Ira
ira :: ira
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Luca andò sulla Terra con Simone, seguendo il suo istinto per cercare T/n. Arrivato nella sua casa, notò tutti i preparativi per quella che sembrava una grossa cerimonia. Un matrimonio.
Il che era completamente sconveniente, assolutamente da evitare, doveva fare qualcosa.
"Dobbiamo trovare lo sposo e dissuaderlo dal sposarla. Non possiamo lasciare che perda la sua purezza." Luca disse all'altro arcangelo, aspettando che il nome venisse pronunciato.
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E così, tua madre quasi si prese un infarto alla vista del conte alla porta, che diceva col cuore in gola che non poteva più sposarti.
Preferì non aggiungere altro, guardandoti un'ultima volta tristemente prima di andarsene.
"Cosa hai fatto, T/n? Se ti ha lasciata... devi per forza-" si bloccò sconvolta, "Oh santo cielo- l'hai tradito?!"
"No, madre! Non avrei mai disonorato la nostra famiglia così! Lo giuro, non ho fatto niente!" dicesti agitata, confusa e soprattutto spaventata.
Cosa ne sarebbe stato ora di te, della tua vita? Ora che nemmeno i tuoi genitori volevano avere a che fare con te?
"Se non facciamo qualcosa finirai per bruciare all'inferno. Dobbiamo portarti immediatamente in un convento, solo così Dio potrà perdonarti" tua madre disse, e ti sentisti morire dentro.
Aveva appena distrutto tutti i tuoi sogni di vita, saresti rimasta per sempre chiusa in un convento, senza libertà. Ti piaceva andare in chiesa, ma volevi avere un marito e dei figli, prenderti cura di loro.
Era evidente che ora non sarebbe mai successo.
Nel frattempo, il conte Owens pensava alle parole di quello che gli aveva detto essere un angelo, il protettore di T/n. Gli aveva detto che T/n aveva un compito importante, il motivo stesso per cui era nata.
Per portare a termine questo compito doveva restare pura, e per farlo il matrimonio non doveva tenersi. 'È per il suo bene e il bene di tutta l'umanità, ragazzo.' Gli aveva detto.
E così, a malincuore, aveva lasciato stare. Chi era lui per andare contro i piani di Dio?
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"Quindi Sam, mi stai dicendo che al momento dell'uccisione di Matt, Rick, e Josh, eri presente?" Luca chiese.
Avevano convocato il giovane angelo visto le segnalazioni da parte di altri angeli della sua assenza ad alcune lezioni. Oltretutto, sembrava particolarmente provato.
Sam annuì, deglutendo.
"Cosa ci facevi lì? Era una situazione troppo pericolosa per te." Disse ancora l'arcangelo.
"Azriele sembrava avesse bisogno d'aiuto..." rispose abbassando la testa l'angelo.
"Era con altre tre virtù, Sam. Non aveva bisogno d'aiuto. Te lo richiedo, ma per favore sii sincero. Perchè eri lì?" Luca sospirò, stanco della codardia dell'altro.
"...Azriele mi ha detto di andare con lui. Voleva insegnarmi come utilizzare al meglio la mitezza. Lo giuro, non sarei mai andato da solo! Ho paura dei peccati, non avrei mai avuto il coraggio." parlò timido e spaventato verso la fine.
"Sei sicuro? È grave il fatto che Azriele ti abbia messo in una situazione così pericolosa."
Sam annuì debolmente, e Luca fece un cenno con la testa per segnalargli che poteva andare.
"Chiamatemi la virtù della mitezza, vi prego" disse confuso, posando pollice e indice sul ponte del naso.
Dopo poco tempo, Namjoon entrò.
"Come stai Azriele, ti sei ripreso?" Chiese Luca, e la virtù sorrise annuendo.
"Sì, grazie. Sto molto meglio, anche se sono ancora addolorato per la morte dei miei fratelli."
Luca annuì a sua volta. "Posso capire. Sono sicuro che ne uscirete più forti di prima. Io e gli arcangeli stiamo lavorando per fermare i peccati, e vi chiedo solo di avere ancora un po' di pazienza."
"Certo, Luca. Mi fido di voi."
"Sono contento di ciò" sorrise l'arcangelo "Spero capirai la mia decisione di non aggiungere le virtù mancanti per il momento. Finchè non fermiamo i peccati, mi sembra un rischio troppo alto da correre."
"Ti do completamente ragione. Qual era il motivo per cui mi hai fatto chiamare?" Namjoon chiese poi, curioso.
Luca esitò un attimo, quasi come non volesse dirlo. "Ho saputo che hai voluto portare Sam di proposito sulla Terra, per la missione insieme alle altre virtù."
"Non è assolutamente vero, Luca. Mi conosci, non metterei mai a rischio la vita di nessun angelo così inesperto. Probabilmente deve averci seguiti" rispose tranquillamente Azriele.
"Lo so, ma questa è già la seconda volta che ho segnalazioni strane su di te. Io mi fido di te, davvero, ma ammetto che comincio ad avere qualche dubbio."
Namjoon abbassò il capo tristemente. "Non ho fatto nulla di male, Luca. Te lo dico con il cuore in mano. Posso sapere chi ti ha fatto questa segnalazione? Sono sicuro che avrà avuto i suoi motivi per dirti una cosa del genere."
"Sam"
Il sangue gli si gelò, e una tremenda sensazione si fece largo nel suo stomaco. Strinse i pugni istintivamente, nascondendoli velocemente dietro la schiena.
Ancora. Stava scaricando la colpa su di lui. Ancora. Perchè cazzo doveva sempre fare così??! Non gli aveva fatto niente se non difenderlo ogni volta. Quel fottuto angelo stava cominciando a dargli fastidio.
Un improvviso ricordo bloccò il flusso di pensieri di Namjoon. 'Presto ti unirai a noi' 'Non puoi negare l'evidenza'
Rabbrividì, e subito la tensione che aveva avvertito fino al secondo prima svanì. Sam era solo nuovo, aveva bisogno di tempo.
Sì, era così.
"Fidati di me Luca. Sam in questo periodo deve essere spaventato, stanno succedendo troppe cose terrificanti in poco tempo. Ci parlerò io."
"Va bene, Azriele. Ti ringrazio."
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"Benvenuta, cara." La madre superiore ti disse, non appena ti accolse all'entrata.
I tuoi genitori avevano già organizzato tutto dopo che il conte ti aveva lasciata, e adesso, due giorni dopo, eri già pronta a iniziare la tua nuova vita.
Demoralizzata, ma desiderosa di riscattarti agli occhi dei tuoi genitori.
Eri arrivata sola, con un bauletto contenente le tue poche cose.
"Buongiorno, madre" dicesti con un fil di voce.
"Ti mostro la tua camera. Vuoi intanto dirmi cosa ti ha spinto a venire qui?" Chiese con un dolce sorriso, mentre camminava.
Deglutisti. Non volevi peggiorare la tua situazione, e dire la verità lo avrebbe fatto senza dubbio. Quindi mentisti.
"Ho peccato di lussuria, madre. Desidero purificarmi."
Lei ti pose una mano sulla spalla, come per rassicurarti.
"Non preoccuparti, T/n. Tante giovani ragazze vengono qui per espiare i loro peccati, il Signore è misericordioso. L'importante è che tu abbia realizzato il tuo sbaglio, e che te ne sia pentita. C'è sempre posto per i penitenti in paradiso." Disse, tono caldo e rassicurante.
"Vi ringrazio, madre."
"Di nulla, cara. Ah, eccoci. La stanza è un po' piccola, ma dovrebbe essere abbastanza. Qui trovi l'armadio con dentro il tuo abito, e sulla scrivania una pergamena con gli orari di tutte le funzioni e impegni. Per oggi, riposati e abituati al posto.
Domani ci vediamo nella nostra chiesa alle 9. Passa un buon pomeriggio, e se hai bisogno, sono nella prima stanza dell'ala est." Sorrise ancora, salutandoti.
Tutto era così domestico e accogliente. Forse dovevi solo metterti l'anima in pace, perchè forse era questo il tuo destino. Ti sedesti sul letto, molto più comodo di quello di casa tua.
Guardasti fuori, la tua camera si trovava al terzo piano del gigante convento. La vista da qua su era mozzafiato.
Si vedeva sulla sinistra, non troppo lontano, il villaggio con le sue casette, mentre a destra, una distesa di campi portava con lo sguardo alla foresta, e poi alle montagne.
Ti perdesti in quello scenario, nuvoloso, ma pur sempre bello. Adoravi il posto in cui vivevi, ti regalava sempre innumerevoli emozioni.
Spostasti lo sguardo sulla bibbia che stava sul tuo comodino. Forse era il caso di cominciare a leggerla.
E così apristi il libro sulla prima pagina.
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"Sam" Namjoom chiamò con calma, facendo nonostante ciò sobbalzare l'angelo sul posto.
Si girò. "Azriele! Mi hai spaventato..." ridacchiò nervosamente.
Namjoon sorrise. "Stai tranquillo, Sam. Non sono arrabbiato. Volevo solo parlare con te." Disse mettendo gentilmente la mano sulla spalla dell'altro.
"Come fai a-"
"Sapere che sei agitato? Si vede. Non ne hai motivo, davvero. Però sono curioso, come mai hai ancora mentito a Luca?"
"Mi dispiace davvero. Io... avevo paura che si potesse arrabbiare con me per non aver seguito le regole... e magari poi mi avrebbe- sai..." abbassò la testa Sam, spaventato di continuare.
Azriele aveva capito però. "Bandito." La virtù parlò con un tono comprensivo, e Sam si sentì rilassare. Namjoon era davvero un angelo fantastico, e lui non si meritava tutta la sua gentilezza e pazienza.
Non lo faceva apposta. Quando aveva paura di finire nei guai era la prima persona che gli veniva in mente. Tanto era una virtù, e non potevano bandirlo, perchè ovviamente gli credevano quando diceva la verità.
E se anche si fosse scoperto che la vera colpa era di Sam, Namjoon lo difendeva sempre. Gli arcangeli in ogni caso erano buoni, e non c'era alcun problema.
"Mi dispiace." Ripetè il giovane angelo. "Non fa niente. Ti perdono, Sam. Ma ricordati, è importante che tu ti prenda le tue responsabilità. Se continui così, tutti gli insegnamenti saranno inutili per farti diventare un buon angelo."
"Certo. Grazie, grazie infinitamente!" Sam abbracciò con affetto la virtù che ricambiò ridacchiando.
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"L'ha fottutamente perdonato, Lucifero!" Hoseok voltò la testa verso l'altro di scatto, occhi dorati infuriati.
Il peccato di superbia, che aveva la mano appoggiata sul suo trono, in uno spasmo infastidito squarciò il bracciolo con la mano, facendo spaventare la guardia all'entrata della stanza.
"Avevi detto che mancava poco" Hoseok digrignò i denti.
"Che impaziente, Mammone" Jimin lo stuzzicò, guardandolo felino, un sorrisetto fastidioso sulle labbra. "Non è che te lo vuoi scopare?" Alzò un sopracciglio.
"Chiudi il becco, Asmodeo" il peccato di avarizia lo fulminò con lo sguardo.
"A differenza tua, mi interessa portare a termine il piano"
L'espressione di Jimin si fece da giocosa a seria in pochissimo tempo. Si alzò dal suo trono, andando da Hoseok e attaccando la sua fronte a quella dell'altro.
"Chi cazzo ti ha pugnalato con il pugnale del peccato, allora, mh?" Ringhiò infastidito il peccato di lussuria, e Mammone ghignò soddisfatto.
"Tu, Asmodeo. Ops, scusa. Non volevo proprio farti arrabbiare" parlò fingendo innocenza Hoseok. Jimin, completamente furioso, non riuscì a controllare il fuoco che uscì dalle sue mani, che bruciacchiò la camicia dell'altro.
"Piantala. Jimin." Taehyung si limitò a dire, dopo aver assistito alla scena. "Ti piace sempre seminare zizzania, eh?" Lucifero lo guardò con la coda dell'occhio mentre l'altro si svaccava sul suo trono, gambe all'aria, mano tra i capelli e lingua a leccare le labbra.
"Preferisci che mi metta a diffondere amore? Come ai vecchi tempi?" Stuzzicò ancora presuntuoso, consapevole che la risposta non gli sarebbe andata contro.
"No, fratello." Taehyung rispose semplicemente.
"Volevo davvero salvare l'anima di Dylan. Oh, Raffaele, sono proprio pessimo, gne gne..." imitò sè stesso, rendendo il suo tono di voce acuto e disperato.
Hoseok scoppiò a ridere, seguito da Taehyung e poi Jimin, che fu il primo a smettere. "Ew, patetico." Disse sogghignando al ricordo.
"Ho visto Dylan non troppo tempo fa. Se la spassava tantissimo a venire sbattuto da tutte le parti senza tregua. Urlava come una femminuccia, non mi ha nemmeno eccitato" disse meschino, come se stesse raccontando l'ultimo gossip.
"La sua anima è pure debolmente malvagia. Non vale nemmeno la pena di prenderla. E io che facevo fatica a salvarlo, tz. Debole." Ancora si scherniva, guardando attentamente un po' di fuoco uscire dalle sue dita.
Improvvisamente, la guardia stante alla porta saltò spaventata, cacciando un urletto. Guardò poi verso Asmodeo. "Signore!"
Jimin ridacchiò. "Sei sicuro di essere un demone? Solo per un po' di fuoco..."
"Sul mio..."
"Cazzo? Eh vabbè, dov'è il divertimento se no?" ghignò il demone della lussuria, super divertito.
"Uriele, che volgare che sei diventato!" Taehyung esclamò indignato, o almeno quello fu ciò che fece intendere dal suo tono di voce.
"Oh no, adesso mi bandiranno per aver detto una parolaccia!" Si mise teatralmente una mano in fronte, fingendo spavento.
"Uriele, torna da noi! Torna in te!" Mammone finse di piangere, imitandosi a sua volta. Jimin scoppiò in una sonora e sinistra risata, aprendo la bocca tanto da far vedere il piercing sulla lingua.
"Mammone, mio signore." Entrò un angelo in stanza senza nemmeno bussare. I tre demoni subito smisero di ridere, riconoscendo la spia di Hoseok.
Il peccato di avarizia si alzò e si diresse verso l'angelo, che impassibile lo guardava avvicinarsi.
"Cos'hai per me, Elia"
"Questa volta Sam ne ha fatta una che difficilmente Azriele potrà perdonare."
Hoseok sogghignò sinistro, girandosi verso i fratelli.
"Ci siamo"
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"Namjoon. Cosa hai fatto sta volta? Voglio che sia tu a dirmelo. E per favore, smettila di incolpare Sam ingiustamente."
La virtù della mitezza guardò perplessa Luca. "Come scusa? Io non ho fatto niente..."
"C'è un testimone, Namjoon. Ti ha visto e sentito parlare con Sam. Gli stavi chiedendo di non dire niente a nessuno. E non provare a inventare scuse. Dimmi la verità." Continuò l'arcangelo.
Azriele cominciò a preoccuparsi. Non sembrava tanto intenzionato a credergli. Cosa avrebbe fatto? Era davvero innocente.
"Io... io stavo cercando di aiutare Sam, okay? Per questo non posso dirti niente, mi spiace Luca. Ma non è successo nulla. Davvero."
Luca sospirò. "Namjoon, è a me che dispiace. In quest'ultimo periodo ho ricevuto troppe segnalazioni su di te, e non posso fidarmi, purtroppo. Sono costretto a mandarti in tribunale."
"Ma perchè! Sto solo cercando di aiutare Sam, fidati quando ti dico che non è successo nulla di grave!" Disse agitato, spaventato.
"So già la verità, Namjoon. Speravo avessi la decenza di almeno ammettere il tuo stesso errore." Luca lo guardò quasi come deluso.
"È così grave ave-"
"Hai ucciso un umano innocente, sì. È così grave, Azriele. Mi dispiace, ci vediamo in tribunale." Luca disse prima di andarsene.
Namjoon cadde a terra, in un pianto disperato. Lui davvero era innocente. Quel testimone, chiunque fosse, mentiva. Perchè ce l'avevano tutti contro di lui?!
Uscendo, si scontrò con Jin. "Scusa" disse velocemente per poi scappare.
Jin guardò nella direzione verso cui era fuggito stranito, non capendo.
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Namjoon nel frattempo era andato sulla Terra. Voleva distrarsi un po', così si occupò di calmare diverse persone.
Ora si trovava in un palazzo. Un uomo, un marchese, stava per sfogare la sua rabbia sulla figlia. L'angelo si mise al suo fianco, posando la sua mano sulla fronte.
"Buon'anima. Dio può perdonarti solo se ti rendi conto dei tuoi errori e te ne penti. So che puoi farlo, liberati della rabbia che c'è in te."
"Sei ridicolo, Azriele" una voce ridacchiò e quando vide il possessore sorrise. "Ciao, Mammone"
Quello corrucciò le sopracciglia, parlando sopreso "Sei troppo calmo"
"Perchè non dovrei esserlo?" Namjoon si allontanò dall'umano dopo aver finito di calmarlo. Spostò poi lo sguardo tranquillo sul demone.
"Per il fatto che sarai presto condannato per qualcosa che non hai fatto?" Hoseok parlò guardandosi gli anelli preziosi sulle dita.
"Come- come fai a saperlo??" Namjoon parlò più spaventato che arrabbiato.
Mammone soffiò tra i denti "Forse avrei dovuto far venire Asmodeo davvero. Perchè cazzo non sei arrabbiato con Sam?! O arrabbiato con gli arcangeli??!" Gli sbottò contro.
"Cosa c'entra Sam adesso? La corte mi crede colpevole perchè qualcuno gliel'ha detto, e devono agire per il bene di tutti"
Mammone sorrise sghembo all'udire le parole dell'angelo. 'Non sa niente, ma quando lo saprà, non sfuggirà all'ira.'
"Lascia che ti faccia un regalo, Azriele. Per aiutarti domani in tribunale." Mammone si avvicinò, e istintivamente Namjoon indietreggiò.
"Non mi fido di te."
"Oh, andiamo. Il mio è un gesto buono e altruista. Ti sto donando qualcosa senza chiedere nulla in cambio. Sono squisitamente generoso, o no?" Ridacchiò verso la fine, e Namjoon non sentiva nemmeno un filo di bontà nella sua voce.
"Chiudi gli occhi, è una sorpresa."
Namjoon sentì Hoseok maneggiare qualcosa nel fodero della sua spada, per poi dirgli di riaprire gli occhi.
Azriele guardò il peccato di avarizia perplesso. "Cosa avresti fatto?"
"Ti ho detto che è una sorpresa, Azriele. Ma non preoccuparti, ti sarà molto d'aiuto. Io e gli altri facciamo il tifo per te, buona fortuna!"
Namjoon indietreggiò ancora, guardando la sua spada nel fodero. Era esattamente come prima, quindi cosa era cambiato? Cosa aveva fatto Hoseok?
Il demone ghignò, i suoi occhi dorati brillanti. "Tifiamo per la tua caduta, Amone."
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"Il testimone qui presente, Elia, conferma di averti visto uccidere l'umano, e poi cercare di persuadere Sam a non dirlo in giro." Luca disse, guardando poi Namjoon.
"Azriele non avrebbe mai fatto una cosa del genere!" Jin si intromise, e fu subito bloccato da un gesto di mano di un arcangelo. "Non vi è permesso parlare, virtù."
L'attenzione si riposò sulla virtù della mitezza. "Io non ho ucciso nessuno. Ho solo aiutato Sam. Elia mente, anche se non so per quale motivo. Elia, ti prego di dire la verità. La situazione in cui mi stai mettendo è davvero negativa, e io sono davvero innocente. Sam, tu puoi confermare."
Chiunque in quella immensa e luminosa sala poteva confermare che la diplomazia e calma pacifica di Azriele era assolutamente ammirevole. Anche in una posizione simile, con tutti contro, era in grado di essere pienamente fedele alla sua virtù.
"Sam? Puoi confermare o smentire quanto detto da Azriele?" Luca chiese al giovane angelo, che sembrava visibilmente nervoso.
"Devo smentire. Purtroppo. Azriele- Azriele ha ucciso quell'umano. Ma l'ha fatto per sbaglio!! Davvero, non era sua intenzione! Voleva uccidere un demone che stava importunando l'umano, ma- ha sbagliato! A tutti capita no? E lui è una virtù- quindi-"
Sam farfugliava, nervoso, sull'orlo delle lacrime.
Namjoon sentì un tonfo al cuore. Del freddo glaciale sembrò espandersi dentro di lui. Non poteva crederci. Sam l'aveva fatto di nuovo. Lui aveva cercato di difenderlo e l'altro l'aveva ancora incolpato.
"Sam, basta. È ammirevole che tu voglia difenderlo nonostante le sue azioni, ma c'è poco da fare. Il fatto che sia una virtù rende il tutto molto più grave."
Namjoon cominciò a piangere, avvertendo una bruttissima sensazione dentro di sè. La attribuì allo sconforto, alla tristezza, all'essere ingiustamente accusato.
"Sam, come hai potuto farmi questo..." nascose la sua faccia tra le mani, disperato. "Ti ho difeso, fino ad adesso. Non ho detto come sono andate veramente le cose per difenderti. E tu- Sam, sei sulla cattiva strada." Disse, guardando l'altro angelo.
Quello lo guardava combattuto, in preda ai sensi di colpa, ma allo stesso tempo incapace di dire la verità.
"Mi dispiace, Sam. Mi devo difendere." Gli disse, prima di girarsi verso Luca. "Ero sulla terra per portare a termine alcune mie missioni. Ho avvertito il bisogno di aiuto di Sam e sono corso subito da lui. Stava combattendo contro un demone che voleva portarsi via l'anima di un umano innocente.
Sam usava la spada, e con una schivata del demone, l'arma è finita proprio nel petto dell'umano. C'era ben poco da fare. Ho salvato l'anima dell'umano, e visto che Sam era molto preoccupato ho cercato di tranquillizzarlo. Mi ha chiesto di non dire niente riguardo all'accaduto. So che era sbagliato, ma l'ho fatto per lui. Questo è il massimo di errore che posso avere fatto." Disse, speranzoso adesso.
Ora che sapevano la verità, l'avrebbero assolto. D'altronde, era stato Sam a uccidere l'umano, non lui.
"Azriele." Luca parlò, e l'angelo tirò un sospiro di sollievo. "Purtroppo non posso crederti." Namjoon spalancò gli occhi, sconvolto, terrorizzato.
"Elia e Sam sostengono la stessa cosa, e sono due testimonianze contro la tua. Ultimamente, come ti ho già detto, ho ricevuto diverse segnalazioni sul tuo conto, e sto cominciando a pensare fossero vere. Mi dispiace, Azriele, ma questa volta non mi posso fidare di te."
Namjoon tremava, in piedi, al centro della corte. Guardava con gli occhi pieni di lacrime l'arcangelo, incredulo.
"Sam, ti prego. Ti prego, ti scongiuro. Di la verità. Non farmi questo, ti prego" la virtù sussurrò con un filo di voce, abbattuta.
"Azriele. Ti prego di perdonarmi. Ma non posso prendermi le colpe per qualcosa che non ho fatto. Ti ho sempre ammirato, e mi mancherai, adesso che..."
Sam non finì la frase, ma era ben chiaro a cosa volesse alludere.
Un'ultima lacrima cadde sulla guancia di Namjoon. Dopo, sentì caldo, un fuoco accendersi dentro di sè. Il suo respiro si fece affannato, mentre la sua testa sembrava voler esplodere.
"Sam, lascia stare. Non è colpa tua, lo sappiamo" Luca disse.
'Non vogliono le virtù in mezzo ai piedi' Namjoon si ricordò delle parole di Hoseok.
Gli arcangeli non si stavano preoccupando di investigare più a fondo, si fidavano di un angelo novellino che aveva dato prova di aver sbagliato più volte.
Lo stavano per bandire. E lui era innocente. Mentre Sam, colpevole, sarebbe rimasto impunito, dopo averlo tradito. No. Non era possibile. I peccati avevano ragione. No.
No. Non poteva essere. Stava per cadere. Per colpa di Sam. Sam. L'aveva tradito. Un'altra volta. Sam. Sam. Fottuto Sam. Quello stronzo. Non poteva lasciargliela passare liscia.
Doveva pagarla per quello che aveva fatto. Namjoon strinse i pugni, irrigidendo la mascella. Dopo, successe tutto troppo in fretta. Inaspettatamente.
Solo un pensiero gli stava martellando il cervello come fosse il suo unico scopo di vita.
Uccidilo.
In uno scatto, si buttò sull'angelo, non troppo lontano da lui. Cominciò a prenderlo a pugni, provando a raschiare la sua pelle con i suoi artigli inesistenti.
Guardie accorsero per aiutare l'angelo sotto la virtù, che urlava in preda al dolore. "Aiuto!! Lasciami! Lasciami andare! Aiu- AHHH!"
Namjoon continuava a tirargli pugni con la mano destra, mentre l'altra era aggrappata al collo senza fare pressione. Sam aveva urlato a causa dello strattone provocato dalle guardie, che avevano provato a staccare la virtù da lui, mentre ancora teneva saldamente la sua pelle.
Namjoon gli ringhiò contro "NON TOCCATEMI!" urlò poi, dando loro una forte spinta che li fece volare metri lontano.
Nel frattempo, Sam provava a scappare. "Dove cazzo pensi di andare brutto stronzo?!" Il suo volto si girò di scatto in direzione dell'angelo, saltandogli letteralmente addosso.
Lo atterrò, prendendo violentemente il suo viso tra le dita. "La pagherai per quello che hai fatto, quando avrò finito con te rimpiangerai di non essere finito all'inferno!!" Namjoon urlò, dando uno strattone spaventoso al collo dell'angelo.
Urla, urla e ancora urla. Le più assordanti venivano dall'angelo sotto di lui, le altre dagli angeli presenti, che terrorizzati si ammassavano per cercare di scappare.
Ciò impediva a chiunque di intervenire, e lasciava Namjoon agire indisturbato.
La virtù prese la pelle del collo di Sam e la ruppe tirandola con violenza. Ficcò poi con prepotenza il dito dentro la carne del collo, passando in seguito ad afferrare un grosso strato di tessuto.
Lo tirò via come niente fosse dal collo, e l'angelo sotto di lui stava perdendo la voce da quanto stava urlando.
"Fermati, Namjoon!!" Sentì qualcuno dire disperatamente, forse Luca.
Come se le parole gli fossero scivolate addosso, si alzò e prese l'angelo dalla tunica bianca sporca di sangue. "Ti ho detto che eri sulla cattiva strada, Sam, ma tu non ascolti mai, eh?!"
Lo sollevò in aria per poi sbatterlo su un bancone, non troppo lontano dalle altre virtù che guardavano terrorizzate la scena.
"Azriele, ti prego, torna in te, ti prego!" Yoongi supplicò, occhi fuori dalle orbite e lo stomaco sottosopra alla vista del raccapricciante spettacolo.
"Mi- dispiace- Azrie- a- ah-"
Sam sputava sangue, per poco non ci annegava, e Namjoon gli strappò con violenza la tunica di dosso.
Con le mani insanguinate e il cuore pieno di odio, bramoso di vendetta, procedette ad aprire in due il torace dell'angelo, separando la pelle con fatica.
"Ti dispiace, ti dispiace?! Ora TI DISPIACE?! Forza, pezzo di merda, dì a tutti perchè ti dispiace!! DILLO!!"
Sam respirava affannosamente, completamente frastornato mentre Namjoon gli frugava dentro, tirando e distruggendo qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano.
"Basta, Namjoon!! Basta, ti prego!!" Jungkook strillò, lacrime agli occhi e a dir poco disgustato.
"Chiudi la cazzo di bocca, tu!" La virtù della mitezza lo guardò con uno sguardo furibondo, pieno di ira, tanto che l'altra virtù cadde dallo spavento.
Cosa stava succedendo? Perchè era così strano? Nessuno aveva notato niente nell'ultimo periodo, Namjoon era normale. Com'era possibile? Jin aveva la testa girata, non poteva, non riusciva ad assistere a quello strazio.
Ogni rumore di carne lacerata, accompagnata da urla disperate e le urla delle persone in fuga, era un brivido alla schiena.
"Allora?? Non vuoi dire la verità, Sam?? Aspettano tutti!!" Namjoon attaccò la sua mano appiccicosa e impregnata di sangue al collo altrettanto sanguinante dell'angelo.
Quello era completamente in panico, terrorizzato, confuso.
"I- io- io- io ho ucciso per sbaglio- l'umano- Azriele non c'entra niente- è tutta- AH!! COLPA MIA È TUTTA COLPA MIA SONO STATO IO- TI PREGO SMETTILA-" urlò poi ancora verso la fine, sfinito.
"Avete sentito?? Eh, Luca?? HAI SEMTITO?! L'ha ammesso, è lui il colpevole! IO SONO INNOCENTE, BRUTTO STRONZO!" urlò, ancora spaventoso sopra il morente angelo.
"G- guardie" balbettò Luca tremando, occhi sbarrati dal terrore. "P- prendetelo. Subito. Qualcuno aiuti Sam, veloci!" Disse poi frenetico, vedendo il giovane angelo dimenarsi con le poche forze rimaste sotto la presa di Namjoon.
"Ah, e così vuoi lo stesso sbarazzarti di me, uh?" Ridacchiò un secondo prima di ricordarsi della spada nel suo fodero. Era stato talmente preso dall'ira che se ne era completamente dimenticato.
"Sarà meglio per quel coglione di Mammone che il suo regalo mi sia davvero utile" ringhiò prendendo la spada.
Non appena la impugnò, quella che apparentemente era la sua normale spada bianca, prese la forma di una spada molto più grande, con una spessa e larga lama che si incurvava leggermente.
L'impugnatura era sottile, lunga, e subito Namjoon si rese conto che quella era sua. In una frazione di secondo, ebbe un flash di ricordi, numerosi, e ora tutto aveva senso.
Ritornò alla realtà, ghignando guardando la sua arma, e poi l'angelo sotto di lui.
"Oh cazzo sì se sono tornato" disse prima di conficcare la spada nel petto di Sam, un tremendo rumore di ossa frantumate e carne lacerata che rimbombò nell'ormai quasi vuota aula.
Nessuno aveva mai visto Luca cosí terrorizzato. I suoi occhi erano completamente spalancati, lui era immobile. "Prendetelo, prendetelo subito! Strappategli le ali!! Azriele, la corte di bandisce per sempre dal paradiso per peccato di ira-" disse, prima di sedersi.
Guardò attentamente e vigile la figura di Namjoon che non opponeva adesso resistenza, sotto la presa ferma delle guardie.
"Andiamo, Luca. Lo sai benissimo come mi chiamo." Disse l'angelo, mentre i suoi occhi si colorarono di un rosso acceso, facendo quasi cadere Luca dal suo posto.
Namjoon aveva parlato con presunzione, e continuò a guardare impassibile l'arcangelo, come se loro due sapessero qualcosa che le virtù non sapevano. Esse infatti, non capivano cosa stesse succedendo.
Un fulmine squarciò il cielo limpido e celestiale, nel preciso istante in cui anche la seconda ala fu strappata.
"Amone" sussurrò stremato Luca, prima che la ex virtù della mitezza cadesse dai cieli, la sua arma scomparsa con lui.
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Angolo autrice
Non avevo calcolato così tanta violenza per il capitolo. Wow.
Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate della storia in generale, e anche cosa ne pensate di Jimin, Namjoon, Taehyung e Hoseok per quanto riguarda la loro personalità.
Sono super curiosa!
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, e spero anche di riuscire ad essere un po' più attiva adesso che sono in vacanza :)
Ah, sapete indovinare chi sarà il prossimo?
I 💜 u
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