Capitolo 21: Beauty and the Beast
Dal capitolo precedente:
-Non è vero-
Mi blocco.
-Manco ancora io, mia cara tutor-
Mi volto.
Adrian.
Oh per tutti gli organi sessuali di tutte le balenottere azzurre di questo mondo!
-Vuoi davvero combattere con me anche tu?- chiedo, sperando di non dovermi battere con lui
-Perchè non dovrei? Ormai ho visto come combatti, posso batterti benissimo- risponde lui con un sorriso sornione sul volto.
Non posso perdere, ma devo anche salvarlo. Come posso fare?
-Cosa stiamo aspettando? Che mi vengano le ragnatele agli occhi?- mi beffeggia.
Ora è troppo però!
-Avanti! Fatti sotto!- grido.
Non se lo fa ripetere due volte: in un attimo, me lo ritrovo davanti, con una spada di nebbia nera pronta ad attaccarmi.
All'ultimo secondo, scarto di lato, impedendo di farmi raggiungere dal suo colpo.
Lui continua ad attaccarmi e io continuo a spostarmi, senza attaccare.
-E così la grande Alisia, la figlia di Zeus e la nipote di Poseidone sa solo scappare?- mi chiede, appoggiando la punta della sua spada a terra e poggiando il mento sull'elsa.
So che lo sta facendo appositamente per farmi arrabbiare e farmi combattere per davvero, ma non riesco a fare altro che iniziare a innervosirmi per davvero, anche se riesco ancora a trattenermi e pensare lucidamente.
-E il figlio di Ecate vuole essere sconfitto a tutti i costi il più velocemente possibile?- ribatto, mettendomi nella sua stessa posa.
Al contrario mio, lui coglie in pieno la provocazione, continuando ad attaccarmi. Ricominciamo a danzare: lui attacca, io schivo.
-Basta! Non ce la faccio più!- grida.
Il suo grido sprigiona una cortina di fumo nero che mi copre la visuale, permettendogli di attaccarmi, senza che io riesca a difendermi.
Non so quale fosse il suo obiettivo, fatto sta che il colpo che mette a segno mi priva della spada.
Il fumo si dirada e il suo sguardo deluso è palese a tutti.
Si riprende in fretta e, con i suoi poteri, sposta la mia spada molto lontano da me.
In fretta, torna ad attaccarmi, sperando che io sia disorientata e che mi lasci colpire più velocemente.
Vuole combattere senza spada sto che mi ha privato della mia?
Bene, sarà accontentato.
Lo vedo lanciarsi, per l'ennesima volta, contro di me.
Questa volta, però, non mi sposto, né voglio schivare il suo attacco: faccio il suo gioco.
Lo aspetto, a braccia aperte, come se aspettassi di essere colpita.
Il suo ghigno di vittoria la dice lunga sul fatto che lui abbia abboccato all'amo.
Quando la sua spada sta per colpire il mio corpo, lascio scaturire dalle mie mani una barriera di fulmini che bloccano il colpo e disintegrano la sua spada magica.
Lo vedo, è molto arrabbiato e io mi sto trattenendo per la parola data a sua madre.
-Ora mi hai fatto veramente arrabbiare, Alisia!-
Il suo oscuro potere si irradia dal suo corpo, puntando me.
Non pensarci neanche! La tua nebbia scura non mi toccherà!
Come la prima volta, la nebbia mi lascia illesa, nonostante sia entrata dentro di me, ma questa volta so perché io la vinco.
E la mia irritazione cresce sempre di più, trasformandosi in rabbia.
Devo riuscire a contenermi, non posso scoppiare.
Non posso diventare un mostro.
-Credevi che la tua magia mi avrebbe fatto qualcosa? Hai già sbagliato, pensando questo, quante altre volte devi farlo?- chiedo sbeffeggiandolo.
-C-Come fai a non subire gli effetti della mia magia?- balbetta incredulo.
Sapessi caro, sapessi.
-Non sono affari che ti riguardano questi-
La risposta è ovvia, cioè "Come non sono affari che mi riguardano? Si tratta della mia magia che viene neutralizzata! Non della tua!"
Preferisco lasciar correre, non voglio svelare il mio segreto ora.
-Attaccami se hai il coraggio!- lo esorto.
Voglio finirla il prima possibile.
La nebbia torna, ma non viene verso di me, bensì verso i corpi esausti dei seguaci di Giulio.
Oh, no!
Ci risiamo!
Devo combattere ancora!
Non voglio uccidere quei poveretti, quindi uso i terremoti per distruggere parte dell'arena e impedendo loro di raggiungermi.
-La smetti di evitarti i combattimenti, inutile semidea?-
Questo non lo sopporto più.
-Se solo non avessi dato la parola a tua Madre, ti avrei già disintegrato!-
La sua faccia sbalordita mi fa capire di aver detto qualcosa che non avrei dovuto dire.
Ops!
~Non riesci proprio a tenere la tua boccaccia chiusa, eh?~
Un coro di "Che cos'hai detto" si alza da tutta l'Arena e io non so più dove guardare per evitare facce sbalordite.
I miei amici mi raggiungono, nonostante le difficoltà causate dalle macerie che io ho creato, Giulio sbraita qualcosa che non m'interessa capire e Adrian è fermo immobile, con i pugni serrati e lo sguardo puntato a terra.
-Alisia, che cos'hai detto prima?- mi chiede Austin.
-Se dico che era uno scherzo qualcuno mi crede?- chiedo titubante, non credendo nemmeno io nella cavolata che ho sparato.
-Dico davvero, che cos'hai detto?- le facce serie di tutti mi fanno crollare le difese.
-Ho parlato con la madre di Adrian-
-Ma sua madre è una Dea!- replica isterica Nadia.
-Lo so,- dico abbassando il volto
-Ho incontrato tutti gli Dei- concludo in un soffio.
-Perchè?- sento chiedermi.
A questo non rispondo.
Non posso rispondervi ragazzi.
Non posso dirvi che li ho incontrati per diventare un mostro.
Non posso dirvi quello che sono diventata.
-Tu! Lurida bugiarda!-
Alzo il volto: Adrian mi sta additando, tetro in volto.
-Vorresti dirmi che mia madre, la Dea Ecate, dopo una vita passata a snobbarmi e non ascoltando le mie preghiere di conoscerla, abbia parlato con te e supplicato di risparmiarmi?-
Una risata scuote il suo corpo.
Rimango impettita, non sapendo cosa fare.
Dopo ciò che pare un'eternità, la sua risata si concude e, perdendo ogni segno d'ilarità annuncia:
-Avresti dovuto inventare una balla migliore! Ora hai decretato la fine dei tuoi cari amici!-
Eh, no!
Questo no!
La sua magia vuole raggiungerci, oscurando il luogo che attraversa.
-Mettetevi tutti dietro di me!- grido disperata.
Voglio salvarli.
-Mi spiace deluderti, ma non sarà certo il tuo microscopico corpo a fare loro da scudo contro i miei poteri.-
La nebbia prende a non seguire un unico percorso, ma si dirama, oscurando molto più terreno e impedendomi di proteggerli.
Non mi arrendo così facilmente, però.
Io ho qualcosa che tutti loro non hanno.
Io SONO qualcosa che tutti loro non sono.
Sento delle braccia circondarmi in un abbraccio e un profumo famigliare che non sentivo da troppo tempo mi solletica le narici.
Jason.
-Perdonami- sussurro, certa lui posssa sentirmi.
-Ti ho già perdonato per essere sparita a lungo, non ricordi?-
Ignoro le sue parole e continuo:
-Perdonami per quello che sto per fare-
Chiudo gli occhi.
Non sono pronta, ma devo farlo.
Lascio che la magia donatami da Ecate mi scorra in corpo e fuorisca, creando una bolla di protezione.
Sento delle braccia lasciarmi.
Il freddo mi circonda.
L'Oscurità vince le mie resistenze.
Apro gli occhi.
Sono pronta al vero combattimento.
A/N:
Finalmente sono tornata!
Chi aspettava il mio ritorno?
*Balle di fieno che rotolano nel deserto e i cactus che si voltano dall'altra parte alla mia vista*
Oook!
Forse non vi sono mancata, ma i miei adorati personaggi?
Fatemelo sapere, se vi va!
Non so bene cosa pensare di questo capitolo, nonostante sia più che necessario per arrivare alla fine della storia, la quale si sta avvicinando sempre di più!
Chi indovina che cosa succederà nel finale (se indovinerete vi risponderò in privato) vince un premio!
Che cosa vi regalerò?
Uhmm..
Un sacchetto pieno di pizza va bene? :)
Se volete, fatevi sentire, io sono qui :)
A presto!
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