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9. To the edge.

Cammino su e giù nel corridoio senza sosta da ore. Non riesco a starmene seduta come gli altri. Come fanno a stare così tranquilli?
Seduti a far nulla?
So che dobbiamo aspettare, ma io non riesco a stare ferma. Ho bisogno di sfogare tutta l'agitazione che ho, non che sembri funzionare molto.
Siamo qui da almeno due ore e la mia frustrazione non è diminuita.

In quel momento mi suona il cellulare. Mi fermo e lo tiro fuori dalla tasca posteriore dei jeans che indosso.
Non appena vedo il suo nome rispondo.

"Ehi Vicky!" dico rilasciando un sospiro di sollievo. È da quando ho urlato sul palco che non apro più bocca.

"Melody! Finito il concerto è andato tutto bene?" mi domanda tranquilla.

"No, siamo in ospedale." dico e Vicky come al solito non mi lascia finire.

"Cosa?" urla dall'altra parte del telefono.
"Tu stai bene vero? Dimmi che stai bene Mel!" mi dice e io la tranquillizzo.
"È Jay. Era ubriaco, è svenuto durante il concerto. Sono terrorizzata Vicky, non so perché ma lo sono. Non può essergli successo nulla di male, vero?" dico abbassando la voce. Sto tremando dalla testa ai piedi.

Come ho fatto ad non accorgermene? Ero così accecata dalla rabbia e dalla delusione dopo averlo visto con quella ragazza.
Chiudo gli occhi e rivedo tutta la scena nella mia testa.

Un ultimo sorso di alcool.
Barcolla posizionandosi davanti al microfono. Mi guarda e io distolgo lo sguardo.

Dovevo stare più attenta.

"Mel, stai tranquilla, sono sicura che sta bene! Fai un respiro profondo!" mi dice Vicky dall'altra parte del telefono e io decido di ascoltarla.
Chiudo gli occhi e mi ripeto che andrà tutto bene.
Un respiro dopo l'altro.
Quando li riapro vedo dei dottori uscire dalla stanza di Jay, così mi affretto a chiudere la chiamata.

"Ci sono i dottori Vic, ci sentiamo dopo!" le dico e attacco senza neanche aspettare una sua risposta.
Raggiungo velocemente gli altri che sono in cerchio intorno ai due dottori.

"Che succede? Sta bene?" domanda Bethany spaventata.

"Ragazzi, state tranquilli, il vostro amico ha solo bevuto un po' troppo, è molto disidratato e ha perso i sensi! Possono essere molte le cause, il caldo, lo stress, ma di sicuro l'alcool non aiuta..." dice uno dei medici e osservo Harrison rilasciare un sospiro di sollievo.
Non l'ho mai visto così. Sembra vulnerabile, mentre si passa, frustrato, una mano tra i capelli.

Marissa annuisce, ma è tranquilla. Sembra che abbia affrontato questa situazione già svariate volte.
Se fosse così, perché non ha mai fatto nulla?

"Se volete, potete entrare, è sveglio. Vi consiglio poche persone per volta..." dice l'altro dottore e si allontanano.
I primi ad entrare sono Harrison e Bethany. Letteralmente si fiondando nella stanza e chiudono la porta dietro di loro.

Faccio due passi indietro analizzando nella mia testa le parole del medico.

Sta bene.

Mi accovaccio per terra con la schiena contro un muro e poggio la testa sulle mie ginocchia.
Non so per quanto tempo sto lì, ma quando rialzo il viso vedo Bethany davanti a me.

"Chiede di te..." mi dice e io la guardo sorpresa.
Bethany allunga una mano verso di me e mi aiuta ad alzarmi. Quando sono in piedi noto i suoi occhi arrossati, deve aver pianto.
Le sorrido e poi la supero entrando nella stanza.
Jay ha il viso rivolto verso la finestra, ma quando sente lo scatto della porta si volta.
Non appena mi vede prova a mettersi seduto, ma io mi muovo velocemente verso di lui per impedirglielo.

"No, stai giù, non ti sforzare..." dico e noto quanto la mia voce sia provata. Esattamente come mi sento in questo momento.

"Stai bene?" gli domando e lui annuisce. Sembra tranquillo, per nulla preoccupato.
É questo uno dei suoi problemi? L'alcool è uno dei motivi per cui Bethany mi ha raccomandato di stargli alla larga?

"Bethany ha detto che chiedevi di me, hai bisogno di qualcosa?" gli domando notando che non spiccica parola.

"Volevo solo dirti che sono complicato, la mia vita è estremamente complicata Melody, questo è solo un piccolo tassello. Mi dispiace per come mi sono comportato, tutto qua. Ecco perché d'ora in poi ti lascerò in pace, è una promessa!" mi dice e io rimango a bocca aperta. Lo guardo.

Anche se è disidratato e probabilmente ancora ubriaco, Jay è bellissimo da morire. Il suo fascino è inebriante, anche se è steso su un letto d'ospedale.
E io non riesco a comprendere le sue parole. Non le collego tra di loro.

"Melody, è ora di andare..." sobbalzo leggermente quando sento la voce di Bethany.

"Io... sì eccomi!" dico e mi allontano. Jay ha smesso di guardarmi, ma io non riesco a distogliere lo sguardo da lui finché non esco dalla stanza.
Per tutto il tempo penso e ripenso alle sue parole. Nel van, quando arrivo in camera, sotto la doccia e anche quando mi butto a letto.

A che gioco sta giocando con me? Prima mi bacia, poi si ubriaca e amoreggia con una ragazza qualsiasi, e ora queste parole.
Scuoto la testa, perché anche se ci sto mettendo tutta la mia volontà, non lo capisco.
Non capisco questo complicato e misterioso ragazzo dalle mille personalità.

Solo di una cosa sono sicura.
Devo sapere di più, voglio sapere ogni cosa di lui, non voglio che mi tenga lontano, perché ora che ho assaporato la sua essenza, non credo di poterne fare a meno.
Voglio andare fino in fondo, fino al limite.

***

Quando mi sveglio la mattina seguente mi sento molto più rilassata di quanto immaginavo. Le parole di Jay risuonano nella mia testa senza fermarsi. Forse ha ragione lui. Forse sarebbe meglio stargli lontana, non entrare in tutti i suoi problemi e fare ciò per cui sono qui. Forse.

E poi ripenso al suo sguardo mentre eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altra al parco di Amsterdam. Ripenso alla sua risata, alla corsa, alla mia mano stretta nella sua.
Ripenso al nostro bacio e al solo pensiero brividi ricoprono il mio corpo.

Mi metto seduta e provo a prendere dei respiri profondi.
È per quel Jay che voglio aiutarlo, voglio ascoltare i suoi problemi, voglio farne parte.
È solo per quel ragazzo che non mi tirerò indietro.

Mi faccio una doccia veloce e poi mi cambio indossando una tuta comoda. Non so quale siano i piani di oggi per questo esco dalla mia camera e percorro il corridoio verso destra.
Busso alla porta di Bethany e lei poco dopo mi apre tutta sorridente.

"Ehi vieni!" mi dice e si fa da parte aprendo di più la porta.

Io entro e la abbraccio. Non so come avrei fatto ad affrontare quest'avventura senza di lei. Mi sembra di conoscerla da sempre.

Ci sediamo sul letto e Bethany ordina la colazione in camera. Sembra felice, ma nella mia testa vedo solo la sua faccia sconvolta di ieri sera, i suoi occhi rossi a causa del pianto.

"Raccontami di lui..." dico e Bethany si immobilizza.
Sa molto bene di chi sto parlando.

"Io e Jay ci conosciamo da sempre. Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti nella casa davanti a quella di Jay quando avevo 5 anni. Lui e mio fratello maggiore Evan sono diventati amici da subito..." mi dice Bethany sorridendo. Devono essere bei ricordi quelli che stanno affollando la sua testa se la fanno sorridere così.
Sembra giusto un' ingenua e serena bambina di cinque anni.

"Wow hai un fratello! Anch'io, siamo gemelli!" dico condividendo anch'io un po' di miei ricordi. È la prima volta da quando sono partita che racconto qualcosa di me. Mi sono sempre tenuta tutto per me.

"Che figata! Gemelli! Se è bello come te me lo presenti?!" dice Bethany sogghignando.
"Bethany sei fidanzata! E mi dispiace, ma Mason è dell'altra sponda! Anche lui è innamorato perso di Jay!" dico senza pensare. Non mi rendo di quello che dico fino a quando non lo sento risuonare nella stanza. Bethany sorride, ma non sembra averci fatto caso.

"Scusa continua pure..." dico e lei annuisce.

"Da quando sono diventati amici Jay e mio fratello sono diventati inseparabili. Pian piano mi hanno incluso nei loro giochi, nelle loro uscite e in men che non si dica eravamo noi tre contro tutti! Siamo cresciuti letteralmente insieme e all'età di 14 anni mio fratello e Jay hanno deciso di mettere su un duo!" mi dice e il suo sorriso si allarga. Si passa una mano fra i lunghi capelli e io sorrido a mia volta.

Devo dire che me lo immagino Jay a 14, un ragazzino ribelle che fonda una band rock.

"Ho sempre avuto una cotta per Jay! Era il migliore amico di mio fratello ed a 16 ti assicuro che non era niente male!" dice ridendo. In quel momento non riesco a non essere un pochino gelosa di Bethany. Conosce tutto di lui, cose che forse io non saprò mai e poi mai. E sono anche stati insieme?

"Ci abbiamo provato, ma abbiamo capito subito che non siamo fatti per stare insieme, siamo solo molto amici!" mi dice con tono sereno come se avesse visto la gelosia sul mio viso e volesse tranquillizzarmi.

Io annuisco.

"Quando abbiamo finito la scuola io, mio fratello e Jay ci siamo trasferiti a Londra. Il paesino nelle campagne del Northampton dove vivevamo era diventato troppo stretto per noi!Ho iniziato a lavorare come cameriera in un pub per raccimolare qualche soldo!" mi spiega e io annuisco.

"Evan e Jay hanno iniziato ad essere ingaggiati come band per delle serate nei pub universitari. Andavano alla grande. Pochi mesi dopo al gruppo si è unito al gruppo Harrison. Dopo un anno le cose erano stabili. Il gruppo andava bene, stavamo bene, ma Jay voleva di più. Mi ricordo quando rientrava a casa alle tre di notte e si lamentava del fatto che fosse stanco di suonare allo stesso pub di sempre per la stessa gente. Voleva fare le cose più un grande, girare il mondo!" mi dice e io capisco perfettamente le sue parole.

Capisco quel desiderio di fare di più, di non fermarsi, di superare i limiti.

"È stato allora che le cose sono cambiate, un po' in peggio e un po' in meglio. Mio fratello, che sotto sotto era un cervellone, è stato ammesso all'università di Cambridge con una borsa di studio! Non lo aveva detto a nessuno e quando gli è arrivata la lettera non ha esitato. Si è trasferito in men che non si dica. Jay era così arrabbiato! La band stava andando bene, lui voleva cercare una casa discografica per incidere il disco e Evan se n'è andato. Un giorno era lì a suonare con gli altri, l'altro è scomparso!" mi spiega Bethany e si interrompe quando bussano alla porta della camera per lasciarci la colazione.

Mi alzo e apro al cameriere che ci lascia un vassoio con un sacco di roba sopra. Bethany si alza eccitata e prende il suo bicchiere d'aranciata e una ciotola piena di frutta fresca con dei biscotti al cioccolato.

Si siede nuovamente sul letto e iniziamo a mangiare.

"Cosa è successo poi?" le domando curiosa.
Per ora mi è sembrata una storia normale. Ancora non capisco quasi siano i problemi insormontabili di Jay.

"Nikolas si è aggiunto al gruppo qualche settimana dopo rimpiazzando mio fratello. La loro unione è stata un cambiamento rivoluzionario. La loro musica è migliorata e dopo poco un talent agent è riuscito ad ingaggiarli per registrare una demo del disco in uno studio. La demo è stata spedita a molte case discografiche. Non è passata neanche una settimana quando Jay ha ricevuto la chiamata di Marissa. Mi ricordo ancora quel momento. Eravamo stretti tutti e quattro sul divano a due piazze del nostro minuscolo bilocale. E così sono nati i Bad Chromes..." dice mangiando la frutta fresca e bevendo sorsi d'aranciata.

Sto per chiederle di più, sto per dirle che voglio sapere ogni dettaglio di Jay, che questo non mi basta. Mi sembra che mi abbia raccontato la bella storiella che si racconta a chiunque quando devi spiegare come sei diventata la ballerina di uno dei gruppi più famosi al mondo.
Ci credo, ma sento che mancano dei pezzi, manca l'anima.

In quel momento alla porta bussa qualcuno e sia io che Bethany sobbalziamo leggermente non aspettando nessuno.

"Ragazze siete qui?!" non appena sentiamo la voce di Chad entrambe ci alziamo dal letto e andiamo verso la porta.
Chad è dall'altra parte della porta, indossa la sua solita divisa e gli occhiali da sole neri portati sulla testa.

"Stanno portando Jay qui, il concerto di ieri è rimandato a sta sera. Lui sta bene. Se volete potete aspettarlo con gli altri in camera sua..." ci dice e noi annuiamo.

Chad se ne va e io e Bethany non aspettiamo un secondo di più. Andiamo in camera di Jay e ci apre Nikolas.
Ci sorride e dato che Marissa non è qui lascia un dolce bacio a stampo a Bethany.
Io entro e mi siedo su una delle due poltrone della stanza.

"Buongiorno bellissima!" dice Harrison con quel suo sorriso sornione. Alzo gli occhi al cielo e sorrido.
Questo ragazzo è pazzesco.
Aspettiamo quasi un quarto d'ora prima che la porta della camera si apra nuovamente. Un quarto d'ora di silenzio.
Veramente il concerto si farà sta sera? Pensavo che per quello che è successo a Jay avremmo aspettato, o che ormai fosse annullato.
Mi chiedo molte cose mentre aspettiamo. Ora mentre guardo Nikolas e Harrison me li immagino come li ha descritti Bethany.

Sorrido, sono felice che ce l'abbiamo fatta.

Quando Jay entra in camera tutti quanti rimaniamo senza parole. È lui, il solito Jay. Entra a passo sicuro con gli occhiali da sole e il giubbotto di pelle.
Si sistema il ciuffo spostandolo da davanti agli occhi e si ferma a guardarci.

"Che succede?!" domanda stupito levandosi gli occhiali e lanciandoli sul letto.
Fa sul serio?
Sul serio ci sta chiedendo perché siamo tutti qui preoccupati per lui?

"Sto bene okay? Non rompetemi i coglioni! Non sono un bambino, so quello che faccio e non ho bisogno di voi che mi facciate la paternale con queste facce da cani bastonati!" alza la voce e ci guarda con disprezzo. Come se non capisse che sia qua tutti per lui, preoccupati per lui.

Io sono la prima ad alzarmi. Mi alzo dalla sedia e mi incammino verso la porta. Passo vicino a Jay che è al centro della stanza. Mi fermo, lo guardo e poi lo supero dandogli una spallata.
Se questo è quello che vuole, questo avrà.
Ed esco dalla stanza sbattendo la porta alle mie spalle.


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Ciao a tutti! Grazie mille se siete arrivati fino qui! Sul serio grazie.
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere.

Sofia.

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