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Capitolo Speciale 7: Epilogo "The Girl" (Inedito)

Ecco qui la seconda parte dell'epilogo inedito di "The Girl".
Il titolo di questa parte è una canzone di Nek.
Vi auguro una buona lettura.

Eclissi del Cuore


Apro gli occhi: giorno nuovo, vita vecchia.
Oggi sono in Grecia, a fare spettacoli di "magia" per questi deboli umani e guadagnare qualcosa per il mio prossimo viaggio.
So che ci sarà, per questo ho sempre un bel gruzzolo a portata di mano, l'unica cosa che non so è il quando.
Jason mi rincorre ovunque vado, dall'Italia all'Argentina, dall'Australia al Canada. So che arriverà anche qui e dovrò essere pronta a lasciare tutto.

Mi alzo dal letto e la prima cosa che faccio è portare con la mia azzurra magia le lavagne che mi ricordano le serie televisive sulla polizia dove cerco di segnare ogni cosa.
Dalle città in cui sono stata, in modo da non tornarci più ed evitare di facilitare la vita a Jason nel trovarmi ai vari punti di un piano che non sono sicura di voler mettere in atto.

Non riesco ancora a capacitarmi che Giulio potesse avere ragione: e se fosse l'ora che gli Dei cadano dall'Olimpo?
Ecco perché ogni giorno aggiungo o miglioro fasi del piano chiamato "Suicidio 2.0".

ψψψ

-Qualcuno vuole essere il volontario per il prossimo numero?- chiedo fingendo un entusiasmo che non mi appartiene.
Decine di mani si alzano verso il cielo.
Dentro di me sto sbuffando come un treno a vapore: tutti i giorni sempre la stessa storia.

-Vieni tu, con il cappellino verde!- indico il proprietario di una delle tanti mani alte.
Il ragazzo si fa avanti, ha un fisico asciutto coperto da bermuda color pesca e una camicia a maniche corte azzurra.
Il cappellino verde fosforescente gli dà l'ultimo tocco per vincere i campionati di abbina abiti.
A testa bassa si avvicina al palco e ci salta su agilmente, non che il palco sia uno di quelli professionali altissimi per evitare che la folla raggiunga la star che lo sta cavalcando.

Una volta che mi ha raggiunta toglie il cappello e fissa i suoi magnifici occhi azzurri come il mare in tempesta dentro i miei.
Jason.

Avrei dovuto aspettarmelo, eppure rimango pietrificata al mio posto senza nemmeno muovere le palpebre fin quando la folla esplode in una serie di urla che chiedono il numero di "magia".
Mi riscuoto e fingo che niente mi abbia sconvolta, voltandomi verso il pubblico e sorridendo cordialmente.
-Qual è il tuo nome?- chiedo a Jason.

Io so bene quale sia il suo nome, ma mi serve solo per lo spettacolo.
Lui risponde e la folla femminile comincia a incitarlo in maniera un po' troppo svenevole per i miei gusti.
Reprimo una smorfia di disgusto e continuo con la mia farsa.

-Bene, Jason- calco bene sul suo nome -Posizionati proprio al centro del palco e fermati lì-

Ho deciso di cambiare il numero con il volontario proprio questa mattina: solitamente tenevo il volontario abbracciato a me e lo portavo nel cielo, invece oggi avevo deciso di rinchiuderlo in una bolla d'acqua e poi farlo volare.

Per mezzo secondo sento una voce femminile cercare di prendere il sopravvento di me, cercando di ricordarmi qualche cosa di importante, ma la scaccio via prima di poter capire e muovo teatralmente le braccia per pochi secondi.

Quando decido di aver dato abbastanza teatralità al trucco, faccio scorrere l'acqua delle bottigliette tenute in mano da ogni partecipante allo spettacolo sotto i loro piedi per farla arrivare sul palco.
Inizio a sentire cori sorpresi da chi se ne rende conto e faccio confluire l'acqua sotto i piedi di Jason che inizia a bagnare le Converse rosse che porta.

Quando è abbastanza, la faccio diventare un disco dapprima piccolo, poi sempre più grande per poterlo modellare.
Lo faccio diventare una palla attorno al suo corpo e campanelli d'allarme continuano a suonarmi a vuoto nella testa.
Ora Jason è racchiuso in una vuota bolla d'acqua e sembra guardarsi intorno preoccupato.

Inizialmente non riesco a capire, poi mi ricordo quel pomeriggio di qualche mese fa: anche allora l'avevo rinchiuso in una bolla d'acqua e per lui è stato il giorno più brutto della sua vita visto che non ha potuto aiutare i suoi amici e impedire la morte di Austin.
Una stilettata al cuore mi fa portare la mano al petto, gesto che muove la bolla d'acqua facendola cozzare contro uno dei pali della luce.

La bolla esplode.

Jason precipita al suolo.
Il mio cuore smette di battere e io smetto di respirare.
Mi sento paralizzata e non so cosa fare.

Un coro di sorpresa e paura si alza dal pubblico.
Gli occhi impauriti di Jason entrano si fondono con i miei.

Riesco a muovere una mano e fermare la sua caduta un attimo prima che la sua testa entrasse in collisione con il terreno.

Il sollievo del pubblico serpeggia fino a me, permettendomi di respirare nuovamente.
Gli occhi di Jason sono ancora incastrati nei miei e ancora pieni di paura.

Lo riporto sul palco e lo ringrazio per essere stato un volontario molto collaborativo.
Annuisce e torna in mezzo alla folla a testa bassa, rimettendo il cappello che nella caduta gli era scivolato via dalla testa.

In un attimo lo perdo di vista e il pubblico inizia ad applaudire, ma io rimango ferma con lo sguardo puntato nel vuoto.

La scena di qualcuno che cade davanti a me e la mia impotenza nel salvarlo mi è molto familiare, tanto familiare che il cuore ricomincia a battere pieno di paura e dolore.
La testa vuole tornare attiva e lascia che quel piccolo organo dentro la cassa toracica continui a battere come vuole, ma isolando il mio cervello dal corpo.
Mi inchino, raccogliendo i complimenti del pubblico e chiudo lo spettacolo in una pioggia di fulmini che mi nascondono alla vista del pubblico e mi consentono di nascondermi.

La gente se ne va, lasciandomi sola con i soldi appena raccolti e il cuore in subbuglio.

Quel ragazzo sta mandando in confusione tutto quello che sono sempre stata.

ψψψ

-Alisia- mi chiama quando vede che non ho intenzione di uscire dal mio nascondiglio.
-Ho visto i tuoi occhi prima, straboccanti di paura per me. Tu sei ancora la ragazza che conoscevo e che continuo ad amare. Torna con me-

Finalmente esco dal mio nascondiglio.

-Non posso essere una ragazza che non sono mai stata, non posso cominciare ad amare perché nel mio cuore non c'è posto per l'amore e nemmeno so cosa sia. Non torno con te-

Dico guardandolo dritto negli occhi, i miei occhi di ghiaccio nei suoi pieni di infuocata speranza.
-Se solo provassi a tornare con me capiresti che quello che pensi è sbagliato- dice facendo un passo avanti verso di me.
-Se solo mi ascoltassi capiresti che questa sono io- inizio a dire, facendo un passo indietro.

Colma velocemente la distanza che ci separa e prende le mie braccia tra le sue mani
-Alisia, smettila di credere a falsità-

I suoi occhi fanno vacillare le mie convinzioni.
I suoi occhi sembrano scavarmi dentro l'anima per trovare quello che cercano.
Ma dentro di me niente cambia: io sono questa.
Non voglio versare sangue, non ancora almeno.
E non il suo.
Lo allontano con una folata di aria e mi alzo in aria.

-Smettila di seguirmi, non puoi cambiarmi. Io non cambierò mai me stessa-


Ed ecco qui anche la seconda parte dell'epilogo inedito!
Che ve ne pare?
So bene che sapete cosa succederà alla fine (anche se solo in parte, visto che nell'ultima parte di questo lungo epilogo inedito ci sarà la parte dopo quelle parole), ma quanto tempo pensate che ci impiegherà ancora Jason a far dire ad Alisia quelle parole?

Non temete, come al solito i miei colpi di scena non finiscono qui!
A presto con la prossima parte!

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