Capitolo 23: Jason - In the End
E come al solito devo scusarmi con voi per l'immenso ritardo accumulato su questa storia, ma sono quasi arrivata alla fine del libro e le idee per andare avanti cominciano a scarsaggiare. In realtà sono sempre presenti, ma non mi convincono mai.
Qualche giorno fa mi sentivo ispirata, come potete vedere sul fatto che avevo aggiornato praticamente tutte le mie storie, così mi ero decisa e mi ero messa a scrivere su questa storia.
Era tanto che non la prendevo in mano, per colpa di impegni vari, ma sopratutto perché ci stiamo avvicinando alla fine e al contrario del primo libro (nel quale avevo una fine ben precisa nella testa e tutti i tasselli andavano verso la fine predisposta), qui non ho una fine in testa, ma più di una e tutte tue le idee non mi convincono mai, mi sembrano sempre tutte banali e che non siano abbastanza per questo libro.
Quel giorno ho deciso di spegnere il cervello e lasciare che le mani scrivessero loro quel che era meglio, ho sempre scritto così i miei libri e non so perché ho voluto pensarci così tanto questa volta.
In poco tempo avevo quasi tutto il capitolo pronto e non so se ne sono completamente convinta o qualcosa vorrei cambiarlo (anche tutto il capitolo), ma ho deciso di postarvelo lo stesso per non farvi aspettare troppo.
Mi scuso ancora per l'attesa.
(No, tranquilli: non vi romperò anche alla fine con note autrici, ma sappiate che se volete condividere con me la vostra opinione, mi fate solo contenta)
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Dal capitolo precedente:
-Hai finalmente deciso di batterti con me?- chiedo esasperata
-A una condizione- sorride lui -se vinco io smetterai di volermi distruggere e passerai il resto dei tuoi giorni con me-
-Accetto-
Quella pazza della mia ragazza ha accettato di combattere a quelle condizioni!
Quella pazza ella mia ragazza ha dentro di sé così tanti poteri che sarebbe persino più forte di tutti gli Dei!
Quella pazza della mia ragazza adesso non è più la mia ragazza: è una macchina da guerra che io non riesco a riconoscere.
-Che cosa possiamo fare?-
Siamo tutti terrorizzati e sotto shock visti gli ultimi svolgimenti: ora capiamo realmente la sparizione di Alisia per tutto quel tempo.
Nessuno riesce a rispondere alla domanda di Chiara, la quale si è appena ripresa e si è persa molto dello "spettacolo".
Ho gli occhi incollati alla figura slanciata della mia ragazza, la quale non riesco a riconoscere più. Ora non è più lei.
Quando ha parlato con Giulio, mi ha spezzato il cuore, anche se una piccola consolazione l'ho avuta: continua a riconoscerlo come minaccia per sé e per tutti.
Le sue saette che lancia a una velocità impressionante, l'acqua che comanda alla perfezione, l'aria che usa per spostarsi e schivare tutti gli attacchi del suo avversario me la rendono familiare come un tempo ai miei occhi, ma tutto quel fumo azzurro, quella ferocia con cui si scaglia in ogni attacco, il potere del sole che ho sempre usato solo io, la velocità sempre associata a Jessica e tutti gli altri poteri datole dagli Dei la rendono un'estranea a tutti quanti.
La mia ragazza è diventata un'arma: ora degli Dei, ma se Giulio riuscisse a batterla diventerebbe la sua e il mondo sarebbe veramente spacciato.
-La guardi come se avessi paura che potrebbe perdere- il mio migliore amico mi poggia una mano sulla spalla, ma entrambi non stacchiamo gli occhi dalla mia ragazza: da lei dipendono le nostre vite e quelle del mondo intero.
I miei occhi non vogliono sapere di staccarsi da lei: è così bella, anche da arma, è così lei e allo stesso tempo così un'estranea che il mio cuore e il mio cervello non riescono a capire cosa potremmo portare avanti io e lei se non torna più quella di prima.
-Tutto è possibile, ricordi il suo primo allenamento? Non l'avrebbe portato a termine senza di noi e non sarebbe quella che è ora, cioè che sarebbe ora se non fosse un'arma senza di noi. Siamo una squadra, una famiglia e quando un pezzo si stacca, nulla funziona più come prima. Ho paura che senza di noi non reggerà a lungo. Troppi poteri nelle sue mani, troppe le energie già usate, mentre Giulio è stato da parte per tutto questo tempo-
Steven non risponde, si limita a starmi accanto in silenzio senza staccare la mano dalla mia spalla, come se fosse un modo per consolarmi.
-Non penso che le tue paure possano avversarsi: sembra che la tua ragazza si ricarichi dopo ogni singolo attacco- mi fa notare, indicare la persona che occupa tutti i miei pensieri.
Effettivamente nonostante tutte le forze e i poteri usati non sembra per stanca minimamente, non una goccia di sudore sul volto: sembra che abbia appena cominciato a lottare.
-Non ne hai ancora avuto abbastanza Giulio? Ormai sei stanco morto e sei ridotto male, la vittoria è nelle mie mani!- Alisia si distrae per vantarsi e guardare come ha ridotto questo posto, ma tutto questo le è fatale.
Giulio, nonostante sia ridotto quasi peggio di come ne era uscito al nostro incontro ad armi pari, riesce a colpirla con un pugno.
Alisia barcolla sull'aria che comanda e si tiene il punto colpito, ma non fa in tempo a riprendersi che lui riprende a colpirla a suon di calci e pugni.
Il controllo dell'aria comincia ad allentarsi e comincia a cadere in picchiata al suolo,
l'acqua che prima era concentrata agli attacchi contro il nemico, ora riprende a seguire la forza di gravità, cadendo al suolo, schizzando da ogni parte e salendo di livello, facendo scappare tutti che cercano di salvarsi dall'annegamento.
Tutti sono scappati, tranne me.
Io non riesco a muovermi.
Le mie paure si sono avverate, anche se non per quel che credevo io.
Ho capito che lei non ha bisogno di noi però, non ha bisogno di me per vivere ed essere speciale, ma siamo solo noi ad aver bisogno di lei, sono io ad aver bisogno di lei per vivere ed essere quello che sono al meglio.
-Allora tesoro, ti arrendi o devo continuare?- Giulio le ghigna in faccia, mentre continua a colpirla fino a farla sanguinare.
Questo non può essere amore, quel che prova lui non può essere amore: l'amore non è ridurre in fin di vita l'altro per poterlo usare come arma, non è usare tutti i mezzi a nostra disposizione per ferire l'altra persona per dimostrare di aver ragione.
Questo non è amore. Giulio non la ama. La vuole e basta.
Senza rendermene conto mi ritrovo a un passo dal punto in cui Alisia cadrà tra poco tempo, con tutte le caviglie inzuppate e le gambe che entrano sempre di più nell'acqua. Sta salendo veramente velocemente, ma io non scappo.
Gli occhi fissi su di loro, il cuore ancora in tumulto ma pronto a dare tutto per la persona che ama, anche se fatica a riconoscerla del tutto.
Chiamo il mio rivale che ferma gli attacchi contro la ragazza.
Il suo sguardo è divertito, il suo sorriso maligno: vuole farmela pagare per avergli portato l'oggetto dei suoi desideri, per come lo ridussi nel nostro incontro, come se ancora non mi avesse torturato abbastanza.
Ma io sono più forte di lui. Io ho qualcosa da perdere che non voglio assolutamente perdere.
-Sei pronto a vedere la tua ragazza cadere? Sei pronto a vedere il tuo mondo andare in pezzi? Sei pronto a vedere morire tuo padre?-
No, non sono pronto.
Non sarà mai pronto a tutto questo.
Preferisco morire che permettere che tutto questo accada.
Sentiamo una voce spezzata, familiare che pronuncia due parole che non avrei voluto sentire: Alisia si è arresa, ha vinto Giulio.
Un urlo esce da me, senza che io me ne renda conto.
È tutto finito ormai.
Giulio ferma la sua planata al suolo, tenendo salda per il collo anche la mia ragazza.
-Ho sentito bene tesoro? Mi lasci la vittoria? Diventi mia per il resto dei tuoi giorni?-
Lei non riesce a parlare, le tiene troppo stretto il collo, ma annuisce.
Nessuna lacrime sul suo volto, solo sangue, niente sorriso, solo una smorfia di disappunto.
Ha perso.
Alisia si è arresa.
Per la prima volta in vita sua.
Lui le lascia il collo con un sorriso vittorioso sul volto.
Io lascio che le mie ginocchia perdano il sostegno che mi davano, cadendo al suolo e l'acqua adesso mi arriva un po' più sopra del bacino.
Giulio sta blaterando qualcosa sulla sua vittoria, ma io non lo sto a sentire: ho le mani tra i capelli che mi sto disperando sulla fine di tutto.
-Distruggi questo posto-
Le ultime parole che sento, prima di vedere pezzi di edificio cadere.
Poi...
Il buio.
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