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Asmodeo

Jimin piangeva incoerentemente, mentre si teneva la testa in disperazione. Non osava aprire gli occhi che strizzava con forza.

Non osava alzare la testa da terra. Taehyung non fiatava d'altro canto, si limitava a fissare impassibile la figura bianca rannicchiata in sconforto.

Avanzò un passo.

In maniera difensiva Jimin si alzò di scatto e indietreggiò, urlando "Stammi lontano!" L'angelo fu così costretto a guardare l'altro: il suo sguardo cupo e sinistro lo fece rabbrividire mentre ancora tornava indietro più che poteva.

Taehyung lo seguiva, silenzioso e scrutatore. "È così che saluti un vecchio amico? Mi sento offeso, Jiminie"

Jimin sbarrò gli occhi all'udire il suo nome, sbattendo contro il muro dietro di lui.

"Aiutatemi, fratelli" chiamò mentalmente, ignaro del fatto che la loro connessione fosse ancora presente. Per tutti e sette.

Taehyung ghignò sinistro, mentre Jimin lo guardava perplesso, una lacrima che gli percorreva con velocità la guancia.

"Jimin!" Urlarono spaventate numerose voci, alla vista dell'angelo bloccato tra una figura nera e il muro. La sua faccia appariva sbiancata, terrorizzata; le altre cinque virtù non capivano perchè non stesse reagendo.

"Allontanati da lui, demone! Sono le virtù benedette ad ordinartelo!" Namjoon urlò, sfoderando la sua spada bianca. Anche gli altri angeli si misero pronti all'attacco, e Jimin voleva davvero avvisarli, dire qualcosa, ma dalla sua bocca non riusciva ad emettere alcun suono.

Il demone sbuffò divertito. "Non prendo ordini da nessuno, tantomeno dalle patetiche virtù" E si girò.

Namjoon abbassò la spada, espressione che cadde con essa. Tutti sentirono un tonfo al cuore e il respiro mozzato violentemente.

"T- Taehyung" Jungkook sussurrò incredulo, mentre Hoseok cadde sulle ginocchia, singhiozzi silenziosi visibili per il su e giù della sua schiena.

"Come... come hai fatto ad uscire?" Jin chiese, cercando di trattenere le lacrime. Non voleva mostrare debolezze a Taehyung, che invece non mostrava neanche un briciolo di compassione per Hoseok.

Jimin, dietro al demone, stava immobile. Lacrime copiose agli occhi, guardava l'incredulità delle altre virtù e a lui stesso la situazione sembrava surreale.

"L'inferno mi appartiene, sono io che faccio le regole. Ora, capisco che vogliate una bella riunione di famiglia, ma io e Jimin stavamo parlando in privato."

Il demone si voltò, ignorando lo stupore degli altri. I suoi occhi viola brillavano in un qualcosa di sconosciuto che a Jimin non piaceva affatto.

"C- che cosa vuoi fare, Taehyung?" L'angelo riuscì a dire, intimidito. Il demone ghignò ancora, freddo, facendo correre un brivido lungo tutto la spina dorsale dell'altro.

"Lo scoprirai quando sarai fedele, dolce Uriele." Alzò un dito, accarezzando la guancia dell'altro con delicatezza.

Dov'era finito il pacato e gentile angelo? Era colpa sua se si trovava in quelle condizioni adesso.

Jimin scoppiò in un pianto forte e sconfortato. "Scusami, scusami, fratello, è stata colpa mia. Non ti ho aiutato come tu hai fatto con me. Ti prego di perdonarmi. Mi dispiace." Sbiascicò strizzando gli occhi.

"Sistemerò tutto." Taehyung disse a bassa voce vicino all'orecchio dell'angelo, che sobbalzò in spavento.

"Lascialo andare!" Yoongi trovò finalmente il coraggio di parlare, deglutendo dopo quasi come per mandare giù la paura.

La sua faccia era impassibile, non trasmetteva nulla. Alzò una mano, imbrattata dello stesso viola che gli arrivava fino al collo.

Cambiarono i loro dintorni. Si trovavano adesso in un villaggio colmo di gente. Si trovavano tutti nelle stesse posizioni di prima, ma adesso numerosi umani passavano loro vicino ignari di tutto.

Il demone alzò la testa verso il cielo, ridacchiando tra sè e sè, portando la mano avvolta da energia oscura vicino alla sua bocca.

Pronunciò qualcosa si incapibile, voce grave e roca che recitava probabilmente un incantesimo in latino.

Demoni cominciarono a spuntare da tutte le parti, posizionandosi subito dietro Taehyung, circondando Jimin.

"Se pensi che i tuoi demoni ci fermeranno ti sbagli di grosso" Namjoon strinse la mascella, stringendo la presa sull'impugnatura della spada.

"Oh, ma non sono per voi" disse il demone abbassando la mano, e come un preciso ordine, tutti gli altri esseri infernali partirono all'attacco.

"Puntano agli umani!" Hoseok disse con un che di disperazione nella voce.

"Dei buoni altruisti come voi non si sognerebbero mai di lasciare quelle povere anime umane in balia del peccato, no?" Taehyung finse preoccupazione, per poi improvvisamente prendere Jimin per la veste, mettendolo malamente davanti a lui.

Da uno degli harness sui pantaloni il demone tirò fuori un pugnale, che posizionò sul collo dell'angelo. Quello sussultò, il suo cuore batteva all'impazzata, confuso, addolorato, e terrorizzato.

"Se non muovete il culo ad allontanarvi, lo uccido" schiacciò con più forza il metallo peccaminoso sul collo dell'angelo, che rilasciò un gemito infastidito al contatto.

Nessuno si mosse. Le virtù stavano erette e incredule, indecise sul da farsi. Le loro espressioni combattute.

La spinta di Taehyung col pugnale sul collo di Jimin aumentava ogni secondo di più, facendo formare altre lacrime negli occhi della virtù del pudore.

"Non lo faresti mai" Jungkook disse, tono duro e immagine impassibile. Sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta. Non l'avrebbe fatto davvero. Lo sapeva.

"Sfidami" disse con tono istigatore Taehyung, e Jungkook poteva giurare di aver visto il viola intensificarsi nelle sue iridi.

Si avvicinò di più a Jimin, che si mosse in disagio prima di essere bloccato dalla presa forte dell'altro. La testa di questo si mise subito accanto l'orecchio destro dell'angelo, che guardava con ansia, paura e respiro affannato le altre virtù.

Impotenti, esse potevano solo guardare con dolore la sofferenza psicologica della virtù del pudore, ora con la mano sinistra del demone avvolta da dietro fino al petto, e l'altra pericolosa sul collo.

Jimin cacciò un urlo. Tutti gli angeli si irrigidirono, notando poi il pugnale scorrere dal collo lungo la clavicola.

"Ucciderò solo la tua innocenza dolce Uriele, non temere" Taehyung gli sussurrò nell'orecchio, e Jimin si morse il labbro per non urlare ancora.

"Andate, aiutate quelle anime" Jimin disse alle virtù, che sebbene incerte e preoccupate, decisero di ascoltarlo.

Taehyung si spostò da dietro e attaccò l'angelo al muro, tenendolo con la mano sinistra per la gola. La mano destra, dopo aver messo a posto il pugnale, si buttò violenta sul membro coperto della virtù, strizzandolo.

"Svegliati, Asmodeo" disse quasi come stesse invocando qualcosa, qualcosa che Jimin non capì. Egli sentì una forte e strana sensazione dove era stato toccato, e quel nome gli aveva fatto gelare il sangue.

Chi era Asmodeo?

Taehyung lasciò andare l'angelo, che ora debole, a terra, chiese "Cosa mi hai fatto?"

Il demone si avvicinò alle labbra di Jimin, parlandogli ad un centimetro da esse. "Dolce Uriele, voglio vederti annegare nel piacere carnale"

L'angelo corrucciò le sopracciglia "Il tuo perverso volere non verrà soddisfatto."

"Ne sei proprio sicuro?" Taehyung alzò il mento in superiorità, guardando meschino l'angelo dall'alto.

"L'amore vince su tutto" l'altro disse sicuro, corpo ancora a terra, indebolito dell'accaduto.

"L'amore è un'illusione temporanea. Funziona secondo gli interessi di ognuno"

"Non è vero" Jimin strinse la mascella, occhi ancora lucidi.

"Te ne accorgerai ben presto"

°

Qualche giorno dopo, le sei virtù erano riunite per discutere nuovamente sul da farsi.

"È diventato il re dell'inferno. È da solo ma è troppo potente, e il problema principale è che non conosciamo i suoi piani." Namjoon disse, parlando di Taehyung.

"Jimin, cosa voleva da te?" Chiese poi alla virtù del pudore, che si irrigidì sul posto.

"Ha detto che vuole vedermi peccare di lussuria, il che è impossibile. Penso voglia farmi cadere, ma... non ha senso che sia così convinto, non ha nessun modo per riuscire nel suo intento..." L'angelo ragionò, e Jungkook aggiunse qualcosa.

"Infatti. Non dobbiamo preoccuparci, non può fare nulla contro di noi. Sono solo parole al vento."

"Okay. Teniamolo comunque sotto controllo. Dobbiamo avvisare gli arcangeli della situazione." Yoongi disse, ottenendo un cenno di testa di approvazione da parte degli altri.

"Dobbiamo mandare più angeli dell'umiltà sulla terra, le anime peccatrici che stanno finendo all'inferno stanno aumentando sempre di più e superano di gran lunga le anime umili che giungono qui. La situazione è critica" Jin avvisò.

"Le anime giunte all'inferno vengono o torturate in base al loro peccato, e solo in casi rari vengono trasformate in demoni. Taehyung è troppo orgoglioso per regalare l'opportunità ad altri di diventare forti quanto lui" Namjoon spiegò, e sospirò non appena notò le facce sconfortate delle virtù.

"Dobbiamo nominare un angelo che possa mantenere sotto controllo la siuazione della superbia. Serve un nuovo punto di riferimento per la virtù dell'umiltà..." Hoseok disse sofferente. Solo il pensiero di avere un'altra persona al posto di Taehyung lo nauseava e rattristava.

Jimin girò la testa di scatto sentendosi quasi tradito. "Non possiamo farlo" la sua espressione era addolorata, "Non possiamo farlo al Taehyung che tutti conoscevamo" l'angelo spostava freneticamente gli occhi sulle altre virtù, che non sembravano dargli troppa retta.

"Jimin, capiamo davvero quello che stai cercando di dirci, ma non possiamo lasciare le cose così come stanno. Serve qualcuno che guidi gli angeli dell'umiltà e che aiuti gli umani col peccato di superbia. È per il bene di tutti" Namjoon cercò di convincere l'altro, nei quali occhi si formarono calde lacrime.

Si sentiva un forte peso sul petto, un senso di colpa. "Non posso accettare. È il minimo che possa fare per lui, visto che ho fallito nell'aiutarlo quando era mio dovere" disse quasi sottovoce.

"Ti prego Jimin, non dire così-" Jin non fece in tempo a finire la frase che la virtù del pudore corse praticamente via.

Tutti si guardarono combattuti. "Dobbiamo trovare qualcuno, è per il bene del paradiso e anche degli uomini. Jimin capirà prima o poi. Diamogli un po' di tempo" Yoongi disse guardando la porta da cui l'angelo in questione era appena uscito.

°

"Chiamate gli incubi e i succubi più forti, li voglio qui adesso!" Taehyung tuonò ai suoi servitori mentre dal suo trono accarezzava la testa ad Ego.

I servitori annuirono e si inchinarono, uscendo immediatamente dalla sala. Non ci volle molto prima che le grandi porte si riaprirono, mostrando degli esseri cornuti e mezzi nudi. Inutile dire che il loro aspetto fisico era mozzafiato, tanto quanto le loro facce, rese ancora piú seducenti da occhi color ghiaccio brillanti.

Erano in cinque, due incubi e tre succubi. In ordine di entrata c'erano Ekael e Rodah, i due incubi, seguiti da tre demoni donna, i succubi: Oruhus, Anokes e Hasaxis.
Si misero subito al cospetto di Taehyung, inginocchiati e con la testa bassa.

"Ci ha fatto chiamare, a cosa dobbiamo l'onore, Lucifero?" Chiese Ekael, alzando lievemente la testa.

"Voglio che corrompiate un dolce angioletto."

I demoni ridacchiarono in risposta "Una passeggiata, mio signore" Hesaxis sogghignò.

"È più forte di quello che pensiate. Dovrete mostrargli cosa significa provare piacere, mostrategli cosa siete in grado di fare. Non fatemi pentire di avervi assegnato questo incarico"

"Non oseremmo mai" Anokes rispose, alzandosi seguita dagli altri.

"Chi è questo angelo?" Rodah chiese infine, voglioso di conoscere un essere così puro da poter corrompere.

"Per i demoni della lussuria più potenti dell'inferno, niente di meno che la virtù del pudore in sè, Uriele." Taehyung ghignò malvagio, copiato dai cinque demoni.


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Angolo autrice
NON VI PREOCCUPATE PERCHÈ SE STATE TREMANDO LO STO FACENDO ANCHE IO
Sì eppure lo scritto io direte, però giuro che la cosa mi prende abbastanza ahhahaha
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se si fatemelo sapere con un voto oppure un commento!

I 💜 you!

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