:: t r e :: sei bellissima quando vieni
Luke, Brooklyn e Maxine
* * *
❝ Il sesso è la consolazione che si ha quando non si può avere l'amore. ❞
- Gabriel García Márquez
Il sabato è il giorno che preferisco in assoluto. Alla mattina mi sveglio sempre tardi, rilassata ed energica dopo la lunga ed estenuante settimana lavorativa. Il profumo del caffè mi invade le narici e l'aroma fragrante dei pancakes risveglia il mio stomaco.
Maxine - come di consuetudine - mi ha preparato la colazione e me l'ha lasciata sul comodino accanto al letto. Nonostante il carattere altalenante che ha in questo periodo, mi trasmette tutto il suo amore tramite piccoli gesti. Come ad esempio cucinarmi i miei dolci preferiti al sabato mattina. Durante la settimana sono io che le preparo la colazione, mi alzo prima di lei ed è il mio modo per augurarle il buongiorno.
Consumo in fretta le frittelle americane ed il caffellatte.
Il sole è già alto nel cielo ed illumina Chicago con i suoi deboli raggi primaverili, la natura poco a poco sta rinascendo dopo i lunghi e freddi mesi invernali. L'aria è ancora tiepida, così una volta uscita dal torpore del mio letto indosso una felpa e dei pantaloni lunghi.
Ho tutta la mattinata da dedicare a me stessa. Prima decido di pulire un po' casa, durante la settimana non ho il tempo materiale per farlo oppure sono talmente stanca che alla sera crollo sul divano già alle nove. Mio papà FP in quei casi mi sveglia dolcemente e mi accompagna in camera.
Ci impiego qualche ora a rassettare ogni stanza, alla fine mi ritrovo con i capelli rossi appicciati alla fronte e la pelle imperlata di sudore. Lo step successivo è quello di dedicare una buona e generosa mezz'ora per farmi un bagno caldo, quello che ho tanto agognato dal lunedì al venerdì. La doccia è più pratica, ma al sabato mi concedo di poltrire nella vasca ricoperta di schiuma candida.
Mi spoglio e getto a terra i vestiti sporchi, poi accendo le candeline che circondano la tinozza, applico una maschera di bellezza sul viso ed aspetto che la vasca sia colma di acqua e sapone spumoso.
Dopodiché mi immergo e mi lascio cullare dal silenzio che aleggia intorno a me e dal bagliore pallido dei lumini. L'aria è pregna del profumo delle candele ai fiori di Loto e di quello del mio bagnoschiuma preferito.
Esco solo quando la pelle delle mani mi si ricopre di grinze, asciugo corpo e capelli, indossando poi dei vestiti comodi per stare in casa. È quasi ora di pranzo e a momenti Maxine sarà a casa da scuola, così mi affretto a prepararle il pranzo. Mentre aspetto che la carne cuocia sul fuoco, faccio una telefonata.
Luke risponde al secondo squillo: "Ciao, Brooklyn." La sua voce mi manda in subbuglio proprio come quando avevo solo quindici anni. È calda, pacata e a tratti roca. È una voce da uomo sicuro di sé e che sa di avere il mondo ai suoi piedi.
"Ciao, Luke. Ti disturbo? Stai lavorando?" Mi mordo un labbro ed attendo la sua risposta.
"Ho sempre tempo per te, piccola... Come state tu e Max?"
"Bene, bene. Stasera vuoi venire al cinema con noi? È da un po' che non usciamo insieme e lei ci tiene molto a vederti." Incastro il telefono tra l'orecchio e la spalla e rigiro la carne in padella.
"Volentieri! Va bene se passo a prendervi alla diciannove?" Il mio cuore fa una piccola capriola nel petto. Anch'io ho una voglia matta di vederlo; è difficile ammetterlo, ma una parte di me è ancora profondamente innamorata di lui - nonostante la nostra non sia una relazione sana e, anche se gli ho dato una figlia che ama con tutto se stesso, ho la consapevolezza che non sarò mai la sua prima scelta.
"Sì, ci vediamo dopo. Ciao, Luke."
Chiudo la chiamata, mi tremano leggermente le gambe e mi do della stupida per provare ancora tutte queste emozioni verso di lui, si è insediato in ogni anfratto del mio cuore e della mia mente.
Per fortuna, Max arriva a casa prima che possa iniziare a crogiolarmi in pensieri su Luke Cooper.
Max ed io pranziamo mentre lei mi racconta di come è andata la mattinata a scuola. L'arrabbiatura dell'altro giorno le è già passata, nemmeno si ricorda del fatto che suo nonno si sia dimenticato di passarla a prendere dopo gli allenamenti di calcio.
"Mamma, a te invece come è andata questa settimana a Fox River?" Mette in bocca un pezzo di hamburger e sposta gli occhi sul piatto, giocherella con la forchetta. Si ostina a non voler mangiare la verdura come quando aveva cinque anni.
"Bene, tesoro. Sono successe le solite cose: il mio capo che mi rimprovera per ogni cosa, Cisco che mi fa divertire con le sue solite battute idiote." Ignoro volutamente la rivolta di ieri sera, non voglio farla preoccupare per niente. "Ah, sono arrivati dei nuovi detenuti ed uno di loro ha fatto a pugni con il capo mafioso
John Abruzzi. Quel pivellino ha tanto fegato."
Nella mia mente si materializza il volto di Michael e mi ritrovo un sorriso spontaneo sulle labbra. Scaccio quella sensazione di calore che mi si diffonde per la bocca stomaco e riporto l'attenzione su Maxine: "Mangia subito anche l'insalata!"
Max sbuffa, ma finisce il suo pranzo senza opporsi. Al pomeriggio andiamo a fare un giro al The Mall - un centro commerciale che hanno aperto da poco. Mia figlia sembra davvero contenta di passare del tempo con me e ciò mi riempie il cuore di gioia.
* * *
Ammiro ancora una volta la mia immagine allo specchio, indecisa se il vestitino a fiori rossi che ho indossato sia bello o meno. Max ha insistito tanto affinché lo comprassi, perché secondo lei ero sexy quando l'ho provato nel negozio oggi pomeriggio. Mi arriva poco sopra le ginocchia, ha la gonna ampia ed il bustino stretto con una leggera scollatura. Indosso delle décolleté fiammanti per completare l'abbigliamento.
Max irrompe in camera mia, senza bussare e mi annuncia che Luke è arrivato. Lei indossa un paio di jeans a vita alta, una t-shirt bianca ed una felpa nera. Ai piedi ha le sue immancabili Vans verdi. "Mamma, sei bellissima!" Mi dice con un sorriso, poi si fionda giù per le scale. FP stasera è uscito al pub con i suoi amici, un po' sono sollevata perché lui non approva la mia relazione con Cooper e lo odia in modo viscerale.
Appena giungo sul vialetto, vedo Luke che abbraccia Max e le scompiglia i capelli come era solito fare quando era una bambina. Mi avvicino a lui e gli sorrido, dopodiché lo abbraccio. Lui mi accarezza con lentezza disarmante la schiena e mi sussurra all'orecchio: "Sei bellissima, piccola."
Un brivido mi attraversa l'intera colonna vertebrale e sento come se avessi preso la scossa. Gli stampo un bacio sulla guancia e mi allontano dalla sua stretta pericolosa. Salgo nella sua Range Rover nera prima che le gambe possano cedermi. Luke ovviamente è bello come sempre, con la sua camicia blu scura a cui non ha abbottonato l'ultimo bottone e si vede un lembo di pelle, i pantaloni neri, l'orologio al polso e il sorriso strafottente che mi fa vibrare il basso ventre.
È sexy e la sua sola presenza mi fa impazzire. I suoi capelli neri sono perfettamente pettinati, così come l'accenno di barba che gli ricopre il mento e le le labbra. Fa partire la macchina ed inizia a conversare con nostra figlia. Le chiede della scuola, degli allentamenti e delle partite a calcetto. È così a suo agio mentre io mi sento lo stomaco sottosopra ed il tutto è a causa sua e del fascino che ha su di me. È come una calamita ed io sono il magnete che non riesce a stargli lontano.
Prima di andare al cinema, ci porta in un piccolo ristorante asiatico. Max impazzisce per la cucina orientale. Anche a me piace il posto che ha scelto Luke, è arredato in stile orientale con tavoli di bambù, lampade cinesi e porcellane giapponesi. Io mi siedo accanto all'uomo, Maxine invece si posiziona difronte a noi.
"Brooklyn, sei silenziosa stasera. È successo qualcosa?" Cooper appoggia una mano sulla mia coscia e me la accarezza lentamente. Io sobbalzo, ma non mi scompongo. Scuoto la testa e per grazia divina arriva il cameriere a prendere le nostre ordinazioni.
Luke intavola una conversazione con me e Max, io sono contenta perché vedo la felicità negli occhi di mia figlia e la vicinanza con l'uomo che amo mette di buon umore anche me. Ci rimpinziamo di sushi, spaghetti di soia e pollo alle mandorle, ridiamo e scherziamo come una normalissima famiglia.
Dopo il mio scombussolamento iniziale, la serata passa in fretta. Al cinema vediamo un film d'azione, Maxine ci implora per far decidere a lei il titolo. La accontentiamo, perché è questo che fanno dei bravi genitori e so già che avvolti nel buio della sala io e Luke non presteremo molta attenzione alla pellicola.
Io passo la maggior parte del tempo a fissarlo come una ragazzina innamorata e lui ricambia i miei sguardi stampandomi dei leggeri baci sulle labbra. Maxine non ci presta attenzione, è troppo concentrata sul film. Così quando si riaccendono le luci mi sono persa metà della trama e la morte del protagonista prima dei titoli di coda non mi scalfisce minimamente.
Maxine fuori dal cinema e durante tutto il viaggio in auto non fa che ripetere quanto sia stato entusiasmante il film. Io le sorrido, perché è la persona più preziosa che ho al mondo. Una volta arrivati davanti a casa, Luke accosta la jeep nel vialetto, accanto alla macchina di FP che nel frattempo è rientrato. Maxine lo saluta stampandogli un bacio sulla guancia e dicendogli che è il padre migliore al mondo.
"Ti voglio bene, piccola peste." Risponde lui e le scompiglia la chioma rossa, marchio di fabbrica delle donne della famiglia di mia madre. Poi la ragazzina scende dall'auto e si affretta a entrare nella nostra villetta. Io rimango ancora un po' con Luke.
"Dimmi la verità, è successo qualcosa?" Incalza Cooper e punta gli occhi scuri nei miei. Io scuoto la testa, non voglio pensare al mio lavoro e a Michael Scofield, non voglio pensare a niente. Gli appoggio le mani sulle guance e lo attiro a me, le nostre labbra si sfiorano leggermente. Ma a nessuno dei due basta questo contatto fugace così approfondiamo il bacio. La sua lingua chiede accesso alla mia bocca ed i nostri respiri si fondono in un tutt'uno.
Mi fa salire a cavalcioni su di lui e continuiamo a baciarci, le sue mani mi afferrano i fianchi e le miei si arpionano ai suoi capelli morbidi. Con il gomito schiaccio il clacson accidentalmente e il rumore assordante che produce ci riporta bruscamente alla realtà. Ci mettiamo a ridere, nonostante i nostri corpi siano scossi da brividi piacere.
"Vieni dentro?" Non se lo fa domandare due volte e ci ritroviamo in camera da letto, attraversiamo i corridoi di casa mia mano nella mano. Max e FP sono già nelle loro stanze. Una volta chiusa la porta dietro alle nostre spalle ci catapultiamo nella nostra realtà personale, nella quale possiamo amarci liberamente lontani dal resto del mondo.
Mi spoglio dei vestiti e rimango nuda davanti agli occhi eccitati e liquidi di Luke. Si avvicina a me, come un leone affamato che si fionda sulla povera gazzella, e mi bacia con passione. Mi stringe i capelli in modo a farmi esporre il collo, lo bacia e lo morde con bramosia. Mi accarezza il corpo in una carezza erotica, mi stringe i seni tra le mani ed esplora la mia intimità con le dita.
Lo spoglio, gli strappo letteralmente la camicia dal busto, rivelando la sua pelle ed il suo addome muscoloso. Anche i pantaloni finiscono in un angolo remoto della stanza e mi fa sdraiare sul letto. Si fionda in mezzo alle mie gambe ed assapora il mio frutto umido per lui. Lecca e succhia con maestria, mi fa toccare la punta del cielo con un dito e mi trascina all'inferno con lui. Arpiono le dita nei suoi capelli, mi mordo le labbra fino a sentire il sapore metallico del sangue sul palato. Il mio corpo viene percorso dalla scarica elettrica potentissima dell'orgasmo e mi ritrovo privata della mia energia.
"Sei bellissima quando vieni." Mi sussurra Luke sulla bocca e mi bacia. Riesco a sentire il mio sapore sulla sua lingua, dopodiché entra in me con una spinta che mi lascia senza fiato. Continuiamo a fare l'amore fino a quando ci ritroviamo entrambi senza aria nei polmoni, appagati e stanchi.
Mi addormento con la testa sul suo petto nudo e gli sussurro che lo amo, successivamente chiudo gli occhi.
La mattina dopo mi sveglio che sono distrutta, per tutta la notte la mia mente è stata percorsa da incubi che non mi ricordo. L'unica cosa che vi viene in mente sono un paio di occhi azzurri che mi fissavano accusatori. Assieme al mal di testa, mi vengono i sensi di colpa per essere stata a letto di nuovo con Luke.
Lui non c'è. La parte destra del letto matrimoniale con il cuscino e la coperta stropicciati è l'unica testimone della sua presenza. Non si ferma mai a dormire con me, lascia come unica traccia del suo passaggio il suo profumo maschile sulla mia pelle nuda. Mi copro con una maglietta e dei pantaloni e scendo in cucina per prendere qualcosa per il dolore alla testa.
Mio papà è seduto al tavolo e sorseggia del caffè bollente, mentre legge il giornale. Mi siedo accanto a lui e mi verso la bevanda scura come il catrame in una tazza, la mando giù assieme all'aspirina. Poi do un morso alle brioches che compra sempre FP alla domenica mattina.
Lui posa il quotidiano sul tavolo e mi osserva: "Hai un aspetto orribile, lo sai?" Indica i miei capelli spettinati che sono raccolti in una crocchia disordinata e le occhiaie sotto ai miei occhi.
"Grazie, pa'." Farfuglio con la bocca piena, poi deglutisco. "Ho dormito male."
"Tu non hai dormito affatto! Luke se ne è andato stamattina alle quattro. L'ho incrociato mentre andavo in cucina a bere un bicchiere d'acqua. Aveva un'espressione rilassata, quindi non credo che fosse venuto in camera tua per raccontarti la favola della buonanotte. Devi smetterla di farti usare così da lui, Brooklyn. Te lo dico da genitore che ti vuole bene e che ci tiene a te, quell'uomo non ti ama come lo ami tu!"
Sento il sangue ribollirmi nelle vene, ma non è la prima volta che affrontiamo questo argomento: "Innanzitutto sono affari miei con chi vado a letto e sì, ieri sera io e Luke abbiamo fatto sesso! Secondo, io e lui ci amiamo e tu non devi intrometterti nella nostra relazione."
"Apri gli occhi: se quell'uomo ti amasse davvero, avrebbe già lasciato da anni la moglie e vivreste insieme a Max in una bella casetta nella zona residenziale di Chicago. Invece no, sta assieme a quella modella anoressica e fanno finta di amarsi. Non ha le palle per divorziare da lei e nemmeno per mettersi insieme a te! Ti ha messo incinta quando eri solo una ragazzina e lui per di più era pure sposato! Ti meriti di meglio, figlia mia."
"E chi sarebbe questo meglio? Il capitano Bellick che da quando ho rifiutato il suo invito a cena e le sue avance non fa altro che trattarmi male?! Dimmelo, papà!" Sento gli occhi velarsi di lacrime ed il cervello scoppiare nella scatola cranica. Mi alzo di scatto, tanto che la sedia produce un rumore stridulo contro le piastrelle del pavimento, e corro in camera mia.
Mi accascio sul letto, le stille salate mi rigano le guance arrossate e calde. Mi lascio andare in un pianto liberatorio, stordita dal profumo di Luke che emanano le lenzuola sfatte e che sanno del nostro amore proibito.
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