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Capitolo 3: You've got a friend in me [R]

Revisionato

Entriamo.
Il brusio della classe si ferma appena vedono la mia piccola cascata di lisci capelli rossi entrare nell'aula.
O più probabilmente è perché dietro di me sento una persona che si schiarisce la voce e in seguito una voce maschile chiedere attenzione.
Mi volto e davanti a me trovo un uomo alto e brizzolato, da occhi piccoli e neri e sopracciglia tanto folte che mi chiedo come faccia a vederci attraverso.

"Good morning, professor Robertson. She is the new student."
Mi volto verso Jason con gli occhi spalancati: doveva per forza presentarmi così?
Il professore sembra squadrarmi, anche se non ne sono così sicura e poi mi chiede di sedermi in prima fila, visto che è l'unico posto libero.
Per fortuna non mi ha chiesto vita, morte e miracoli della mia vita.
Mi siedo senza preoccuparmi di chi mi troverò di fianco fin quando una voce maschile con la erre moscia non torna prepotentemente nel mio cervello.
Mi volto di scatto.
Non posso crederci! Questo è il ragazzo di stamattina! 
Com'è che si chiamava?

"We meet again, little girl."
Anche lui con questo soprannome? Ti prego, no!
"Il mio nome è Alisia, non Little Girl come te e il tuo amico vi ostinate a chiamarmi." ribatto piccata.
Ridacchia, portandosi una mano davanti alla bocca per evitare di farsi sentire dal professore che ha iniziato la lezione.
"Però da Jason ti fai chiamare così e io non ho niente da invidiare a lui, anzi. É lui che invidia qualcosa a me." dice con tono malizioso, alzando e abbassando le sopracciglia più curate delle mie come per sottintendere qualcosa e accarezzandomi la guancia con il dorso delle dita.
Ma chi si crede di essere questo gnomo? 
Gnomo? Ok, meglio dire buzzurro!
Il mio sguardo deve aver parlato per me visto che lui stacca la mano dal mio viso come se si fosse appena ustionato.
"Ascoltami bene, non capisco quale sia il rapporto tra tre e lui e non mi interessa, ma lasciatemi fuori da questa storia o qualunque cosa essa sia, chiaro?"
Annuisce e torniamo a seguire la lezione.

"Che cosa è successo con Steven? Vi ho visti parlare insieme e poi avete smesso come se foste nemici da una vita."
Sembra proprio un acuto osservatore. Chissà se ha notato altro...
Racconto a Jason le poche parole che ci siamo scambiati e alla fine del racconto lui scoppia a ridere.
Lo guardo stranita.
Cerca di smettere di ridere e al contempo di scusarsi per la risata che lo fa piegare in due, letteralmente.
"Scusa, ma Steven non fa questi discorsi con cattiveria, cerca solo di flirtare con le belle ragazze."
Divento rossa quanto i miei capelli. 
Possibile che io abbia frainteso e sbagliato tutto?
"Comunque, credo che ti convenga chiarire in fretta la situazione." dice mentre ci avviamo verso la prossima lezione.
Davanti al mio sguardo pieno di confusione continua, dicendo che Steven sarà il mio compagno di banco per tutte le lezioni. 
Che qualche pavimento mi aiuti!    

"Ehm, ciao Steven."
Tento un approccio che cade nel vuoto.

Gli picchietto sulla spalla destra, ma continua a far finta che io non esista.
Provo con una tattica diversa e riciclo la sua battuta di prima, modificandola: <<Non penso di avere niente da invidiare a quel banco, anzi. È il banco che deve invidiare qualcosa a me.>>

Vedo le sue labbra distendersi in un sorriso, anche se ancora si ostina a non rispondermi.

"Probabilmente qualunque ragazza in questa stanza avrebbe da invidiarti qualcosa."
Mi volto la provenienza della voce maschile che ha interrotto i miei tentativi di chiedere scusa a Steven.
Sembra proprio un segno divino: come al solito tu non devi chiedere scusa.
Capelli neri, tirati indietro con il gel anche se sembra più che una mucca gli abbia leccato la testa, grandi labbra rosse e occhi colore marrone spento.
Ecco chi si presenta davanti a me. 
Come si pensava, questa scuola è una gabbia di matti.
"Se io fossi il tuo sfigato compagno di banco, non ti eviterei mai." dice leccandosi un labbro.
Questo ci sta davvero provando così spudoratamente con me? 
Che schifo!
"Scusami, che sbadato! Non mi sono nemmeno presentato! Il mio nome è Daniel Richmind."
Daniele.

Mi perdo per un attimo nei ricordi del mio migliore amico Daniele, fin quando la mano calda è grande di Steven non si posa sulla mia spalla.
Lo vedo che fa per ribattere, ma lo fermo.
Fisso i miei occhi in quelli di Daniel, studiando il suo comportamento.
Pensa di avermi ormai in pugno, quanto si sbaglia.
"Sai Daniel, prima di cadere tra le tue esili braccia vorrei farti una domanda."
Il suo sorriso inizia a vacillare, ma è bravo nel fingere.
"Tutto quello che vuoi dolcezza." il suo sguardo scende e cerca di raggiungere un punto che ho ben coperto con la camicia della divisa della scuola.
Gli prendo il mento tra le dita e faccio in modo che torni a guardarmi negli occhi, mentre gli dico che i miei occhi sono più in alto.
"Volevo solo chiederti quante povere idiote sono cadute ai tuoi piedi con questo tuo patetico approccio."
Il sorriso è sparito, orale sue labbra disegnano una linea dura e orizzontale.

"Più di quante immagini e lo sfigato al tuo fianco può confermare."
Steven abbassa lo sguardo.
Questo non avrebbe dovuto dirlo.
"Spero per te che il tuo attrezzo sia più grande del tuo cervello, altrimenti posso immaginare la delusione di tutte quelle che ci sono state."
Sento lo sguardo di Steven seguire il mio corpo che torna alla posizione iniziale in tempo per vedere la professoressa entrare in aula.
Bionda, altissima, occhiali da sole sul viso nonostante siamo al chiuso, pantaloni neri a palazzo sotto una giacca dal taglio maschile e tacchi alti. 
Pericolo, pericolo! Stare alla larga!
Mi guardo intorno, ma solo io sembro notare l'aura malvagia che avvolge la donna.
Un attimo prima che lei mi chiami per fare la presentazione che speravo tanto di riuscire a evitare, sento il mio compagno di banco sussurrare qualcosa.
Vede che non ottiene risposta e riprova.
"Scuse accettate."
Sorrido mentre mi dirigo verso un pericolo che mi sembra sempre più grosso.    

"Allora, come vi siete conosciuti voi due?" chiede Steven a me e a Jason mentre andiamo verso la lezione di Storia.

"Che cosa ti fa credere che ci siamo conosciuti prima di questa mattina?" chiede il ragazzo dai neri capelli, palesemente divertito dall'amico, mentre mi circonda le spalle con un braccio per evidenziare la nostra differenza d'altezza.
Io sembro uno gnomo da giardino, mentre i due ragazzi sembrano i giganti di quel film di cui non ricordo il titolo.
"Lo sai che non sono un idiota! Si vede lontano dieci miglia che vi siete conosciuti prima di oggi."
Sono sicura che prima o poi Steven farà del male a qualcuno se non diminuisce i gesti mentre parla.

"Per quale motivo lo pensi?" chiedo, intromettendomi nel botta e risposta dei due amici.
Il biondo mi scocca un'occhiata che vuole sicuramente dire <<Smettila di credermi stupido.>>
"Partiamo dal fatto che solo Jason può chiamarti Little Girl senza rischiare l'amputazione della lingua?"
Per tutti i cumuli di neve presenti in Congo!
Sento la mia faccia andare a fuoco e cerco di nasconderla fingendo di cercare qualcosa all'interno del mio zaino grigio.     

"Ci siamo conosciuti qualche settimana fa, lei era inseguita da tre malintenzionati e io li ho messi al tappeto."
Spiega velocemente il moro.
Steven ricomincia a boccheggiare. 
Siamo sicuri che non sia una patologia ancora non scoperta la sua? 
"E qualcuno ti ha visto?" chiede balbettando leggermente.
"Grazie per avermi chiesto se non mi fossi fatta niente" borbotto piccata, prima di rispondere alla sua domanda senza smettere di fingere di dover individuare qualcosa nello zaino: "È da quel giorno che mi chiedo come caspio abbia fatto e ancora non sono riuscita a trovare una risposta sensata."
Mi sembra di sentire un sospiro profondo, ma non indago oltre. Un mistero alla volta mi basta e mi avanza.
"Ascolta Alisia, a pranzo ti andrebbe di sederti con noi?"
Alzo di scatto la testa, muovendola a scatti tra gli occhi dei due ragazzi. 

Incredula e sbalordita.
Ecco come mi sento ora.
Quando la mia testa riesce a riprendersi smetto di muovermi in maniera meccanica e sorrido.
"I miei amici mi chiamano Ali."    

E niente, questo capitolo è stato carino e divertente da scrivere. Che cosa ne pensate voi?

Al prossimo capitolo!

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