19. Is it worth loving?
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In questo capitolo ci saranno:
-scambi di pov tra Jacob e Iris
-scene forti
-rischio svenimenti 👀🫣
Lei era un angelo in cerca di caos, lui un demone in cerca di pace.
𝓘𝓻𝓲𝓼🥀
Non avevo la minima idea di dove mi trovavo, l'unica cosa che mi ricordavo prima che perdessi i sensi fu la figura di Jacob che raccoglieva quel fiore, il fiore speciale ed io che trattenevo le lacrime.
"Finalmente ti sei svegliata" mi girai immediatamente verso la direzione da cui proveniva quella voce e solo allora mi resi conto di avere polsi e caviglie legati a un palo di ferro nel bel mezzo di una stanza buia dove si intravedeva qualche piccola candela quasi consumata
"Chi sei? Che cosa vuoi?!" provai ad agitarmi ma le corde me lo impedirono "Shh bocconcino. Non sei tu quella che vogliamo ma dovrai restare qui ancora per un po'" disse un uomo con una maschera bianca che gli copriva il volto, dei guanti anch'essi bianchi e una giacca interamente nera, per quanto mi sforzai a scorgere qualche dettaglio in più non ci riuscii e, a dire il vero, non ero neanche sicura che fosse un uomo visto che portava anche un cappuccio sulla testa. "Chi siete?!" richiesi con il cuore che mi batteva a cento chilometri orari per la paura "Non ti importa." si girò per tornare nella stanza dalla quale era arrivato precedentemente ma lo fermai
"Si invece! So benissimo che volete Jacob e non vi lascerò fargli del male" alzai la voce anche se spezzata per la paura
"Ohh, sei proprio uguale a tuo padre. Ti ha cresciuta a sua immagine e somiglianza ma come sai, non ha fatto una bella fine" il mio cervello si annebbiò. Quell'uomo conosceva mio padre? "Non ti azzardare a parlare così di mio padre! Tu non sai niente di lui e se non fosse morto per quello stupido incidente ti avrebbe fatto mettere in galera!" per poco non scoppiai a piangere davanti a quello schifo umano che mi si avvicinò e si inginocchiò davanti a me "Sei proprio sicura che quell'incidente sia stato casuale, bocconcino?" detto questo si mise a ridere e se ne andò
"Aspetta! Che significa?!" urlai ma era ormai andato via lasciandomi incredula su quello che avevo appena sentito, non potevo crederci. Cercai in tutti i modi di spezzare quelle maledette corde che mi impedivano di andare ad ammazzare quel bastardo ma erano troppo spesse e neanche con tutta la mia forza le allentai di un po' "Bastardo!" Ero convinta che mi avesse sentito e appena mi sarei liberata gli avrei fatto vedere cosa significasse essere la perfetta copia di Thomas Snow.
𝓙𝓪𝓬𝓸𝓫🕸
Stavo andando avanti e indietro senza sosta e soprattutto senza trovare nulla che mi potesse aiutare a capire dove avessero portato la sirenetta. Pensai anche di chiamare Tom ma poi mi ricordai che era il compleanno di sua mamma quindi non potevo tormentarlo con i miei problemi. Ritornai al punto in cui avevo raccolto quel maledetto fiore, causa del problema, e ricontrollai per la milionesima volta se mi ero perso qualcosa. All'improvviso notai qualcosa di diverso dalla solita neve bianca e dalle foglie cadute e appena lo presi capii subito di cosa si trattava. Era la collana di Iris, doveva averla persa durante l'impatto con quello stronzo. Me la misi in tasca dove conservavo anche il fiore e guardai lì intorno trovando un bigliettino attaccato ad un albero da cui avrei giurato di esserci passato davanti una decina di volte senza notare nulla e persino illuminato.
Lessi il bigliettino e ovviamente ci trovai un indovinello.
"Qual è quel posto in cui le sirene muoiono? È sempre vera la storia del suicidio? O no? Ti conviene seguire il suo canto ma fai in fretta o perderai la tua sirenetta.
B.R"
Oh benissimo, era diventata una caccia al tesoro come quella che facevo da piccolo ma stavolta da salvare c'era qualcuno di molto più importante. Rilessi il biglietto e cercai di collegare qualche punto arrivando alla conclusione che forse si stava riferendo al vecchio mito nel quale le sirene si suicidarono buttandosi da una scogliera ma io qui, a Glenbrooke, dove la trovavo la scogliera? Forse non hanno neanche idea di come sia fatto il mare in questa cittadina. Il mio nervoso non faceva altro che aumentare e mi veniva difficile pensare a una soluzione fino a quando il mio telefono squillò insistentemente.
«Si può sapere dove sei? Sono le 2 e i tuoi genitori stanno tartassando me per non parlare di quelli di Iris» il mittente era Tom e solo grazie a lui mi accorsi di che ora fosse
«Qualcuno ha rapito Iris e sto cercando di capire dove cazzo si possa trovare.» ero un tumulto di emozioni tutte incasinate tra loro e questo solo per un'insopportabile ragazzina conosciuta un mese fa
«Cazzo Jacob, perché non mi hai chiamato?! Mandami l'indirizzo che arrivo subito» si allarmò anche lui e in pochi secondi mi mise giù.
"Cosa è successo?" Mi chiese appena scese dalla sua Audi ma io ero troppo concentrato su quello stupido biglietto da non considerarlo neanche. "Jacob! Mi senti?" a quel punto mi girai "Scusa" riuscii a dirgli solo questo e in quel momento stavo odiando me stesso per il senso di vuoto che provavo e che non mi permetteva di fare nulla di concreto. Era come se qualcuno mi avesse tolto il respiro e cercassi di rimanere in vita arrancando in una speranza inesistente.
"Cosa è successo?" Mi chiese per una seconda volta, non gli risposi ma gli porsi il bigliettino che tenevo in mano da ormai troppo tempo. Lo lesse silenziosamente e dopo mi guardò ancora più confuso di prima. "Che cosa significa?"
"Non lo so. C'entra una scogliera ma qui non ne esistono. Ci stanno prendendo per il culo." risposi "E la seconda parte? Potrebbe essere utile." disse ridandomi l'indovinello "Non so cosa cazzo significhi 'il suo canto' e a meno ché non sia diventata una cantante da un secondo all'altro non ha senso." sbottai camminando avanti e indietro. "Magari è una metafora per indicare qualcos'altro. Ti ha mai detto qualcosa riguardo qualche oggetto o persona che potesse guidarla?" mi fermai a pensare e dopo qualche minuto collegai la cosa.
"L'Orsa Maggiore. È la sua costellazione preferita e le stelle sono da sempre usate per guidare i marinai ma non capisco a cosa ci possa servire per capire dove si trova." dissi tutto d'un fiato "Scogliera e Orsa maggiore...qual è il collegamento?" pensò Tom mentre io scrivevo le due parole sul retro del biglietto. Solo dopo averle guardate attentamente, lettera per lettera, mi resi conto di una cosa
"Cazzo! È una combinazione di parole!" urlai attirando l'attenzione del mio amico "E quale sarebbe?" mi si avvicinò per scorgere le parole sul biglietto "La Major Cliff ti dice qualcosa?" dissi con un sorrisetto al lato della bocca "La vecchia fabbrica dove non ci mette più piede nessuno da ormai quindici anni?" chiese spaventato "Esattamente" risposi mettendomi subito in sella alla moto per non perdere tempo "Ottimo, molto rassicurante. Andiamo verso la morte" disse Tom mettendosi anche lui in macchina.
𝓘𝓻𝓲𝓼🥀
Ero stanca morta e mi facevano male le caviglie e i polsi per le corde troppo strette. L'unica cosa che mi faceva tranquillizzare era la giacca di Jacob che tenevo stretta tra il petto e le braccia per non sentirmi completamente sola in questo posto orribile.
Mi toccai il petto per tastare la temperatura e oltre a notare che stavo congelando, mi accorsi di non avere più la collana di papà. Andai nel panico perché non ero mai stata senza per più di cinque minuti e se l'avevo persa non mi sarebbe rimasto più nulla che mi ricordasse lui sulla mia pelle. Appena mi resi conto che in quella stanza non ce n'era traccia mi innervosii e sentii come se avessi perso l'unico contatto che avevo con lui, non c'era più e questo significava che non mi poteva aiutare come aveva sempre fatto.
Improvvisamente scoppiai a piangere. Avevo paura, freddo e mi sentivo sola come una stella che aveva brillato troppo e si era spenta rimanendo esclusa dalle altre. Il mio vestito era ormai da buttare perché pieno di fango e chissà cos'altro che si trovava in quell'orribile posto. Distrutta provai a chiudere gli occhi sperando che tutto quello finisse presto.
"Amore mio perché piangi?" la voce di mio padre stavolta era più vicino, si è accovacciato di fronte a me per parlarmi occhi negli occhi ma non io non riesco a vederlo bene perché ho gli occhi pieni di lacrime. "All'asilo mi hanno lasciata da sola ma io volevo giocare con loro." confesso passandomi una mano sugli occhi per togliere le lacrime "E tu cosa hai fatto nel mentre?" mi chiede papà con molta calma "Niente. Ero triste e sono rimasta seduta" rispondo mentre lui mi prende in braccio "Amore, devi capire che devi fargli vedere che ti sai divertire anche da sola. Sai cosa mi diceva sempre mio padre nonché tuo nonno?" nego con la testa mentre mi ritorna in mente il poco tempo passato con i nonni paterni
"Quando ero triste come te per queste cose mi ripeteva sempre 'Ti escludono? Bene, allora falli morire di invidia guardandoti fare qualcos'altro di cento volte migliore e quando ti chiederanno di unirsi a te, tu trattali come hanno trattato te prima'" a volte rimanevo incantata da quanto saggio fosse mio padre. Con le sue parole mi ha rassicurato ed infatti mi butto in un abbraccio di quelli che solo lui sa dare. "Grazie papà. Ti voglio bene!" dico nell'abbraccio "Io di più piccola mia. E ricordati sempre che anche da soli si possono fare grandi cose se si è fantastici come te." Non mi stacco dall'abbraccio perché solo tra le sue braccia e quelle di mamma mi sento veramente capita.
Ecco qua che i ricordi non mancarono di tornarmi in mente. Ricordo perfettamente quel giorno e pensai al fatto che avevo solo bisogno delle sue parole, della sua saggezza, della sua gentilezza, del suo sguardo da padre innamorato per sperare che sarebbe andato tutto bene ma nulla di questo era possibile. Tutto quello che avevo davanti era una stupida stanza grigia ed enorme dove regnava il silenzio se non fosse per delle goccioline che cadevano ogni tanto, tantissime domande che mi tormentavano e nessuno che mi rivolgesse la parola...o quasi.
"Ci sta mettendo troppo il tuo fidanzatino. Potrei velocizzare i tempi" ritornò l'uomo ma stavolta con una pistola nei pantaloni. Dovette notare il mio sguardo perché la tirò fuori sorridendo
"Con questo gioiello che a quanto pare ha attirato la tua attenzione." mi si avvicinò pericolosamente sfiorandomi il mento con l'arma mentre il mio respiro divenne irregolare "Sei spaventata bellezza? Su dai, dì qualcosa" mi provocò e ogni volta che mi affibbiava quei soprannomi rischiavo di vomitare "Jacob riuscirà a fermarti." fu tutto quello che dissi e lui scoppiò a ridere in una risata alquanto inquietante "Sei uno spasso! Pensi veramente che sia da solo? Di là ci saranno almeno 10 miei uomini." continuò a ridere "Perché fate questo?! Cosa vi ha fatto?" sbottai trattenendo le lacrime
"Oh lui niente. Diciamo che suo padre ha dei conti in sospeso con noi." rispose rilassato "Allora prendete lui!"
"Troppo facile così. Mike è controllato dalla polizia per ogni cosa che fa." Stavolta si diresse verso una fessura per guardare il mondo esterno. "Cosa volete?" continuai a chiedergli ma non si degnò di calcolarmi e se ne andò, di nuovo. La faccenda si stava mettendo sempre peggio. Loro erano armati e se Jacob fosse venuto qui probabilmente non avrebbe fatto una buona fine e in tutto questo non potevo fare assolutamente nulla, mi avevano rubato il telefono e la borsa dove tenevo anche un coltellino -su consiglio di Grace- che in quella situazione mi sarebbe stato di grandissimo aiuto.
Era passata ormai un'altra mezz'ora e non cambiava nulla. Stavo piano piano perdendo le speranze e le mie paranoie su quello che sarebbe successo mi stavano invadendo il cervello. Mentre stavo per addormentarmi sulla sua giacca un rumore improvviso mi fece sobbalzare e due figure spuntarono dal retro della stanza.
Non avevo la possibilità di metterle a fuoco ma potei capire subito di chi si trattava e il mio cuore ebbe un sussulto. Avanzò piano e appena mi vide si fermò e mi guardò dai piedi fino alla testa con uno sguardo indecifrabile.
Indossava ancora quel misero maglione e aveva tutti i capelli scompigliati, segno che aveva guidato come un pazzo per arrivare qui. Solo per me.
Il nostro contatto si sciolse appena si sentì la voce di qualcuno nell'altra stanza e si girò immediatamente mentre Tom si nascose dietro uno scatolone al mio fianco per cercare di togliermi le corde almeno ai polsi.
Ero terrorizzata dalle intenzioni di Jacob perché non era scappato anzi, stava puntando una pistola contro l'uomo che mi aveva rapito che stava facendo la stessa identica cosa verso Jacob.
"Jacob no!" Urlai mentre Tom finalmente riuscì a slegarmi e si mise di fianco al suo migliore amico per convincerlo a non fare cazzate. Con le mani libere mi slegai anche le caviglie e andai subito verso Jacob ma la pistola si spostò su di me carica e pronta a sparare.
Mi bloccai immediatamente con il cuore che perse tutti i battiti quando il grilletto venne premuto per colpire me. Non ci vedevo più, avevo la vista annebbiata dalla paura e riuscivo solo a fissare quel proiettile volante che andava alla velocità della luce per avvicinarsi a me.
"NOOO!!" quando sentii la voce di Tom era ormai troppo tardi. Il proiettile non mi aveva neanche sfiorato ma davanti a me giaceva un Jacob dolorante che si teneva la gamba piena di sangue.
"Mossa sbagliata ragazzo" disse ironico il pazzo che guardava la situazione senza fare nulla "Io ti ammazzo con le mie stesse mani" Tom fece per andargli incontro ma io lo tenni per un braccio per evitare di ottenere qualche altra sorpresa. In teoria, se le mie ipotesi erano giuste, quello di oggi doveva essere solo un avvertimento quindi presto ci avrebbero lasciato stare.
Non smisi un minuto di premere la ferita con un panno bianco mentre lui mi continuava a dire di lasciare perdere.
"Vedi di decifrarlo presto sennò ti faccio fuori anche l'altra gamba" si avvicinò tirando addosso a Jacob un biglietto nero
"Fottiti" Urlò il ragazzo dolorante mentre lo metteva in tasca senza curarsi del contenuto
"E adesso fuori. Avrei da fare" continuò e per non far durare quella discussione aiutammo Jacob ad alzarsi e con un suo braccio intorno al mio collo e l'altro intorno a quello di Tom ci diressimo verso l'esterno non prima di esserci assicurati che il sangue avesse finito di fuoriuscire.
"Vado ad avvicinare la macchina." Disse il castano appena fuori da quel posto orribile. Eravamo rimasti solo io e lui ma nessuno dei due aveva intenzione di iniziare una conversazione. Lui aveva appena preso una pallottola al posto mio e io ero ancora sconvolta dal tutto.
Lasciò il mio corpo per tenersi da un palo della luce lì vicino così da non forzarmi ma appena non sentii più la sua presa forte sulla mia spalle mi sentii come se mi mancasse qualche pezzo.
Jacob forse non era mai stato soltanto un amico ma entrambi eravamo stati segnati dal passato ed è difficile fidarsi degli altri vivendo il presente. Eravamo come due piccole farfalle ancora rinchiuse nel loro bozzolo per paura del mondo ma in qualche modo, forse, insieme saremmo riusciti a uscirne.
"Almeno un grazie me lo aspettavo però" la sua voce baritonale si fuse a tutti i miei pensieri e appena posai lo sguardo su di lui fu come sentire il cuore esplodere "Non basterebbe solo un grazie." risposi con le gambe che tremavano "Ti ha fatto qualcosa?" mi chiese "No tranquillo" quel contatto visivo stava diventando troppo intenso come se i nostri occhi si stessero dicendo cose che le nostre bocche non riuscivano
"Non dovremmo andare in ospedale?" chiesi vedendolo far fatica ad appoggiare la gamba "No, farebbero troppe domande. Cercherò di far vedere ai miei che va tutto bene." rispose serio "Non riesci neanche ad appoggiarla"
"Motivo per cui stanotte dormirò da Tom così probabilmente domani starò meglio." lo disse più per crederci lui perché entrambi sapevamo che era impossibile "Ma vabbè, lascia perdere me. Ho due cose da darti" mi incuriosii e mi avvicinai a lui lasciando abbastanza spazio per continuare a respirare.
Tirò fuori dalla tasca due oggetti e me li porse uno alla volta "L'hai persa nel bosco e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere riaverla" aveva in mano la collana di mio padre e per poco non scoppiai a piangere dalla gioia "Oddio, pensavo di averla persa per sempre" dissi quasi urlando "Se ti giri, te la metto" mi propose e feci subito come mi disse. Le sue mani mi incatenarono il collo mentre delicatamente mi mettevano la collana sfiorandomi la pelle sensibile al suo tocco. "Ecco" disse appena si allontanò dalla mia schiena.
"E l'altra cosa?" chiesi e lui, come per la collana, me la porse "Il tuo fiore speciale" rimasi stupita perché pensavo che alla fine non fosse riuscito a raccoglierlo per tutto il caos che successe. Lo presi in mano e me lo portai al petto come se in qualche modo potrebbe aiutarmi a ricucire quel pezzo di cuore rotto
"Ho avuto paura sai?" Intervenne Jacob fissandomi "Anche io" ribattei "Ho pensato che non ti avrei più rivista o che ti avessero ferita ma alla fine ho capito che sei come quel fiore e che tuo padre aveva ragione. Nonostante non è la sua stagione ma l'esatto opposto, lui è riuscito a resistere proprio come te hai sempre fatto con me." le sue parole in qualche modo mi ricordarono mio padre
"Non sono forte. Non lo sono mai stata" ammisi a me stessa
"Cazzate. Tu pensi che io lo sia?" mi chiese
"Si, hai dovuto sopportare tanto." risposi
"Non è così. Mi sono sempre comportato da vigliacco, scappando per paura perché vedevo la fuga come l'unico modo per salvarmi fin da quando avevo 2 anni ma grazie a te ho capito che forse non è la via giusta. Quindi no, non sono per niente forte." tirò fuori molte parole difficili da lasciare andare e io lo sapevo bene perché nonostante fossimo così diversi dall'esterno entrambi custodivamo i nostri demoni in silenzio.
"E allora qual è la via giusta?" dissi iniziando a sudare nonostante ci fossero pochissimi gradi
"Eccomi! Possiamo andare" venimmo interrotti da Tom che fece un casino assordante con la macchina e dovetti ammettere che in quel momento lo stavo odiando.
"Come faccio con la mia moto? Non posso lasciarla qui" chiese Jacob ancora appoggiato al palo in attesa che venisse anche Tom a darmi una mano per portarlo in macchina "Si, lasciala qua e dopo ritorno io a prenderla." rispose il castano mentre ci avviavamo verso la macchina "No, è troppo pericoloso." ribattè "Vuoi farla guidare a Iris?" mi misero in mezzo "Ehy! Guarda che non sono così negata" dissi "Va bene ma vedi di portarla intera" non mi prese neanche in considerazione "Perfetto. Andiamo" disse appena riuscimmo a metterci in macchina.
Nel tragitto si potè sentire solo Tom cantare a squarciagola mentre io e Jacob guardavano fuori dai finestrini. Era notte fonda e non avevo la minima idea di cosa inventarmi con mia madre. Si sarebbe insospettita troppo qualunque cose le avrei detto. "Io dovrei tornare a casa però." dissi timidamente mentre il castano era occupato a cambiare canzone "E vuoi lasciarlo da solo in casa mia rischiando di farlo cadere?" intervenne Tom "Tom non sono un bambino." lo affrontò "No però sei stato appena sparato ad una gamba quindi o non vado a prendere la moto e Iris va a casa sua o rimane lei per quella mezz'ora" disse Tom serio
"Va bene, resto io" risposi preoccupata di mia mamma
"Però avvisa tua madre" mi disse Jacob "Sei pazzo? Mi verrebbe ad uccidere" lo ammonii "Sarà terrorizzata. Muoviti a chiamarla. Inventati quel che vuoi ma fallo" continuò autoritario "Non voglio più mentirle." ammisi "Allora fai come vuoi" rispose.
Pensai e pensai guardando le stelle passare dietro di noi e quel poco che mi venne in mente fu disturbato dalla suoneria del telefono e ovviamente era mia madre con l'ennesima chiamata. Decisi di rispondere ed il cazziatone non tardò neanche di un secondo. Aveva chiamato Sarah, con non so quale numero visto che io non le lo avevo dato, per vedere se ero con lei ma ovviamente la risposta fu negativa quindi adesso mi sarebbe toccato dirle tutta la verità, o quasi.
«Scusa mamma, sono con Tom e Jacob ma ti prego, ti spiegherò tutto appena arrivo a casa.»
«Tom e Jacob?! Sono le 4:30 di notte, Iris! Cosa stareste facendo a quest'ora?» mi urlò dall'altra parte del telefono costringendomi ad allontarlo dell'orecchio se non volevo diventare sorda
«È troppo complicato mamma. Fidati di me solo per questa volta. » dissi sperando che abboccasse
«Torna subito a casa signorina che dobbiamo fare due chiacchiere» cazzo, non ci voleva
«Mi dispiace ma non tornerò a casa prima di aver fatto una cosa quindi fattene una ragione. È una cosa importante. Ciao mamma» le chiusi il telefono in faccia e per qualche secondo rimasi stupita del mio comportamento infantile.
Immaginavo già cosa mi aspettava una volta tornata tra quelle quattro mura.
***
Finalmente arrivammo davanti casa di Tom, entrammo tutte e tre insieme e mettemmo Jacob a sedere sul divano in mezzo alla sala centrale.
"Allora io volo eh. Mi raccomando non fate danni" Urlò subito Tom uscendo, nuovamente, dalla porta.
Ed ecco che eravamo di nuovo da soli. "Cos'hai?" mi chiese appena notò la mia espressione preoccupata
"Nulla" risposi fissando i piedi che improvvisamente erano diventati più interessanti di qualunque altra cosa.
Si alzò con non so quali arti avvicinandosi a me e alzandomi il mento con la sua mano calda mentre aveva tutto il peso su una sola gamba
"Convincimi che ne è valsa la pena prendermi una pallottola al posto tuo." Iniziò a parlare con un tono più basso del solito
"emh...io- non so che dire. Non saprò mai come sdebitarmi" risposi impanicata "Prima mi hai chiesto qual è la via giusta vero?" chiese e io annuii semplicemente
"Bene, probabilmente un mese fa ti avrei risposto che non ne avevo la più pallida idea mentre adesso, oggigiorno, direi che sei te, Iris e non sai quanto tuo padre avesse ragione quando ti ha affibbiato quel soprannome perché è vero, tu rendi speciale ogni cosa che tocchi. Non ho mai provato così tanta paura come oggi e l'idea che potesse esserti successo qualcosa mi frantumava l'anima..."
"Jacob..." provai ad interromperlo anche se tutto il mio corpo si stava sciogliendo davanti a quelle parole
"No, fammi finire. Ho sempre pensato che i sentimenti rendessero debole e vulnerabile ma non ho mai capito che facendo così io stavo semplicemente sopravvivendo come una farfalla che vaga per il mondo a cercare un misero fiore su cui posarsi quindi sono arrivato alla conclusione di essere una farfalla con le ali danneggiate dal passato che per tutta la vita è scappata troppe volte per cercare di sopravvivere non trovando mai il suo fiore mentre adesso la sua lotta alla sopravvivenza è finita se un piccolo fiore speciale ma insopportabile gli concede di stare con lui." Sentii una lacrima rigarmi la guancia e subito dopo un'altra, un'altra e un'altra ancora; stavo piangendo mentre il mio cuore aveva deciso di esplodere e i miei occhi di trovare una luce infinita che avevano perso da tempo
"Jacob io..." Non finii la frase perché decisi di buttarmi tra le sue braccia facendolo rischiare di cadere ma mi prese lo stesso con la sua presa salda. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo e dopo successe l'inimmaginabile.
Le nostre bocche entrarono in contatto e la mia spina dorsale fu invasa da una scarica elettrica mentre le gambe sembrarono essere diventate pesanti tutto ad un tratto. La sua lingua mi chiese l'accesso che concessi subito e in un batter d'occhio iniziarono a danzare sotto le note di una canzone che solo noi potevamo comporre.
Ci staccammo per riprendere aria ma i nostri occhi non smisero neanche un attimo di essere complici.
"Niente male, sirenetta" disse con un sorriso
"Smettila." avevo ancora le guance che andavano a fuoco e il cervello che collegava a malapena
"Non potrò prometterti che andrà sempre tutto bene ma posso giurare che sarò sempre la tua ancora" disse spostandomi un ciuffo che era caduto davanti agli occhi "E io sarò sempre la tua sirenetta." risposi abbandonandomi a lui.
Jacob era semplicemente un demone in cerca di pace mentre io un piccolo angelo in cerca di caos e forse, in qualche strano modo, ci eravamo trovati e completati. Adesso avremmo dovuto combattere insieme.
🦋🌹
Angolo autrice:
Penso di star svenendo io stessa per tutto quello che è successo in questo capitolo e l'immagine AI non aiuta per niente🫠
Non so se la scena del bacio sia stata scritta come merita quindi una vostra opinione sarebbe apprezzata molto.
E nulla, siete contenti che finalmente questi due testoni abbiano ammesso i loro sentimenti?
Non gasatevi troppo però perché vi ricordo che ci sono ancora i B.R. in giro (MUAHAHAHA😈)
ok la smetto e vi lascio sclerare, byeee🖤🦋⚘️
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