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Capitolo 7: Revelation

Pov Jason

Rileggo la lettera e sono soddisfatto di ciò che ho scritto, o almeno, mi convinco di esserlo. So cosa le dirò quando alzerà lo sguardo, voglio dirglielo di persona, non su un pezzo di carta o uno stupido messaggino. 

Piego la lettera, prendo la busta e la compilo, infine ci metto dentro la lettera chiudendo la busta stessa. 

Esco di casa, chiavi dell'auto in mano e poi attaccate al loro posto e mi avvio. Arrivo a destinazione, ma, ancora in macchina, prendo un grosso respiro per farmi coraggio e vado a bussare alla porta. 

Aspetto e i secondi paiono ore, le mani continuano a torturarsi non riuscendo a rimanere ferme e le gambe paiono fatte di burro talmente sono molli e rischiano di non riuscire più a tenermi in piedi. 

Finalmente, la porta si apre. 

-Ehi Jas!- Hunter. 

-Ciao Hunt! La mia ragazza?- chiedo per non doverla cercare per tutta casa mettendo già un piede oltre la soglia. 

-Non c'è. Ha detto che sarebbe andata a studiare in biblioteca- mi risponde, anticipando la mia prossima domanda. 

-Ok, grazie.- dico tornando indietro. 

Poi ci ripenso e gli dico, praticamente dalla macchina:

-Divertiti con la tua ragazza!- 

Metto, nuovamente, in moto e vado al campus. Una volta arrivato lì so già dove dirigermi, la biblioteca. Ormai conosco la mia topolina. 

Entro in quell'enorme edificio e, quasi senza accorgermene, chiudo gli occhi e ispiro il profumo di tutti quei libri. 

Per tutti gli Dei! Quanto mi è entrata dentro ormai!

La cerco per poco, poiché la sua risata angelica ha preceduto la visione del calore che trasmettono i suoi capelli rossi. Ma.. Un attimo.. Perchè sta ridendo se doveva studiare? 

Mi avvicino e noto che, oltre a lei, c'è un ragazzo che, per di più, le sta molto, per non dire troppo, vicino! Non stacco gli occhi di dosso da quel ragazzo dai capelli color biondo rame e, lui deve aver avvertito il mio sguardo bollente su di sé, visto che alza gli occhi scontrandosi con il mio sguardo duro. Senza abbassare il suo sguardo, dice qualcosa, che non riesco a sentire, alla mia ragazza che, sorpresa, si volta verso di me con un'espressione di puro stupore dipinta sul suo bellissimo viso. 

Si volta, di nuovo, nella direzione di quello lì, poi si alza e, infine, viene da me. 

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Pov Alisia

Aiden è un ragazzo molto simpatico e comico, ero qui per aiutarlo con lettere antiche, ma abbiamo finito per ridere come due idioti per tutto il tempo!

A un certo punto, lui stacca lo sguardo dal mio e guarda un punto dietro di me. Sono curiosa, ma la curiosità viene saziata immediatamente, senza ricambiare il mio sguardo mi dice:

-Penso che il tuo ragazzo sia qui- 

Un'espressione confusa si fa largo sul mio viso. Troppo confusa per poter proferire parola, volto lo sguardo. Effettivamente, dietro di me, che guarda male il ragazzo di fronte a me, c'è proprio Jj, il mio ragazzo. Ma cosa ci fa qui?

Mi rivolto verso il mio compagno di studi e gli dico di aspettarmi un attimo, poi mi alzo e mi dirigo verso il mio ragazzo.

Una volta arrivatogli di fronte, gli chiedo:

-Che cosa ci fai tu qui?-

-Sono passato da casa tua e Hunter mi ha detto che ti avrei trovata qui.- spiega guardandomi in faccia. 

-Perchè sei passato da casa mia?- chiedo sempre più confusa.

-Volevo parlarti- 

Ok! Niente panico! Niente panico! Niente...

Ok! Panico!

~Perchè deve parlarci? Cosa ci deve dire? Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato? Che... Aspetta! Ma noi non eravamo arrabbiate con lui?~

~Oh, è vero! Ma come possiamo rimanere arrabbiate con un vicino così? E poi, ora non abbiamo il tempo per essere arrabbiate! Ci deve parlare!~

~Vero! Ricomincia il panico!~

-Oh, certo. Cosa volevi dirmi?- chiedo preoccupata. 

-Ehm... Possiamo parlarne in un posto più appartato?- chiede.

Altro panico! Che cosa non può dirmi qui? Oh, Accidenti al Picchio! Perchè deve dirmi queste cose facendomi entrare nel panico più assoluto?

-Uhm.. Sì, aspettami un attimo.- dico dirigendomi, nuovamente verso Aiden.

-Ei, ti stava dando fastidio? Se lo stava facendo dimmelo che lo prendo a calci in...- mi dice infervorato. 

Lo blocco prima che possa dire la fine della frase, facendomi scappare un mezzo sorriso. 

-Non preoccupare Aid. Senti, non è che possiamo fare un'altra volta? Anche perchè si sta facendo tardi e devo tornare a casa- butto lì.

-Oh, sì! Certo! Non mi ero accorto del tempo che è passato!- dice raccogliendo le sue cose.

-Grazie, ci sentiamo allora!- lo saluto dopo aver preso le mie cose.

Raggiunto il mio ragazzo, mi prende per mano e mi conduce davanti alla sua macchina. 

Sto raggiungendo picchi di panico e ansia che non si sono mai visti nemmeno in tutto il mondo, cazzarola!

-Allora? Cos'è che non potevi dirmi lì?- chiedo al limite della sopportazione (della preoccupazione e ansia, non di lui)

-Prima devo darti una cosa- dice infilando una mano nella macchina. 

La mano esce dalla macchina, ma, insieme a essa, esce, anche, un foglio bianco, cioè, non proprio bianco perchè ci sono delle scritte nere. 

Me lo porge. Quasi glielo strappo di mano e inizio subito a esaminarlo. In un attimo, mi accorgo che non è un foglio, bensì una busta. Una busta chiusa. Alzo lo sguardo su di lui, la perplessità fa capolino dalla mia espressione.

-Aprila.- 

Una parola, una sola parola. Una parola detta con gentilezza e imbarazzo. Una parola che ascolto immediatamente aprendo la busta. 

Dentro ci trovo un foglio piegato, completamente coperto da linee nere. Confusa, curiosa e preoccupata, tiro fuori il foglio e lo apro. 

Davanti a me, compare una lettera. Una lettera scritta dal mio ragazzo. Una lettera che inizio a leggere con voracità. 

Ho mangiato le scritte con estrema voracità e non ho capito un granché, sinceramente. Così mi appresto a rileggerla.

Per capire, realmente, il significato e alzare il volto e lo sguardo, ho divorato quella lettera, penso, una decina di volte.

Tra il mio stato d'animo, il mix di emozioni e sensazioni che si agitavano dentro di me, la poca chiarezza delle frasi che componevano quella lettera, non è stato facile comprenderne il significato. 

Ma, finalmente, ce l'ho fatta e posso fare ciò che mi chiedeva alla fine della lettera.

Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi.

Un secondo.

Due secondi.

Tre secondi.

Secondi che scorrono inesorabili, senza che succeda nulla. Secondi che paiono ere geologiche intere. 

Secondi che non fanno altro che peggiorare la mia agitazione.

Secondi che...

-Ti amo.-






A/N:

Ta-Dannnnn!

Che ne pensate?

Voi sareste rimaste arrabbiate davanti a Jason? Come pensate che reagirà la nostra rossa preferita? 

Vi aspettavate quella dichiarazione? Io penso di sì!

Belle fanciulle che leggete, ditemi che non avete mai fatto tutti quei pensieri contorti quando la vostra dolce metà vi diceva le fatidiche parole "Dobbiamo parlare"?

Ahahah!

Fatemi sapere le vostre impressioni e, se ne avete, le critiche costruttive che vi sentite di darmi.

Bacioni fulminosi a tutti! <3

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