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Capitolo 5 - I Doni

Salemme condusse la ragazza per un fitto sentiero alle spalle della casa, orlato da alberi di quercia secolari alle quali radici si intricavano roghi pungenti e bassi arbusti. L'aria riservava una strana umidità che si rese ovvia quando Sara scoprí un pó più là rispetto alla casa la presenza di uno stagno, a lei sconosciuto fino allora, ornato da leggere ninfee. Sara si piegò e immerse la mano nell'acqua stagnante. Come mai era fresca come quella di un ruscello? E perché allora l'aria era umida come quella nei pressi di uno stagno o di una palude? Impressionata da ciò Sara ritrasse subito la mano sotto la risatina di Salemme che subito si voltó e continuó a camminare.
Da lì a poco, dietro lo stagno, tutto mutava. La fitta foresta di querce si trasformò in una stupenda foresta di salici piangenti che creavano un'atmosfera magica, mentre Sara si faceva avanti scostando delicatamente le fronde degli alberi che spesse volte finivano per accarezzarle il viso.
L'aria era fresca e frizzantina. Dei colibrì svolazzavano intorno ai due. Probabilmente in prossimità doveva esserci un ricco prato fiorito.
Il vecchio procedeva in silenzio, ma si vedeva che era sereno.
Dopo un centinaio di metri la foresta di salici inizió a scomparire progressivamente, fin quando rientró a far parte del paesaggio una bassa vegetazione.
Il sentiero terminava in prossimità di un fosso. Dov'era il ricco prato fiorito che consentiva ai colibrì di nutrirsi di nettare?
Sara fissò Salemme che le sorrise e subito dopo esclamò come se tutto fosse normale: "Buttati nel fosso"
"Cooos..." stava per esclamare la ragazza quando si sentí spingere alle sue spalle, precipitandosi vertiginosamente di pancia in giù nella profonda apertura nel terreno. Sara chiuse gli occhi. Sentiva il vuoto nello stomaco. I suoi riccioli rimanevano sospesi in aria a causa della forte velocità. Le iniziava a scoppiare la testa. Urlava disperata. Tutto era come sulle montagne russe. Inizió ad aprire gli occhi, pian piano, per intravedere quanto mancava all'impatto definitivo per terra, che le avrebbe fatto sicuramente perdere memoria o procurato danni permanenti. Era quasi arrivata alla fine del fosso, doveva essere la fine, anzi era la fine!! Pochi centimetri e tutto sarebbe finito... ma... tutto si fermò!! Ancora tutta intera Sara riaprì gli occhi e si trovó fluttuante a pochi millimetri da terra. Spalancò gli occhi, era una sensazione bellissima!! Non l'aveva mai provata prima! Era come se il tempo si fosse fermato e solo tu ne fossi cosciente! Rimase con le braccia spalancate e il petto, che si muoveva con respiro cauto verso terra per qualche secondo, e poi si adagió pian piano sul terreno circostante. Era bagnato con una soffice erbetta.
Subito dopo di lei precipitò divertito anche Salemme urlando: "Yuuuupppiii Yeeee... Pistaaaa!!"
"Non è stato divertente!" esclamò Sara quando il vecchio si fu agiato sull'erbetta.
"Ah, non ti saresti mai buttata se non ti avessi spinto. E ora vieni, non è questo che devi vedere, il meglio deve ancora venire!"

Si sentiva rumore di pioggia, come se in quel tunnel sotterraneo ci piovesse. Infatti si trattava di roccia carsica.
Sara non ci trovava niente di speciale in quell'oscurità, infatti avanzava a stenti mano per mano con Salemme. Era ovvio che lui conosceva ogni insenatura di quel tunnel, era casa sua! La ragazza però stentava a credere che una casa "stregata" all'apparenza, riservasse un'altro lato, quello alle sue spalle, vastissimo tanto quanto spettacolare in ogni suo lato.
Dopo un duecento metri passati al buio assieme all'inquietante rumore di ali e versi di pipistrelli sul soffitto del tunnel, Sara avvertì nuovamente il contatto della pelle con qualcosa di bagnato, muschio, felci e dall'alto altre foglie di salice, cresciute li chissà come. Solo dopo Sara si rese conto che il tunnel si era abbassato di gran lunga, fino a essere più basso della sua stessa altezza. Fece come Salemme: si abbassó e scostó le foglie del salice. E subito dopo, quello che si trovó davanti agli occhi, fu un vero e proprio spettacolo!!
La luce ricominciò ad ammaliare i suoi occhi, tanto da stropicciarseli freneticamente, dopo l'oscurità degli ultimi duecento metri. Ma se erano sottoterra in una grotta, come faceva a esserci luce? Sara alzò lo sguardo e Salemme le disse che c'erano delle ninfee appese al soffitto, riempite con essenza di lucciola (una polverina ricavata dal corpo delle lucciole in grado di brillare a contatto con l'umidità delle ninfee e delle stalattiti). Alcune di esse però diventavano le vere e proprie case delle lucciole, che illuminavano di proprio, quindi, la loro casetta. Sara non immaginava neanche che una lucina così fioca come quella di una lucciola potesse brillare così tanto.
All'angolo della grande grotta c'era poi un piccolo laghetto circondato da pietre e sassi, e come immissario un fiumiciattolo, sul quale era costruito un ponticello, largo quanto più o meno tre dita, e lungo quattro. Quindi la grotta doveva essere abitata! Ma da chi, se non da esserini minuscoli chissà con quale aspetto?
Ora Sara era più curiosa che mai, chissà cosa avrebbe scoperto!!

Salemme gettò un fischio, uno di quelli affabili che fai solo per richiamare degli amici.
Improvvisamente dall'estremità della grotta iniziarono a spuntare occhietti piccoli quanto perline, che timidamente iniziarono a uscire al bagliore delle ninfee e rivelare corpicini piccoli piccoli, quanto tre dita circa, che avevano sembianze umane.
"Su, non fate i timidoni!! Non devono uscire a vista solo i coraggiosi!! Vi ho portato un'amica, Sara!"
A quel punto una marea di altre piccole creaturine iniziarono a sbucare da tutte le parti, erano tantissimi, iniziarono ad accerchiarsi vicino ai piedi di Sara esclamando: "Tu sei quella che ci salverà!", "Sei arrivata, finalmente, è da due anni che ti aspettiamo", "Sara, che bello vederti", "Ottima scelta la Perla Nera", "Sapevamo che eri tu quella giusta!"
Sara non stava capendo niente, con le mani nei capelli voltava lo sguardo da una parte all'altra, e in ogni punto individuava esserini che urlavano... Erano davvero esaltati!!
"Bastaaaa!!! Volete tacere?? Non vorrete farla scappare così presto spero!!" esclamò Salemme, vedendo la ragazza confusa, nel tentativo di placare la marea di creaturine.
Tentativo riuscit: dopo qualche secondo nella grotta ci fu silenzio.
"Bene Sara, ecco qui i Doni!!" esclamò fiero Salemme.
"Cosa?? Loro sono i "tuoi" Doni?? Come fanno a essere dei doni se fanno solo rimbambire le persone, urlando da ogni dove??" disse meravigliata Sara.

"Sara, sei tu, davvero?" disse una vocina facendosi largo tra gli altri.
Quando Sara poté finalmente vederla chiaramente, si accorse che era identica, ugualissima a lei, persino nel neo sul dito mignolo!
Sara guardò perplessa Salemme in cerca di spiegazioni e lui fu pronto a fornigliele: "Sara, ti presento il tuo Idedono, è il Dono uguale ma opposto a te. Tutti, proprio tutti in questo mondo ne abbiamo uno, ed è il Dono che ci rappresenta fisicamente, ma è opposto caratterialmente." Sara sollevò un sopracciglio perplessa e poi fece cenno di continuare: "Ad esempio: tu sei introversa, timida, non credi in te stessa, ma sei disposta a qualunque cosa pur di aiutare gli altri. Bene, il tuo Idedono, in questo caso Saretta, è l'opposto di te: è estroversa, sbarazzina, e ambiziosa, ma a volte tende a trascurare un pó gli altri."
"E a che scopo questo?" chiese curiosa Sara.
"Vedi Sara, tu sei stata abbastanza coraggiosa da entrare qui dentro, e riceverai la tua ricompensa, ma prima dovrai superare, un'avventura, che è anche una missione e una prova per vedere se davvero meriti il tuo Dono!!"
"E quale sarebbe il mio dono?"
"Di solito la missione consiste nel raggiungere e riconquistare il dono che hai scelto in casa mia, nel tuo caso la Perla Nera, se la supererai, Saretta ti donerà quello che tu non hai e che invece lei possiede: l'estroversia, l'audacia, l'ambizione e un pizzico di coraggio in più, il giusto che ti serve. Così potrai cambiare te e la tua vita!! Ecco perché queste creaturine si chiamano così, perché sono disposte benevolmente a offrirti tutto il Dono che possiedono!"
"Tutto questo mi affascina sempre di più, ma nel caso non dovessi superare la missione?" chiese piena di dubbi Sara.
"In questo caso rimarrai intrappolata in un mondo parallelo, nell'avventura stessa, e non potrai più uscirne! La Perla Nera è un'avventura molto difficile, tanti nel corso del tempo hanno cercato di affrontarla, ma nessuno ne è mai uscito. La tua missione sarà piena di incontri, starà a te scegliere di chi fidarti o meno, sappi però che una scelta potrà condizionare e cambiare tutto. Sara, non sempre le storie hanno un lieto fine, dipende tutto da te, sei tu che decidi, il destino non conta, e sei tu che deciderai che piega dare alla tua di storia!"
Sara alzò lo sguardo da terra: "Potrei tirarmi indietro?"
"Si cara, ma è da te che dipende il loro futuro!!" disse Salemme indicando la marea di Doni, mentre spauriti si abbracciavano l'un l'altro.
"Perché, come condiziono le loro vite?" chiese preoccupata Sara.
"Non agitarti fanciulla, fai prima conoscenza con le creaturine, e loro ti racconteranno tutto!" esclamò Salemme con un sorriso, facendo cenno di immergersi tra loro.

* * * *
SPAZIO AUTRICE... E LETTORI
Allora miei lettori vi sta piacendo la storia? Che ne pensate? Spero di , io sto facendo del mio meglio!! La domanda è: riuscite a immaginare voi accanto il vostro Idedono? Come sarebbe? Ecco la mia sarebbe molto ordinata, puntuale, coraggiosa e rapida, ma sarebbe anche triste, introversa, agitata e vanitosa dato che sono il contrario... ma no problem, le creaturine donano solo i loro pregi (lo scriverò nel capitolo successivo)!!😁
Aspetto di scoprire i vostri Idedoni, scrivetemi nei commenti, CIAUUU!!😉

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