Capitolo 6 - Nuovi Amici
Se c'erano li tutti i Doni, dovevano trovarsi anche quelli delle persone che conosceva Sara!!
Saretta le fece fare conoscenza, e da li Sara si accorse dell'estroversia del suo Idedono, era veramente socievole, sorridente e comica in un certo senso!
Conobbe anche l'Idedono di Khaterine, una tipa sbandata, disordinata e pigra, d'altronde era vero che era l'opposto di Khaterine, lei sempre così precisa e ordinata, così sportiva!!
Poi arrivó il turno di quello di Jack: dolce e buono con gli altri, timido e romantico, come quello di Iacopo, assurdo vederli così. Poi le altre due "paperelle" del gruppo, nonché Miriam e Carmen erano semplici e modeste in quel mondo paranormale.
E poi gli Idedoni dei suoi, erano innamorati follemente gli uni degli altri, rispetto alle piccole liti e discussioni che ogni giorno incombevano tra loro.
E quello del professore di matematica, di poche parole e molto giovanile, appunto il contrario di Degritto!
E poi ancora altri Idedoni di persone che non conosceva, simpatici, antipatici, belli, brutti, e che aspettavano il loro simile.
Sara si stava divertendo un mondo a vedere come sarebbero state le persone se diverse dalla realtà, e fidatevi, a dir la verità le sarebbe davvero piaciuto viverci dentro, li dove tutto era magia, qualcosa di fantastico, che anche se non ancora del tutto noto ai suoi occhi, le iniziava a piacere...
"Bene Sara, ora hai dei nuovi amici su cui potrai contare sempre, ma è arrivato il momento di parlare di cose ben più importanti, solo noi, vieni con me." esclamó Saretta, sciogliendo tutti i pensieri positivi di Sara. La ragazza infatti sapeva che da quel momento la sua vita sarebbe cambiata, ma in meglio o in peggio?
"Sara, vedi quella fessura nella roccia, devi attraversarla!" disse Saretta come se per lei fosse una cosa semplice.
"Ma parli di quella fessura nella roccia all'angolo della grotta dopo il laghetto?" Saretta annuí "Ma non ci passerò mai! Sono troppo grande! Non sono mica una di voi!" esclamò incredula Sara.
"Certo, una di noi! Sei un genio Sara!" disse felice il suo Idedono dopo attimi di meditazione. "Prendimi tra le tue mani."
Sara uní le due mani, le pose a un passettino da Saretta e le fece cenno di salire. La creaturina mise i suoi piedini sulle mani di Sara e poi disse: "Avvicinami alla tua faccia" Detto e fatto. Saretta si avvicinò alla guancia di Sara e le diede un bacio, uno di quei baci che sui diari sono sostituiti da "SMACK!".
Subito dopo Sara sentí il suo corpo abbassarsi, come se qualcosa la attraesse verso terra con grande forza di gravità. Lasciò cadere Saretta stranamente grande per la sua mano e sentí i muscoli contrarsi. Dopo pochi secondi vide Saretta alla sua altezza. Si era rimpicciolita lei o ingrandita Saretta? Si guardò braccia, mani, gambe, piedi, tutto era in miniatura, tutto rimpicciolito! Ora era chiaro:era lei che si era fatta più piccola. Spalancò gli occhi, non le sembrava vero, ora era una di loro! Felice disse: "Oh grazie Saretta, ora posso passare, è bastato un tuo bacio! Che bello, mi sento più leggera, mi piace questa sensazione!"
"Ricordati, l'amore e l'amicizia trasformano tutto!" disse saggia Saretta.
Ma era arrivata l'ora di attraversare la fessura, di scoprire altro!
Aldilà di quella semplice grotta carsica, Sara ci trovó un altro pezzo di quel mondo, da stropicciarsi gli occhi!
C'era tanta più luce, questa volta più sgargiante e ammaliante, precisamente ninfee con all'interno raggi di sole intrappolati e porzioni di bagliore lunare, finiti li chissà come. Ormai però tutto qui era possibile, Sara ci si stava abituando.
Casette di legno con piccole porticine e finestrelle erano sospese con un "filo invisibile" a mezz'aria, si poggiavano lievemente su ciuffetti di erba, forse imbevuti con polvere di fata, forse erano loro a sostenere le dimore. I tetti fatti con petali di ninfee, ormai presenti ovunque nel mondo dei Doni.
E poi, Doni che andavano di qua e di là indaffarati, a sbrigare faccende e servizi giornalieri... aspetta, quei Doni volavano!!
"Vieni" esclamò Saretta e dalla sua schiena spuntarono due alucce piccole piccole, erano verdino chiaro con le sfumature azzurro cielo.
"Che belle!" esclamò stupita Sara.
"Grazie, cosa aspetti? Vieni, dobbiamo sbrigarci!"
"Si ma come faccio? Io non so e non posso volare!" disse dispiaciuta Sara
"Ah dimenticavo, dammi la mano."
"Ma, io soffro di vertigini."
"Non guardare giù, fidati di me, non ti lascio andare."
Sara fece un respiro profondo per tranquillizzarsi, diede la mano a Saretta e si preparò per volare.
Inizialmente Saretta sbandó per due o tre volte: "Sicura di farcela??" domandò preoccupata Sara.
L'Idedono non rispose, era intenta a volare per raggiungere la meta. Erano a chissà quanti metri da terra, Sara non voleva e non si permetteva di guardare giù.
Dopo altri istanti di volo Saretta andò a posarsi e si fermò su uno di quei tanti ciuffetti di erba, davanti a una casetta, forse la sua.
"Eccoci arrivate!" esclamò mostrando a Sara la casetta: "Entra, accomodati in casa mia, sei la benvenuta!" disse spalancando la porta.
Sara entrò e sentí un odore famigliare, lo stesso di casa sua, si sentiva a casa sua! C'era la mamma di Saretta, uguale alla sua, che lavava i piatti, mentre in forno si sentiva odore di biscotti alle gocce di amarena, i preferiti di Sara, anche se sua madre odiava cucinarli, infatti li comprava sempre. Anche in quello sua madre era l'opposto del suo Idedono!
"So che i biscotti alle gocce di amarena sono i tuoi preferiti, li sto preparando per te" disse sorridendo Loretta (sua madre si chiamava Lori).
"Ma come fai a sapere che mi piacciono?"
"Facile, Saretta li odia!" scoppiò a ridere Loretta.
Dopo un sorrisetto timido Saretta disse: "Vieni in soggiorno, mia mamma ci porterà del té e dei biscotti all'amarena per te, e del latte e dei biscotti al cioccolato per me."
Il soggiorno era abbastanza grande da contenerci un divano, due poltroncine e un tavolino con un piatto pieno di cioccolatini, tutto in formato "mini" adeguato a dei Doni, il tutto in stile rustico.
Si sedettero sulle due poltroncine una di fronte all'altra.
"Bene Sara, forse è il caso di cominciare a parlare di quello che ti avevo anticipato."
"Si Saretta, hai ragione, cosa c'entra la mia scelta della missione con voi?"
"Devi sapere che tanto tanto tempo fa noi, ossia i miei antenati, vivevano in foreste di salici e betulle. Un habitat disabitato, accogliente e fatto a posta per noi."
Si sentí bussare alla porticina, sulla soglia apparve Loretta con in mano un vassoio pieno di quello che Saretta aveva chiesto alla mamma: "Ecco qui, prendete! Scusate per l'interruzione!" disse uscendo poi dal soggiorno.
"Dicevo" proseguì la storia Saretta: "Per secoli i Doni svolsero egregiamente il loro compito, cambiavano le persone in meglio e rendevano il mondo migliore. Poi però un giorno di primavera gli umani decisero che quella foresta sarebbe stata abbattuta per far spazio ad altre case. I Doni infatti negli ultimi periodi non servivano più! Non c'erano più uomini sulla faccia della Terra che volevano cambiare e venivano da noi in cerca di aiuto. La società non offriva loro valori e, privi di emozioni, preferivano rimanere rintanati in casa davanti a degli schermi che chiamavano "televisore", "computer", "cellulare", "tablet", e con i quali si autodistruggevano; penso che lo facciano ancora adesso. Fatto sta che arrivarono ruspe, trattori, demolitori e macchinari che devastarono la nostra casa. Molti morirono travolti nelle loro abitazioni, molti schiacciati inaspettatamente sotto giganti ruote, ma altri, tra cui la mia famiglia, riuscirono a scappare. Disperati ci rivolgemmo a Salemme, che tempo prima aveva superato la sua memorabile e difficile missione, uomo affidabile e di grande valore. Dispiaciuto dell'accaduto ci accolse e ricreó il nostro habitat, la foresta e lo stagno. Ma sarebbe stato meglio rimanere nascosti, nel caso in cui altri umani arroganti avrebbero voluto distruggerci. E così ora siamo qui, in questa grotta, in casette costruite da Salemme, al quale donammo per sdebitarci un pizzico della nostra magia. Ma per non attirare attenzione, ridusse la sua casa, un tempo ricca e prospera, in vecchia e apparentemente abbandonata.
Non era tutto finito però. Sapevamo che prima o poi qualcuno si sarebbe fatto avanti, avrebbe cambiato tutto in meglio, sarebbe riuscito a renderci di nuovo utili, bene, quel qualcuno sei tu!! Ti aspettavamo da due anni, finalmente sei qui! Ma nel caso in cui dovessi rifiutare la missione, il nostro mondo scomparirebbe del tutto perché completamente superfluo e inutile. Ora tocca a te scegliere da che parte stare, il nostro mondo è nelle tue mani!!"
Sara era rimasta a bocca aperta: la storia, le parole profonde dell'Idedono e l'ultima frase!! Ora si che si sentiva profondamente carica di responsabilità!!
"Ma guarda Saretta mi dispiace molto per la tua storia, e immagino come vi siate sentiti soli e inutili, ma la mia storia, la mia vita, io non so come possa cambiare la vostra. Forse avete sbagliato persona, forse io non sono niente!" disse rattristata Sara.
"Sara, non essere triste. Non è vero, tu sei tutto per noi, tutto! Lo so, mai nessuno ha creduto in te, ma ora io, anzi noi tutti ci crediamo! Quindi fatti avanti, sconfiggi i tuoi difetti e le tue paure, tu hai valore!"
Sara alzò lo sguardo da terra, era felice che per la prima volta qualcuno credesse in lei, era pronta, doveva farcela. "Ok, sono pronta!" disse lanciando uno sguardo di sfida.
"Questa è la Sara che conosco!" disse fiera Saretta "E ora, vieni! Ogni umano il giorno prima della sua avventura dorme insieme al suo Idedono. Ecco la mia camera, ed ecco la tua." Saretta aprí un'altra porticina comunicante con la sua camera: "Spero ti piaccia, l'ho preparata io, sperando di farti sentire a casa."
La sua camera era stupenda. Aveva le pareti bianche e il soffitto era blu cielo, al quale vi erano attaccate stelle e pianeti luminosi. C'era una poltroncina rossa, un comodino e un armadietto azzurrino chiaro. Il letto e il tappeto erano color salmone.
"Ma è bellissima!" disse entusiasta Sara
"Aspetta di vedere questo!"
Saretta spense la luce e dalla finestra entrarono una miriade di lucciole che illuminarono con la loro essenza candide ninfee sparse per tutta la stanza:sull'armadietto, una sul comodino, sulla spalliera del letto, sui braccioli della poltroncina e sul pavimento, insomma, era un vero spettacolo!
Sara era rimasta con la bocca e gli occhi spalancati dalla meraviglia, incredibile!
"Saretta, grazie!! Non dovevi prenderti tutto questo fastidio, grazie davvero!"
"È il mio compito." disse felice Saretta. "Ora vieni, dobbiamo cenare."
La cena era stata una delle più buone e delle piú incredibili mai assaggiata da Sara: gnocchi sussurranti "Buon appetito!", purè di patate volteggiante ipnotico con lattuga, macedonia canterina e fru-fru danzanti!!
Ora Sara iniziava a essere stanca, dopo una giornata del genere!! ma prima i Doni le avevano preparato una sorpresa: un concerto e una festa completamente dedicata a lei!!! Balli, danze e risate in quella serata che la faceva sentire così speciale come mai! Ballarono assieme e cantarono per ore, brindisi in suo onore! C'era anche Salemme nella piazza al di sotto delle casette! Arrivarono le 23:30, Sara era completamente esausta, si scusó con gli altri ma dovette abbandonare la festa, mentre questa continuava ancora. Saretta la accompagnò in stanza, le diede un altro bacio e le disse: "Buonanotte mia Guerriera!! Riposa bene che domani dovrai partire presto!" e con la sua voce soave e dolce si concluse quella giornata che non tutti hanno la possibilità di vivere!!
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