Revisionato

È bello essere in una nuova città e andare a visitarla da cima a fondo.
Meno bello è lasciare per sempre la tua casa e la tua vita per un semplice capriccio di qualcuno che è più forte di te.
È questo quello che penso passeggiando per queste vie che di familiare non hanno niente per me.

"Hi, baby."
Questa voce mi fa alzare gli occhi e noto di essere in una piccola via quasi desertica.
Ho sicuramente sbagliato strada: cercavo una libreria.
Mi volto e faccio per uscire da questa via che mi lascia cattive sensazioni addosso.
"Please, stay with us."
Mi volto e noto tre uomini dalla stazza imponente venirmi incontro.
"Scusate, ma ho altri impegni." rispondo loro, sfoggiando il mio inglese perfetto.
Non si lasciano scalfire dalle mie parole e continuano a venirmi incontro. I loro sguardi e i loro sorrisi mi fanno venire i brividi.
Non aspetto altro e comincio a mettere più chilometri tra me e loro.

La mia meta è la salvezza, ma quel che ottengo è solo un vicolo cieco nel quale ora sono in trappola.
Dietro di me loro ci sono ancora, mi hanno seguita e ora sanno di avermi in pugno.
Quel che vedo sui loro volti non mi lascia presagire niente di nuovo e mi ritrovo a tremare dalla punta dei miei corti capelli rossi alle dita dei piedi. 
Sono spacciata.

"Why are you run away from us, little girl?"
Nella mia testa ricorrono gli esercizi fatti al corso di autodifesa, ma vedo quei tre davanti a me e capisco subito che non serviranno a niente, sono troppo grossi rispetto a me.
Chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondi: non so se cerco di calmarmi o perché penso che non vedendo quello che mi faranno il dolore sarà inesistente.
Mi pizzico un braccio, sperando che quando riaprirò gli occhi tutto questo non sarà vero e io sarò ancora a casa mia a vivere la mia vecchia e normale vita.
Quando li riapro, davanti a me non ci sono più i tre omoni che mi hanno inseguita e per un secondo mi illudo che fosse davvero tutto un sogno. 
Eppure, noto che questa non è Milano, sono davvero a New York.
Ma allora quei tre dove sono?

Guardo meglio e li vedo a terra, privi di sensi e la parte buona di me spera che siano ancora vivi e vegeti.
"Are you okay?"
Un ragazzo che avrà pressappoco la mia età mi guarda preoccupato.
Per un momento cerco di fare un passo indietro, spaventata anche da lui.
Mi fermo e capisco che lui vuole accertarsi che io stia bene e non approfittarsi di me grazie al muro contro il quale cozzo.
"Sì, penso di stare bene. Grazie."
Replico cercando di rilassare i miei muscoli tesi.
"Sono contento che tu stia bene. Anche se devo ammettere che non è stato facile far perdere conoscenza a questi tre energumeni."
Cerca di smorzare la tensione, ma io non accenno nessun sorriso.
"Vuoi una mano per tornare a casa?"
No, grazie. Non sono interessata a uno stalker.
"No, grazie. Sono sicura di poter ritrovare la strada di casa." cerco di essere gentile, nonostante quello che voglio è rintanarmi nella mia camera il prima possibile.
"L'importante è che tu stia bene."
Sono solo sconvolta come mi è successo poche volte nella mia vita, ma tranquillo che sto da dio.
"Sto bene, grazie."

Faccio per andarmene.
"Posso solo sapere il tuo nome o farai come Cenerentola?"
Un sorriso spunta sulle mie labbra, anche se lui non può vederlo visto che l'ho appena superato.
"Mi chiamo Alisia. E io posso sapere il tuo di nome o vuoi fare come...?"
Non mi viene in mente nessun esempio maschile e sono costretta a lasciare la frase incompiuta.
"Se Madamigella Alisia avrà ancora bisogna di qualcuno che la salvi, può tranquillamente chiamare Messer Jason."
Giro l'angolo senza rispondergli e lascio che una risata genuina e purificante esploda senza contegno.

Si prospetta una nuova vita normale qui a New York.

Ecco qui il prologo revisionato!
(*cerca di mascherare la parola riscritto con la tosse*)
Che cosa ve ne pare? C'è un miglioramento rispetto al precedente o no? 

Per chi non ha ancora letto la storia: volete provare a dire come ha fatto Messer Jason a sconfiggere quei tre in un battuto di ciglia?