58- Fantastico!
Caro diario,
Sono tornata a scrivere,
Queste pagine le avevo abbandonate, le avevo messe da parte.
Tutto ciò che ho scritto l'ho scritto in un periodo in cui la mia vita stava cambiando, il momento della mia realizzazione.
La mia esistenza stava mutando, ma adesso... adesso che è cambiata... mi sembra troppo cerulea, come se avessi un velo intorno alle mie spalle...
Un velo colorato, sfarzoso ma pesante... e devo faticare per tenerlo fermo, per non lasciare che esso mi scivoli o mi sovrasti.
L'idea di creare mi spaventa, ma del resto ho già dato vita alla mia vita.
Ho costruito un matrimonio, mi sono abbandonata alla passione, ho aperto il mio cuore al valore dell'amicizia... ma adesso... non so se sono pronta a portare dentro di me un essere vivente.
È un progetto macroscopico... e concerne una valanga di emozioni e complicazioni, e momenti difficoltosi...
Tuttavia la telefonata della mia migliore amica ha acceso in me un insieme di speranze e realizzazioni.
Mi ha comunicato la morte del padre, e ho pianto con lei.
Le ho dato il mio cordoglio e l'ho consolata... ma ancora una volta, quella piccola-grande donna mi ha detto qualcosa di estremamente vero.
"Quando saremo vecchi e decrepiti, deperiti e instabili... quando tutte le nostre debolezze verranno a galla... ci sarà qualcuno, qualcuno di tuo, tuo davvero...che ti sosterrà. Vorrei poter aiutare mio padre, ma adesso è tardi, Bonny, è tardi. E solo quando ho avuto Hayden ho capito realmente e concretamente quanto mi amasse mio padre, solo che prima non me ne rendevo conto..."
Senza prestare attenzione alle mie azioni, la mia mano sinistra si è posata sul mio ventre.
Tempestivamente mi sono ricomposta e ho cambiato espressione.
Non sono pronta per un figlio.
Sono solo spaventata... O egoista?
Tua Bonny.
Heaven
Rimango ancora pochi istanti sotto le coperte del mio vecchio letto, con Hayden accanto a me.
Alfie sta dormendo sul divano, oppure non sta dormendo affatto.
Il sole filtra dalle tende della finestra.
Hayden sbadiglia e mi guarda con i suoi occhi grandi, è ancora assonnato.
«Sei così bello, lo sai?»
Lui non dice niente e mi osserva in silenzio.
«Ti manca il nonno?»
Abbassa lo sguardo, e mi mette una manina sul viso, il suo tocco delicato fa si che il mio viso si rilassi.
«Heaven, sei sveglia?»Alfie bussa alla porta.
«Siamo svegli.»rispondo schiarendomi la voce.
Hayden sorride appena sente la voce di suo padre.
«Entra.»esclamo.
Alfie ha i capelli spettinati e si strofina gli occhi.
«Sei bellissima, lo sai?»
Alzo gli occhi al cielo e mi porto una mano sulla faccia, scuotendo la testa.
«Lo sai che è stata colpa mia... vero?»domando con un filo di voce.
«Ti capisco, noi non dormiamo insieme da tanto.»prende in braccio nostro figlio e lo bacia sulla fronte.
«Da più di un anno ormai...»sorrido amaramente.
«Vuoi che mi stenda accanto a te?»
Annuisco.
Quando mette Hayden accanto a me, scosta le coperte per sistemarsi vicino a noi.
Guarda il soffitto, è nervoso anche lui.
«Voglio stringerti, Heaven.»
Deglutisco e lo guardo, allungo una mano sui suoi capelli e li accarezzo.
«Perdonami.»sussurro.«Ti amo.»
Hayden inizia a lanciare urletti di gioia e ci accarezza entrambi.
«Devo trovarmi un lavoro.»esordisco.
«Anche io.»
Rimango perplessa: lui ha già un lavoro, e che lavoro!!
«Scherzi?»
«No. Non sono più soddisfatto della mia carriera.»
Mi metto su a sedere.
«Sei impazzito?»
Alfie si alza in piedi e solleva gli occhi al cielo.
«Okay, adesso non alzare i toni.»dice infastidito.
Hayden ci guarda smarrito, come se si stesse disorientando, forse ho urlato troppo.
«Ti rendi conto che abbiamo un bambino? Di cosa diamine vivremo?»domando imbestialita.
Alfie si porta le mani tra i capelli e fa una smorfia di dissenso, poi esce dalla stanza e si dirige verso la cucina.
«Alfie Armstrong! Non ho ancora finito!»
Sono sbigottita, se ne è andato nel bel mezzo della discussione.
Velocemente infilo le pantofole azzurre morbide che mi ha regalato mio padre anni fa...ormai.
«Alfie!»urlo seguendolo.
«Basta! Non ne posso più! Sono stanco di questa situazione!»strilla diventando rosso in viso.
Sussulto, non l'avevo mai visto così arrabbiato.
«Scusami, è morto mio padre! Perdonami, se sono distrutta e se sono preoccupata per il nostro futuro! Sopratutto per quello di Hayden!»esclamo con stizza.
Alfie si siede al tavolo della cucina e batte un pugno su di esso.
«Molto maturo! Davvero! Bravo!»gli faccio un applauso.
Mi stanno davvero per saltare i nervi.
«ORA BASTA!»urla alzandosi e facendo cadere la sedia a terra.
Il rumore provoca il pianto di Hayden.
Ma le mie orecchie fischiano e sono immobile, come se stessi per cadere, ma non succede.
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