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Capitolo 10 - Viola inspiegabile

Correre, correre fino a non sentirsi più il respiro, non so se lo avete mai fatto o provato, ma vi giuro la sensazione è nauseante... La stessa sensazione che stava provando in quel preciso momento Sara. Si sentiva soffocare dentro se stessa e nel frattempo piangeva bagnata dalla pioggia che in quel preciso momento iniziava a cadere fastidiosa come sempre, sul volto di Sara e sul suo vestito, da bianco in marrone fango a causa della terra sulla quale via via si andavano sempre più formando enormi pozzanghere viscide e fangose. Si sentiva in colpa, forse per colpa sua Marilda e Greta non avevano più le loro vite, era un disastro, se lo sentiva dentro, era come se una voce glielo sussurrava così forte semplicemente per il semplice gusto di farla sentire una nullità. Se non serviva a niente allora cosa ci stava a fare lì, era questo che continuava a non capire, o forse non si sforzava più di tanto a capirlo.

Quando fu abbastanza lontana dalla casa, tanto quanto occorreva per placare il pianto, fu in grado di riprendere molto lentamente fiato. Il fagotto era fracido d'acqua, come il suo vestito. Ora cosa doveva fare? Stette qualche momento a pensare mentre ripercorreva con la mente la strada che aveva percorso fino a quel punto in cui si era riparata. Sotto un albero sentendo la pioggia caderle addosso. Non ricordava per niente la strada percorsa, né dove si trovava ora, in fondo non era del posto. Le estranee non si orientano, vanno per istinto... Si ok, ma ora come doveva procedere? Si guardò attorno, non c'era nessuno. Vide però un'apertura nella roccia poco distante da lei, una caverna forse, fatto sta che senza pensarci troppo si diresse verso quella direzione.

Quell'apertura sarebbe stata sufficiente per rimanerci fino al placarsi della pioggia, non un momento di più, poi sarebbe ripartita alla volta di chissà dove, proprio come un'eremita, o almeno così si sentiva.
Era una grotta piuttosto fredda, le gocce della pioggia tintinnavano delicatamente cadendo per terra dal soffitto.
Sara indossó le robe che le aveva dato Marilda... erano poco più di due stracci ma erano comodi! All'interno però ci trovó una spada lucidissima con l'impugnatura robusta. "Per difendere sempre e comunque il tuo valore" era inciso sulla lama affilata. Splendida.
Poi Sara si accovacció su sè stessa con le ginocchia attaccate al petto in attesa che la pioggia smettesse.

Stava per chiudere gli occhi. Aveva sonno. Sentí poi qualcosa che si muoveva nel fagotto. Lo prese, lo aprí cauta e qualcosa le balzò  addosso. La ragazza emise un gridolino che si soffocó in gola quando si rese conto che una lingua le leccava il viso... si, era Lincia! "Oddio... tu cosa ci fai qui???" era l'unica cosa che riuscì a dire, senza risposta ovviamente dato che parlava con un can-gatto. "Accidenti perché mi hai seguita?"
"Ma dolcezza io non ti ho seguita sei tu che sei arrivata qui da me!" "Zitto, in fondo non è detto che devi essere tu quello a sgridare per quello che gli altri dicono di aver fatto senza motivo o con un motivo incalzante!"
"Eh?" esclamò stupita Sara, guardando Lincia.
Poi si voltó, e ad attenderla c'erano un corpo con due teste... "E voi cosa siete?". Rimase basita.
"Siamo due gemelli s..si" disse non Bongo ma l'altro (di cui Sara non conosceva il nome) "Siete gemelli siamesi!" disse trionfante Sara.
"Si, giusto, proprio quello!" esclamò sempre lo stesso.
"E come vi chiamate?"
"Io Bingo" disse quello dello scioglilingua
"Io Bongo. E tu Dolcezza?" disse il romanticone
"Sara"
"E cosa ci fai qui nella nostra casupola?"
"Io sto compiendo un'avventura, una specie di missione!"
Bingo: "Ah si, che bello!"
"Ma dove vivete, cioè, come fate a star qui, c'è spazio a malapena per una persona e per un can-gatto!"
"Ahahah ma tu credi che abitiamo qui? Patetica!!" la insultó Bongo "Questa è la nostra gabbia, semmai!"
E Sara incerta: "Come scusa?
E Bingo come se nulla fosse: "Bongo vuole dire che siamo stati intrappolati qui!!"
"Come scusa? Da chi?" domandò con un filo di voce.
"Ahahah non sai davvero? La tua mente è così superficiale che non guardi a fondo ma ti limiti a vedere la superficie dell'iceberg come se il fondo fosse superfluo!"
"Bingo non è ora degli sciogli lingua insensati o sensati che siano!"
"Eravamo qui per un pic-nic, con mammina Bonga e papá Bongone. Ci siamo allontanati di gran lunga da loro, tentando di avventurarci come esploratori nel boschetto. Poi siamo arrivati qui, e attratti dalla grotta ci siamo seduti e giocavamo a Batti il Cinque." "Arriva al punto Bingo!" disse agitata Sara. "Ci ha intrappolati qui un Dragosauro, un essere sbavoso e viscido. Lui cosparge con la sua saliva lurida quasi ogni cosa, e quando lo fa, crea un muro retrospettore che impedisce di vedere tali cose, questo solo per gli oggetti e le cose inanimate. Solo chi viene cosparso dalla sua saliva può vederle. Poi sputa anche fuoco, è un incrocio tra un Dragosauro e un Dinosauro!!"
"Mi stai dicendo che li c'è la sua casa?" chiese Sara indicando il vuoto oltre la parete della grotta.
"Esatto! Crea inganni per trovarsi le prede. Infatti siamo stati divorati e siamo finiti nel suo enorme stomaco. Siamo rimasti li due giorni!! C'era però tanta luce!
Ma poi, siccome Bingo e Bongo sono difficili da digerire, hanno provocato a Dragosauro un forte mal di pancia. Siamo stati vomitati proprio poco fa, ed ora eccoci qua!" "Ta-dan" esclamavano in coro alla fine della storiella.
"E ora dov'è il mostro?"
Bongo sembrava tranquillo: "È uscito di tana per andare a mangiare erba purificante, non sappiamo quando tornerà"
Bingo rovinó l'atmosfera di quiete:"Si, ma potrebbe tornare anche ora"
"Come?" esclamò Sara "Questo non me l'avevate detto!" "Dobbiamo andarcene, o nello stomaco ci finiremo in quattro ora!", mentre dava occhiate dispiaciute a Lincia, che ora si trovava anche lui in quella disastrosa situazione.

Stavano per uscire da quella grotta quand'ecco che un verso potente e furioso di un qualcosa non ben decifrato, inizió ad agitare gli animi dei quattro, già non molto tranquilli. Tremó persino la grotta, facendo cadere dal soffitto polvere e pietruzze.
Sara scorse da lontano una figura grande e sontuosa. Aveva denti affilati con una lingua lunghissima, il corpo simile a quello di un Tirannosauro Rex, ma color Viola.
Agitazione.
Panico tra i quattro...
"Non c'è molto tempo, il Dragosauro ha fatto ritorno alla sua casupola, dobbiamo nasconderci. Bingo e Bongo, voi vedete tutto perché siete stati inghiottiti dal Dragosauro giusto?? Portateci all'interno della sua casa e trovateci un posto sicuro."

Allora Bingo e Bongo presero per mano Sara che aveva in braccio Lincia e li condussero nella grotta.

Non si stava male, era bella calduccia quella tana, di cui Sara non vedeva né le mura, né qualsiasi cosa deposta sul pavimento. Una cosa la sapeva Sara... mamma mia, il dragosauro sembrava un collezionista di "trozzole", dato che non appena facevi un passo subito c'era qualcosa che provocava rumore, rotolando per terra. Il fragore dei passi  del dragosauro si faceva sempre più vicino. Sara in preda all'agitazione si guardò intorno in cerca di istruzioni.

"Nel vaso Sara" consigliò Bingo.
"Quale vaso??" chiese lei stizzata da tutto, le sembrava una presa in giro... lei il vaso non poteva vederlo!!
Bongo e Bingo presero in braccio Sara e la poggiarono dentro un enorme vaso di terracotta. E sulle sue gambe ci poggiarono Lincia. "State qui zitti!!"
Sara pregò il cielo che non succedesse niente... erano solo all'inizio!!

Bingo e Bongo invece corsero e cercarono di trovare riparo da qualche parte. Non fecero però in tempo a nascondersi che subito entrò nella caverna il Dragosauro.
Sara non ne vedeva né l'aspetto né la dimensione. Ne poteva sentire solo il verso e il tonfo dei suoi enormi passi.

Bingo e Bongo iniziarono a gridare contro il dragousaro: "Hey, vieni qua brutto ceffo!! Te lo dicevamo che mangiare Bingo e Bongo non era il Top!!"

"Che idioti!!" Pensò Sara "Perché tutte a me!?"

Il Dragosauro si avvicinò ai due siamesi per mangiarseli nuovamente.
Con i suoi versi faceva sgretolare qualche parte della caverna.
Sara si tappó le orecchie affinché non le si rompessero i timpani.
Bingo e Bongo rabbrividirono,  non avendo nessun mezzo con cui difendersi.
Lincia guaí e si accucció di nuovo a Sara.

Sara decise...

... sarebbe stata lei a salvare tutti da quella brutta situazione.

Sguainó la spada. Saltò sull'orlo del vaso che rotoló a terra e si ruppe. Ma Sara, come fosse una libellula, fece in tempo a saltare dall'orlo del vaso sul dorso del Dragosauro.
La spada affillata pronta a essere conficcata nel corpo dell'essere mostruoso.
Il Dragosauro impazzito inizió a sputare fuoco, da cui fuoriuscivano piccoli luccichii viola che si dispersero in aria come se danzassero.  Avvolsero Sara e la trasportarono in alto, quasi a sfiorare il soffitto. Sara rimase immobile dal momento che fluttuava in aria. Il Dragousaro continuó impetuoso a sputare fuoco, che divenne sempre più violaceo.
Tutti guardarono la scena sbalorditi, Sara urlava dalla paura. Inquietante... quei luccichii non volevano lasciarla.
Fluttuante nell'aria inizió a notare che i luccichii si facevano sempre più densi.
Si sentiva intrappolata.
Le fecero fare tre capovolte indietro, poi si fermarono.
La immobilizzarono. Sara aveva perso il controllo del corpo. Quasi quasi veniva quasi arsa dalle fiamme impetuose del drago.Rimase in silenzio, voleva godersi le sensazioni del momento. Credeva fosse l'ultimo.
I bagliori si fermarono.
Proseguirono poi la loro "giostra", trasportarono in fretta Sara, le fecero sfiorare le pareti laterali della grotta. Sara si graffió tutta. Sperava che quell'incubo finisse.
Ad un certo punto si sollevarono in aria anche tutti gli altri, colorati di viola a causa dei tanti luccichii che li circondavano.
Tutti si ritrovarono a sedere sul dorso del Dragosauro che inizió a correre fuori dalla grotta inferocito, volendosi togliere di dosso quei "microbi parassiti".
O almeno questo era quello che pensava Sara, Bingo, Bongo e anche Lincia...

 

 

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