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34. Mr. Brightside

Canzone per il capitolo:

Mr. Brightside – The Killers

...Jealousy, turning saints into the sea,

swimming through sick lullabies...

************************

Caro Peter Pan,

non ti scrivo da così tanto tempo...

So di aver mancato i nostri soliti appuntamenti, ma purtroppo la mia vita è cambiata molto negli ultimi tempi e ho perso di vista tante cose che, ora, iniziano a mancarmi.

E per primo ci sei tu.

Non so come dirtelo evitando di girarci intorno, così andrò direttamente al punto: mio padre è morto. Ha avuto un infarto, si è spento così. Nessun avvisaglia, non ho avuto nemmeno il tempo di vederlo un'ultima volta. Mi hanno chiamato dall'ospedale e...

È stato come essere trascinata da una tromba d'aria che mi ha riportato a terra soltanto ora. Non so nemmeno cosa scriverti per spiegare cosa provo. Perché non lo so nemmeno io.

Sai bene che con lui il rapporto non è mai stato perfetto; avevamo alti e bassi e ora che lui se n'è andato, ecco che le cose non sono cambiate. Ha lasciato un vuoto dentro di me, non so come altro descrivere la voragine che mi si è formata nel petto. E quel vuoto è fatto di affetto ma soprattutto amarezza: per tutte le parole non dette, le verità lasciate incomplete.

Dopo la sua morte ho scoperto che mia madre mi ha scritto sempre da quando se n'è andata via. Mio padre mi ha tenuto nascoste le sue lettere e cartoline, e forse anche i regali che mi inviava per Natale e a tutti i compleanni. Ora ho quelle lettere con me, ma a parte un paio, non riesco a trovare il coraggio per leggerle tutte. La curiosità è tanta, ma la paura di soffrire ancora di più la supera. Mi fa male sapere che se n'è andata ma che comunque mi ha sempre pensato. Forse, avrei preferito sapere che fosse sparita nel nulla una volta e per sempre, mentre ora la ferita si è riaperta e io non so come comportarmi.

Continuo a pensare a lei, al motivo per cui ci ha abbandonati, e soprattutto perché mio padre mi abbia tenuto nascoste così tante cose. Primo tra tutti il problema al cuore che me lo ha portato via. Era malato e non me ne aveva mai parlato.

Ora sto cercando di rimettere insieme i pezzi e di strisciare in avanti. Mi mancano le sicurezze, mi mancano le radici, e mi manca papà, nonostante il rapporto tra di noi non fosse dei migliori.

E ora, mi mancano pure i soldi.

Ti avevo raccontato del mio lavoro e dell'università. Beh, ora posso dirti che anche in quel campo la mia vita è cambiata. Ho deciso di lasciare gli studi, visto che ho trovato l'occasione per iniziare il lavoro a tempo pieno nel negozio.

So bene che rimarrai male per le mie parole, perché tu eri stato il primo a convincermi a iniziare l'università, che mi avevi spronato dicendo che sarei stata sprecata in un lavoro mediocre... ma non posso più permettermela, e non parlo solamente di una questione economica. Ormai non riesco più a concentrarmi, tutto mi sembra di scarso valore, e sapere di studiare verso un futuro che continuo a non vedere mi fa stare male: continua a ricordarmi di ciò che avrei potuto avere, ma che in realtà si sta allontanando sempre di più.

Ora continuo a vivere con le mie amiche, e presto dovrò togliere i mobili dalla mia vecchia casa. Ormai, non ha più senso tenere quel luogo e, nonostante la morte di papà, l'affitto deve essere pagato comunque.

Non so cosa farò nell'immediato futuro. Per ora cercherò di concentrarmi su me stessa, sul rialzarmi da terra, e i miei amici mi stanno aiutando molto in questo.

Mi manchi, Leonard. Vorrei che potessimo essere di nuovo bambini per fantasticare sulle storie insieme, come facevamo un tempo... quando non dovevo pensare a queste cose...

Spero di sentirti presto,

Ciao, Peter Pan.

Sto rileggendo la lettera per Leonard ancora un'ultima volta, per controllare eventuali errori; forse dovrei riflettere sul fatto che, appena tornata a casa dopo aver passato ore con Christian, io abbia sentito l'impellente bisogno di mettermi in contatto con un altro ragazzo. Un ragazzo di cui non conosco nemmeno il viso.
Non riesco a spiegarne il motivo. Dopo giorni passati nella confusione che quasi mi aveva fatto credere di aver dimenticato quel mio lontano amico, ora sono tornata a scrivergli. Mi manca tanto. In mezzo a tutto il casino della mia vita, Leonard è sempre stato l'unico punto fisso.

Sono ancora persa nei miei pensieri quando noto la porta della camera aprirsi lentamente. « Psst », bisbiglia la testa di Casper nel vedermi seduta alla scrivania a quest'ora della notte.

Lo sguardo curioso passa rapido su Timon, addormentata nel suo letto sotto una matassa informe di coperte variopinte, per poi tornare da me. « Non ti ho sentita rientrare. »

« Pensavo dormiste tutti, così ho fatto piano. Sono tornata mezz'ora fa. »

Entra dentro con la coperta patchwork sulle spalle a mo' di mantello e chiude la porta. « Che stavi facendo? »

Metto via la lettera nel mio diario. « Niente... scrivevo un po'. »

Annuisce, poi si guarda intorno con fare vago: dondola le braccia, molleggia sulle gambe... sono le quattro di notte e finge di trovarsi in camera mia per una faccenda del tutto casuale. « Ah, già. Le tue poesie segrete... me le farai leggere un giorno? »

« Non credo; sono private e lo sai che me ne vergogno. »

« Così come nel cantare? » domanda alzando le sopracciglia. « È per quello che non ci hai mai detto che sei molto intonata? »

« Non ve l'ho mai detto perché non sono un granché, e poi di sicuro mi avreste costretta a cantare e io non lo faccio davanti a nessuno. »

« Con Chris lo hai fatto », mi fa notare, e la punta di irritazione è ben chiara nella sua voce.

« Non capiterà mai più. »

La vedo alzare gli occhi al cielo, poi torna all'attacco. « Allora... sei stata con lui tutto il tempo? »

« Sì, perché? »

Si siede sull'angolo del materasso di Timon. Quest'ultima, come prevedibile, non fa una piega per l'intrusione. « No, così... era per sapere. » Finge di lisciare i pantaloni in pile del pigiama. « E... cosa avete fatto dopo che io e Scott ce ne siamo andati? »

Sospiro paziente quando spengo del tutto la lampada sulla scrivania con l'unica idea in testa di infilarmi nel letto e annullarmi dal mondo e dalla vita per qualche ora. Spero che Maia recepisca il messaggio forte e chiaro. « Niente di che... ora avrei sonno e vorrei riposare. »

Non ho nemmeno il tempo di mettermi comoda che la mia amica si infila nel pasticcio di coperte e lenzuola con me. « Sputa il rospo e non mentirmi. »

« Casper, voglio dormire », mi lagno, ma lei è imperterrita.

« Allora parla in fretta così me ne vado prima. »

« Stai urlando », le faccio notare, allontanando un poco il volto visto che, anche se non riesco a vederla, sento la sua vicinanza come eccessiva.

« Figurati se Timon ci sente; lo sai che quando dorme non la svegliano nemmeno le cannonate. Ora vuota il sacco. Cosa avete combinato dopo la nostra interruzione? »

« Lo vuoi sapere sul serio? »

Resta qualche istante in silenzio, sorpresa, forse resasi conto che sto per dirle tutto davvero. « Aspetta. »

Essere amica di Casper significa vivere in un moto perpetuo di confusione. È così che mi sento ora, quando scosta bruscamente le coperte e arriva ad accendere la luce principale della stanza. « Ci hai scopato?! » strilla sconvolta.

« Certo che no! »

Sembra esageratamente sollevata. « E allora che ci hai fatto? »

Nascondo la testa sotto il cuscino, nella vana speranza che lei decida di comportarsi come il fantasma da cui prende il soprannome e sparisca nell'etere; ma l'irritante poltergeist alla fine mi ruba pure la protezione dalle mani.

Quando apro infine gli occhi nella sconfitta, noto che persino Timon non è più riuscita a rifugiarsi nel sonno. « Perdindirindina! Che sta succedendo? »

Maia torna a sedersi sul mio letto. « Sara ha fatto roba con Christian! »

La ragazza sempre un po' assonnata, quella dei movimenti lenti e dei ragionamenti ancora più lenti seppur precisi, sembra materializzarsi improvvisamente sul mio letto dalla velocità con cui prende a muoversi. Al momento, il mio materasso inizia a essere decisamente troppo affollato. « Come, cosa, dove, con chi, quando e in che modo », elenca numerando pure le domande con le dita, ora perfettamente sveglia.

Inizio a raccontare il più in fretta possibile gli accadimenti della serata recentemente conclusa, ma quando arrivo a metà, immancabilmente Timon mi ferma. « Aspetta. Quale versione di Something Stupid? Quella di Frank Sinatra o Robbie Williams? »

« Ma che ti importa? » sbotta Casper.

« I dettagli sono importantissimi! »

Le interrompo. « Quella di Sinatra, anche se le parole alla fine sono le stesse. In ogni caso, poi dopo mi ha baciata e... e... »

A ogni mio e..., ecco che entrambe si avvicinano di più. Devo farmi più indietro per non sentirmi in trappola. « Cos'è successo? » incalza Timon.

Non le guardo negli occhi, altrimenti morirei di imbarazzo. « Sentite, non abbiamo fatto quello. »

« E questo lo abbiamo capito, ma vogliamo sapere cosa! »

« Diciamo che lui mi ha... mi ha fatto delle cose. »

Timon alza le sopracciglia, altamente soddisfatta della piega che sta prendendo il mio racconto. « Uh, uh... »

L'altra componente del trio, quella più concreta e pragmatica, invece va dritta la sodo. « Cose con le dita o cose con la lingua? »

« Sentite, vi ho già raccontato fin più del necessario. Vorrei tenere qualcosa un po' per me. »

Maia pare stizzita dalla mia risposta evasiva, mentre Timon, per fortuna, mi dà manforte. « Hai ragione, sono cose private. Però, è davvero bello che tu ti sia lasciata andare con lui; è il primo con cui lo fai. Potrebbe essere un bene. Tu ti fidi di lui? »

« Sì... credo di potermi fidare di Christian. »

Maia sbuffa e di scatto si alza in piedi. « Mai fidarsi troppo degli uomini. »

« Sei gelosa? » ribatte Timon; si rende conto in ritardo delle sue parole.

Il volto di Maia si imporpora rapidamente, colto da un improvviso moto di rabbia e imbarazzo. « E perché mai dovrei essere gelosa?! »

Mentre Timon cerca di salvare la situazione, tergiversando sul fatto che le amiche sono sempre tendenzialmente gelose dei ragazzi e che la gelosia è perfettamente normale, io mi faccio sempre più piccola nel letto. La nostra amica se ne va qualche momento dopo con la scusa di una stanchezza improvvisa, cosa che non aveva fino a due minuti fa, mentre Timon resta nel letto con me.

« Ho fatto una gaffe tremenda, vero? »

Annuisco. « Sì, abbastanza. Hai visto come si è sentita mortificata? »

« Senti, Sara... secondo me è inutile continuare a far finta di niente. Un giorno dovremmo parlarne con lei. Questa situazione a metà non potrà andare avanti molto. Lei ci sta male e non mi va. »

« Lo so, ma è una faccenda che mi mette molto in imbarazzo... »

Con un sospiro sembra svuotarsi sul materasso come un palloncino sgonfio. « Ok... comunque, stasera mentre eravamo a bere, sono successe due cose. »

« Racconta. »

« Nate ha detto che la scorsa settimana è uscito con un paio di ragazze. »

Sgrano gli occhi, profondamente sorpresa. « Davvero? »

« Sì, e lo ha detto di fronte a tutti. Come se si vantasse.

Visto che avevo ragione io? Lui non è interessato a me. Tu e Chris vi siete sbagliati. »

« Io non mi sono sbagliata. O Nate è un cretino, oppure lo ha detto solo per farti ingelosire, per vedere da te una reazione. »

Lei scrolla immediatamente la testa. « Impossibile. Non ha alcun senso. »

« E invece ce l'ha », insisto. « Ha detto un paio, e paio è un termine troppo vago. È palesemente una bugia. »

Tiene un sopracciglio inarcato mentre mi squadra da sotto in su. « Paio significa due. Non è un termine vago: è molto preciso. »

La ignoro. « In ogni caso, potresti indagare. Fatti dire i nomi, no? »

Sospira sconsolata. Mi fa sorridere vederla fingersi non interessata al ragazzo dai capelli ossigenati, quando invece è attratta eccome. Ecco uno dei motivi per i quali si era lasciata con il suo ex fidanzato: con le amiche, Timon è sempre affettuosa e dolce, premurosa e attenta, mentre nelle relazioni sentimentali perde di vista l'obiettivo e si chiude in se stessa, risultando spesso fredda e distante per la sua timidezza.

« Ok, lo farò. E poi, seconda cosa. Questa sera Rainbow mi sembrava parecchio giù di corda. Tu sai per caso cosa le è successo? »

Faccio spallucce, senza sapere come rispondere. « Non ne ho idea. Lo sai che non mi parla da un po'. »

« Il fatto è che, da un paio di giorni, parla a malapena anche con noi. Non capisco che cos'abbia. Sembra arrabbiata con il mondo intero. »

Il mio pensiero finisce subito a Lucas, al giorno in cui avevo scoperto per caso che aveva scambiato il numero con alcune ragazze della sua facoltà. « Ascolta, Timon. Silvia potrebbe essere preoccupata per Lucas, secondo te? »

« In che senso? » è di nuovo interessata al mio tono investigativo.

« Ti ricordi quel giorno in cui si vantava tanto del fatto che Lucas aveva detto in giro di essere fidanzato, e che quindi non aveva dato il suo numero di telefono a delle ragazze della sua università? »

Il suo cenno di assenso mi permette di continuare. « Ecco, ho scoperto che non è vero e lui ha dato davvero il numero a quelle ragazze. Non so il motivo, quando, dove o il contesto, ma lo so.

Forse, Silvia sospetta di qualcosa... magari dovrei dirglielo. »

Timon scrolla subito la testa. « No, lo sai quanto è gelosa! Finiremmo per metterle solamente la pulce nell'orecchio. A me Lucas sembra un bravo ragazzo; non voglio credere che vada a divertirsi con altre mentre sta con Silvia », spiega, ancora nel suo inattaccabile ottimismo, al suo modo di vedere il mondo tutto tempestato di disegni Disney e fiori colorati.

« Dovremmo informarci meglio sulla faccenda, non credi? »

« Me ne occupo io », decreta alzandosi in piedi. Afferra il telefono, spegne la luce e si infila nel letto con me. « Ora inizio a indagare su Facebook, poi passo a Instagram, a Twitter, ai gruppi della loro facoltà e... »

« Non potresti fare tutto questo nel tuo letto? » borbotto mentre cerco di mettermi comoda tra la parete e la sua ingombrante, quanto minuta, presenza.

« No, ormai il mio materasso si è raffreddato e qui si sta tanto bene. Posso restare per stanotte? »

Mi volto dall'altra parte. « Sì, ma ora vorrei dormire. »

« Tu dormi, io starò sveglia per un beeeeel po'. Sherlock Holmes è al lavoro. »

Impiego diversi minuti ad addormentarmi, ancora presa dalle immagini e i ricordi della serata passata con Chris, e il borbottare tra sé di Timon, che elenca a se stessa tutte le procedure investigative di uno stalker con i fiocchi, mi culla fino al sonno completo.

Al mattino, la ritrovo al mio fianco con la bocca spalancata e il suo cellulare caduto esattamente sulla faccia.

Nulla riesce a turbare i sogni di Timon. Nemmeno le indagini.

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Spazio Dory:

vi chiedo immensamente scusa per l'imperdonabile ritardo, ma ho preferito concludere il sequel di Top Secret così da potermi dedicare con più attenzione e assiduità a The Galway Girl con più tempo a disposizione. Ora che Lou Lou Land è terminato, non vi farò più aspettare così tanto: promesso!

Detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo. Io vi mando un baciottone enorme per essere ancora qui nonostante il mio ritardo (mentale e non solo) e vi lascio qui sotto i miei contatti per:

Instagram: maiaiam88

Youtube: Paginedicinema

A presto!

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