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21. You're enough and I never let you die.

I'll believe in you even when no one else does.

𝓖𝓻𝓪𝓬𝓮🎀


«Grace è pronto! Scendi» mio padre mi stava chiamando per andare a cenare «Mamma, papà! Devo studiare, stuzzicherò qualcosa dopo!» ma la verità era che non avevo fame e da ormai qualche giorno mangiavo solo qualche fetta di mela quando mi capitava di averne una a portata di mano.

Non era neanche vero che dovevo studiare perché eccellevo in quasi tutte le materie -tranne chimica- e non mi avrebbero interrogato. Volevo semplicemente starmene in camera mia sotto le coperte e un bel libro tra le mani senza dover pensare al cibo o a quanto potessi sforare per mantenere un fisico bello.

Mi dispiaceva lasciare i miei genitori da soli a tavola ma ero sicura che avrebbero capito conoscendo il mio passato. Era da ormai un anno che non passavo le mie giornate in ospedale attaccata a delle flebo o con dei busti per sostenermi in piedi, era da un anno che guardare il cibo non mi metteva così tanta nausea fino a vomitare, era da un anno che ero guarita dalla brutta bestia chiamata anoressia.

La maggior parte del merito ce l'ha la mia migliore amica che ogni giorno mi sosteneva e spronava, non sapevo come avrei fatto senza di lei e adesso che era a Glenbrooke mi sentivo un po' vuota.

Controllai il telefono per vedere se Iris mi avesse risposto ma di una risposta non c'era la minima traccia e iniziai a preoccuparmi ma pensai che magari fosse occupata nei panni di agente 007 per aiutare Jacob o suo futuro fidanzato. Non avevo mai visto la mia migliore amica così libera come lo era quando stava insieme a lui e non potevo che essere contenta per lei. Rimaneva il fatto che se si sarebbe azzardato a toccarla con un solo dito lo avrei fatto diventare una ragazza.

🩷

Erano ormai le 23 di sera e non avevo mangiato niente neanche oggi.

Mia mamma entrò in camera mia per darmi la buonanotte e chiedermi se fosse tutto apposto e ovviamente la mia risposta fu positiva. Come potevo dirle che la bestia mi stava per catturare di nuovo?

Chiusi la porta, spensi le luci e posai il libro sul comodino affianco a letto. Dopo pochi minuti mi addormentai come un ghiro lottando contro le mille paranoie che la mia odiosa testa si stava facendo.

Mi svegliai di soprassalto senza un motivo ben preciso e mi guardai intorno per metabolizzare. Guardai l'orario sul telefono e vidi che era notte fonda. Le 4:15.

Già che c'ero controllai nuovamente le notifiche ma ancora nulla e a quel punto iniziai a preoccuparmi più del dovuto. Iniziai a pensare in che modo avrei potuto contattarla e dopo qualche minuto che nel mio cervello giravano ingranaggi mi ricordai di Tom.

Avevo il suo numero perché il genio mi aveva rubato il telefono mentre guardavamo Titanic a casa mia e mentre ero distratta me l'aveva puntato in faccia per sbloccarlo con il Face ID.

Non ci eravamo mai scritti alla fine, l'unica cosa che feci quel giorno fu memorizzare il suo contatto con il nome di fenicottero in riferimento alla serata in cui si era presentato con la camicia piena di disegni di questo animale insolito ma affascinante.

«Ciao Tom, scusa se disturbo ma sono preoccupata per Iris. Non mi risponde da due giorni, sta bene? Avrei chiesto a Jacob ma non ho il numero.»

Digitai il messaggio velocemente e lo inviai subito, senza rimurginarci troppo. Dopo qualche istante la mia attenzione fu catturata dalla sua foto profilo a tema natalizio e risi per la sua stupidità.

Un po' lo invidiavo perché era sempre così sorridente e felice mentre io nascondevo tutto dietro una maschera che stava diventando troppo scomoda con il passare degli anni.

Vidi il visualizzato sul messaggio che avevo appena mandato e mi iniziarono a sudare le mani senza sapere il perché ma la sua non fu una risposta scritta ma bensì una telefonata. Mi iniziai ad agitare perché ero in pessime condizioni e la mia voce era paragonabile a quella di un gorilla ubriaco ma dopo tre squilli decisi di rispondere.

«Pronto?» dissi titubante ma mi calmai appena sentii da chi proveniva la risposta. Era Iris che mi iniziò a raccontare il tutto facendomi cagare letteralmente addosso. Chi è quel pazzo psicopatico che avrebbe il coraggio di sparare a un ragazzo innocente? E soprattutto in cosa si stava cacciando quella pazza?

Stavo già organizzando il tutto per poter andare da lei per Natale, preferibilmente entro il 16, giorno dell'accensione dell'albero ma questo accelerò i miei tempi e decisi di anticipare la partenza di qualche giorno. Lei non mi aveva mai lasciata sola ed è sempre stata pronta a tendermi la mano quando ero sull'orlo dell'oblio quindi anche io non l'avrei lasciata in pericolo e se doveva succedere qualcosa, sarebbe successo a tutte e due.

La mattina seguente avvisai i miei genitori del cambio di programma improvviso e per fortuna non fecero troppe domande. L'unico volo disponibile era quello di domani quindi decisi che dopo scuola avrei sistemato tutto definitivamente. Ovviamente tutto alle spalle della mia migliore amica. Sarebbe stata una sorpresa.


𝓘𝓻𝓲𝓼🥀

Dopo diverse ore mi ritrovavo faccia a faccia con mia madre che in quel momento sembrava Satana fatta persona.

«Non sai in che guaio ti sei cacciata signorina» si sedette sulla poltrona di fronte a me e mi iniziò a fissare con uno sguardo trucida

«Mamma posso spiegarti tutto.»

«Oh lo so bene ma intanto ti avviso che sarai in punizione per un mese.» affermò seria. Cosa?!

«Ma tra pochi giorni accendono l'albero in piazza e poi siamo vicini a Natale!» alzai un po' la voce incredula. Sapeva quanto ci tenessi a quella festività e non poteva farmi questo.

«Non mi interessa. Ultimamente stai prendendo troppe decisioni di testa tua senza ascoltarmi» per poco non riconobbi la donna che avevo davanti, era delusa e da una parte la potevo capire ma non poteva togliermi l'unico modo per comunicare con lui...

«Mamma ma...» mi bloccò subito «Niente ma, inizia a spiegare tutto.» ribadì con una serietà sconcertante.

Le raccontai tutto quello che avevamo scoperto includendo l'argomento dei B.R. ma oscurando la parte di me e Jacob.

Non ci fu bisogno di parole perché la sua espressione diceva già tutto, si passò una mano sulla faccia per accertarsi che non fosse un incubo e solo dopo parlò

«Io...non avrei mai immaginato che Thomas mi nascondesse tutte queste cose...amavo quel bambino dai capelli corvini e il naso all'insù più di me stessa e sapeva quanto ho sofferto quando siamo stati costretti a lasciarlo andare.» lo disse con una nostalgia che avrebbe influenzato chiunque

«L'ha fatto solo per proteggerci. Immaginava che quella sigla fosse qualcosa di pericoloso e ha preferito non metterci in mezzo. L'ha fatto per noi, l'ha fatto per Jacob.» mi venne quasi da piangere ma riuscii a bloccare le lacrime in tempo

«Dobbiamo denunciarli.» afferma mia madre

«No! Un passo falso e fanno del male a Jacob. Non immagino di cosa siano capaci se scoprono che abbiamo messo di mezzo la polizia. Ti prego cerca di capirmi.» mi alzai dal divano per la tensione e iniziai a camminare per la sala

«Iris avete rischiato di morire. Almeno chiedete spiegazioni al papà di Jacob»

«Jacob non vuole rivederlo e comunque non parlerebbe. È tenuto sott'occhio dalla polizia e da loro quindi sarebbe inutile.» risposi «So che starai pensando di avvisare Lola e Matthew ma ti prego di non farlo. Li metterebbe solo in pericolo. Ci riusciremo noi, te lo prometto. Papà avrebbe fatto la stessa cosa.» parlai praticamente solo io mentre lei mi fissava con occhi dolenti

«Iris ma lo capisci che è troppo pericoloso? Se perdessi anche te io...»

«Non succederà. Ti prego mamma. Quel bambino con i capelli corvini e il nasino all'insù merita la libertà, non pensi?» le misi una mano sulla spalla mentre si asciugava le lacrime che minacciavano di uscire come una cascata

«È quello che ho sempre sognato per lui ma non rischiando di perdere te» disse accarezzandomi una ciocca di capelli

«Non ti lascerei mai da sola prima di aver visto di nuovo quel sorriso che avevi con papà ma ti prego di capirmi e mantenere il segreto. Per me e per Jacob, i tuoi bimbi» nel mio stomaco c'era in corso una tempesta che non aveva intenzione di smettere

«Ti voglio bene bambina mia e papà sarebbe fiero di te ma non posso permetterti di morire»

«Cosa significa? Per favore!» sbottai

«Non potrai uscire dalla tua stanza fino a Natale.» disse incrociando le braccia e alzandosi dalla poltrona

«Oh ma dai! Veramente?! Non ti interessa nulla di Jacob?! Sei una bugiarda!» le scoppiai contro e me ne corsi in camera «Spero che almeno tu stia zitta con gli altri.» urlai ormai sulle scale.

Appena arrivai nel mio regno chiusi la porta a chiave e scoppiai a piangere sul letto. Piansi come non facevo da tempo, liberai le lacrime che erano state ributtate dentro per quasi un anno. Iniziarono anche i singhiozzi e iniziai ad odiarmi per essermi affezionata a Jacob. Tra tutti i principi azzurri che c'erano in giro dovevo proprio innamorarmi di un ragazzo con un passato di merda?

L'unico problema è che lo avrei rifatto, cazzo. Avrei rifatto tutto, dal nostro primo incontro, il nostro primo vaffanculo, il nostro primo litigio e il bacio...

Jacob si stava prendendo quel pezzo di cuore ormai frantumato e stava rimettendo a posto i pezzi senza il mio consenso.

Come avrei fatto a lasciarlo da solo proprio adesso?

E parlando del diavolo...

«Sei arrivata a casa? Ti avevo detto di avvisarmi.»

Ottimo! Dalla furia di mia mamma mi ero pure dimenticata dell'esistenza del telefono e questo non fece che distruggermi ancora di più. Avevo deluso anche lui.

«Si scusami. È tutto ok»

Mentii perché mi sembrò la via più semplice in quel momento

«Sicura?»

No, non sono sicura. Avevo il viso pieno di lacrime e gli occhi gonfi. L'unica cosa che volevo era sprofondare nelle sue braccia ma questo non potevo dirglielo.

«Si sicura, tranquillo»

Sembrò crederci perché non mi scrisse più nulla e quindi ricaddi nella mia crisi.


𝓖𝓻𝓪𝓬𝓮🎀

La giornata scolastica era passata abbastanza velocemente e finalmente potei sistemare la valigia per Glenbrooke.

Rimaneva un tassello scoperto però. Se alla partenza mi avrebbe accompagnata mio padre all'aeroporto, all'arrivo non avevo nessuno e per di più non mi ricordavo minimamente dove si trovasse Iris.

La volta scorsa avevo preso un uber ma in questa settimana non avrebbero lavorato quindi o mi toccava andare a piedi per circa 20 km o dovevo chiedere un passaggio a qualcuno.

Come prima, l'unica opzione rimaneva il fenicottero castano ma ogni neurone del mio cervello si rifiutò categoricamente di chiederglielo e iniziò uno dei tanti dibattiti quotidiani tra quello che era meglio fare e quello che volevo fare.

Dopo una decina di minuti a pensare con il telefono in mano decisi di rischiare e chiederglielo.

«Ciao, scusa di nuovo per il disturbo ma stavo pensando di fare una sorpresa a Iris per Natale venendo lì per un po' di giorni. Il problema è che gli uber sono fuori servizio e una volta atterrata in aeroporto non saprei come raggiungere casa di Iris quindi mi chiedevo se...potessi darmi un passaggio.

Scusa ancora e se sei impegnato tranquillo, troverò una soluzione.»

Lo inviai senza neanche rileggerlo e lanciai il telefono sul letto alla velocità della luce. Ma la mia ansia aumentò in pochissimo tempo perché mi aveva già risposto.

«Non ho mai letto un testo così lungo neanche all'università.»

Oh ma dai, veramente? E pensare che io riuscivo a leggere un libro da 600 pagine in meno di due giorni...

«Chiedo scusa al tuo unico neurone rimasto per questo sforzo incredibile che dovrà fare.»

Non so con quale coraggio riuscii a rispondergli ma mi piaceva questa mia capacità.

«Non ti conviene insultarmi perché sennò ti tocca venire a piedi😙»

Ma quell'emoji? Non la usava neanche più mia nonna

«Ok ok, quindi sei libero?»

«Orario e giorno grazie»

In effetti aveva ragione, ero talmente stanca che non collegavo più

«Domani alle 17:30 circa. Non si sa mai che atterri prima.»

«Dovrò morire prima di vedere un aereo atterrare prima dell'orario previsto, soprattutto qui, ma vabbè. Alle 17:30 sono lì.»

Aveva veramente accettato? Perché mai l'avrebbe fatto se non facevo altro che insultarlo e prendere in giro?

«Grazie mille. A domani allora»

«A domani🫡»

Ancora con le emoji? Mi iniziai a domandare se lo facesse apposta o se fosse proprio scemo come ipotizzavo.

Uscii da WhatsApp e mi buttai sul letto per recuperare le ore di sonno perse per colpa della scuola.


𝓣𝓸𝓶🧩

Grace mi aveva scritto di nuovo e per la prima volta avemmo una vera conversazione online.

Mi aveva chiesto se fossi disponibile per un passaggio dall'aeroporto a casa di Iris per farle una sorpresa e anche se alle 17 avevo un impegno con Jacob decisi di accettare comunque. Qualsiasi cosa fosse poteva aspettare per un giorno.

Ero a casa e c'era anche Jacob ovviamente ma miracolosamente stava dormendo. Decisi di strafogarmi di popcorn e patatine seduto davanti a un bel film natalizio su Netflix aspettando sera.

🪰

Non avevo dormito per niente e non avevo la minima idea del perché ma venni svegliato dalla mia solita sveglia insopportabile che avrei rotto da lì a poco. Scesi in cucina e ci trovai il mio migliore amico intento a mangiare una mela

«Buongiorno» dissi prendendo il latte dal frigo

«Giorno» si mangiò un pezzo di mela enorme in un boccone con nonchalance

«Ma ieri sera sei uscito? Perché ho sentito la porta aprirsi» gli chiesi ricordandomi dell'accaduto. Saranno state le 22:30 circa.

«Si avevo bisogno di fumare ma sono rimasto qui davanti.» rispose alzandosi dalla sedia con attenzione e lavandosi le mani

«E per fortuna che il dottore ti ha detto di fare meno movimenti possibili eh» lo presi in giro «Infatti lo sto ascoltando. Adesso mi metto sul divano e ciaone» lo lasciai perdere e si sedette 

«A proposito, oggi alle 17 non ci sono. Ho da fare con mia mamma» non so perché mentii ma pensai che forse era meglio così

«Ok, tanto non era neanche troppo importante» rispose sdraiato

«A me purtroppo tocca andare all'università. Ci vediamo dopo coglione» mi riferii a lui che mi rispose con un sorriso da sbruffone. Ero un anno più grande di Jacob e avevo iniziato l'università di finanza e marketing da un anno.

«A dopo pezzo di merda» rispose e uscii dopo essermi vestito e ricordato lo zaino.


𝓙𝓪𝓬𝓸𝓫🕸

La sera prima...

Avevo rischiato di rompermi anche l'altra gamba ma ne valse la pena. Ero davanti casa sua. Erano precisamente le 22:32 e avevo fatto tutta quella strada per accertarmi che non mi avesse detto una bugia.

Le scrissi un messaggio sperando fosse sveglia

«Puoi aprirmi? Sono davanti casa tua.»

Lo lesse subito e ricevetti una risposta alquanto sorprendente

«Ma sei pazzo? Mia madre è nella camera a fianco e mi ha messo in punizione quindi ti conviene andare via.»

Beh era andata meglio di quello che pensavo fosse successo con sua madre

«Rimango qui finché non mi apri, o entro dalla finestra.»

«Arrivo. Sappi che sei completamente fuso.»

Non le risposi ma aspettai di vedere la sua sagoma spuntare da dietro la porta ed infatti, dopo neanche cinque minuti apparve.

La squadrai da capo a piedi e merda se era perfetta. Non aveva il solito pigiama infantile ma stavolta indossava una camicetta da notte bianca e dei pantaloncini neri corti fino a metà coscia.

La voglia di baciarla contro lo stipite della porta era tanta ma mi controllai anche perché non mancò il rimprovero

«Cosa ci fai qui? Non immagini il rischio che sto correndo in questo momento»

«Stai tremando. Andiamo nella tua stanza, poi in caso esco dalla finestra.» non sapevo neanche io da dove provenisse tutta questa pazzia

«Ma dici sul serio? Hai una gamba fasciata!» sussurrò per non svegliare la madre

«Preferisci diventare un ghiacciolo?» insistei fino a quando mi lasciò l'entrata libera dirigendosi verso camera sua facendo piano.

In pochi minuti mi ritrovai circondato da led e pareti azzurre che apprezzavo molto così come la luna sul soffitto

«Adesso puoi rispondere?» mi chiese sedendosi sul letto bianco e la iniziai a guardare tutta, notai gli occhi rossi e gonfi. Segno che aveva pianto 

«Hai pianto. Perché?» si irrigidì di colpo perché era stata scoperta

«Non ho pianto. È l'allergia alla polvere.» disse

«Iris dimmi cosa è successo.» mi sedetti anche io al suo fianco ed eravamo faccia a faccia

«Nulla» come sempre innalzava il muro ma dopo qualche secondo scoppiò a piangere gettandosi nelle mie braccia.

«Resta qua, ti prego.» mi supplicò stringendomi ancora più forte mentre le accarezzavo la testa 

«Per sempre, sirenetta» passammo diversi minuti abbracciati fino a quando le lacrime di Iris si fermarono e cadde in un sonno profondo, tra le mie braccia.

La misi sotto le coperte cercando di non svegliarla e anche se avrei voluto dormire al suo fianco uscii lasciandole un post it però. Ovviamente uscii dalla finestra.

Per fortuna arrivai sano e salvo sul suolo e tornai a casa di Tom per non farlo insospettire.


𝓣𝓸𝓶🧩

Erano le 17 e io dovevo ancora vestirmi perché come sempre mi ero addormentato.

Non ci misi molto a scegliere l'outfit, una maglia oversize nera, dei jeans strappati e un maglione bianco accompagnati dalle Nike Jordan 1 rosse. Salutai Jacob e uscii prendendomi tutti i 2°C che c'erano fuori.

Arrivai all'aeroporto qualche minuto prima quindi decisi di fermarmi da starbucks per farle una sorpresa visto che era lei a farle agli altri. Non avevo la minima idea di cosa le piacesse ma azzardai su uno gusto fragola mentre per me al caffè.

Dopo una decina di minuti finalmente la vidi. Aveva un top nero con disegnato bambi sotto un cappotto lungo beige e dei pantaloni neri. Sembrava spaesata e continuava a guardarsi intorno così mi avvicinai e incrociò il mio sguardo sorridendo.

«Ciao, grazie ancora» si mise di fronte a me e potei notare la grandezza della valigia che teneva nella mano destra. Non avrei mai capito perché le donne si portavano mezzo armadio solo per un paio di giorni

«Ciao, bambi» le risposi e mi guardò stranita per poi spostare il suo sguardo sul top che indossava e portando gli occhi al cielo

«Ciao, fenicottero ossigenato» ma quello più confuso fui io, da dove se l'era tirato fuori?

«Non ho intenzione di sapere da dove viene. Tieni, ho preso questo prima.» le porsi la bibita e i suoi occhi iniziarono a luccicare come una bambina la mattina di natale

«Oddio grazie! Come facevi a sapere che era il mio preferito» oh veramente? Merda che genio

«Segreti del mestiere» le feci un occhiolino ma mi sorpassò dandomi uno spintone

«Ti muovi?» mi urlò già a diversi metri di distanza così la raggiunsi

«Sai che potrei lasciarti qua vero?» dissi mentre lei beveva, sembrava fosse quasi costretta solo perché glielo avevo dato io

«Non ci metto nulla a rubarti le chiavi dalla tasca» rispose fiera. Veramente mi aveva guardato le tasche?

«Tu sei una stalker psicopatica altrochè. Seguimi»

Appena fummo davanti al mio gioiellino Grace parlò

«Posso mettermi davanti? Dietro mi viene la nausea» domandò «Basta che non combini nulla» la redarguii e salimmo in macchina.

Si sporse per accendere la radio e la canzone che partì mi incuriosì. Era "You are enough" degli Sleeping At Last ma la cosa strana era che di solito partivano canzoni della mia playlist e di questa non mi ricordavo affatto.

La lasciò e notai una certa sofferenza da parte sua mentre la ascoltava. Non riusciva a guardare il testo che appariva sullo schermo ma aveva lo sguardo fisso fuori e io mi scordai minimamente che ero il guidatore. Non la fece finire e spense la radio con una velocità disarmante per poi tornare nella posizione precedente come se potesse proteggersi da qualcosa

«Tutto ok?» le chiesi

«Si, quanto manca?» sviò il discorso e pensai che magari era meglio darle il suo tempo

«Cinque minuti» annuì e passammo il resto del viaggio nel silenzio più assoluto. Cosa che odiavo.

Arrivati davanti casa di Iris, mi salutò ringraziandomi ancora un'altra volta e scese lasciando un profumo di fragola nell'abitacolo.

Quella ragazza nascondeva cose più grandi di lei ma usava la mia stessa arma.


🦋🌹

Angolo autrice:

Scrivere questo capitolo è stato un parto perché volevo che rimanesse almeno un po' impresso dentro di voi e spero di esserci riuscita🫶

Grace la amo troppo, è la mia protetta e ho scritto le sue parti con le lacrime che minacciavano di uscire🩷 non sempre le persone sorridenti sono felici e nascondono dietro il sorriso, l'arma più potente che un uomo possa avere, tutti i loro demoni.💜🎗

Tom invece ha scorso che qualcosa non va in lei ma sarà capace di aiutarla?

Invece per quanto riguarda il nostro bad boy ho sclerato io stessa mentre scrivevo la sua parte🫠 un piccolo pazzo🦋

Iris è ancora viva ma in punizione. La rispetterà o no?

Questo è stato un capitolo "tranquillo" ma nel prossimo tenetevi pronti che ci sarà da sclerare e urlare 🙈

Finisco con il dire che voi siete più che abbastanza. Non scordatevelo mai❤️‍🩹

Alla prossima amori miei e buona Pasqua!🐣🕊🫶

Sara✨️

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