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15

Peter, sdraiato a pancia in giù sul suo letto e armato di matita, guardò corrucciato il proprio libro di scuola. -Ehm, ripetimi come si legge questa.-
Quinn, seduta sul pavimento e con la schiena poggiata sulla tastiera del letto, voltò il capo per sbirciare dove il ragazzo indicava. -"Onomatopea".-
-Già, giusto. Scusa, con la dislessia fatico a leggerle certe cose.-
-Ma figurati.-
-Tu sei dislessica?-
-Mh? No, io sono solo stupida.-
Peter rise a quell' affermazione e mise da parte i compiti. -Non è vero, non hai neanche un' insufficienza a scuola.-
-Ho lottato tanto per non averne.-
-Ciò dimostra che sei una che si impegna quando lo vuole.- sorrise e le rubò il libro che teneva tra le mani.
-Ehi! Ridammelo!- Quinn si arrampicò sul materasso, allungando la mano per riprendere il libro che il ragazzo si ostinava tanto a tenerle lontano, e finirono sdraiati uno sopra all' altro sui cuscini. Risero di cuore e si fecero il solletico.
Peter rotolò e fece finire la bionda sotto di sé. Buttò a terra il libro e le tolse una ciocca dai bei occhi chiari. -Da quando ho perso i miei poteri, mi sento come penso si senta chiunque altro. Sono stati giorni tranquilli e la cosa mi piace. Mi piace la normalità. E mi piace viverla con te.- parlò piano nel loro silenzio e si chinò a sfiorarle le labbra con le proprie. -E mi piace il fatto che non riesci a non sorridere quando ti bacio, proprio come me.-
La ragazza lo prese per il bavero della maglietta e lo spinse a baciarla con più passione. Lo accarezzò sulla pelle calda e spinse il bacino contro di lui, per un invito esplicito.
E chi era lui per opporsi?
Si spogliarono a vicenda con frenesia, consapevoli di quello che volevano, e finirono sotto le coperte. Non smisero un secondo di baciarsi e Parker si stava drogando del buon profumo di quella ragazza. Quest' ultima dopo un po' gemette e si tenne con forza ad un angolo del comodino vicino a loro, che si spezzò e ruppe per la forza sovrumana di lei. Non poterono non ridere. -Ops.-
-Non importa.- ansimò lui, tornando all' attacco e perdendosi nel suo corpo caldo.
-Ragazzino, dobbiamo parlare di...- Tony si congelò sulla soglia della porta, una mano sulla maniglia.
Merda!
I due ragazzi urlarono e si coprirono col lenzuolo, mentre Stark uscì e sbatté la porta alle sue spalle. -Che cazzo, Peter! Scendete entro cinque minuti, muovetevi!-
Quinn si coprì con le mani il viso, rosso dall' imbarazzo. -Dio, che vergogna! Ci ha beccati proprio mentre...-
-Lo so.- borbottò infastidito il giovane, togliendosi da lei e sedendosi sul materasso. Si passò una mano sulla fronte sudata e iniziò a pensare. -Però ci ha dato cinque minuti. Forse potremmo concludere quello che...-
-Tesoro, farsi beccare a letto con il cocco di Tony Stark dallo stesso Iron Man ha spento tutta la mia libido. Desolata, non pensarci nemmeno.- lo fermò subito alzando un dito, poi si mise in piedi per cercare i propri vestiti.
Peter alzò gli occhi al cielo e cadde di schiena sul materasso che si stava raffreddando. -Non sono il cocco di nessuno.-
-Negare l' evidenza non la rende meno vera.-
-Come il fatto che sei la mia ragazza?-
-Cos...?- il singulto che le era salito in gola le fece fare un verso acuto e non diede più le spalle al coetaneo. Lo inchiodò con lo sguardo. -Io non sono la tua raga...!-
Il sopracciglio alzato di Peter la fece zittire.
-Ok, forse lo sono. Un pochino. Può darsi.-
-Può darsi?- si sedette e si mise i boxer.
-Può darsi.- ripeté lei.
-Mi ami, ma l' idea di stare insieme è un "può darsi"?-
-Non ti sta bene?-
Al ragazzo stava per girare la testa dalla confusione. -Mettiamola così: io sono stato costretto ad ammettere quello che provo per te, tu me l' hai detto perché è vero e ti fidi di me. Come mai vuoi tenermi lontano ed evitare una relazione con me?-
Le labbra carnose della ragazza si separarono più volte nel tentativo di pronunciare una frase di senso compiuto, eppure non riuscì ad emettere nemmeno un fiato. Una volta che si fu arresa, ammise il suo timore. -Perché non sono brava ad essere felice.-
-Che vuoi dire?- chiese e si sedette sul letto con i piedi sul pavimento.
-Andiamo, Parker, mi hai mai visto fare la fidanzatina di qualcuno? Sono un completo disastro con le relazioni, anzi tutta la mia vita fa schifo! E se rovinassi anche quello che abbiamo io e te, non me lo perdonerei mai.-
Peter sbatté le ciglia più volte nella più completa quiete, che si ruppe quando scoppiò a ridere. -La tua vita fa schifo?- domandò retorico, -Dico, ma dov'eri in questi ultimi mesi? "Quando l' orologio a mezzanotte scoccherà, l' incantesimo si compirà...".- canticchiò la previsione che aveva predetto la morte di suo padre.
-So bene che non stai avendo giorni facili nemmeno tu ultimamente e che ti manca Richard, però parlo sul serio riguardo a noi due. Venom è ancora dentro di me, in qualche modo. E se in futuro io mi arrabbiassi così tanto con te da ferirti? O peggio? Ci sono stati giorni, prima che Richard morisse, dove ero talmente infuriata da voler staccare la testa a morsi a qualcuno. Chi ci dice che non possa farlo? Soprattutto, come facciamo a sapere se quel qualcuno non sarai tu?-
Lui si mise in piedi e la prese tra le braccia. -Tu non mi farai niente, chiaro? Ne sono sicuro. Posso capire perché all' inizio non mi hai voluto dire che sei ancora infetta come lo era mio padre, ma i tuoi pesi sono anche i miei adesso, non devi temere di farmi preoccupare. Hai tenuto sotto controllo Venom dall' inizio dell' estate e ti è bastato controllare la rabbia. Devi solo farlo ancora, il tempo che Bruce scopre come liberarti definitivamente. Pure io ho rischiato di far del male a te con la mia forza quando ero ancora Spider-Man, ma continuavo a ripetermi "questa è Quinn, non fare casini". È una questione di controllo. Puoi farcela. Credo in te, da sempre.-
La ragazza sorrise commossa o lo abbracciò di slancio. -Non so cos' ho fatto per averti.-
-Hai rispettato la dieta, non è una cosa da tutti.-
Rise e si strinse di più a lui. -Spiritoso. Non seguo nessuna dieta, non vedi?-
Fingendo di esaminarla come un elemento chimico, emise un verso di affermazione. -Oh, sì, hai ragione. In effetti sei grassa, ma solo perché è oggi.-
-Come?-
-Oggi è giovedì, ricordi?-
-Aah.- illuse di aver compreso chissà quale dilemma universale. -Perché io sono grassa solo il giovedì, giusto?-
-Esatto.- la prese in giro e tornò a unire le loro labbra.

James Rhodes e Sam Wilson si stavano sbellicando dalle risate, seduti sul divano. Rhodey era piegato in due e si teneva lo stomaco, Sam invece si stava coprendo gli occhi umidi dalle lacrime con una mano.
Tony li trucidò col suo sguardo e si passò i palmi sulla faccia, ancora traumatizzato. -Vi dispiace smetterla? È stata la cosa più umiliante della mia vita.-
-Andiamo, ragazzi, piantatela.- Clint si alzò dalla sedia e mise una mano amichevole sulla spalla del miliardario. -È già in una brutta posizione.-
-Grazie, Barton.-
-A differenza di suo figlio.-
-È vero. Quando li hai visti, quale era? Pecorina o missionario?- ci diede del suo Natasha, provocando altre risate e risatine.
Stark alzò gli occhi al cielo e si calmò un minimo quando tutti cessarono di parlare e i due adolescenti li raggiunsero.
-Kenny, ci lasceresti da soli? Dobbiamo parlare con Peter.-
-In realtà, solo tu devi discutere con lui, come sempre.- disse con nonchalance Steve, leggendo una rivista e seduto su uno dei divani.
Il suo compagno li ignorò. -Per favore, Quinn.-
-D'accordo, vado a prendermi cura di Radio Spider. Siamo in onda tra poco, ti aspetta in sala registrazioni.- lei gli schioccò un bacio sulla guancia e sparì con l' ascensore.
-Che succede? Novità su tua sorella o sulla gemma del tempo?- il diciassettenne guardò un po' tutti, prima di rivolgersi ad Anya. La Magissa era seduta sul divano opposto rispetto al Capitano e teneva la testa poggiata sul pugno chiuso; il gomito sul bracciolo. -Niente di niente, la gemma non ci ha svelato nessuno dei suoi segreti. Sono riuscita però a entrare in rete e a scovare i movimenti di Octavius su internet.-
-E quindi?-
-Ha truffato e rapinato metà Manhattan. La maggior parte dei conti bancari dei newyorkesi sono scomparsi, alcuni sono addirittura al verde.-
-Stai dicendo che Otto adesso è ricco?- Bruce corrugò la fronte, -Come mai questa improvvisa febbre del denaro?-
-Non ne ho idea, potrebbe usarli per la macchina per ricomporre Venom, ma oramai quei tre potrebbero fare qualunque cosa.-
-Non ho chiamato Peter qui per questa storia.- Tony grugnì e osservò con attenzione il figlio nel parlare. -Non voglio che vedi più Quinn.-
Cosa?
Il ragazzo sentì il mondo cascargli addosso. Che aveva appena detto? Rise con nessun sentimento. -Lei... scherza, sì?-
-Una parte di Venom è ancora attiva in lei, chissà cosa potrebbe farle fare. Possiamo addirittura dire che può essere un pericolo pubblico. Forse non può neanche rimanere più qui, è il caso che venga presa sotto custodia dello S.H.I.E.L.D. Ho già chiamato Maria Hill, hanno una stanza adatta a lei e dei medici disposti a curarla con l' aiuto a distanza di Bruce e Strange.-
-No, col cazzo!- strillò Peter, sentendo un fuoco nascere nel petto. -Non potete farlo, non possono aiutarla come possiamo farla noi.-
-Ah, l' idea è di Stark, non guardare noi.- se ne tirò fuori Bucky, alzando le mani verso l' alto.
-È pericolosa, Peter.-
-È una ragazzina, è mia amica! Non farà del male a nessuno.-
-Questo non possiamo saperlo, per tanto dovrà stare lontano da te e andarsene.-
-Mmh, penso sia una cosa che in realtà pianificavi da un bel po'.- borbottò la russa, aggiungendo un "gelosone" con le labbra.
-Quinn resta qua.-
-Nemmeno per idea.-
-Ragazzi...- tentò di stroncare il loro nuovo litigio Thor, senza successo. Loki, poggiato di schiena alla spalliera del divano a cui era seduto il fratello, alzò un sopracciglio verso di lui con le braccia incrociate. -Ma fanno sempre così?-
-Uhm, nei giorni feriali.-
-Io non la lascio andare via, se lo scorda! Ha bisogno di me.-
-No! No, no, non provarci neppure. Non hai più i poteri, non sei più Spider-Man, cosa puoi fare per proteggerla meglio di un gruppo di agenti segreti professionisti? Casomai sei tu che hai bisogno di lei.-
-E anche se fosse così? Lei e Anya sono tutto ciò che ho e lei sta tentando di portarmele via. Proprio come ha portato via il mio papà.-
-Ahia...- Sam si tirò il colletto e voltò la faccia, come chiunque.
Le sopracciglia di Tony si appiattirono e restò a bocca aperta. -Adesso ho capito... non si tratta di Quinn, ma di Richard.-
-Oh, no, Stark. Si tratta molto più di questo.- ghignò velenoso e camminò con passo lento nella sua direzione, facendolo indietreggiare. -Si tratta di Quinn, di mio padre, di Michelle, di Elijah, di mia zia May... Da quando la conosco, la mia vita è andata in malora! Stavo bene prima che apparisse lei!-
-Prima di tutto, ti ricordo che dormivi per strada, ragazzino.- l' uomo tornò alla carica e gli puntò un dito contro, -Stavi bene un corno. E in secondo luogo, non puoi dare a me la colpa di tutto. Quello che è successo coi Jones è stato un caso. Amaranta ce l' ha con me per Dio sa cosa e ha capito che uno dei miei punti deboli sei tu. Aveva notato quant' eri legato a quei fratelli e ne ha approfittato! Tua zia non l' ho mica uccisa io, sono stati quei tre ad appicare l' incendio che...-
-Cosa?!- lo interruppe con un urlo Peter, -L' incendio non è stato un incidente? E da quanto lo sapevate?!-
-Dopo che Amaranta rapì te e Quinn...- si intromise Anya, -... lo confessò a me.-
-Quattro mesi? Lo sapevate da quattro mesi e nessuno me l' ha detto?! Che cazzo, era mia zia! Adesso li ammazzo. Voglio vendetta!-
-Tu non farai proprio un bel niente.- Iron Man lo prese per il braccio, impedendogli la fuga. -Ti credi forte solo perché hai una rabbia indomabile dentro? No, sei solo un ragazzino che non pensa prima di agire.-
Peter strattonò, si ribellò e lo spinse via con ardore. -Non è lei che mi dice cosa fare, non è mio padre. Non prendo ordini da nessuno e per nulla al mondo lascerò Quinn da sola, non tra le mani di quegli avvoltoi di Fury!-
-Vuoi la verità? La cruda verità?-
-Tony, non provarci.- Steve sentì un bruciore alla bocca dello stomaco, sapeva che quello che stava per accadere sarebbe stato il nuovo giro del loro inferno privato.
-Quella ragazza non mi è mai piaciuta. Lei ti ha portato al bere, al fumo, ti sei fatto quel cavolo di tatuaggio per causa sua. E il fatto di avervi visti insieme oggi... non mi ha aiutato per niente. Combinate solo guai quando state insieme, ti mette in testa pensieri che non mi piacciono, dai più retta a me che a lei ed è una scemenza! È una ragazzina di strada con problemi di rabbia, al minimo cenno di furia la bestia in lei si scatenerà e lascerà segni indelebili su ognuno di noi. È questo che vuoi? Vuoi essere come lei? Una perdente senza niente e senza futuro, vogliosa di far balotta giorno e notte, e che scopa a destra e a manca? Se pensi che lei ti ami veramente, che possa solo provare qualcosa per te, sei un illuso, ignorante della vita!- Stark desiderò mordersi subito la lingua.
Che diavolo ho detto?
Prima che potesse rendersene conto, Peter gli aveva dato un ceffone dritto in faccia. La testa scattò di lato e l' orecchio gli fischiò. Non se lo era aspettato.
Non mi aveva mai colpito prima.
E se nessuno riuscì a dire niente per quel gesto d' odio, il povero ragazzo poté soltanto singhiozzare tra le lacrime offese e correre via da quell' uomo.
Un uomo che aveva considerato quasi un padre. Però quasi.
Già. Solo quasi.

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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