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Capitolo 11: Senza riserva

Dopo un tragitto silenzioso, pieno di tensione e preparazione all'attacco, arriviamo al parco, al quartier generale.

Entriamo nel parco e nella casa, sono già tutti lì, seduti, chi sui divani, chi sulle sedie, chi per terra e chi in braccio al proprio partner. Sento Nadia accoglierci con un "Finalmente siete arrivati", ma non rispondo e mi vado a sedere per terra in un posto libero, ma, un attimo dopo, mi ritrovo seduta sulle gambe del mio uomo, ed effettivamente, sono molto più comoda e calma qui, quindi non mi muovo.

-Allora? Iniziamo a organizzarci?- chiedo.

Tutti mi guardano sorpresi, ad alcuni di loro devo ricordare molto la me dopo che credevo di aver perso per sempre la mia migliore amica, nella lotta contro il titano, ma me ne frego, non c'è tempo per questi sentimentalismi, siamo in guerra e bisogna comportarsi in modo adeguato.

Sposto gli occhi su chiunque mi stia guardando, reggendo lo sguardo di tutti, i miei occhi non dicono nulla oltre a determinazione, voglia di vincere e voglia di combattere. Tutti abbassano lo sguardo e capiscono che ho ragione.

Iniziamo a prepararci la strategia. Vogliono creare due squadre, una che rimane qui e una che va in Texas a smantellare ciò che sta creando lì, stanno sbagliando, sono sicura che sia una trappola per dividerci e indebolirci. Apro la bocca per ribattere, ma mi congelo, momentaneamente, quando sento una voce famigliare, dietro la mia testa dire

-Fate quello che volete, ma Giulio è mio-

Mi alzo di scatto, mi volto verso il mio ragazzo con occhi di fuoco.

-Non ci provare, sono io che devo distruggerlo, hai capito?- gli intimo.

Se ne frega di ciò che dico e si rivolge agli altri con un "Avete capito quello che ho detto?" che mi fa imbestialire ancora di più.

La mia testa corre frenetica, sto pensando, Giulio DEVE essere mio, deve pagarmi per tutto ciò che mi ha fatto.
Il video! Ma certo! A casa ho la chiavetta, devo tornarci subito.

Senza dire niente, esco e volo a casa. Fortuna vuole che ho imparato a volare in alto, così che posso utilizzare il mio potere, anche, di giorno senza farmi scoprire.

Arrivo a casa e cerco la chiavetta. Finalmente la trovo e accendo il computer.

È proprio vero che quando sei di corsa le cose vanno a rilento.

Ma porco motore! Muoviti!

Ok, finalmente riesco a far partire il video.

Senza ascoltare fisso lui e lo sfondo per capire qualcosa sul posto in cui si trova e penso di averlo trovato. Ma voglio sentire di persona ciò che ha registrato per me, non posso sapere ciò che dice solo da qualcun altro.

Ascolto il video, l'inizio è quello che mi aveva detto Jason, ma, alla fine, compare una scritta e ci clicco sopra, seguendo il mio sesto senso.

Ciò che vedo mi fa accapponare la pelle.

Non posso crederci!

Giulio si è aperto un braccio e ha fatto scendere molto del suo sangue, poi si è richiuso e si è fatto una trasfusione con il sangue proveniente da una boccetta, la riconosco! È una di quelle che aveva usato per prendermi il sangue!
O porco sangue emofobico!

Stoppo il video, corro in bagno a vomitare e mi prendo un attimo per riprendermi da quella visione. Poi torno davanti al computer e finisco il filmato dentro il filmato.

Quel pazzo è riuscito a salvare la provetta e cerca di ottenere i miei poteri!

-Oh. amore mio, ora saremo uguali e mi amerai di nuovo!- sento dire da quel maniaco.

Il sangue gli entra in circolo, lo vedo contorcersi, tremare, stramazzare al suolo. Non si rialza più e nemmeno un suo scagnozzo gli va in soccorso. Che sta succedendo?
È morto? Siamo "salvi"?

Ho fatto in tempo a finire questi pensieri gioiosi che lui, pian piano, si rialza.

Sgranchisce tutti gli arti e, poi, torna a guardare me.

-Facciamo una piccola prova, ti va tesoro mio?- mi chiede in maniera retorica.

So che non mi può vedere, ma annuisco, voglio vedere se il suo folle, ma geniale piano, può funzionare.

Lui e la telecamera, che ora sta tenendo in mano, si spostano e arrivano fuori. Non riconosco il luogo da fuori, per fortuna l'ho fatto quando era, ancora, all'interno.
Ora sono sicura, si trova nel castello, è qui a New York!

Appena trova un posto che gli aggrada, poggia la telecamera a terra e si prepara.
Apre le braccia e le mani, si concentra moltissimo, ma non succede niente.

Continuo a guardare, in attesa, con la speranza che diventa sempre maggiore, ma, quando penso che si arrenda e che il suo piano sia andato in fumo, ecco che una piccola folgore, gli precipita in mano e lui la stringe. La guarda compiaciuto e la lancia nel fiume.

Si inginocchia e prende la telecamera in mano, fissa i suoi occhi nei miei, un sorriso vittorioso che gli increspa i lineamenti.

Per un bel pezzo nessuno dice niente, stiamo solamente lì, occhi negli occhi, metaforicamente, poiché lui è davanti a una cinepresa e io dietro a un computer in due momenti diversi, in silenzio. Io assimilo tutto ciò che ho visto e sentito, lui vuole farmi sentire tutta la sua vittoria e farmi sentire di aver perso.

Peccato per lui che io stia mettendo a punto un piano dentro la mia testa, un piano perfetto, pericoloso, forse, ma dovrebbe essere molto efficace, un piano folle. Più folle di lui.

Ho bisogno di andare sull'Olimpo, devo trovare un modo per richiamare mio padre, farlo venire qui e farmi accompagnare a casa sua.

Una voce mi distrae dai miei pensieri bellici, è Giulio.

-Questa volta nessuno mi fermerà! Batterò te e i tuoi amici, ti avrò al mio fianco, per sempre e conquisterò l'Olimpo! Io e te governeremo incontrastati sul mondo!- esulta con una luce pazza negli occhi.

Devo dire che se non fossi riuscita a tenere sotto controllo la macchina da guerra che sono, questa proposta mi sarebbe sembrata molto, ma molto sensata e avrei accettato senza pensarci due volte, ma sono, comunque, me stessa.

Il video si spegne, io spengo il computer, mi metto al centro del balcone e grido con quanto fiato ho in gola, fregandomene se qualcuno potrebbe sentirmi:

-Padre, ho bisogno di te!-

Un secondo dopo, una mano si poggia sulla mia spalla, mi volto e mio padre è proprio qui, di fronte a me.

-Aggrappati forte, bambina mia, ti porto dove hai bisogno di andare- mi dice con un sorriso malinconico.

Sento una forte sensazione allo stomaco, come se parte di me stesse rimanendo su quel balcone e un'altra parte stesse andando con mio padre.

Apro gli occhi e mi ritrovo circondata dai troni degli Dei e tutti i possessori seduti ai loro posti.

Accenno un inchino e un saluto cerimonioso per tutti e, una volta ricevuto il permesso di parlare, espongo le mie idee per salvare tutti noi.

Espongo il mio folle piano.

Mi espongo a loro.

Metto a nudo la mia testa a loro, senza riserva.

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