18-GPS
Caro diario,
Alla fine, dopo chiacchiere, risate e sguardi, ci eravamo addormentati.
Io sulla spalla di Richard, Heaven nel sacco a pelo e Alfie seduto accanto all'entrata della tenda. Invece Joe era steso accanto ad Heaven e Kit sulla spalla di Alfie.
Ho fatto meno rumore possibile quando sono uscita.
Ho appurato che c'era il sole, finalmente.
Mi sono allontanata un po' dalla tenda di Heaven e sono andata verso gli alberi più alti.
Poi ho visto quello che non avrei mai voluto vedere.
Il gps che mi aveva dato Derek per la nostra localizzazione era bagnato e non funzionante.
Ho imprecato tra me e me, ma soprattutto contro la pioggia, tutto ciò a bassa voce.
Quella gita mi aveva sconvolta troppo. Troppe cose successe all'improvviso.
E in più, avevo capito che tra la mia amica e Alfie stava succedendo qualcosa.
Ma in quel momento ciò che mi aveva fatto più rabbia è stato il gps rotto.
Derek ci avrebbe uccisi!
Mettendomi le mani tra i capelli ho tentato di calmarmi.
Era impossibile, stavo impazzendo.
Dovevo urlare, dovevo! Non mi importava di svegliare o no gli altri.
Ho lanciatoun urlo e subito mi sono tappata la bocca.
«Ma che cazzo! Bonny!»Heaven era uscita tutta spettinata e senza scarpe.
«Il gps si è rotto e Derek ci farà a polpettine!»ho spiegato velocemente, agitando le mani.
Sembravo una pazza.
«Calmati! Dio mio! Ci sono cose peggiori di un gps rotto! Tranquilla!»ha detto lei sbadigliando.
«Tipo cosa? Potrei anche perdere il lavoro, sai?»
«Addirittura! BonBon cosa ti succede? Ti stai agitando per nulla!»ha detto lei stiracchiandosi.
«Heaven, preferisci che mi preoccupi degli sguardi che tu e Mr Armstrong vi mandavate?»ho mormorato io.
Lei si è bloccata e mi ha guardato in cagnesco.
«Quali occhiate? Ho capito, Richard ti ha stordita. Va bene, lo comprendo.»ha riso.
Ho sbuffato in segno di resa.
«Io propongo di tornare subito a casa. Non ne posso più!»ho esclamato sconsolata.
Heaven si è messa a ridere ed è andata a chiamare gli altri.
POV Heaven
Sono rientrata nella mia tenda, tutti erano usciti, tutti tranne Alfie che continua a dormire.
Mi sono fermata ad ammirarlo. I capelli biondi-rossicci erano arricciati e i suoi occhi grandi chiusi, rilassati, le braccia muscolose incrociate e le labbra si univano delicatamente.
Il suo respiro regolare era così rilassante.
Il suo viso era sereno.
Avrei dovuto svegliarlo?
Senza perdere tempo, ho iniziato a chiamarlo.
«Ragazzo! Svegliati!»ho esclamato, alzando la voce.
«Alfie! Svegliati!»gli ho dato una spinta alla spalla, scuotendolo.
Niente.
All'improvviso, due forti braccia mi hanno afferrata e buttata sul sacco a pelo.
«Sono sveglio.»ha sorriso Alfie avvicinandosi al mio viso.
«Dobbiamo andarcene, torniamo alla villa.»ho risposto, ignorando il suo tentativo di baciarmi.
«Heaven, sono arrabbiato con te, sei stata tutta la sera attaccata a Joe.»ha detto con uno sguardo triste.
Volevo evitare l'argomento, non volevo fargli capire che lo stavo provocando, perché nonostante tutto... mi importavano i suoi sentimenti, eccome se mi importavano.
Ma erano i miei che mi spaventavano.
«Alfie, ti prego, andiamo.»ho chiesto a bassa voce, fissando le sue labbra.
«Sei codarda.»ha sussurrato.
Poi mi ha lasciata ed entrambi siamo usciti dalla tenda.
Tutti raccoglievamo le nostre cose, per tornare a casa.
Seguivamo la mappa di Alfie.
Dopo qualche ora di cammino finalmente eravamo arrivati.
Ma era successo qualcosa, qualcosa di inaspettato.
Derek era all'entrata della villetta, con due uomini al suo fianco.
«Finalmente siete tornati! Questi due signori sono i manager, hanno anticipato l'appuntamento!»ha annunciato con sguardo preoccupato. Ero basita ed arrabbiata.
«Come pensavi di avvisare?»ho chiesto io.
«Con il gps che si è rotto... Era anche una specie di cellulare, uno strumento di ultima generazione.»ha detto Bonny.
I ragazzi erano sconcertati. «Non vi preoccupate con quei signori ci parlo io, voi andate pure a sistemarvi, anche tu Bonny!»ho detto seriamente.
Sono entrata in sala con i manager, due uomini belli grossi. Uno era calvo e l'altro aveva qualche ciuffo brizzolato.
Entrambi mi guardavano preoccupati,
«Allora, come stanno andando?»ha chiesto uno di loro.
«Hanno fatto un ottimo lavoro, ma signori, siamo solo all'inizio. Se erano grandi attori prima lo saranno ancora di più alla fine.»ho detto sorridendo.
Tutti e due si sono guardati e mi hanno fatto un cenno.
«Abbiamo deciso di fare una cosa.
Il mese venturo sarà il mese decisivo, se riusciranno a superare tutte le prove potranno finalmente andare a recitare per il film, trascorrendo il terzo mese in libertà, altrimenti faranno come previsto da contratto, buona fortuna signorina Stewart.»
Dopo aver congedato i due manager, sono corsa a dare quella notizia. Speravo con tutto il cuore di portare a termine quella missione, mi ero posta quell'obbiettivo e nulla lo avrebbe distrutto.
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