5.
Wouldn't believe you even if I was there
13 dicembre 2020
Continuava a far saettare lo sguardo dalla vetrata al telefono poggiato sul divano con i nervi a fior di pelle, aveva iniziato a bere birra come se fosse una tedesca all'Oktoberfest.
Non ricordava nemmeno di avere della birra in casa e forse quella era addirittura scaduta, se la birra scade. Il punto è che le serviva qualcosa che la sciogliesse senza ubriacarla e quella bottiglia di vetro era la bevanda con la minor gradazione alcolica.
Aveva versato il succo di luppolo in un bicchiere elegante per confondere la sua mente e convincersi che da qualche parte nel mondo, un maestro di bon ton non stesse morendo per quel gesto così rozzo.
<<Cosa vuoi Isolde? Sto scopando.>>
<<Non ci crederei neanche fossi lì.>>
<<Perché credi che ci abbia messo così tanto a risponderti?>>
Per un attimo il silenzio gravò sulla chiamata e quando una sottile voce femminile giunse alle orecchie di Isolde, lei si sentì una totale idiota tanto che il suo pollice stava per chiudere la chiamata.
<<È Isolde? Ti ha chiamato?>> Il dito si fermò a mezz'aria, a pochi millimetri dal tasto rosso mentre la donna riconosceva la proprietaria di quella voce. Adesso sì che si sentiva davvero stupida.
<<Isolde mi sta strappando il telefono dalle mani, non mi ritengo responsabile.>>
La voce di Chris aveva iniziato ad essere lontana mentre la mano della donna si schiantò contro la sua fronte mentre sospirava pesantemente agognante di possedere una macchina del tempo e non far partire quella chiamata.
<<ISOLDE! CARISSIMA!>> Aveva urlato emozionata al telefono l'altra signora che ormai aveva superato la sessantina anche se Isolde non ricordava la sua età esatta, non ricordava neanche quella delle sue sorelle, figurarsi.
<<Ellie! Ciao tesoro, come va?>> Nonostante odiasse il fatto che era al telefono con la sua ex-suocera non poteva astenersi dall'addolcirsi un po'.
Nel periodo in cui Isolde aveva vissuto a Los Angeles con Chris, Ellie era stata una seconda mamma per lei, un appoggio concreto per qualsiasi cosa, anche e soprattutto in quelli che erano stati i momenti bui.
Di Ellie le era piaciuto fin da subito che non difendesse Chris a spada tratta solo perché era suo figlio, lei dava ragione a chi la aveva.
Ad Ellie invece di Isolde era piaciuto tutto, era la ragazza perfetta per suo figlio ed era stata devastata dal divorzio dei due di cui aveva vissuto la relazione più vicino di chiunque altro.
Si aspettava dei nipotini dalla coppia e invece quel cretino di suo figlio aveva tradito Isolde, Dio non ne avrebbe trovata un'altra come lei, era stato così stupido a non capirlo.
E nonostante da buona madre avesse sgridato Chris e ci avesse addirittura litigato, alla fine avevano risolto tutto e per quello adesso si trovava a casa sua di sabato sera.
<<Tutto bene bella, sai com'è ormai la mia vita, è tutta uguale. Tu invece? Qualcosa di nuovo?>>
<<No nemmeno io, lavoro.>>
<<Ah tu e questo lavoro! Lavori sempre! Ci vai in vacanza a Natale?>>
<<Ellie lo sai, parlerei con te per ore ma è proprio per questo che ho chiamato Chris, potresti passarmelo?>>
<<Oh sì certo, affari vostri, tanto io stavo andando via. Ricorda che puoi fare un salto a Villa Gaia se non riesci ad organizzarti. - Mamma, Isolde ce l'ha una sua famiglia da cui andare a Natale! – Ma taci tu. Isolde, non ascoltarlo.>>
Chris aveva coperto la voce di sua madre per un attimo facendo quel commento scocciato e ad Isolde era passata ogni voglia di avere a che fare con quell'energumeno. Nel frattempo però il telefono era passato nuovamente al suo ex-marito e lei si ricompose modellando il tono di voce per apparire autoritaria come sempre.
<<Ellie! Ciao tesoro, come va? Non ti crede nessuno con quella voce dolce.>> L'aveva scimmiottata.
<<Vaffanculo Chris.>> Simple but effective.
<<Quindi? Cosa c'è? Te l'ho ceduto lo chalet.>>
<<Puoi riprendertelo se vuoi.>>
<<Che cazzo? Stai scherzando Isolde?>> L'uomo aveva strillato come una femmina ma credeva sarebbe potuto morire in quell'istante, tutto pur di non dover sopportare ancora quella vipera della sua ex-moglie.
<<No, davvero, andrò a Tampa dai miei, non mi serve.>>
<<Tu hai organizzato un incontro tra i nostri avvocati, hai messo una multa nel caso mi avessi incontrato lì o solo fossi venuta a sapere che io sarei stato lì e adesso mi vieni a dire che non ci vai? Tu non stai bene Isolde.>>
<<Senti, ho cambiato idea, dovresti ringraziarmi cazzo.>>
<<Io non posso vivere secondo i tuoi comodi, non mi importa se cambi idea, non sono più tuo marito. E per fortuna aggiungerei, non riesco a spiegarmi come ho potuto avere a che fare con te per otto anni.>>
<<Non c'è bisogno di fare così.>>
<<Ti sei offesa? Certo tu ti offendi sempre quando ti si dice che sei una stronza. Un consiglio per evitarlo? Magari evita di essere una stronza e lasciami in pace.>> Aveva sbottato.
Non era stato provocatorio come di solito accadeva tra i due, in quei casi Isolde si divertiva. Adesso invece si ritrovava con le lacrime sulle guance perché lo percepiva, Chris la odiava. La odiava per davvero ed era tutta colpa sua, era lei che lo aveva portato a questo.
In realtà era la birra che ci aveva messo del suo per amplificare le sue emozioni e reazioni.
<<Sei davvero impegnato? Volevo solo avvisarti. Adesso chiudo.>>
<<Non piangere, lo odio. So che non hai chiamato solo per questo, è la seconda volta che mi chiami in un mese, cosa c'è che non va?>> Ovviamente, nonostante la sua voce non avesse tremato un singolo istante, Chris se ne era accorto.
Era stata sua moglie, lo sentiva sotto la pelle se Isolde stava male e se stava piangendo voleva dire che probabilmente il mondo sarebbe finito domani.
Si chiese se forse non era stato troppo duro con lei ma lo negò subito, lei si metteva in quelle situazioni da sola, Isolde si nutriva dell'odio e della sottomissione altrui.
<<Allora? Mi rispondi?>>
<<Non sei il mio psicologo Chris.>>
<<Non lo sono, hai ragione. Però ti voglio bene e mi dispiace sentirti così.>>
<<È solo che non me la sento di tornare a Tampa. Ci saranno i miei cognati con le loro divise del club di golf che staranno lì a giudicarmi, per non parlare dei miei nipoti o dei miei genitori o delle mie sorelle, vivono per giudicarmi.>>
<<Spesso sei tu a sentirti giudicata Isolde ma noi ti vogliamo solo bene, a volte ci sfianchi, questo è vero, hai un caratterino, ma noi vogliamo solo aiutarti e proteggerti.>>
<<Io- non lo so, mi sento giudicata perché in cuor mio so di non aver costruito niente.>>
<<Sei quotata in borsa e nessuno prima di te era riuscito a far arrivare l'azienda così in alto, sei la migliore in quello che fai.>>
<<Chris io ero molto più felice cinque anni fa, senza essere quotata in borsa. Mi sento come se le cose mi stessero scivolando via.>>
<<Secondo me dovresti davvero prenderti una pausa e farti una bella vacanza.>>
<<Ma sei matto? Se inizio a fare schifo anche sul lavoro davvero non mi rimarrà più niente.>>
<<Allora fatti qualche giorno a Los Angeles come ha detto la mamma, puoi stare un po' con lei, tanto hai una sede dislocata in città, la usavi quando eravamo sposati ed abitavamo qui.>>
<<Sì mi ricordo cosa facevo, la sede di LA però non mi fa tenere le cose sotto controllo come da qui.>>
<<Isolde, devi staccare da New York e la sua vita frenetica, non tenere le cose sotto controllo.>>
<<Non credo che verrò a Los Angeles.>>
<<Se è andare a Tampa il problema, posso farti una proposta se non è inopportuna.>>
<<Ti ascolto.>> Lui aveva sospirato e si era preso il suo tempo per rispondere e lei aveva atteso in silenzio.
<<Posso accompagnarti io a Tampa, saranno di sicuro tutti felici di vedermi. Devo solo organizzarmi con Kristin e il bambino ma non credo ci saranno problemi.>>
Chris D'Elia non era mai stato uno stinco di Santo e nemmeno Isolde Howard, è per quello che negli ultimi due anni avevano avuto qualche riavvicinamento particolare in determinate occasioni –insomma avete capito di che stiamo parlando, di sesso- nonostante Chris non fosse affatto libero.
Si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed era totalmente così.
Kristin Taylor era la sua nuova fidanzata, quella con cui l'aveva tradita e tutti si aspettavano sarebbe stata la moglie numero tre.
Prima di Isolde infatti, c'era stata anche Emily come moglie di Chris da quale aveva divorziato nel 2010, stesso anno in cui si conobbero.
Non aveva avuto figli da nessuna delle due mentre da Kristin ne aveva avuto uno solo, Calvin. Dai giornali e dai racconti di lei nei talk show, sembrava che lui fosse entrato abbastanza in sintonia con il piccolo e che fosse un ottimo padre.
Erano una famiglia.
Isolde doveva ammetterlo, le bruciava ancora che la famiglia di Chris non comprendeva lei come moglie e madre.
<<Non preoccuparti, non è importante, troverò una soluzione da sola, è il secondo Natale che passi con loro ed è giusto tu te lo goda.>>
<<Non ho dubbi tu possa trovare una soluzione, sai sempre cavartela egregiamente. Ma anche i miei nipoti sono importanti.>>
<<Chris, quelli non sono più i tuoi nipoti.>>
<<Certo che lo sono, mi chiamano ancora zio. Immagino anche che non vedano l'ora di passare del tempo con me, sono lo zio più fico che hanno.>>
<<Non è difficile Chris, hai visto gli altri?>>
<<Ecco appunto, non è un peso se tu mi vuoi lì.>>
Ad Isolde si gelò il sangue nelle vene.
Lo aveva chiamato per chiedergli questo, ma il fatto che lui le avesse letto nella mente l'aveva un po' impressionata. Da un lato però era felice che non avesse dovuto fargli alcuna richiesta, si sarebbe sentita in imbarazzo e anche un po' sottomessa.
<<Va bene Chris, mi piacerebbe ci fossi anche tu questo Natale.>>
<<Vedi! Iniziamo a fare progressi e a saper gestire questo divorzio! Lo so devi ancora imparare, fidati di me però, ormai sono un veterano.>> La vena comica del suo ex-marito l'aveva fatta ridere come sempre e per un attimo aveva dimenticato che loro due non si sarebbero dovuti parlare in modo così confidenziale.
<<Mi raccomando però, questa volta chiuderò un occhio, ma non sarò così magnanimo se mi chiami un'altra volta piangendo, userò la cosa in tribunale.>> Isolde sapeva che fosse un battuta e lui stesse cercando di alleggerire la situazione ma per la prima volta lei si sentiva in debito.
<<Non ti ho chiamato piangendo, bugiardo. Comunque grazie Chris, non so davvero come ringraziarti.>> E lui aveva smesso di essere divertito, anche di essere arrabbiato, era quasi affettuoso.
<<Sono sempre qui Isolde, lo sai che mi ci hai trascinato tu nei tribunali, io ti ho sempre voluta bene.>>
<<Perché mi hai tradita allora, eh Chris?>>
<<Buonanotte Isolde.>>
E lei dimostrò che quella conversazione non l'aveva indebolita, che nulla l'avrebbe addolcita o ammorbidita. Con il solito sguardo glaciale guardò lo schermo, questa volta decisa, e chiuse la chiamata.
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