Capitolo 31: Dove cadono i fulmini
Pov Hunter
Stiamo combattendo da tempo contro questo mostro, ma non riusciamo ad averla vinta, le sue scaglie sono troppo spesse e, nonostante sia diventato cieco grazie alle frecce di Jason, continua ad attaccarci con una precisione esasperante.
I nostri attacchi sembrano nulli, nemmeno una goccia di sangue esce da quel mostruoso corpo, così non è per niente divertente! Uffi! Voglio divertirmi!
Poi, in un momento in cui sono caduto a terra, noto che lui è in acqua, noi non possiamo fare nulla a quel mostro con le armi, ma Alisia potrebbe friggerlo per bene!
-Ei Ali!- grido, nonostante non siamo molto lontani, fatichiamo a sentirci l'un l'altro.
-Dimmi Hunter!- risponde gridando a sua volta.
-Perchè non provi a fulminare l'acqua? O il mostro? Non penso che potrebbe sopravvivere a delle scariche- suggerisco.
Sappiamo tutti che l'acqua è un ottimo conduttore di elettricità.
-Hai ragione! Ora ci provo!-
Bene, voglio finire il prima possibile questa lotta e andare a parlare con la ragazza che ha rubato il mio cuore, ne ho bisogno.
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Pov Alisia
Hunter mi ha dato un'idea grandiosa, ma qui, in mezzo alla battaglia, continuamente sferzata dai colpi del mostro, non riuscirei a concludere nulla e, poi, perchè non siamo abbastanza sfortunati, non possiedo una buona mira, potrei combinare un disastro.
Con un balzo riesco a evitare un colpo del mostro indirizzato verso di me e, nel frattempo, arretrare un po', quel che basta da permettermi di allontanarmi dal campo di battaglia. Raggiungo Jason.
-Ho bisogno di te- gli dico ansimando, non ho molto fiato, stiamo combattendo da troppo tempo.
-Dimmi- mi dice lui non smettendo di mirare il mostro e colpendolo.
-Devi aiutarmi a scagliare un paio di fulmini, da dov'ero prima non avrei mai avuto il tempo di evocarli, ma sappiamo tutti che non ho una buona mira- dico a mo di spiegazione.
-Diciamo pure che tu non sia cosa sia la mira- dice sghignazzando .
-Sì sì, molto divertente, mi aiuti al posto di fare battute squallide al momento sbagliato? Grazie- dico sbrigativa.
-Ma quest'arco non reggerà mai dei fulmini- mi dice.
-Allora trovane un altro! Uno di tuo padre, magari! Ti ha dato una faretra che, da quel che vedo, non si svuota mai, ti avrà pur dato un arco indistruttibile- dico disperata.
-Hai ragione- posa l'arco che aveva in mano e si tocca la spalla sinistra e, magicamente, gli appare appeso alla spalla un magnifico arco dorato.
-Bene, ora possiamo metterci in posizione, questo, però, devi tenerlo tu- mi dice porgendomi l'arco.
Lo afferro titubante, non mi fido di queste armi in mano mia.
-Prima di impugnarlo prendi un fulmine in mano- mi spiega.
Richiamo un fulmine e me lo faccio comparire in mano.
-Bene, ora- dice prendendomi le mani e mettendomele al posto giusto.
-Prendiamo la mira- dice.
-Meglio che la prendi tu- dico cercando di muovere il mio corpo il meno possibile.
Lo sento ridere silenziosamente al mio orecchio e milioni di brividi mi attraversano il corpo, mettendomi in tensione.
-Sei troppo tesa, devi scioglierti, o la freccia/fulmine non colpirà mai il bersaglio- mi dice all'orecchio, aumentandomi esponenzialmente i brividi e impedendomi di rilassarmi, finché non prendo un respiro più che profondo e mi rilasso un pochino.
Prende la mira e mi viene un lampo di genio.
-Aspetta a lanciare- gli dico.
-Ragazzi fategli aprire la bocca verso di noi- grido agli altri con tutto il fiato che ho in gola.
Ci rimettiamo bene in posizione, spero che i ragazzi mi abbiano sentita.
-Sei furba, lo sai?- continua a parlarmi nell'orecchio visto la posizione in cui siamo messi per farlo tirare con l'arco, senza farlo fulminare dai miei fulmini, sono l'unica che può toccarli e lui l'unico che sa tirare più che bene con l'arco.
Io sono immersa nei miei pensieri, sul fatto che lui è l'unico che mi faccia sentire in questo modo, che è l'unico che mi fa venire i brividi con questa velocità, è l'unico a farmi arrossire veramente.
~Ei! Sveglia bell'addormentata!~
-Eh? Che?-
-Finalmente ti sei risvegliata! Abbiamo appena scagliato il primo fulmine, centro perfetto! Ma il mostro continua ad attaccare, anche se sta morendo- una voce mi sussurra questo all'orecchio risvegliandomi i brividi che ero appena riuscita a mandare a quel paese.
-Va bene, prendo immediatamente un altro fulmine-
Stessa procedura di prima, solo che...
-Hai mancato il mostro!- quasi grido.
-Ma io non stavo mirando al mostro- mi spiega semplicemente.
Il fulmine finisce in acqua, acqua che inizia, velocemente, a propagare l'elettricità, colpendo ripetutamente il mostro e facendo crollare, finalmente, in acqua.
Appena il mio cervello di bradipo capisce che il mostro è morto, lascio andare l'arco e mi allontano da quelle braccia che mi stavano mandando ancora più in pappa il cervello, per quel poco che ne è rimasto e corro dagli altri.
-Ce l'abbiamo fatta!- gridano, poi si voltano verso di me e mi gridano:
-Ce l'hai fatta!-
-No, ragazzi, io non ho fatto nulla, ha fatto Jason, li ha tirati lui quei fulmini- spiego mettendo le mani avanti, non voglio avere meriti che non appartengono a me.
Vedo Steven staccarsi da tutti noi e avvicinarsi all'acqua, allunga le mani verso il terreno e poi, lentamente, le alza. Non riesco a capire cosa sta facendo, fin quando, dal terreno non spuntano delle piantine che vanno a farsi sempre più alte.
Mi avvicino a lui.
-Che fai S?- gli chiedo dolcemente.
-Faccio crescere queste viti per dare un motivo alla gente di gioire dopo ciò che hanno visto, almeno potranno consolarsi con un po' di uva e, magari, fare dell'ottimo vino- risponde alla mia domanda facendomi l'occhiolino.
Quando finisce torniamo dagli altri e il mio stomaco comincia a brontolare. Da quanto non mangiamo?
-Ragazzi, so che siete tutti impazienti di andare a casa e risposarsi o di parlare con Chiara- dico rivolgendomi in particolar modo a Nadia -Ma da quando non mangiamo? Io sto morendo di fame, non so voi-
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Pov Hunter
-Ragazzi, so che siete tutti impazienti di andare a casa e risposarsi o di parlare con Chiara, ma da quando non mangiamo? Io sto morendo di fame, non so voi- chiede Alisia massaggiandosi la pancia
-Hai ragione Ali- dice Nadia, poi si volta verso di me -Come mai non ti lamenti che hai fame?- mi chiede sospettosa.
-Ho altri pensieri per la testa- dico freddo e distaccato.
Non ce la faccio più a stare qui.
-Prima di potermi dare alla pazza gioia con uno dei miei famosi interrogatori, devo ricaricare le energie, dobbiamo mangiare e su questo non si discute- mi dice con uno sguardo arrabbiato, sa che ero già pronto a dissentire.
Non posso far altro che annuire e seguire gli altri dentro il primo ristorante che capita, anche se, per la prima volta in vita mia, non ho fame.
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