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Capitolo 22:Traditore

Essere feriti da
qualcuno che
reputi amico è
il peggior
sentimento
possibile.

«Questo sabato arriverà il re di Spagna, con sua moglie e sua figlia Beatriz.» disse la regina riferendosi al figlio.
Stava cercando di andare avanti dopo la morte del marito e l'unica cosa che l'aiutava erano i suoi figli.
«Fatemi indovinare madre, dovrò sposarla?» chiese il principe.
«Esatto. Mi dispiace molto Filippo, ma se vuoi che al popolo il regno appaia forte, avrai bisogno di far vedere a tutti una famiglia unita.»
«E quindi di una moglie.» sentenziò il principe.

La loro conversazione fu interrotta dall'arrivo di Emanuele dentro la stanza.
«Disturbo?» chiese il principe.
«Non disturbi fratello. La mamma mi stava dicendo che dovrò sposarmi.» gli comunicò il fratello.
«E chi sarebbe la giovane
sfortunata?»
Filippo girò gli occhi.
«La principessa di spagna, Beatriz.» gli comunicò la madre.
«Sembra il nome di una meretrix, non di una principessa.»

«Emanuele Hastings, che modi sono questi!» lo rimproverò la madre.
«Scusatemi madre.»
«Proprio tu fratello non puoi parlare, tua moglie lo era.» gli ricordò Filippo ed Emanuele fece spallucce.

In realtà, anche se all'inizio non era d'accordo a quell'unione,
successivamente l'aveva accettata ed Elisabeth era diventata parte della famiglia.

«Disturbo?» chiese proprio la sottoscritta entrando nella stanza.
«Tranquilla cognata, ormai sembra che la riunione di lavoro si sia trasformata in una di famiglia.» fu la risposta di Filippo.
Elisabeth si avvicinò al marito, che le sorrise dolcemente.

Lo aveva cercato per tutta la mattinata, voleva sapere come stesse.
Era da quando era morto il padre, per la precisione due giorni prima, che il suo comportamento era strano.
Sapeva che stava soffrendo, ma di com'era orgoglioso lui non lo avrebbe mai ammesso.
«Mi stavi cercando dada?» le chiese il sottoscritto.
«In realtà si, ti andrebbe di farmi compagnia per una passeggiata?» gli chiese lei.

«Vai fratello, tanto qui non sei utile. Quando ci serviranno le tue frasi sarcastiche ti chiameremmo pure.»
«In fondo, sarai tu il re non io, per mia fortuna.»

La regina stava guardando tutta la scena e ne era compiaciuta.
Adorava vedere i suoi figli scherzare tra di loro, vedere che anche se non avevano più un padre trovavano la forza di andare avanti, insieme.
Carlo ne sarebbe stato contento.
Si ricordava ancora quando erano piccoli e litigavano per il suo affetto, per farsi notare del padre, soprattutto Emanuele.
Era il secondo figlio, e per questo era geloso del padre che dava tutte le sue attenzioni al futuro regnante.

«Non è giusto!»
Era seduta nel salotto, quando vide entrare il suo secondo genito.
Aveva solo cinque anni e un caratterino da far inginocchiare tutti ai suoi piedi.
«Cosa non è giusto Emanuele?» gli chiese, mentre si toccava il pancione dove vi erano all'interno Anastasia e Ginevra.
«Papà ha preferito di nuovo Filippo.» le spiegò Emanuele sedendosi vicino a lei.
«Tuo padre non ha preferenze.» cercò di spiegargli, in realtà le aveva e l'aveva visto pure lei, ma non gli volle dire nulla.
«Invece le ha! Gli ho chiesto di giocare con me, ma era impegnato a vedere come giocava a scherma Filippo.»

Le dispiaceva tanto vederlo così desideroso di affetto.
«Posso dirti un segreto?» gli chiese, sporgendosi verso di lui.
I suoi occhi azzurri si posarono su di lei e la scrutarono con curiosità.
«Tuo padre potrà preferire anche Filippo, ma tu sarai sempre il mio preferito.»
Il bambino le fece un sorriso a trecentosessanta gradi e l'abbracciò.

«Madre volete unirvi a noi?» le chiese Emanuele.
«Non vorrei essere di troppo.» gli sorrise.
«Non lo sarete.» le disse la nuora sorridendo, così lei acconsentì e lasciò l'ufficio del nuovo re.

Filippo rimase solo e iniziò a pensare.
Aveva sperato che quel giorno non venisse mai, ma purtroppo era arrivato.
E ora oltre a diventare il nuovo re, doveva pure sposarsi con una ragazza che non conosceva.
Invidiava Emanuele, almeno lui aveva potuto scegliere per sé.

Ma andiamo nel cortile dove vi erano Emanuele, Elisabeth e la regina.
«Non trovate sia una bella giornata?» chiese Elisabeth cercando di sollevare gli animi del marito e della suocera.

«Hai ragione cara, è incantevole.» la regina cercò di sorridere ma non le riusciva.
«Amore stavo pensando ai nomi che potremmo mettere al bambino, sono sicura che sarà un maschio, tua madre potrebbe aiutarci.» sperava di non essere troppo pesante, ma voleva solo farli stare meglio.
«Va bene.» le sorrise lui.
«Che ne dici di chiamarlo come tuo padre?» gli chiese lei.
«Sarebbe stupendo cara.» disse la regina, sorridendole.

Emanuele però non era d'accordo, non voleva per nessun motivo che il bambino avesse il nome di un assassino.
«Non mi piace.» infatti, fu la sua risposta.
La madre lo guardò e dovette trattenersi dal non piangere.
«Per quale motivo Emanuele?»

Lui ne fu dispiaciuto.
«Non posso.» le disse.
Lei capì il motivo e non volle insistere.
«Che ne dite di chiamarlo Alan?» chiese Elisabeth.
«Non mi piace.»
«Ma insomma Emanuele, non ti piace nessuna proposta.» gli urlò la madre esasperata.
«Non fa nulla.» disse Elisabeth.

Aveva sempre sognato un bambino di nome Alan, ma il nome non le importava ciò che contava era la salute del bambino.
«Che ne dite di Alexander?» stavolta a parlare fu Emanuele.
Lei lo guardò, quel nome sembrava perfetto per un principe.
«Lo adoro.» fu la sua risposta, lui le sorrise prima di baciarla.
Intanto, la regina guardava quella coppia.
Non avrebbe mai creduto di trovarsi Emanuele sposato, ma così fu e ora aspettava pure un bambino.

Dall'altra parte del giardino vi erano invece, Anastasia e Henry che stavano passeggiando tranquillamente.
«Cosa volete fare?» le chiese lui.
Lei ci pensò su, non aveva molta voglia di fare qualcosa.
Insomma, il padre le era morto da due giorni.
«Preferirei parlare e basta.» gli sorrise.
Lui le fece cenno di sì.

«Non è meglio per voi cercare marito ora che vostro padre è morto? Potreste prendere in considerazione la mia proposta.» gli chiese lui.
«Non credo che mio fratello avrà voglia di buttarmi sulla strada.» cercò di scherzare lei.

Henry stava per ribadire quando sentì urlare.
Anastasia riconobbe subito la voce.
«Guardie arrestatelo!»
Videro arrivare delle guardie e con loro vi era Roger.

Appena i loro occhi si soffermarono sull'altro, lui le sorrise.
«Ti sono mancato bambolina?»
Lei girò gli occhi, imponendosi di non corrergli incontro.
«Cosa sta succedendo? Guardie
ferme!» urlò verso quest'ultime e vide Luis venirle incontro, insieme ai suo fratelli.

«Ciao fratellino.» disse Luis, rivolto ad Henry. Tutti, tranne Roger, lo guardarono allibiti.
«Fratellino?» gli chiese Anastasia.
«Oh, giusto voi non lo sapete. Henry è il figlio bastardo del mio defunto padre. Non è vero, fratellino?»
Anastasia si girò verso Henry per avere conferme e il giovane le fece segno di si.
«Volete arrestarlo perché è vostro fratello?» chiese Anastasia, mettendosi davanti al giovane. Luis scoppio a ridere e porto indietro la testa.
«Oh, assolutamente no. Voglio bene al mio fratellino.» disse, abbracciandolo ed Henry rimase fermo come una roccia, sapendo che il fratello stava mentendo.

«E immagina quando ci sono stato male, quando mi è stato comunicato che ad avvelenare vostro padre è stato il mio docile fratellino. È stato lui a fare entrare gli uomini di Robert. Confabulava per tutto questo tempo con lui. Vi ha usata, Ana.»
Lei si girò verso Henry che aveva gli occhi spalancati dall'orrore.
«Ana, non è vero. Non l'avrei mai fatto. Non c'entro nulla con la morte di vostro padre e non vi avrei mai usata.» fece un passo in avanti, prendendole le mani tra le sue.
«Credetemi.» la ragazza lo guardò a mala pena e si liberò dal suo tocco. Poi si girò verso Roger, con gli occhi lucidi e si incamminò verso di lui.

«È la verità?» chiese e lui, dopo aver ingoiato la saliva, glielo confermò.
«È un complotto, credetemi Anastasia.» lei gli andò incontrò e gli diede un calcio nelle palle.
«Ve la farò pagare! Guardie prendetelo!» ordinò lei e mentre le guardie lo trascinavano ancora lui le gridava di non essere colpevole di quel crimine e di credergli. Lei lo ignorò e sentì qualche lacrima caderle.

«State bene, bambolina?» chiese Roger e lei gli fece cenno di si. I fratelli le si avvicinarono. Ma lei li scansò e si diresse verso il castello.
«Non seguitemi.» disse e tutti rimasero lì a guardarla. L'unico che non lo fece fu Luis, che la seguì all'interno.

«Avevo detto che non volevo essere seguita.»
«So cosa avete detto ma non vi lascerò sola. Avrete la vostra vendetta.» lei gli fece cenno di si e lui le baciò la fronte, prima di stringerla a sé e di farla piangere tra le sue braccia. Roger vide tutto e ne fu geloso ma sapeva che non poteva fare molto.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Che ne pensate di Harry, ve lo aspettavate?
Per non parlare di Roger che ritorna per dare ordini.
Che ne pensate del finale con tutti quanti che corrono dalla nostra Anastasia per abbracciarla?
Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti.
Kiss kiss!💋💋

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