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_Capitolo Speciale 2_

Dai ragazzi, oggi mi sento buona e vi pubblico anche questo capitolo speciale ahaha!

Spero vi piaccia!

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P.s. queste faccine non vi ricordano molto un lupacchiotto con la faccia felice? O sono l'unica talmente stramba da pensarlo? 

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Questo capitolo è da leggere in concomitanza con il capitolo 35

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Mi dichiaro o no? Vabbé, dai, proviamoci

Siamo arrivati a casa, finalmente, non ne potevo più. Sono un fascio di nervi.

Una mano si appoggia sulla mia spalla, la mano ha delle unghie laccate di rosa con dei cuoricini neri, so a chi appartiene quella mano, la mia sorellastra Nadia. 

-Non preoccuparti, andrà tutto bene- cerca di rassicurarmi. 

Lo spero tanto.

~Come mai così nervoso figlio di Ares?~

~Lo sai benissimo!~

Sono così nervoso che mi sono accorto solo ora che Austin ha suonato il campanello e la madre di Ali ci ha aperto la porta.

-Ragazzi! Che bello siete arrivati! Come state?- si allunga per guardare dietro di noi e continua a chiedere -Gli altri arriveranno, vero? Stanno arrivando?- 

Entriamo in casa, Nadia e Austin si fermano a parlare con Maria, io, dopo un cenno della mia sorellona, lascio la stanza e mi avvio dalla mortale che risiede in questa casa. 

Se non ricordo male, lei dormiva nella stanza che ci avevano dato prima di partire, così mi dirigo da quella parte. Busso, ma non sento nessun rumore, così apro la porta ed entro.

Non c'è nessuno, mi siedo sul letto e mi metto la testa tra le mani cercando di darmi il coraggio. 

~Che figlio di Ares sei se non hai nemmeno il coraggio per questo?~

~Stai zitto!~

-Hunter? Che ci fai qui?- una voce mi fa voltare

Lei è qui! In piedi, di fronte a me, appena fuori la porta del bagno, con solo un asciugamano a coprirle le nudità e un altro che le tiene i capelli bagnati avvolti come un turbante sopra la testa. 

Rimango paralizzato a fissarla. Le parole mi muoiono in gola e non riesco, nemmeno, ad aprire la bocca per provarci. 

-Allora? Puoi darmi una risposta?- chiede lei, più che altro mi incalza a parlare 

Cerco di schiarirmi la gola e mi alzo in piedi

-Prima di parlare, ti lascio il tempo per rivestirti, quando hai finito sarò fuori dalla porta- le dico uscendo dalla stanza

Non potevo rimanere lì, in quelle condizioni mi distraeva troppo, non sarei stato in grado di fermare nessun mio istinto e non va bene. Passa qualche minuto, poi lei apre la porta e io entro chiudendomi la porta alle spalle. 

Lei è seduta sul letto a gambe incrociate, indossa una maglietta a maniche corte rossa con delle scritte in bianco che non riesco a decifrare, immagino siano scritte nella sua lingua madre e dei pantaloncini corti bianchi. I capelli sciolti sulle spalle sono ancora bagnati. Mi avvio verso di lei e mi siedo dalla parte opposta del letto. 

-Allora? DI cosa volevi parlarmi?- chiede nuovamente lei 

-Di un po' di cose, a dir la verità- rispondo vago cercando il coraggio dentro di me

-E dimmele, no?- 

-Prima di tutto, Alisia..- 

-No! Non parlarmi di lei! Lei mi ha mentito!- mi blocca immediatamente, il suo sguardo è cambiato, da curioso è passato a furioso e anche il suo tono

-Lasciami spiegare, ti prego. Noi siamo tutti semidei, non potevamo dirtelo, deve rimanere un segreto, questo mondo deve rimanere nascosto. Non possiamo dirlo. Inizialmente nemmeno sua madre lo sapeva, così come non lo sanno le nostre mamme. Lo ha scoperto perchè suo padre, Zeus si è presentato qui e gli ha detto di dirle la verità. So per certo che, appena scoperto, lei avrebbe voluto dirtelo, ma non ha potuto, la nostra Direttrice è stata chiara su questo.- prendo fiato

-Lo so, ma sono, comunque, rimasta ferita da questa cosa- dice lei con uno sguardo basso

-Posso immaginare come ti senti, ma lei non voleva tutto questo. Quando quell'arpia ti ha rapita era entrata nel panico, non stava ferma un attimo. Quando siamo arrivati dove ti tenevano prigioniera, ci ha dato un'indicazione sbagliata perchè, per lei, era colpa sua e doveva rimediare lei, oltre al fatto che tu sei la sua migliore amica. Figurati! Quando siamo arrivati, tu non c'eri già più e lei non era nemmeno più lei! Sembrava un robot, dovevi vedere come combatteva contro quel titano da sola, Jessica si è presa non so quanti fulmini addosso per tenerla lontana dal mostro e lasciare, così, il tempo e lo spazio a Jason di colpirlo con le sue frecce. E, come se non bastasse, Alisia poi l'ha fatto arrosto a suon di fulmini. Poi è scoppiata a piangere per te. Quando Austin le ha detto che ti aveva salvata è scoppiata in un pianto di gioia e lo ha abbracciato fortissimo.- sorrido al ricordo della smorfia di Austin quando lei gli stava triturando le costole

Le spunta, finalmente, un sorriso sul suo bellissimo viso. 

-Non mi stai prendendo in giro, vero?- chiede titubante

-Assolutamente no! Che Zeus mi possa fulminare se ti sto mentendo!- dico solenne mettendomi una mano sul cuore

Scoppia a ridere e, per me, non c'è suono migliore al mondo, nemmeno quello della battaglia.

Quando finisce di ridere mi chiede: 

-Puoi parlarmi dei vostri genitori?- 

-Certo! Allora, da chi comincio? Bè, visto che sono qui io, inizierò da me. Mio padre è Ares, il Dio della guerra sanguinaria..- inizio ma venendo, immediatamente, interrotto

-Ecco perchè sei così cupo!- mi prende in giro

Faccio una faccia offesa, ma dentro di me sorrido come un ebete

-E gli altri?-

-Allora, Jason è figlio di Apollo, se mi interrompi non ti dirò più nulla, il Dio della medicina, del sole e molte altre cose di cui non ricordo; Nadia è la figlia di Afrodite, la dea dell'amore; Steven è figlio di Dioniso, il Dio del vino e altro; Jessica è figlia di Hermes, non chiedermi di cosa è Dio lui, lo è di troppe cose e non me le ricordo nemmeno più e, infine, Austin è figlio di Demetra, Dea dell'agricoltura- finisco di elencare i genitori dei nostri amici 

-Wow- dice solo

-Già- 

Rimaniamo un po' in silenzio, poi lei decide di romperlo

-Cosa mi volevi dire su Ali?- chiede titubante

-Oh, ecco.. Non ti piacerà sentirlo.. Ma, lei, ecco..- balbetto

~Ma che schiappa sei diventato?~

~Ma puoi stare zitto?~

I suoi occhi diventano di fuoco, la sua schiena si raddrizza, si avvicina a me, mi punta un dito contro e mi dice:

-Parla immediatamente, dimmi subito ciò che è successo alla mia migliore amica o, te lo giuro, non mi interessa di chi sei figlio, ti ridurrò in polpette e ti farò patire le pene dell'inferno- 

Ok, mi correggo, mi ordina. Non sono uno che si spaventa facilmente, in fondo come potrei? Mio padre è il Dio della guerra sanguinaria, non mi spaventa una minaccia o degli occhi pieni di rabbia, queste cose sono il mio pane quotidiano, ma, credetemi, se vi dico che lei mi ha messo una fifa blu, così le rispondo immediatamente e, anche, cercando di non balbettare come prima. 

-Ecco, lei, è stata catturata da un certo Giulio..- inizio a raccontare

-Giulio?- chiede spalancando i suoi bellissimi occhi color caramello -Quel Giulio?- 

-Immagino di sì, lei lo conosceva già e mi hanno detto che era il suo ex- 

-Oh mio Dio! Cosa vuole da lei? Perchè l'ha rapita?- chiede a raffica, ora capisco perchè sono così amiche lei e Alisia, sono due macchinette, è così complicato farle stare zitte. 

-Bè, anche lui, da quel che ho capito, è un semidio, ma non so chi sia sua madre, o suo padre e vuole i poteri della tua migliore amica, non so come ha intenzione di prenderglieli, ma vuole farlo, ha rapito tutti noi e ci aveva rinchiuso in un castello su un'isola. Ci siamo divisi, io, Nadia e Austin siamo venuti per parlare con voi e mettervi al corrente della situazione, Jason, Steven e Jessica sono rimasti lì a cercarla.- spiego

Le sue mani finisco nei suoi capelli e inizia a tirarseli leggermente, il suo viso si abbassa e le sue spalle si alzano e si abbassano a intermittenza. Un suono strozzato giunge alle mie orecchie, sta piangendo. Non posso vederla così triste, mi avvicino a lei e l'abbraccio cercando di calmarla mentre le sussurro che andrà tutto bene, che lei è forte e non le succederà nulla, che nessuno gli permetterà di farle del male. Dopo minuti, o forse ore, smette di piangere e si asciuga sulla maglia della divisa che sto indossando. 

-Oh, scusa, non volevo!- dice, dopo essersi accorta che era la mia maglietta, cercando di pulirla 

Le fermo le mani e la guardo

-Sta tranquilla, è solo una maglietta, si lava- le dico per tranquillizzarla

-Perchè proprio voi siete venuti qui? Perchè non qualcun'altro?- chiede 

-Io sono stato il primo a offrirmi, Nadia perchè voleva vederti, sei una delle sue più grandi amiche e Austin perchè è il primo ad aver fatto una promessa a Maria e diceva che doveva essere lui a darle la notizia- spiego mesto, mi sa che avrebbe preferito qualcun'altro la mio posto

-Perchè allora, ora, ci sei tu qui e non lei?- chiede guardandomi con quei suoi bellissimi occhioni pieni di tristezza per ciò che è successo alla sua migliore amica

~Non ti vuole, alzati e vattene~

~Glielo devo dire~

~No~

~Sì!~

-Perchè ero preoccupato per te- le dico semplicemente

Spalanca ancora i suoi occhioni e mi guarda sorpresa

-Tu preoccupato per me?- chiede

In effetti non ho mai fatto attenzione a lei, l'ho sempre tenuta a distanza, a mia discolpa posso dire che l'ho fatto perchè non volevo farmi prendere ancora più di quello che ero. 

-Sì- dico abbassando lo sguardo, ho capito che lei non mi vuole qui, così mi alzo dal letto e mi dirigo verso la porta

-Dove vai ora?- mi chiede mogia

-Vado a chiamarti Nadia, ti sarà, sicuramente, di migliore compagnia rispetto a me- rispondo atono 

-Chi lo dice?- continua lei

Mi volto verso di lei 

-Le tue parole, i tuoi sguardi, le tue domande sul perchè ci sia qui io rispetto a qualcun'altro, sono innamorato, ma non scemo Chiara- dico secco

~Non l'hai detto, vero?~

~...~

~Vero?~

Lei sta lì, a fissarmi, senza dire nulla. Io sono stufo di questa situazione, mi volto e vado alla porta. Poggio una mano sulla maniglia, ma una mano piccolina si appoggia sul mio braccio.

Non mi volto, rimango a volto basso che guardo la mia mano sulla maniglia.

-Tu sei innamorato di me?- 

~Ormai hai fatto trenta, facciamo trentuno~

-Sì, dalla prima volta che ti ho vista- rispondo senza cambiare posa

-E perchè sei sempre stato così distante da me?-

-Perchè tu eri una semplice umana, io il figlio del Dio della guerra, perchè il mio cuore avrebbe dovuto battere per te?- 

-Perchè anche il mio cuore ha iniziato a battere per te appena ho intravisto il tuo ciuffo di capelli rosso-castano da lontano e ancora non sapevo chi fossi- 

~Sbaglio o ha detto che è innamorata di te?~

 Lentamente mi giro e la guardo negli occhi con uno sguardo perplesso, al momento, sono perplessità allo stato puro. Sono la perplessità fatta a persona, letteralmente.

-Sì, Hunter Hale, mi sono innamorata di te- conferma ciò che le mie orecchie avevano recepito, ma che il cervello non riusciva a capire

La guardo con uno sguardo pieno di gioia, ma non mi muovo, nessuno dei due si muove. 

-E che fai? Non mi baci? Solitamente in queste occasioni..- non la lascio finire.

Le mie labbra toccano le sue, in un bacio atteso, voluto. Un bacio che sa di amore, un bacio che sa di felicità. 

La nostra felicità.






A/N:

Ecco qui il nuovo capitolo speciale! So che tutti voi volevate capire perchè, ultimamente, Hunter era così, anche se immagino che qualcuno di voi ci fosse già arrivato. Ecco la spiegazione. 

Lo avreste mai immaginato? Vi piace questa coppia? 

Lo so che avete ancora molti dubbi sulla parentela di Hunter e Nadia, ma vi prometto che cercherò di spiegarvela il prima possibile, molto probabilmente in un altro capitolo speciale al posto che nella storia. 

Fatemi sapere cosa ne pensate

Bacioni fulminosi cari miei!

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