6. Mystery
Non lasciare che il passato occupi troppo spazio nel presente
-Will Rogers
𝓙𝓪𝓬𝓸𝓫🕸
«Jacob, Jacob!» fu l'unica cosa che sentii in tutto il casino di cui eravamo circondati
«Mamma sono qui» urlai cercando di uscire dalla mia stanza, ma nulla da fare. Era chiusa a chiave.
Da fuori sentivo forti rumori come sedie che sbattevano o schiaffi e iniziai a piangere più forte di prima.
Dopo qualche minuto sentii la porta aprirsi ed era mia mamma con un occhio nero e la faccia piena di sangue.
«Amore mio, sai che ti voglio molto bene vero?» disse lei con le lacrime agli occhi
«si anche io, ma cosa succede mamma? Perché hai la bua?» Le chiesi per capire cosa stesse succedendo, ero molto spaventato
«nulla, tranquillo tesoro. Adesso però facciamo un gioco ok? Io ti apro la porta che dà sul retro del giardino e te devi correre velocissimo verso il giardino dei vicini come se stessi correndo una maratona e una volta arrivato suoni. Mamma ti raggiungerà lì» non volevo lasciare la mamma da sola ma decisi di ascoltarla
«ok mamma, ma torni vero?»
«si amore mio, corri adesso. Corri più forte che puoi.»
«Cazzo!» Urlai appena aprii gli occhi.
Avevo di nuovo sognato quello. Quel dannato giorno in cui la mia vita cambiò per sempre a soli 2 anni.
Ero tutto sudato quindi decisi di andarmi a fare una doccia calda per far scivolare sulla mia pelle tutti quei ricordi senza svegliare gli altri.
La doccia calda era una delle poche cose che mi faceva rinascere e per qualche secondo lasciare la realtà.
Adoravo sentire le goccioline d'acqua scorrere sul mio corpo e il calore intorno.
Dopo circa mezz'ora uscii e mi misi un'asciugamano in vita mentre mi sistemavo i capelli.
Una volta asciutto e vestito decisi di andare fuori per fumare. Avevo bisogno di sfogarmi in qualche modo e visto che i miei genitori, o forse meglio dire, genitori adottivi, erano entrambi in casa essendo solo le 5 di mattina decisi di uscire.
Ma evidentemente mi sbagliavo perché Matthew era sveglio.
«Ehy, dove vai di prima mattina?»
«Fuori, non ho sonno» risposi
«Ultimamente esci quasi sempre molto presto»
«Evidentemente non ho mai sonno e ho bisogno di aria fresca»
«Jacob, che succede? Lo sai che puoi parlare con me, con tua mamma e con tua sorella» insistette
«Nulla, ho solo bisogno di uscire. Posso o devo pregarti in ginocchio?»
«Va bene vai, però prima ti volevo dire una cosa»
«cosa?» chiesi
«Io e tua mamma, stavamo pensando di invitare la signora Marie e sua figlia Iris qui per cena, domani visto che Hallie avrebbe piacere di stare un po' con Iris» Dio. Questa ragazzina.
«Ok, perché me lo dici? Da quando faccio parte di una decisione?»
«Dai Jacob, lo sai che non è così. Vi chiediamo sempre le cose prima di decidere, sia a te che a tua sorella»
«si si va bene, però io ho fatto un'altra domanda»
«Ho pensato che potrebbe farti piacere anche a te stare un po' con Iris e sua mamma visto che sei sempre fuori. E poi con Iris ho notato una certa intesa» per favore no eh.
«Non iniziare. Non c'è nessuna intesa e probabilmente non ci sarò domani» dissi e uscii.
Parlare della sirenetta non fece altro che farmi andare alla sera precedente. Non doveva sapere di più oltre a quello che sfortunatamente aveva visto insieme alla sua amica psicopatica anche perché quello significherebbe metterle in pericolo e io non lo avrei permesso.
***
Entrai a scuola alle 9 di mattina perché non avevo voglia di fare la prima ora, tanto ormai i prof mi conoscevano e molto difficilmente avrei superato l'anno.
Mi diressi verso la mia classe e salutai la prof che mi guardò malissimo chiedendomi il perché del mio ritardo. L'ora passò veloce e finalmente arrivò l'intervallo.
Uscii in giardino e andai a parlare con un mio amico. Mike. Uno dei tre ragazzi che erano con me l'altra sera.
«oi, hai visto là?» mi disse appena arrivai davanti a lui. Girai lo sguardo nella direzione che indicò con il mento e i miei occhi si posarono sulla sirenetta che parlava con una ragazza bionda. Probabilmente Sarah visto che lei conosce tutti. Aveva una maglietta semplice viola, dei pantaloni neri e un cappotto di pelle sopra.
Ma Mike non stava guardando l'abbigliamento o con chi stava parlando. «Si dai, lascia perdere. Non dovevi farmi vedere quella cosa?» Cercai di cambiare discorso
«ohh ma come siamo schivi. Non mi dire che la bambina ti ha già sedotto»
«No non iniziare a fare il coglione. Fra un po' suona la campanella, ti muovi a farmela vedere o no?» finalmente cedette
Appena suonò la campanella andai verso il mio armadietto e mentre lo aprivo vidi la ragazzina guardarmi quindi ricambiai lo sguardo e rimanemmo a fissarci senza dire nulla per circa venti secondi fino a quando cedette.
I nostri sguardi combaciavano perfettamente ma sapevo benissimo che io insieme ai miei occhi stavo macchiando la sua purezza.
A un certo punto, la vidi venire verso di me.
«Perché?» mi chiese
«perché cosa?»
«Perché ci hai difese?» immaginavo questa domanda
«Potrò fare quello che voglio o ti devo pure dare una motivazione Ariel?»
«Si ma visto che stavamo quasi per essere violentate dai tuoi amichetti ho il diritto di saperlo»
«Non so perché l'ho fatto va bene? Sei contenta?» Le dissi arrabbiato e me ne andai dopo aver preso dall'armadietto il libro di matematica.
Arrivai a casa dopo scuola perché dovevo badare a mia sorella.
«JACOB! Che bello, sei arrivato!» mi disse venendo verso di me
«già» non mi mostravo mai tanto entusiasta davanti a mia sorella
«Possiamo guardare dei film di Natale??» mi chiese con gli occhi dolci.
«Va bene» non mi piacevano molto perché avevano sempre la stessa trama. C'era la ragazza di carriera che si trasferisce in un paesino dove incontra il suo futuro fidanzato, ovviamente a Natale.
Decisi comunque di far contenta mia sorella perché vedevo come le si illuminavano gli occhi quando si parlava di qualcosa riguardante il Natale.
Dopo circa venti minuti per la scelta del film perché Hallie aveva sempre qualcosa da dire, finalmente iniziammo a vederne uno.
Io mi misi seduto sul divano ad angolo ed Hallie si appoggiò alla mia spalla abbracciandomi. Sapevo quanto quella bambina tenesse a me, così come ci tenevo io, ma ero troppo stupido per dimostrarlelo.
«Jacob guarda che belle decorazioni! Secondo me dovremmo metterne anche noi altre»
«Guarda Babbo Natale fatto con le lucine quanto è bello!»
«uhh che bella famiglia!»
Queste erano alcuni dei miliardi di commenti che fece Hallie durante il film infatti le piaceva osservare tutti i dettagli e non stava zitta un attimo ma questa caratteristica del suo carattere non mi dispiaceva. Era una bambina vogliosa di conoscere il mondo senza sapere quanto poteva essere crudele a volte.
«Jacob guarda! Nevica!!» Disse Hallie nel bel mezzo del film correndo verso la finestra. Ed era vero, stava nevicando e neanche poco.
Hallie adorava la neve, la vedeva come dei piccoli batuffoli che cadevano dal cielo in cui potersi buttare in mezzo, un momento di sfogo.
«Possiamo andare fuori?? Perfavore!» mi chiese ma notai che la neve stava cadendo sempre più fitta. Probabilmente si sarebbe estesa in una bufera
«No Hallie, ne cade troppo e c'è vento. Quando finirà avrai tutto il tempo di giocarci» le risposi e lei ci rimase un po' male ma capì la situazione quindi ci rimettemmo sul divano a guardare il film.
Dovevo ammettere che iniziai ad essere un po' preoccupato per i miei genitori che erano al lavoro ma in teoria la strada da fare non era molto quindi non avrebbero dovuto esserci problemi.
*drin drin*
La mia attenzione venne rapita da una notifica sul cellulare, era un messaggio
«Jacob siamo nei casini fino al collo. Ha quasi scoperto tutto»
Merda! Non poteva essere possibile.
🦋🌹
Angolo autrice:
Questo è il capitolo 6 e come avete notato c'è una novità, cioè il pov del nostro Jacob dove scoprite un po' del suo passato. Per il prossimo dovrete aspettare un po' più del solito perché voglio scriverlo bene.
Detto questo byeeee
Spero vi sia piaciuto!✨
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