ovunque nella sala, i quadri della famiglia reale appesi ai muri, giocolieri che intrattenevano gli ospiti e infine, in un angolo si potevano vedere e udire dei musicisti di corte.

I primi ad entrare nella sala principale furono il re e la regina, indossavano i classici vestiti reali fatti da appositi sarti per loro, il prossimo ad arrivare fu il principe Filippo. Il suo l'abito era nero con ornamenti dorati. Il principe Emanuele era vestito in ugual modo, cambiava solo il colore che dal nero era diventato blu.

Sapete già invece com'era vestita la principessa Charlotte, che quando fece il suo ingresso attirò l'attenzione di tutti e, come se avesse sentito la sua presenza, Luis si voltò verso di lei. La trovò incantevole e rimase a guardarla per un tempo indeterminato, fin quando lei uscì dal suo campo visivo. Forse perché si stancò di sentire gli occhi di qualcuno bruciarle la pelle.

Gli altri reali entrarono e dopo il discorso di benvenuto, la festa potette avere inizio.

Il principe non smetteva di guardare la principessa Charlotte che era intenta a parlare con gli invitati che le venivano presentati. La guardò forse troppo, perché la principessa Anastasia se ne accorse e ne fu gelosa. Voleva essere guardata e ammirata ma alla fine tutti preferivano Charlotte, ancora si chiedeva che cosa potesse avere la sorella e che lei non avesse. Non doveva essere gelosa della sorella, lo sapeva. Ma era stanca di essere sempre la seconda scelta, mai abbastanza per qualcuno. Nessuno la guardava mai, neanche per sbaglio. Lei era Anastasia, quella impulsiva che andava contro le regole. Di certo non era la più bella della famiglia o quella più aggraziata o gentile o sensibile. Tutti quei aggettivi non la rappresentava e non l'avrebbero mai fatto. E nessuno voleva come moglie qualcuna del genere. Però lei non sapeva che l'unica cosa che a lei mancava e che la sorella, invece, aveva era la sicurezza. Non poteva saperlo, in fondo lei era un angelo con le mille insicurezze sussurrategli da un demone.

A metà ballo, tutti quanti iniziarono a cercare un accompagnatore.
Per i reali fu più difficile, ma alla fine li trovarono, tutti tranne Charlotte che preferì starsene in un angolino.

«Cosa ci fa una principessa come voi qui tutta sola?» le chiese Luis, che le si era avvicinato.
«Non mi va di ballare.» gli rispose la principessa guardando il pavimento, non voleva incrociare quegli occhi, sapeva che se l'avesse fatto si sarebbe imprigionata all'interno.
«Che cosa c'è principessa non sapete ballare?» le chiese il re che si divertiva a provocarla.
La principessa presa dall'orgoglio, che in lei era presente forse fin troppo, lo guardò negli occhi prima di rispondergli.
«Mi dispiace doverla deludere maestà, non per vantarmi, ma sono una tra le migliori ballerine di tutto il regno.» non si mosse di un millimetro, aveva il desiderio di andarsene, ma ciò avrebbe fatto sembrare le sue parole un enorme bugia, la quale era. Non era per niente tra le migliori, quelli bravi con la danza erano Anastasia ed Emanuele, non di certo lei che era sempre goffa quando si doveva trattare di ballare e che a malapena riusciva a stare in piedi da sola.

«Allora vorreste farmi l'onore di concedermi un ballo?» le chiese il sovrano porgendole la mano, senza mai distogliere lo sguardo dal suo.
«La musica sta per cessare.» gli disse la principessa e forse qualcuno lassù avrà dovuto ascoltare le sue preghiere interne, perché la musica cessò.

Al suono della prima melodia, il principe la trascinò in pista e lei sperava che davvero qualcuno lassù l'aiutasse.
«Adesso vediamo se siete all'altezza delle vostre parole.» le sussurrò il giovane e come miracolo i piedi le si muovevano da soli, alla fine qualcuno ad ascoltarla vi era.
In quel momento iniziò ad odiare di meno la danza, il monarca la prese tra le sue braccia e iniziarono a danzare. Le sembrò di volare, che i suoi piedi non toccassero terra e alla loro vista tutti dentro quella sala provarono invidia.
Ai loro occhi i due erano degli innamorati e ognuno di loro voleva rivedersi in loro.

I due si guardarono, si presero per mano e iniziarono a girare come delle trottole. Per la prima volta, entrambi, ridevano per davvero.

Si sentivano come dei bambini che giocano tra di loro, di certo però quello non era amore. Almeno non come lo intendiamo noi.
Lei era attratta da lui come una falena con la luce, anche se per il momento non tanto. Mentre per lui si trattava solamente di una sfida, una delle tante.

La principessa Anastasia si mise a correre per i corridoi con le lacrime che le rigavano il viso e i suoi singhiozzi, che erano udibili per tutto il corridoio.
Arrivò nel cortile e si sdraiò sull'erba, con la schiena appoggiata al muro.

Iniziò a piangere, cercando di non farsi sentire troppo. Non voleva pietà o misericordia da nessuno, tanto meno da coloro che si trovavano all'interno della sala.
Odiava sentirsi cosi impotente ma soprattutto odiava doversi sentire inferiore rispetto a qualcuno, anche se a ciò stava iniziando a crederci.
In fondo lei non era abbastanza magra, bella, principessa, era un peso, qualcosa che non andava bene e che doveva essere risolto a più presto.
Forse sull'essere grassa avevano ragione, almeno era questo quella che pensava la principessa quando si guardava allo specchio, per poi sentirsi in colpa ogni volta che il suo stomaco rigettava qualsiasi cosa mangiasse.
Lei pensava di essere tutte quelle parole, ma non si accorgeva di quanto fosse bella, intelligente e meravigliosa. A volte servirebbe guardarci con gli occhi degli altri per vedere quanto siamo meravigliose o meravigliosi per quanto riguarda i ragazzi, infondo gli altri vedono cose che il nostro cervello non vuole vedere.

«State bene?» le chiese un giovane dai capelli castano chiaro e occhi blu, si sedette vicino a lei, la guardò un secondo, prima che lei si potesse alzare.
«Si.» disse la principessa, così il giovane si alzò e la sovrastò con la sua altezza.
«Allora saranno stati i miei occhi e le mie orecchie ad avere compreso male.» disse il giovane. La principessa si asciugò gli occhi e per la prima volta nella sua vita non rispose a una provocazione.

«Bella, parlarne ti farà bene.»
La principessa alzò di poco lo sguardo e ritorno in sé.
«Chi siete?»
«Un semplice ragazzo che vuole aiutarvi.»
«Questo ragazzo ha un nome?»
«Forse, ma dovrete guadagnarvelo. Invece, voi chi siete?» quella domanda che poteva sembrare semplice, suonò strana alle orecchie della principessa, tutti lì dentro sapevano chi fosse ma per la prima volta poteva fingere di non esserlo.
«Una semplice ragazza che non ha bisogno del vostro aiuto.» il giovane senza nome le sorrise.
«Questa ragazza ha un nome?»
«Forse, ma dovrete guadagnarvelo.»

I due si sorrisero, ma richiamati dalle grida, che provenivano dalla sala principale, furono costretti a tornare indietro.
In quel momento i due ragazzi iniziarono a farsi prendere un po' dal panico e cercando tutti i possibili modi per poter spiegare quelle urla.

Arrivarono in sala e videro il caos più totale, gente accasciata per terra, gente che piangeva, gli occhi della principessa vagavano per tutta la sala in cerca della sua famiglia.
La vide, erano tutti in un angolo. Essi si stringevano tra di loro, cercando di rassicurarsi a vicenda.
Cercò di non farsi vedere, di nascondersi, ma senza riuscirci. Uno dei banditi la vide, la guardò per un attimo, non sapeva se attirare l'attenzione degli altri della banda oppure no e tenersela per sé.

Nel frattempo il giovane corse verso un angolo della sala, la principessa voleva urlagli di stare fermo, di non fare niente ma una mano la bloccò.
Provò a divincolarsi ma senza riuscirci.
«Shh, non voglio farvi male dolcezza ma dovete fare ciò che vi dico se volete salvare la vostra famiglia.» le disse un uomo, si calmò, non voleva mettere in rischio la sua famiglia, per una volta, doveva cercare di non essere impulsiva, anche se sarebbe stato difficile.

L'uomo la fece girare dolcemente, la principessa dovette ammettere che fosse attraente, prima che la sua coscienza gli ricordasse che era un criminale.
Ma dobbiamo dare ragione ad Anastasia, il bandito era un uomo alto, con ricci bruni che gli ricadevano sul volto, con una barba folta e occhi color nocciola.
«Seguitemi.» la principessa non si mosse di un millimetro, era fin troppo affascinata, il bandito lo vide e le sorrise.
«Volete ammirarmi ancora per
molto?» lo disse ridendo e Anastasia si ricompose subito, iniziando a sentirsi a disagio, e lo segui.
La portò in una stanza vuota del castello, per un attimo la principessa ebbe paura, anche se una parte contorta della sua mente voleva che la scopasse, che la facesse gridare e che tutto il castello la sentisse.

«A cosa pensate?» le chiese il bandito, facendola trasalire per la domanda inaspettata.
«Sto pensando alla mia famiglia che è lì dentro, a cosa dovrei pensare se no?» le chiese Anastasia.
«Forse al sesso migliore che potreste avere?» per la prima volta nella sua vita, lei diventò rossa e non ci era mai riuscito nessuno.

«Non c'è niente di cui vergognarsi.» le si avvicinò, le accarezzò la guancia e per un attimo la pelle di lei andò in fiamme ma il bandito non voleva farlo con lei, almeno per ora.

Si staccò quasi velocemente da lei, lasciandola senza fiato, che cosa le stava accadendo?
«Principessa Anastasia, mi presento, il mio nome è Roger.» le fece un inchino, ma la principessa lo fermò, odiava la formalità.
«Continuate.» lo spronò Anastasia, sapeva che doveva dirle qualcosa, anche se ancora non conosceva cosa.

Inizio con il dire che mi dispiace per questo capitolo un po' pennoso, ma mi farò perdonare con quello di dopo, promesso.
Per tutte quelle che si rispecchiano in Anastasia sono con voi, se volete potete scrivermi in privato.
Intanto vi lascio le foto del giovane e di Roger.

Il giovane senza nome

Il bellissimo Roger

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