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22. I love you, I hate you.

Se desideri una cosa, rincorrila con tutto te stesso. 

𝓘𝓻𝓲𝓼🥀

Sentii il campanello di casa suonare ma ero talmente distrutta che non mi alzai neanche dal mio letto che ormai stava diventando la mia cuccia dove ripararmi e sfogarmi in silenzio.

Jacob aveva fatto quella pazzia di venire da me alle 4 di notte solo per vedere come stavo mentre io l'avevo lasciato da solo a portare avanti le indagini. 

Mi iniziai a chiedere se tutto questo senso di protezione me lo meriti.

«Iris scendi un attimo!» urlò mia mamma dal piano terra e scesi di malavoglia, sbuffando.

Appena affrontai l'ultimo gradino il mio cuore fece un sussulto. Grace era lì, nel salotto di casa mia. La mia migliore amica aveva volato fin qui solo per vedermi.

Mi persi tra le sue braccia ringraziando chiunque abbia deciso di mandarmi una ragazza come lei 

«Grace mi dispiace rovinare tutto ma Iris è in punizione fino a Natale quindi non potrai stare qui.» veramente avrebbe rovinato anche questo incontro?, no non le lo avrei permesso

«No, seguirò la punizione ma lei resta qua.» 

«Oh certo, così puoi mandare lei insieme ai tuoi amichetti? Non se ne parla.» Grace rimase immobile ad ascoltare la conversazione fino a quando non ebbe un po' di tempo per parlare 

«Io in verità avrei anche prenotato una stanza in un hotel qui vicino, vado a stare là per non recare problemi» 

«È la cosa giusta» ribatté mia mamma

«Assolutamente no! Perché devi rovinare tutto? Voglio stare semplicemente con la mia migliore amica, è chiedere troppo?» non era mai successo che discutessi in questa maniera con mia madre e anche se non lo davo a vedere mi faceva male 

«Oh e va bene ma non voglio sentire parlare di quella faccenda. Intesi?» entrambe annuimmo e salimmo subito in camera 


«Non la vedevo così arrabbiata da quando hai rotto la finestra a cinque anni» disse Grace girando per la camera

«Non è esattamente la stessa cosa» provai a rimanere seria ma scoppiai a ridere al ricordo di quel giorno. 

«Uhh e questo?» la vidi vicino alla scrivania con un post it in mano ma solo dopo realizzai a chi appartenesse quel pezzo di carta gialla. 

Le andai incontro correndo cercando di rubarglielo 

«Ma quindi...oddio, avete passato la notte insieme? E tu sei in punizione!» il cambio di espressioni che fece mi fece ridere ma subito dopo ripresi coscienza di quello che stava succedendo

«No e dammelo.» allungai il braccio e finalmente riuscii a prenderlo.

Il problema principale non era quello che me l'avesse lasciato Jacob ma quello che c'era scritto.

«Quando dormi, sbavi.» 

Appena lo avrei rivisto lo avrei picchiato perchè io non sbavavo. 

«Al matrimonio voglio essere la damigella quando vi sposerete, che sia chiaro.» farfugliò la mia migliore amica guardandomi con uno sguardo maligno

«Smettila. Non ci sarà nessun matrimonio.» misi il post-it all'interno di un cassetto di fianco alla scrivania distrattamente 

«Piuttosto te come ci sei arrivata qua che gli uber sono fuori servizio?» la sfidai 

«A piedi.» mi guardò seria alzando leggermente la testa 

«Non ci credo. Non ti ricordi neanche dove abiti, figurati se sapevi la strada.» anche io feci la stessa cosa e ci ritrovammo faccia a faccia come eravamo abituate a fare quando volevamo scherzare con l'altra.

«Un ragazzo mi ha accompagnata.» 

«Che ragazzo?» 

«Uno con due gambe, due braccia, due occhi, una bocca, due orecchie-» la bloccai

«Grace.» 

«No, tu mi devi dire perché Jacob era qui di sera. Siamo pari» affermò soddisfatta 

«Voleva assicurarsi che stessi bene dopo la sfuriata di mia madre. Adesso tocca a te, forza!» non volevo muri tra me e la mia migliore amica e non faceva per niente fatica a confessarle anche le cose più personali.

«E avete dormito insieme?» mi chiese 

«No. Però ci siamo baciati.» aveva il diritto di saperlo 

«Oddio quando? Stanotte?» fece un piccolo saltello sul posto prima di andarsi a sedere sul letto

«No, la scorsa notte. Quando è successo quel casino nell'azienda» abbassai la testa al ricordo di quella sera e giurai di essere arrossita 

«E com'è stato? Bello? Bacia bene?» 

«È stato...liberatorio. Avevo perso la cognizione dello spazio e la mia mente aveva smesso di distruggermi.» alzai lo sguardo e l'unica cosa che vidi fu il sorriso della mia migliore amica che si allargava sempre di più

«Che c'è?» le chiesi 

«Ti sei innamorata cara mia» affermò.

Cosa? Io innamorata di Jacob? Non poteva essere anche se...solo con lui mi sento veramente libera.

«Non è possibile» iniziai ad agitarmi girando per la stanza

«Non avere paura delle emozioni Iris, sono quelle a renderci vivi e te hai il grande privilegio di provare il sentimento più forte ma distruttivo di tutti. L'amore.» Grace mi appoggiò una mano sulla spalla e mi sorrise 

«Io ho già provato l'amore e non è andato bene...» dissi a malincuore 

«Quello non era amore e poi non sono tutti come lui.» si posizionò davanti a me e mi prese la faccia tra le sue mani invitandomi a guardarla negli occhi

«Iris smettila di nasconderti, inizia a vivere lasciando perdere quel brutto capitolo della tua vita. Fallo per te.» la guardai intensamente e mi iniziai a chiedere come sarebbe stato senza di lei, senza la mia migliore amica che era sempre pronta a tirarmi su di morale anche quando dentro di lei era in corso una tempesta, quella che non mi ha mai abbandonata nonostante tutto e quella che considero un angelo inviatomi da qualcuno che si trova lassù.

«Grazie, come sempre» la abbracciai con le lacrime che minacciavano di uscire 

«Di nulla leoncina, ti voglio bene» ricambiò «Anche io, tanto.» 

Passammo circa due minuti abbracciate e mi aiutò molto.

«Adesso però tocca a te dirmi chi è il ragazzo che ti ha accompagnata.» la ripresi mentre era intenta a guardare il cellulare. Alzò lo sguardo titubante su di me e rimase zitta per qualche secondo

«Niente scuse.» specificai 

«Oh e va bene -fece uno sbuffo ma continuò a parlare- mi ha accompagnata Tom» alla sua risposta spalancai gli occhi 

«Tom? Quel Tom?» 

«Si, quanti Tom conosci?» si mise sulla difensiva 

«Cosa c'è tra di voi?» 

«Assolutamente nulla.» farfugliò agitata 

«Ne sei proprio sicura? Eppure ha tutte le caratteristiche del tuo ragazzo ideale, capelli castani, occhi chiari e alto.» le feci l'occhiolino e la continuai a guardare sorridendo

«Non ho un ragazzo ideale.» ribatté 

«Ah no? Guardiamo la bacheca di Pinterest? Quella soprannominata "my ideal boy"?» la presi in giro e lei finalmente mi guardò negli occhi anche se fulminandomi 

«Non ti darò mai più il mio telefono.» incrociò le braccia al petto e fece il broncio mentre io scoppiai a ridere.

La nostra conversazione però venne interrotta dal mio telefono. Una notifica.

«Ho bisogno urgentemente di te. C'entra l'indovinello di quei pazzi.

Ps. E magari voglio vederti ;)» 

Era un messaggio da parte di Jacob e non aspettai un secondo a digitare la risposta 

«Sono in punizione e mia mamma è al piano di sotto quindi non posso uscire. Cosa è successo?»

Digitai talmente in fretta che era come se la mia mano si fosse scollegata dal resto del corpo.

«Cazzo, trova qualche modo per uscire. Dalla finestra magari.»

«Mi dispiace ma a differenza tua, io preferisco vivere. 

«Se ti mando Tom a prenderti, scappi dalla finestra?🥺» 

Scoppiai a ridere per l'emoji e attirai l'attenzione della mia amica.

«Cosa succede?» mi domandò guardando il telefono

«Jacob ha bisogno di me per una cosa su quei pazzi ma non posso uscire.» 

«Vado io. Basta che mi dici dove si trova.» rispose convinta Grace 

«Ma sei impazzita?! Mia mamma è di sotto.» le dissi con ancora la conversazione aperta 

«E allora andiamo entrambi dalla finestra! Non è molto alto.»

«Mia madre mi ucciderà.» affermai facendole intuire che provavo a fare quella pazzia.

«Ehh, cosa non si fa per amore» disse guardando il telefono 

«Smettila»

«Arriviamo.» 

Digitai sullo schermo 

«Arriviamo? Con chi sei?» 

Ma a quella domanda non ebbe risposta perché eravamo già intente a morire.

«Attenta a dove metti i piedi!» urlò senza alzare troppo la voce mentre cercavo di scendere dalla finestra. Lei era già arrivata sana e salva 

«In caso mi butto su di te eh» le risposi e ridemmo.


«Ecco, hai visto? Non è stato male.» mi diede una pacca sulla spalla appena arrivai a terra 

«Sono circondata da pazzi. Ottimo.» 


𝓙𝓪𝓬𝓸𝓫🕸

Avevo il biglietto con l'indovinello in mano mentre aspettavo Iris e mi torturavo le mani. Tom era seduto accanto a me con le mani a sostenere la testa. Tutto stava andando male per il contenuto di quel cazzo di biglietto. 

«Questi sono completamente fusi. Non riusciremo mai ad andargli contro.» ribattè di nuovo il mio migliore amico che sembrava più agitato di me

«Lo devo fare per Iris. Lo devo fare per quei bambini.» risposi deciso

«Si ma cazzo Jacob! Siamo solo tre poveri ragazzi contro dei fottuti criminali!» si alzò in piedi e iniziò a vagare per la stanza. Tom non si comportava spesso così ma lo potevo capire. 

«Quattro.» ribattei e mi guardò confuso

«Da oggi saremo quattro. Ho capito il messaggio di Iris, starà venendo con Grace.» 

«Oh ancora meglio! Mettiamo in pericolo anche lei.» 

«Calmati. Ce la faremo, abbiamo bisogno di scoprire la verità.» provai ad alzarmi per andare da lui ma la gamba me lo impedì e rimase zitto.

Il silenzio venne spezzato dal suono del campanello, dalla porta entrarono la sirenetta seguita dalla psicopatica come immaginavo. 

Mi guardò in modo cagnesco e potei immaginare a cosa si riferisse.

«Allora? Cos'è successo?» domandò sedendosi di fianco a me sul divano seguita da Grace, mentre l'unico in piedi rimaneva Tom che fissava in silenzio

«Leggete.» le porsi il biglietto che recitava testuali parole.

«Dateci quello che ci spetta.» 

«Ma che cazzo?!» sbottò Grace guardando me e Tom 

«Cosa significa? Noi non sappiamo cosa vogliono.» continuò Iris

«Non c'è solo questo.» dissi spostando lo sguardo verso Tom che si diresse in cucina.

«L'abbiamo trovato poco fa davanti casa.» continuai mentre il mio migliore amico posava sul tavolino davanti a noi una scatola.

«Abbiamo aspettato ad aprirla.» 

Iris la aprì e rimase immobile guardando il contenuto.

All'interno c'erano delle farfalle nere morte con quattro pezzi di carta in mezzo.

Ognuno ne prese uno e lo lesse agli altri.

«259.197» la prima a parlare fu Grace che faceva ancora fatica a credere

«259.200» lessi io

«259.198» disse Tom passandosi una mano sulla faccia

«259.199» terminò Iris con la mano tremante 

«È un conto alla rovescia.» affermò il castano 

«Potrebbe essere anche al contrario. In modo crescente.» ribatté miss psicopatica e Tom la guardò intensamente 

«Giusto. Per adesso sappiamo che qualunque conto sia, parte o finisce a 259.200.» disse la ragazzina che stava cercando di rimanere lucida 

«Non vi scordate delle farfalle nere.» mi intromisi 

«Le farfalle nere possono avere diversi significati. In generale vengono associate a cose negative come morti imminenti ma alcuni popoli come gli Egizi le considerano segno di resurrezione o personificazione di un'anima morta.» raccontò la sirenetta mentre tutti noi la fissavamo interessati. Il ruolo da sapientona le stava bene e la rendeva molto attraente.

«Non penso che qui si parli di resurrezione, sono tutte morte queste farfalle.» ipotizzò Tom 

«Molto probabilmente è un avvertimento e i numeri sono un conto alla rovescia ma perché sono così alti?» dissi io confuso 

«Non ne ho idea.» ribattè il mio migliore amico

«Ragazzi guardate.» chiamai l'attenzione di tutti e rimasi zitto con l'immagine nelle mani.

Era raffigurato un piccolo contenitore di vetro nero sopra un piedistallo rosso al centro di una stanza enorme.

«E questo cosa dovrebbe essere?» chiese Iris

«Probabilmente quello che vogliono.» affermò Tom 


𝓣𝓸𝓶🪰

Avevo gli occhi puntati sulla foto cercando di scovare qualche indizio che potesse aiutarci a capire in che edificio o stanza si trovasse quel contenitore.

«L'unico indizio sono i disegni della parete sullo sfondo. È impossibile capire il luogo.» dissi concentrandomi su alcuni simboli raffigurati.

«Dobbiamo capire prima cosa rappresentano, Grace te che sei appassionata di leggende e simboli storici riesci a riconoscerli?» parlò titubante la rossa spostando lo sguardo verso la sua migliore amica che stranamente mi stava ancora fissando nonostante avessi finito di parlare diversi minuti fa

«Non mi pare...però mi sembra di aver già visto quel posto...» rispose incredula delle parole che lei stessa stava pronunciando 

«Cosa significa Grace?» le domandò Iris

«Non lo so, ho visto una foto di un luogo simile sulla scrivania di tuo padre ma magari mi sbaglio» la rossa sgranò gli occhi così come Jacob 

«Tuo padre stava indagando come noi?» chiese quest'ultimo alla ragazza che sembrava sconvolta

«Non ne ho idea, sono sorpresa quanto te.» 

«Ad ogni modo, sai dove si trovi?» chiesi io a Grace

«No, non mi sono concentrata su quella foto avendo avuto a malapena 6 anni.» ribattè 

«Pensi che ci possa essere la possibilità che l'ha conservata?» chiese Iris

«Probabile, Thomas conservava sempre tutto.» 

«Aspettate, c'è un nome in lontananza» mi intromisi prendendo la foto «Krex's Oppherine?» cercai di leggere ma era tutto sfuocato

«Non ha nessun significato e nessuno di noi conosce un luogo con questo nome a quanto pare.» disse Grace

«Ci guardo io sperando che esista sul web.» affermò Jacob

«Ma prima che ne dite se mangiamo? Sono quasi le 21 e il mio stomaco brontola.» farfugliai prendendomi delle risate dai miei amici a cui serviva staccare un po' da tutta quella faccenda.

«Prepari tu. È casa tua.» disse il mio migliore amico 

«Ovvio! Vi va bene la cotoletta di pollo con le patatine fritte? Dopo ho una sorpresa!» domandai e dopo che tutti mi fecero un segno positivo il mio sguardo cadde su Grace che sembrava a disagio ma la sua migliore amica la prese per una mano e la portò sul divano quindi io mi diressi verso i fornelli.


«Che film volete vedere?» sentii la voce di Iris provenire dal divano dove tutti e tre erano seduti, Iris era in mezzo tra i due «Voi guardate un film senza di me?! Che insensibili.» dissi fingendomi offeso mentre cuocevo la cotoletta

«Nel mondo c'è sempre qualcuno che deve lavorare e oggi sei tu.» mi rispose Jacob con un sorriso beffardo, il solito che ormai avevo visto troppe volte

«E allora io vi stacco la presa della TV.» ribattei fiero 

«C'è il computer.» 

«Stacco anche il wi-fi» continuai

«Potete smetterla di fare i bambini?» si intromise la castana 

«Per una volta do' ragione a miss psicopatica quindi su, prepara» rispose Jacob e dopo un bel dito medio mi rimisi ai fornelli con i loro discorsi di sottofondo per quale film scegliere. 

Alla fine scelsero Harry Potter e la pietra filosofale sotto costrizione di Grace.


«È pronto.» cercai di richiamare la loro attenzione

«È lèviosa, non leviosà!» dissero le due ragazze guardandosi a vicenda e imitando il gesto della bacchetta mentre Jacob se la rideva 

«Maghe continuate dopo.» alzai leggermente il tono della voce per essere sicuro di essere sentito da quelle due fangirl accanite.

Finalmente riuscimmo ad essere tutti a tavola, io e Grace da un lato e Jacob e Iris dall'altro.


𝓘𝓻𝓲𝓼🥀

Casualmente finii seduta vicino al cafone che mi sorrise spavaldo appena mi sedetti.

Appena agguantai un pezzo di cotoletta come gli altri miei due amici di fronte a me sentii una mano sulla mia coscia.

Sussultai ma cercai di rimanere calma per non attirare l'attenzione di Grace e Tom, spostai lo sguardo verso Jacob che mi stava già fissando sorridente e percepii i polpastrelli muoversi verso il mio interno coscia. 

Iniziai a sudare freddo e per poco non sputai il boccone che avevo appena messo in bocca, cercai di spostargliela ma la presa era troppo ferrea così gli pestai il piede sano senza successo.

Notai con la coda dell'occhio che Grace giocherellava con la forchetta nel piatto senza preoccuparsi di mangiare e avrei voluto aiutarla ma la mano di Jacob si spostò sempre più verso la mia intimità che sentii pulsare all'improvviso.

Le mie guance probabilmente stavano andando a fuoco e mi stupii del fatto che ancora nessuno mi avesse chiesto se avessi caldo.

Spostai nuovamente lo sguardo verso Jacob che stava tranquillamente mangiando un boccone con la mano non occupata come se non stesse succedendo niente. 

«Com'è? Buona?» domandò Tom a tutti e dovetti cercare di mandare giù per non sembrare maleducata 

«Molto buona.» rispose il ragazzo di fianco a me che iniziò a massaggiare il mio interno coscia facendomi perdere tutti i sensi, i brividi si impossessarono di me e sentii caldo in tutto il corpo, le mie gambe decisero di non funzionare più e neanche il mio cervello a quanto pare perché non fece nulla per farlo smettere. 

Mi piaceva quel contatto. Mi faceva sentire parte di qualcuno. 

«Oh wow miracolo, di solito non ti sbilanci mai» rispose il castano mentre cercavo di rimanere lucida «Iris te cosa ne pensi?» Continuò spostando lo sguardo verso di me.

Cercai di aprire bocca ma le parole mi morirono in gola «Io...devo...andare in bagno» dissi ma la sua mano aumentò la presa 

«O forse no...ci vado dopo.» deglutii 

«Tutto bene?» mi chiese la mia migliore amica quando dovrei essere io a chiederlo a lei visto che ancora non aveva mangiato 

«Si si, è buonissima, Tom.» farfugliai sperando di non aver detto una cavolata, quest'ultimo annuì confuso e continuò a mangiare fortunatamente.

All'improvviso Jacob lasciò la presa e confusa mi girai verso di lui

«Continuerà prossimamente» sussurrò non facendosi sentire nè vedere dagli altri, ingoiai a fatica e mi sfregai le mani sulla faccia per metabolizzare.

«Scusatemi ma io non ho più fame, vado fuori a prendere un po' d'aria.» disse Grace alzandosi dalla sedia e il mio occhio non fece altro che cadere sul piatto quasi completamente pieno 

«Oh ok, la porta finestra è quella.» rispose Tom titubante indicando un punto alle sue spalle e la figura della mia migliore amica sparì 

«Vado da lei.» affermai a malincuore ma il castano mi bloccò

«Ci vado io se non è un problema così tu finisci di mangiare.» notai infatti che lui aveva già finito e che forse a Grace avrebbe fatto bene avere affianco una figura diversa così annuii e gli sorrisi.


𝓖𝓻𝓪𝓬𝓮🎀

Le stelle brillavano sopra di me, il vento muoveva i miei capelli che fin da piccola non ne avevano mai saputo di stare lisci e le lacrime minacciavano di uscire. Ripensai al giorno in cui tutto cambiò, un lontano giorno di agosto, in piena estate, mese in cui le spiagge sono piene di persone che si divertono pensando di poter affrontare l'immensità del mare, affrontando le sue grida con delle tavole da surf e schizzando le sue lacrime addosso ad altre persone. 

Ma io non mi stavo divertendo, i miei occhi erano puntati su ogni ragazza che passava davanti ai miei occhi e più le guardavo più mi vergognavo del mio corpo, pancia piatta, gambe lunghe e snelle, seno non troppo prosperoso ma comunque evidente e pelle perfetta: tutte cose che io mi potevo sognare. 

«So che avresti preferito la tua migliore amica a consolarti ma è troppo occupata a battibeccare con il mio di migliore amico.» con un gesto repentino mi asciugai le lacrime che erano riuscite a sfuggire al mio controllo e rimasi ferma senza dire nulla.

«Scusami se qualcosa non ti piace, puoi dirmi cosa vuoi e magari te lo prepa-» Tom iniziò a fare la cosa che mi distrusse di più, si stava scusando con me perché non avevo mangiato non pensando minimamente che ero solo una bambina viziata

«No tranquillo, non c'era nulla che non andava. Al momento non ho fame, tutto qui.» lo bloccai 

«Oh ok, però potrei offendermi se non provi i miei biscotti» fece il broncio e si portò le braccia al petto come se fosse un bambino a cui gli è stato appena impedito di giocare con il suo gioco preferito

«Sono sicura che sono buonissimi ma veramente, non ho fame, scusami» non riuscivo a guardarlo in faccia ma fece una cosa che mi stupì e mi fece ridere

«Un morso» disse dopo aver fatto l'aeroplanino a mò di madre ed essersi fermato davanti alla mia bocca. 

Sussultai e indietreggiai un po' ma l'odore di biscotti al cioccolato appena fatti mi invase le narici e in quel momento mi odiai così tanto

«Ok ok, dò un morso prima io e poi tu d'accordo? Così sei sicura che non ti voglio avvelenare.» risi e annui senza rendermene conto. Lui si avventò sul biscotto strappando un pezzo modesto e poi mi porse l'altra parte ancora integra, esitai ma poi mi decisi. 

Misi in bocca un piccolo pezzo sperando che il mio corpo smettesse di essere il mio peggior nemico.

Masticai, mandai giù e mi sentii come prima, nulla di strano o conati di vomito in arrivo e in più il biscotto era veramente buono

«Allora? Com'è?» mi chiese il biondo curioso «Buono ma finiscilo tu» dissi incerta sulla mia reazione futura

«Fanno così schifo? Veramente?» si scoraggiò guardando il biscotto 

«No no! Sono molto buoni ma come ti ho detto prima non ho molta fame.» 

«Farò finta di crederti.» finì il dolce in un morso e riprese a parlare «Ti piace il Natale?» cambiò totalmente discorso

«Si ma lo preferivo quando ero bambina e tutti erano uniti. A te?» confessai 

«Oh no, in verità lo odio ma da qualche anno ho iniziato ad apprezzarlo grazie a Jacob e ai miei genitori» tolse il suo sguardo su di me e guardò un punto indeterminato sulla neve soffice

«Perché?» azzardai 

«Storia lunga questa...sta iniziando a diventare freddo, entriamo?» cercò di sviare

«Tu vai se vuoi, io rimango qui ancora un po'. Non mi capita molto spesso questa pace a New York.» dissi

«Oh ma questa non è pace, ci sono i motori che passano ogni due minuti, conosco un posto molto più silenzioso di questo non molto lontano da qui.» lo guardai confusa 

«Che intenzioni hai?» 

«Nessuna, solo che vuoi la pace con miliardi di pensieri in testa e questo non è possibile quindi devi distrarti.»

«Sto bene qui grazie.» 

«D'accordo, ci sediamo per terra?» mi domandò totalmente tranquillo

«Emh...va bene? Ma perché non vai dentro? Hai detto che hai freddo.» 

«Meglio il freddo che le immagini che potrei vedere entrando in quella casa con Jacob e Iris dentro.» affermò 

«Quindi lo sai?» gli chiesi

«Cosa?» si sedette per terra a contatto diretto con la neve 

«Del bacio.» feci la stessa cosa ma lui si alzò di nuovo

«Scusami?! Quel bastardo bacia Iris e non me lo dice?» sussultò

«Ah scusami, pensavo lo sapessi.» 

«Hanno anche scop-» lo bloccai subito immaginando la domanda

«Non lo so e non lo voglio sapere.» 

«E magari hanno anche intenzione di farlo a casa mia no? Adesso mi sente.» risi ma lo afferrai da un braccio per non farlo entrare

«L'hai detto tu che preferisci il freddo che le immagini che potresti vedere nella tua testa se entri lì dentro.» 

«Tanto dopo mi sente.» si sedette nuovamente 

«Sembri mia madre, te ne rendi conto?» lo presi in giro e mi guardò male

«Immagino che voi ragazze siete molto peggio tra migliori amiche.» rispose 

«Ti lascio con il dubbio» 

«Il mio non è un dubbio, ne sono sicuro.» ribattè

«Allora ti lascio alla tua convinzione» continuai 

«Sei cazzuta, bambi» sorrise 

«Ancora? Non mi chiamare così, fenicottero ossigenato.» 

«Ma almeno io ti ho dato un soprannome carino!» balbettò 

«E chi ti dice che il fenicottero non sia carino?» lo affrontai e mi guardò stranito

«Oh lo so bene, i fenicotteri sono magnifici. Lo sapevi che bevono stando in piedi con una gamba?» 

«Si, ho un libro intero sulla vita dei fenicotteri.» affermai e vidi i suoi occhi illuminarsi 

«Me lo regali a Natale?» disse facendo gli occhi dolci 

«Ovviamente no.» risposi e girò la testa offeso


𝓙𝓪𝓬𝓸𝓫🕸

«Sei forse impazzito?!» sbotta Iris appena rimaniamo soli in cucina

«Non sai quanto, mi sembra che ti sia piaciuto però.» risposi schietto ripensando alle mie dita sopra la sua coscia divinamente perfetta

«No e non ti azzardare a farlo un'altra volta. Te le mozzo quelle mani.» borbottò alzandosi 

«Addirittura? Se ci tieni possiamo fare il contrario, le tue dita su di me.» la sfidai perché amavo quando le sue guance si tingevano di quel rosso acceso 

«Smettila o ti tiro qualcosa.» rispose sulla difensiva e per quella volta pensai di finirla là.

«Comunque non è vero che sbavo quando dormo.» sentii dire alla ragazzina intenta a prendere una bottiglia d'acqua

«A me è sembrato di si» mi alzai con le stampelle e mi avvicinai alla sua schiena

«E allora sei un bugiardo.» si irrigidì appena percepì il mio respiro caldo dietro di lei

«Mhh, dici?» le appoggiai le mani sui fianchi lasciando le stampelle appoggiate al bancone della cucina 

«Togliti.» disse autoritaria cercando di scappare

«Tua madre lo sa?» le chiesi tenendola ferma

«No, non so neanche io cosa siamo Jacob.» si girò su se stessa facendomi scontrare con il suo sguardo 

«Io...non lo so» affermai confuso

«Esatto, finché non lo sappiamo preferisco lasciarla fuori e non avvicinarci troppo.» le sue parole mi stupirono e non ebbi il coraggio di risponderle, lasciai la presa dai suoi fianchi e me ne tornai sul divano.

«Cosa hai intenzione di fare con quei pazzi?» mi chiese indecisa sul da farsi

«Domani Tom andrà alla ricerca ma te devi cercare quella foto se esiste ancora.» 

«Non ti assicuro nulla però, mia madre è una vipera ultimamente.» 

«Resti qui stanotte?» le domandai cercando di rimanere impassibile anche se non mi sarebbe dispiaciuto continuare quello iniziato prima

«No, devo tornare a casa. Anzi mi conviene chiamare Grace» rispose spaesata ma si bloccò davanti alla finestra 

«Cosa c'è?» afferrai le stampelle e mi avvicinai a lei

«Guarda.» mi indicò un punto nel giardino e sorrise. 

Tom e Grace si erano addormentati appoggiati al muro della casa, per terra. 

«Ancora sicura di andare a casa?» le chiesi percependo la sua felicità per la sua migliore amica 

«Okok, vado a svegliarli per evitare due ghiaccioli in casa e poi dormiamo qui.» rispose andando fuori.

Avrei tanto voluto stare con lei senza tutti i pericoli a cui la stavo esponendo e per quanto mi sembrasse strano dirlo, mi mancava la mia famiglia, mi mancava Hallie e mi mancavano anche le sgridate di Lola che negli ultimi giorni mi aveva chiamato quattro volte per sapere come stessi. 

Loro sanno che avevo bisogno di un po' di tempo da solo con Tom per pensare senza sapere tutta la merda in cui ci siamo cacciati e forse ci avrebbero anche aiutati essendo avvocati ma questo avrebbe significato mettere in pericolo anche loro e non potevo sopportare l'idea di perdere la mia famiglia per la seconda volta. 

Venni distratto da Tom e Grace che entrarono di fretta e furia andando al piano di sopra 

«Grace vuole il letto per dormire e Tom ha fatto una scommessa che chi sarebbe arrivato prima in camera sua avrebbe dormito sul letto mentre l'altro sul divano.» spiegò Iris appena rientrata e ridacchiai

«Ti proporrei la stessa cosa ma sarei in svantaggio.» dissi ironico

«Infatti non serve, mi sembra già chiaro che tu dormi sull'altro divano in sala no?» 

«Ovviamente no, Ariel.» risposi spavaldo

«E invece si, Jacy.» mi affrontò sapendo quanto odiassi quel soprannome 

«Non ti conviene sfidarmi ragazzina.» mi avvicinai alle sue labbra

«Esatto, quindi io dormo sul letto e tu di là, buonanotte.» mi sorpassò e corse di sopra senza che io potessi ribattere. 

Che ragazzina rompipalle.

Non mi cambiai e cercai di addormentarmi nel divano vicino a quello dove dormiva Tom che ovviamente aveva perso la gara.

Ero veramente stanco quindi gli occhi mi si chiusero da soli e venni catturato da Morfeo velocemente pensando alla ragazzina e alla sua sfrontatezza e ingenuità. Pensai che fosse una combinazione perfetta. Una combinazione perfetta solo su di lei. 

🌹🦋


Angolo autrice:

🥛🥛🥛🚑🚑🚑 intanto ecco a voi ambulanze e bicchieri di latte (quelli d'acqua non ci sono quindi vi accontentate di questi) per chi ne avesse bisogno dopo questo caos.

Il caso B.R. sta andando avanti e sembrano vicini a capire le intenzioni ma chissà cosa vogliono🙈🙈.

Grace e Iris due professioniste ad uscire dalla finestra vero?🖼

Jacob ha tirato fuori un lato nuovo eh? Il lato che a noi lettrici piace 💃🔥🫴🏻 MA, non vi gasate troppo perché già dal prossimo capitolo potrebbero succedere "cose" diversamente belle👀

Tom vorrei sposarmelo (dopo Jacob ovviamente) È riuscito a far mangiare la nostra bimba🥺🩷

Scusate se avete aspettato un'eternità per questo capitolo ma ogni volta scrivevo e cancellavo, spero di aver fatto qualcosa di decente.

Ci vediamo al prossimo capitolo amori🫶🏻🦋🌹


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