Accidia
acedia :: accidia
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"Gabriele, vieni. Devo parlarti." Disse Luca, toccando delicatamente la virtù della diligenza sua schiena dirigendolo verso il suo studio.
Yoongi non aveva la minima idea di cosa gli avrebbe detto.
"Abbiamo saputo che sei stato ferito dal pugnale del peccato." Parlò l'arcangelo, prendendo di sorpresa l'altro. Yoongi spalancò le orbite, immobilizzandosi sul posto.
"Non ho peccato. Puoi chiedere a chiunque, potranno confermarlo. Oltretutto non ho mai smesso di svolgere i miei compiti." La virtù disse mantenendo la calma, ma aveva una grande agitazione dentro.
"Lo so. Ma stai attento. Ricordati che sei al corrente di piani molto importanti. Non puoi permetterti di peccare." Luca disse serio, con voce ferma.
"Non ti preoccupare, Luca." Gabriele lo rassicurò, e in seguito l'arcangelo gli comunicò che poteva tranquillamente andare.
°
"Jungkook... hai detto tu agli arcangeli del pugnale? Dopo che ti ho chiesto di non farlo?" Yoongi chiese com gli occhi lucidi, seduto al suo posto nella sala delle virtù.
L'altro sembrò subito allarmato.
"Lo sanno?! Giuro, io non ho detto nulla. Non ti farei mai una cosa e genere..." l'altra virtù rispose, ferito.
"Sei l'unico che lo sapeva..." Gabriele parlò flebile, incredulo.
"No! Yoongi! Io non ho aperto bocca, mi devi credere! Non avrei motivo!" Jungkook, agitato, si avvicinò a lui.
Lo invitò a guardare i suoi occhi castani, sinceri. Erano quasi lucidi, Yoongi poteva vederci il terrore. Il terrore di perderlo.
Jungkook si sentiva ancora in colpa per quanto era successo con Hoseok, e davvero non avrebbe avuto senso che fosse stato proprio lui a rivelare il segreto.
...Hoseok. Aveva detto che, in un modo o nell'altro, avrebbe fatto sapere agli arcangeli la verità. C'era lui dietro, anche se Gabriele non sapeva bene come.
Intanto, lo sguardo della virtù della diligenza si addolcì. "Scusami. Hai ragione, Jungkook. Ti credo." Sorrise infine.
"Ora scusa, sarà meglio che io mi metta all'opera. Ho molto da fare" sorrise ancora, e Jungkook annuì accennando un sorriso radioso.
Quando Yoongi fu uscito, l'altra virtù tirò un sospiro di sollievo. Aveva pensato il peggio.
Credeva che l'altro angelo avesse già peccato, che l'avrebbero condannato. Temeva che non gli avrebbe creduto, troppo preso dal peccato che gli distorceva i sentimenti.
Ora guardava il tavolo marmoreo delle virtù, così pieno di ricordi, felici ma allo stesso tempo dolorosi, e almeno guardava serenamente il posto di Gabriele.
Lui non mostrava segni di cedimento. Forse potevano battere il peccato.
°
Eri uscita per fare una passeggiata. Era pomeriggio, e il cielo era nuvoloso; speravi vivamente che non si mettesse a piovere.
Una ventata gelida ti fece all'improvviso rabbrividire, mentre passavi nella foresta, metà frondosa e metà spoglia.
Faceva quasi paura. Chiedendoti per quale motivo avessi scelto questo cammino per raggiungere il paese, proseguisti a camminare, talvolta pestando rami secchi sul terreno.
Era tutto silenzioso, a parte il tuo respiro che creava nuvolette bianche nell'aria e il rumore dei tuoi passi sul terreno. Sempre più intimidita, ti accocolasti nel tuo mantello pesante, accelerando il passo per uscire al più presto da lì.
Ad un certo punto ti fermasti, la tua attenzione attirata da una piccola margherita secca in mezzo al marrone delle foglie secche.
Ricordasti le parole di Luca, che ti aveva detto che i tuoi poteri erano in grado di dare vita.
Ti chinasti, accarezzando lo stelo ripiegato su sè stesso. Sforzandoti di pensare a qualsiasi cosa positiva, ti concentrasti, pensando a trasferire l'energia al fiore.
Strizzasti gli occhi, speranzosa.
Li apristi, sorridente, per vedere che... non era successo assolutamente niente. "Seriamente? Perchè deve essere così complicato?" Sospirasti scoraggiata.
"Gli umani non possono risuscitare le forme di vita, stupida" una voce disse presuntuosa dalle tue spalle, schernendoti.
Corrucciasti le sopracciglia, confusa. Ti alzasti per poi voltarti, vedendo un uomo vestito di nero in abiti eleganti. Doveva essere un nobile, ma cosa ci faceva in mezzo alla foresta?
Forse anche a lui piacevano le passeggiate?
"Io posso-" ti bloccasti in tempo in realizzazione dell'errore che stavi per commettere. "Io posso... essere un po' sensibile quando si parla di natura" dicesti insicura, sperando che se la bevesse.
Sempre meglio quell'assurdità che la verità che stavi per dire.
"Certo, umana." Disse quello con un ghignetto in viso. "Sei così virtuosa... la tua diligenza è impressionante. Il mio signore sarebbe più che soddisfatto se rovinassi la tua anima..." continuò, misterioso.
"Ma cosa dite? State bene?" Chiedesti perplessa. Di cosa parlava?
"Se stai ferma faremo in fretta." Disse, avvicinandosi.
Fu allarmante. Indietreggiasti solo per inciampare nella radice di un albero, che ti fece cadere con il sedere a terra. Cominciasti ad agitarti alla vista dell'uomo che si avvicinava sempre di più.
Anche se non capivi cosa volesse, avevi intuito che non era nulla di buono.
Giusto quando stava per raggiungerti, una figura bianca si pose davanti a te, dandoti le spalle e tenendo le braccia alerte come per proteggerti.
"Scappa" urlò, girando leggermente la testa in tua direzione. Completamente in agitazione, ti alzasti e corresti via, non badando al tuo salvatore.
Corresti e corresti, guardando in panico dietro di te, per vedere le due figure ferme dove le avevi lasciate.
Ti rigirasti verso avanti, correndo ancora. I tuoi polmoni chiedevano pietà, le gambe ti facevano male, e il freddo ti congelava il naso.
Arrivata fuori dalla foresta, vedesti finalmente il paese. Riprendendo fiato, camminasti verso le case.
Speravi con tutta te stessa che il tuo salvatore stesse bene, e ti sentivi anche in colpa per averlo lasciato solo con quella persona spaventosa. Chissà cosa era successo...
Fosti distratta da delle urla assurde, provenienti dal centro del paese. Ti dirigesti verso il rumore, e spalancasti orrificata gli occhi alla vista di tre donne poste al rogo al centro della piazza della chiesa.
Esse urlavano e si dimenavano, legate con le mani dietro alla schiena a un palo di legno. Sotto di loro, altra legna e diverse stoffe infiammabili, il tutto avvolto da pericolose fiamme che cominciavano a raggiungere i vestiti delle donne.
Il prete pregava, chiedendo aiuto a Dio. "Signore nostro Dio, salvaci da queste streghe, discepole del diavolo. Esse hanno portato malefici tra di noi, che hanno ucciso fratelli e sorelle innocenti. Dà loro, oh Signore, la punizione che si meritano per il loro operato."
La gente tirava loro pietre, le malediceva, urlava loro cattiverie. "Morite!! Maledette!!"
Intravedevi tra le fiamme le loro lacrime, e ti domandasti, angosciata, se davvero avessero commesso le malvagità di cui erano accusate.
Quando il fuoco cominciò a bruciarle vive, non riuscisti più a tenere lo sguardo sulle donne. Lo abbassasti, deglutendo.
Questa uscita si era rivelata peggiore di quello che avresti mai potuto immaginare.
Però, ti aveva fatto realizzare qualcosa. Se quelle erano delle vere streghe, si meritavano quella punizione. E loro, come tutti coloro che facevano del male, si meritavano una punizione.
Dovevi dare il meglio di te, dovevi migliorare e imparare a utilizzare al meglio i tuoi poteri per sconfiggere quei peccati capitali di cui ti aveva parlato Luca.
°
Yoongi sperava che la ragazza si fosse messa in salvo, mentre lui ora si fronteggiava con il demone dell'accidia.
"Cosa volevi fare, demone?" Chiese, puntando la spada contro l'altro.
Quello mostrò una smorfia infastidita. "Il mio lavoro. Il suo corpo sarebbe stato perfetto per l'armata del mio signore! Ma tu hai rovinato tutto, me la pagherai!!" Urlò quello, scagliandosi contro la virtù della diligenza.
Gabriele, già affaticato, incassò l'attacco, provando poi a controbattere con un colpo della sua spada bianca.
Il demone schivò facilmente, ridacchiando della debolezza dell'attacco. Tirò un calcio dritto sul petto di Yoongi, che cadde così a terra.
Il demone sfoderò la sua spada, e nonostante la virtù avesse provato a difendersi con la propria, fu inutile. Non aveva abbastanza forze per tenerla in mano, tanto che al demone non costò fatica lanciarla via con la sua stessa arma.
Completamente incapace di reagire, Yoongi si sentiva impotente e inutile. Non poteva fare nulla, e non era nemmeno in grado di tenere testa a un semplice demone dell'accidia.
Come virtù era inutile. Mentre gli occhi si facevano lucidi, vide la spada avanzare minacciosa verso il suo petto.
Ecco.
Stava per morire.
"Cosa cazzo pensi di stare facendo, Xiro??!" Una voce familiare strillò, alterata. Il demone dell'accidia si bloccò immediatamente, stupendo la stessa virtù.
L'allarme nei suoi occhi fu evidente a Yoongi, che approfittò della situazione per alzarsi. O almeno, per provarci. A quanto pare la cosa gli risultava più complicata del previsto.
Ma cosa gli stava succedendo? Tutto questo non era normale.
"S- scusi- io-" il demone farneticò, mentre Yoongi si reggeva all'albero per mettersi in piedi. Aveva il respiro affannato, era stanchissimo e debole.
"Sei un fottutissimo idiota! Cosa ti avevamo detto riguardo Gabriele??!" Quella che era la voce di Belzebù, disse all'altro.
"Di... non ucciderlo- s- signore-"
"E QUINDI COSA STAVI PER FARE? Se non fosse che il tuo signore mi incenerirebbe con le sue mani ti farei a pezzi e poi ti darei in pasto al mio caro Torc. Ora sparisci." Ordinò Jin, avvicinandosi poi alla virtù.
Lo guardò con un sopracciglio alzato "Vacca bestia Gabriele, le anime degli iracondi sono messe meglio di te!" Sghignazzò Belzebù, bloccandosi quando non vide risposta dall'altro.
"Wow. Che ingrato. Ti salvo il culo e non mi ringrazi nemmeno. Ma dimmi, perchè sei ancora virtuoso, mh? Cosa ci vorrà mai a non fare niente?? È così facile! Ora mi hai stancato, ci stai mettendo troppo a peccare!!" Belzebù parlò, arrivando a pochi centimetri da Yoongi.
"Io non peccherò. Io sono la virtù della diligenza-"
"E? Agli arcangeli non interessi, sei solo uno fra tanti. Il tuo aiuto non è necessario per loro. Visto che sembri molto convinto, evidentemente non hai ancora capito come stanno le cose. Ma non potrai metterci ancora molto."
Jin disse serio. Yoongi tossì, sentendo sempre di più le sue forze abbandonarlo.
Il peccato di gola andò via, lasciando la virtù da sola. Accasciandosi a terra, e sentendo un forte dolore in tutto il corpo, Gabriele chiamò disperatamente il fratello.
"Jungkook, ti prego, aiutami. Sono... allo stremo..." sussurrò, respirando affannosamente.
Dopo quella che gli sembrò un'eternità, Jungkook arrivò, preoccupato più che mai.
"Cosa è successo?" Chiese con terrore nella sua voce, prendendo in braccio Yoongi, per poi spiccare il volo verso il paradiso.
"Io... ho salvato un'umana da un demone dell'accidia m-ma... non ho abbastanza forze, Jungkook. Non... capisco" parlò debole, con voce fioca.
L'altra virtù quasi non lo riconosceva. Yoongi era sempre vitale, pieno di energie e voglia di fare. Vederlo così distrutto gli faceva male.
"Portami da- dagli arcangeli. Loro sapranno come aiutarmi" disse ancora flebile, e Jungkook annuì semplicemente.
E così fece. Lo portò dagli arcangeli, che perplessi lo fecero sedere su una sedia nella loro sala. Jungkook in seguito uscì, lasciando Yoongi solo con tutti gli altri angeli.
"Gabriele, hai peccato? Vero? Come osi venire qui?" Un arcangelo disse, e Yoongi si agitò, cercando più che potè di muovere animatamente le mani in smenitita.
"No! No, lo giuro!! Io sono solo- troppo debole! Speravo poteste aiutarmi" disse, prendendo un grosso respiro alla fine, rimasto senza fiato.
"Luca! Non avresti dovuto dirgli dei nostri piani! Dovremmo bandirlo ma non possiamo visto quello che hai fatto!" L'arcangelo Simone disse, rimproverando Luca.
Quello si difese, "Non potevo non dire niente! C'era anche Jungkook con lui, avevo paura che-"
"Che ricordasse?? È impossibile! Ora guarda in che situazione ci hai messo!!" Un altro arcangelo urlò, e Yoongi non capiva.
Di cosa stavano parlando?? Era decisamente troppo stanco per afferrare bene la conversazione.
"Non ho peccato, giuro- sono-"
"Non possiamo fidarci, Gabriele!! Lo capisci? Sei stato ferito dal pugnale del peccato, non possiamo crederti. Sei pericoloso." Simone gli urlò contro.
La virtù si immobilizzò, sorpreso. Non si aspettava di certo una reazione del genere da parte loro.
"Possiamo bandirlo lo stesso, tanto non sa molto del piano." Luca propose, ricevendo approvazione dagli altri arcangeli.
Yoongi capì solo bandirlo e cercò di spiegarsi. "No... io... non ho peccato. Sono solo molto debole perchè ho combattuto contro un demone e... dovete aiutarmi... se mi aiuterete sono sicuro che riuscirò a-"
"Va bene. Ci penseremo su. Adesso va."
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Yoongi arrivò in camera sua, lentamente. Si sentiva un ammasso di ossa rotte, percepiva dolori dappertutto.
Qualcuno bussò.
"Gabriele! Ciao! Gli arcangeli mi hanno detto di lasciarti i tuoi incarichi della giornata. Allora. Innanzitutto c'è un anziano signore che si rifiuta di aiutare i figli in difficoltà con il suo patrimonio, poi abbiamo..."
E l'angelo andò avanti e avanti, ma Yoongi non la seguiva. Pensava agli arcangeli. Non sapevano se bandirlo e gli davano altri compiti? Quando stava male e aveva cercato aiuto da loro?
Gli arcangeli stavano davvero considerando di bandirlo... senza che lui avesse peccato. Senza credere alle sue parole, quando lui aveva avuto solo fede in loro e il loro operato e più volte li aveva difesi dalle accuse dei demoni.
Ora lo accusavano senza avere prove, parlavano di lui come se fosse niente? Adesso che ci stava ripensando, la questione gli faceva nascere dentro un senso di profondo sconforto.
E oltretutto, gli tornavano alla mente le parole di Luca 'non potevo non dire niente, c'era Jungkook con lui'. Voleva dire che se non fosse stato per Jungkook, Luca non gli avrebbe nemmeno rivelato il piano?
Non si fidavano di lui. Volevano sbarazzarsi di lui. Come... come avevano detto i peccati.
No.
No, non poteva essere. Si stava sbagliando, vero? Non poteva essere.
"Quindi hai capito? Tutti entro oggi. Dicono che è molto importante per il tuo giudizio. Se li porterai tutti a termine ti daranno una seconda possibilità." Disse l'angelo, sorridente.
Una negatività come non l'aveva mai provata si accese dentro Yoongi, la cui testa scoppiava dai troppi ricordi sull'operato degli arcangeli, che ora avevano tutti senso, posti insieme.
"No." Rispose fermo e deciso, guardando impassibile l'altra. Quella era confusa "Come?" Rise "Non è il momento di scherzare. Ora vado. Buona fortuna!" Disse infine.
"Io non mi muovo da qui" La virtù rispose, e l'altra si voltò, incredula e quasi offesa. "Gabriele, salvare gli umani è un tuo dovere. Non capisco-"
"Ahh stai zitta, parli troppo." Yoongi chiuse gli occhi, muovendo la testa spasmodicamente verso il lato a causa del dolore.
"Gabriele!" Lo rimproverò l'angelo.
"Ho detto. No. Gli arcangeli non meritano il mio lavoro. Nessuno se lo merita. Siete tutti degli ingrati. Sono debole e sto male, e nessuno di voi si interessa ad aiutarmi. E visto che gli arcangeli vogliono così tanto bandirmi, che lo facciano pure. Non voglio più avere a che fare con quegli stronzi."
°
Dopo aver dormito, Yoongi stava molto meglio. Era ancora stanco, certo, ma almeno riusciva a reggersi in piedi.
Vide Jungkook vicino a lui. "Come stai?" Chiese l'altra virtù, con voce dolce.
"Bene. Grazie." La virtù della diligenza contemplò il silenzio per qualche secondo, come indeciso sul da farsi.
"Jungkook. I peccati avevano ragione sugli arcangeli. L'ho vissuto sulla mia pelle" Yoongi parlò, abbattuto. "Per qualche motivo Luca ha paura di te, ed è quello il motivo per cui ha deciso di rivelarci in parte il piano"
L'altra virtù si alzò dalla sedia vicino al letto di Yoongi, agitandosi. "Cosa... cosa stai dicendo? Perchè dovrebbe avere paura di me? Non ha senso" Jungkook guardò preoccupato l'altro.
"Te lo giuro! Agli arcangeli non importa di noi; vogliono sbarazzarsi di noi. E lo dimostra il fatto che non mi hanno aiutato, mi hanno accusato di aver peccato, dicono di non potersi fidare di me!!"
Gli occhi di Yoongi cominciarono a farsi lucidi, mentre la sua voce si fece tremante e insicura in un misto di dolore e rabbia.
Jungkook lo guardava con gli occhi spalancati, completamente esterrefatto. Indietreggiò da Gabriele, realizzando lentamente cosa significavano le sue parole.
"Gabriele... tu... hai ceduto al peccato... vero? Hai ceduto all'oscurità?" Disse distrutto, con la voce flebile. Una lacrima gli rigò la guancia.
"Jungkook. Mi devi credere!! Hanno pure voluto che eseguissi dei compiti perchè mi dessero una seconda possibilità! Ma io non ho fatto niente di male!!" Yoongi si alzò dal letto, cercando di avvicinarsi all'altro.
L'altra virtù continuò ad indietreggiare, spaventata.
"No... Yoongi. Non posso crederci. Anche tu... no..." Jungkook scoppiò a piangere, e Gabriele strinse la mascella.
"Perchè non mi credi, dannazione??! Io non ho peccato." Disse, con fermezza, "Loro mi hanno accusato ingiustamente!"
"Io non... perchè, Yoongi? Mi avevi... promesso che non mi avresti lasciato solo-" Jungkook si rivolse all'altro con le lacrime, addolorato e consapevole di quello che sarebbe successo di li a poco.
"Tutto questo è colpa degli arcangeli." Gabriele disse, guardando immobile l'altra virtù che se ne andava, lentamente, indietreggiando.
"È l'oscurità che parla, Yoongi! Non lo vedi? Perchè hai smesso di combattere?" Singhiozzò Jungkook disperato, cosciente di aver perso tutti i suoi sei fratelli.
Era un disastro.
"Non combatterò per dei bastardi che sono tutt'altro che virtuosi. Non combatterò per degli arcangeli che non hanno fede in me e che non mi aiutano nel momento del bisogno. Io ho chiuso. Se non vuoi credermi, vattene." Yoongi era privo di emozione, ma con dentro uma furia repressa che traspirava dalla sua voce piatta.
"Yoongi-"
"Vattene. Via." Ordinò la virtù della diligenza, lasciando Jungkook nel più completo sconforto. Senza aggiungere una parola, l'altro se ne andò, lasciando Yoongi crogiolare nella sua rabbia.
°
Jungkook stava solo in quella fila di posti, e anche se avrebbe voluto non guardare, non riusciva a staccare lo sguardo da Yoongi, al centro della corte.
Lui, inginocchiato a terra, guardava privo di sentimento il vuoto, silenzioso.
"Gabriele. La corte ti accusa di peccato di accidia. Hai lasciato che la debolezza prendesse il sopravvento, e in seguito ti sei rifiutato di fare il tuo dovere, facendo cadere in tentazione molti umani.
Erano una tua responsabilità. Ammetti di aver commesso il peccato di cui ti accusiamo?" Luca parlò, gli altri arcangeli vicino a lui.
Yoongi non rispose. "Gabriele?! Come ti permetti?!" Qualcun'altro chiese, indignato.
La virtù non aveva la minima intenzione di fiatare. Non si meritavano il suo rispetto.
"Gabriele??!" Luca chiese ancora, e non vedendo la risposta, sbuffò. "Siamo costretti a prendere il tuo silenzio per un sì."
Jungkook tremava, e questa volta non aveva nessuno a stringerlo e a dargli conforto. Era convinto che se non avesse avuto il posto sotto di sè, sarebbe già caduto a terra.
Yoongi continuava a non agire.
L'atmosfera era così sgradevole, e Jungkook nemmeno avrebbe saputo descriverla. C'era silenzio.
Tutti gli angeli presenti non osavano aprir bocca, da quanto tutto ciò era inquietante. In qualche modo, Gabriele stava mancando di rispetto agli arcangeli ancor di più di quanto ci si potrebbe aspettare.
La sua insolenza e il suo completo disinteresse appesantivano l'aria e davano quasi come un assaggio della disapprovazione degli arcangeli a tutti.
Collettivamente, tutti avrebbero voluto incitarlo a dire qualcosa, perché questo suo comportamento era inaccettabile, e rendeva le cose più complicate.
Yoongi sapeva che tutti pregavano perchè togliesse loro quella orrenda sensazione di disagio, a cui non erano abituati. Ma cosa poteva importargli a questo punto?
L'avrebbero bandito lo stesso.
Voleva solo che si sbrigassero, stava cominciando a stancarsi di nuovo, e aveva bisogno di energia.
"Gabriele, virtù della diligenza. La corte di bandisce per sempre dal paradiso per aver commesso il peccato di accidia." Luca sospirò, abbattuto.
Un pianto accompagnato da leggeri singhiozzi squarciò il silenzio. Sembrava aver perso ogni speranza, ogni gioia.
Jungkook piangeva e piangeva e ancora piangeva. Ma alzando il viso, cercando di intravedere Yoongi, notò che egli continuava a fissare impassibile gli arcangeli.
E poi, la botta.
"Strappategli le ali."
Jungkook non poteva credere che questa fosse la sesta volta che assisteva a uno strazio del genere. Sentiva il rumore terrificante della carne che si squarciava, delle ossa che si frantumavano.
Il tutto scricchiolava e produceva dolore al solo udito, e in più, le urla di Yoongi ora lo accompagnavno.
La virtù stava ora con la faccia rivolta al pavimento, mentre due arcangeli gli strappavano le ali. E le lacrime scendevano, mentre sembrava gli stessero spezzando la schiena in mille pezzi.
Oh, se voleva vendetta.
Voleva prendere gli arcangeli uno per uno e polverizzarli, fargli passare tutto quello che loro avevano fatto passare a lui.
E mentre anche l'ultimo pezzo di ala gli venne portato via, privandolo della sua identità, lasciandolo solo con sangue grondante dalle ferite e una schiena martoriata e quasi insensibile, Yoongi non poteva credere che tutto ciò stesse succedendo.
Cadde così dai cieli, accompagnato dall'urlo straziante di Jungkook "YOONGI!!" Aveva chiamato, alzandosi come per aiutarlo, ma pienamente consapevole della sua impossibilita di fare qualcosa.
Era finita.
Anche lui era caduto.
°
Yoongi aprì gli occhi, per un attimo confuso.
Un forte odore di zolfo gli fece storcere il naso, per poi successivamente fargli prendere atto dei suoi dintorni.
Il cielo era scuro, con un rossastro cremisi che colorava l'orizzonte. Urla di tutti i tipi inquinavano l'aria: da qualunque parte si udiva la disperazione, la rabbia, la frustrazione, il malcontento.
L'oscurità traspirava in ogni singolo centimetro, e i piedi dell'angelo caduto raschiavano ora su un terreno ostile e secco, freddo e ruvido.
Inospitale.
Ormai alzatosi in piedi, Yoongi notò con confusione delle voci urlargli in testa. Si sovrapponevano le une con le altre, e gli causavano un tremendo dolore.
Strizzò gli occhi, e si tenne il capo tra le mani, inutilmente.
Sapeva di essere all'inferno.
Nonostante tutto, alla fine i peccati avevano ragione. L'unica cosa che ora poteva fare era andare da loro.
Camminò così in cerca dei demoni, ma si rese presto conto che non era per niente semplice trovarli. Ovviamente l'inferno era pieno di demonacci e anime tormentate, e tutto sembrava una distesa di desolazione e disperazione infinita.
"Ehi tu" chiamò l'angelo caduto, rivolgendosi a un demone a caso li vicino. "Dimmi dove sono i peccati" pretese.
"Un altro angelo caduto che vuole provare a scalare i ranghi?" Ridacchiò quello schernendolo "Non ti daranno tutto quello che vuoi, stupido."
"Non farmi perdere tempo. Rispondi." Yoongi controbattè, non esattamente soddisfatto delle insinuazioni dell'altro.
"Il palazzo è da quella parte." Indicò alla sua destra, ma Yoongi non vedeva niente. "Devi superare la coltre di oscurità, ma se prosegui, lo vedrai."
"Bene" disse il caduto, sul punto di andarsene, ma il demone lo fermò.
"Non mi ringrazi, angioletto?" Ridacchiò, e Yoongi si avvicinò a lui.
"Non sono più un angelo, idiota." Disse con voce piatta, ma che conteneva un che di irritazione. "Sono stato cacciato dal paradiso. E non voglio essere più associato a quegli odiosi esseri. Sono falsi e niente di più." Sibilò con una tranquillità spaventante.
"Ti conosco? Mi sembri familiare..." il demone piegò leggermente la testa al lato, scrutando il caduto con cautela.
Yoongi si avvicinò tanto da avere il naso appiccicato a quello dell'altro.
Improvvisamente, il caduto gli tirò una testata forte che lo fece cadere a terra. Adirato, e soprattutto confuso, il demone guardò male l'altro.
"Grazie" disse Yoongi alzando le labbra in un quasi impercettibile ghigno.
°
"Yoongi, eccoti." Esordì Jin con un sorrisetto quando lo vide entrare nella sala del trono, dove i peccati che avevano saputo della sua caduta lo stavano aspettando.
Il caduto si limitò a camminare in avanti, verso dove i demoni stavano seduti comodamente sui corrispettivi troni. Stette in silenzio, mantenendo lo sguardo fisso nella loro direzione.
Arrivato a pochi metri da loro, si fermò. "Avevate ragione" disse, sottintendo su cosa. Ma gli altri avevano capito.
La sua voce era strana. Come rassegnata ma allo stesso tempo arrabbiata.
"Prova ancora con questo, ti servirà per diventare come noi" parlò Jin passandogli il pugnale del peccato.
Yoongi lo prese in mano senza annuire, "Distruggerò gli arcangeli con le mie stesse mani" sussurrò, fissando la lama nera con intensità.
L'arma era intrisa di energia oscura, e per la prima volta non si sentiva spaventato, nè sentiva dolore. Anzi. Il pugnale sembrava chiamarlo, e da quando lo aveva afferrato le voci nella sua testa si erano fermate.
Questo era quello che voleva ora.
E si spinse la lama nella carne del fianco. Cadde subito in ginocchio, avvertendo immediatamente l'energia scorrergli dentro.
Mentre l'energia oscura e il peccato di accidia si espandevano per tutto io suo corpo, da fuori i suoi capelli bianchi si scurirono visibilmente, diventando di un castano tendente al grigio.
La sua pelle si fece pallida, completamente cadaverica, mentre i suoi occhi si coloravano di azzurro. Guardandosi le mani, vide le unghie indurirsi per poi aumentare il lunghezza, nere pece.
Nere erano anche le sue vene, del tutto a vista sotto la sua carnagione spaventosamente priva di melanina, ora. Il fantasma del sangue di demone che gli scorreva dentro si intravedeva e lo rendeva definitivamente parte dei peccati capitali.
"Il tuo animaletto è tornato" sogghignò Hoseok, puntando a Inir, la capra rappresentante l'accidia. I suoi occhi azzurri richiamavano quelli del possessore, mentre il suo pelo era completamente nero.
"Mi ha sempre fatto ridere" lo schernì Jin, e Yoongi lo guardò con un cipiglio.
"È ora che tu ricordi. Siediti sul tuo trono" Taehyung gli disse, e Yoongi guardò il trono vuoto sulla destra, verso cui l'altro demone aveva guardato.
Una volta seduto, fu travolto da un tornado di ricordi, che gli fecero spalancare gli occhi. Troppi avvenimenti, troppe bugie e inganni.
Però aveva appena rivisto cosa era successo davvero. Aveva rivisto chi era. Strinse, come per sfogare la furia che aveva, il bracciolo del trono.
"Bentornato, Belfegor." Disse Namjoon, sogghignando. Yoongi gli tirò un'occhiata veloce, per fargli un cenno che aveva sentito.
"Sei stato quello che ha resistito di più al peccato, non so se farti i complimenti o prenderti in giro" Mammone ridacchiò, beccandosi ora lo sguardo torvo del demone dell'accidia.
"Fai quello che ti pare, darò il tuo contro incantesimo in pasto a Inir." Belfegor parlò disinteressato, e Hoseok scattò in piedi.
"Ce l'hai?! Dammelo subito" disse, espandendo le sue oribite oro.
"Uh uh" pronunciò l'altro poco impressionato, "A proposito, Belzebù, chiudi la tua boccaccia su Inir. O forse vuoi che gli ordini di divorare i tuoi demonacci? Sai che ama tutte le creature schifose, lui." Si rivolse pungente all'altro demone.
"Non si può mai scherzare in tua presenza, che noia" Jin mise su il broncio. "E i miei demonacci non sono schifosi." Disse, quasi come offeso.
"Non dirmi che ti interessa davvero che li abbia chiamati così" Jimin sfoggiò un sinistro e divertito sorrisino, occhi offuscati dalla malignità.
"Certo che si! Sono deliziosi! Come fai a dire che sono schifosi senza averli mai assaggiati..." parlò Jin indignato, alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia.
"Ovviamente era per quello" Namjoon commentò, con voce neutra.
"Belfegor! Mi stai fottutamente ignorando??!" Hoseok urlò contro Yoongi, che aveva continuato a fissare Jin senza reagire.
"Siete proprio stancanti come mi ricordavo. Ma almeno non sono con quegli angeli bastardi." Disse il peccato di accidia, alzandosi.
"Belfegor-" Mammone ringhiò, irritato. "Dammi il contro incantesimo. "
"Non se continui a urlarmi nelle orecchie e soprattutto non senza una giusta ricompensa" parlo inizialmente infastidito, per poi tramutare il tono di voce in leggermente divertito verso la fine.
Sogghignò leggermente. "In fondo ti ho fatto un favore, no?" Disse tirando fuori la pagina strappata del libro dalla tunica.
Hoseok strinse la mascella. "Mi serve ora."
"Ti sembra che me ne importi qualcosa?" Chiese, tornando impassibile.
"E va bene, stronzo. Dammi quel fottuto foglio e ti darò dieci delle mie anime" ringhiò Mammone, non troppo contento.
"Cento." Disse Belfegor.
"Cento? Non te ne darò così tante, sono mie." Urlò l'ultima parola, "Sono o non sono il peccato di avarizia, cosa cazzo stai cercando di fare, uh?" Hoseok proseguì, furioso.
Yoongi non sembrò sconvolto. "Grazie per avermi ricordato una cosa che sapevo già."
"Questo è tutto quello che hai da dire?!" Gli occhi del peccato di avarizia splendevano nel buio mentre l'energia oscura aumentava nella stanza.
"Wow, nemmeno io lo faccio incazzare così tanto di solito" commentò Asmodeo intrigato dalla situazione, e Lucifero rispose, senza staccare però lo sguardo dalla scena.
"Belfegor ha una dote speciale nel fargli perdere le staffe" ghignò poi alla vista di Yoongi che rispondeva.
"Non sono uno dei tuoi servitori. Quindi se vuoi il tuo contro incantesimo, devi darmi qualcosa in cambio. Cento anime, o niente foglietto." Disse, sventolandolo davanti all'altro.
Mammone fece per avvicinarsi, sollevando della radici spinose dal terreno, ma Belfegor si alzò velocemente, spostandosi dal trono per schivare l'attacco.
Quasi sembrava un'altra persona dopo aver regito così velocemente, infatti fino a qualche secondo sembrava un vegetale, inchiodato al trono.
Eppure.
"Mammone, ci sono due cose che mi fanno imbestialire." Disse con voce tombale, ora non più tanto tranquilla, ma piuttosto velenosa.
"Ora si che comincia a piacermi" gli occhi rossi di Namjoon si focalizzarono sulla scena, brillanti più che mai, mentre il demone sogghignava euforico alla vista di un po' di violenza.
"Gli insolenti e quelli che mi rompono le palle. Tu sei tutti e due." Parlò guardando mortale l'altro demone, i suoi occhi azzurri seri e arrbbiati.
La sua postura era pronta ad attaccare, con le spalle in tensione e le mani sul punto di sferrare un attacco. Con un colpo di mano Belfegor spinse via Hoseok, con una raffica di vento.
Una bufera presto si creò nella sala del trono, e controllata dal peccato di accidia si scagliò contro Mammone.
"Cento." Ripetè Yoongi, semplicemente. Guardando l'altro.
"Come vuoi! Dammi quel foglio!" Sbraitò il peccato di avarizia, e l'altro glielo lasciò.
"Visto che questa discussione mi ha parecchio stancato vado a recuperare energie. Chiamatemi solo per cose importanti, tipo far cadere Jungkook. Tutto il resto, non mi interessa." Disse, uscendo.
"Simpatico come al solito." Alzò un sopracciglio Balzebù.
"Lasciatelo fare, è troppo scorbutico quando è senza energie." Hoseok parlò con disprezzo alzandosi da terra.
"E quindi finalmente il prossimo è Jungkook" Jimin sorrise sghembo, pronto a riprendersi, come gli altri, l'ultimo e fondamentale pezzo mancante del puzzle.
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Angolo autrice
Ciaooo bellezze! Come state? Spero bene!
Ed ecco che finalmente è caduto anche Yoongi! Ci siamo quasi, ne manca solo uno!
Cosa pensate del capitolo? Questo contiene meno violenza degli altri perchè essendo Yoongi il peccato di accidia ho voluto rappresentarlo in questo modo.
Spero che vi sia piaciuto, e non vedo l'ora ti farvi leggere quello che succederà in seguito.
Grazie per il costante supporto alla storia, per ogni vostro singolo voto, commento e complimento che mi fate. Vi amo tantissimo. Grazie dal profondo del mio cuoricino per le 24 mila letture. Mi sembra ieri che la storia ne aveva a malapena 600. Grazie. Davvero.
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