42 - Compromessa
A furia di fare avanti e indietro per la millesima e passa volta, Sheera aveva lasciato segni di crepature su tutta la superficie che aveva calpestato a piedi scalzi della solita grotta in cui si rifugiava negli Abissi Infernali, tutto a causa del suo potere sprigionato involontariamente. Di solito in quel luogo riusciva a stare abbastanza calma grazie al silenzio che regnava o allo scorrere dell'acqua rilassante percepibile in lontananza, peccato che quella volta i suoi pensieri erano fin troppo rumorosi e vogliosi di farle venire mal di testa fino a scoppiare e impazzire.
La sua agitazione stava avendo, ovviamente e prevedibilmente, una cattiva influenza su tutti gli Abissi Infernali in cui un vento glaciale e tagliente non smetteva di soffiare un secondo, le temperature erano scese talmente tanto da iniziare a ghiacciare l'erba e le foglie degli alberi e, bisognava ammetterlo, ci voleva parecchio essendo un Mondo fin dalla sua creazione mostruosamente gelido ma senza esser mai stato invaso dal ghiaccio.
E poi, gli animali che abitavano nelle foreste, o le loro anime per meglio dire, non si radunavano mai tutti insieme, eppure quella volta accadde e solamente spinti dalla paura. Evidentemente percepivano il cattivo presagio, l'arrivo di qualcosa che avrebbe scosso tutti i Mondi per la seconda volta dopo millenni e ne avrebbero sofferto persino quelli delle Dee, lo specchio della propria di anima eterna.
– Io dico che ormai è andata, non è più qui da fin troppo.– sospirò Lilith appoggiandosi alla parete dietro di sé con accanto Damon nella sua stessa situazione fintamente preoccupati, entrambi a fissare la corvina a girare in tondo come un circolo vizioso.
– Sai che quando entra nella propria testa e pensieri niente la riporta fuori, persino Kyra fa fatica se ci sta troppo a lungo. E ho detto tutto.–
– Non sarebbe male però se ci dicesse cosa fare, se sono comparsi i Divoratori c'è un'anomalia e bisogna capire da dove provenga prima che sia troppo tardi.–
Avevano provato ad avanzare ipotesi su ipotesi, avevano setacciato ogni antico documento scritto in passato di loro pugno su quegli esseri cercando di ricordare come fossero stati sconfitti la prima volta, o anche solo fermati per il tempo necessario a capire come intervenire. Ma nulla. L'unica che poteva saperlo e ricordarlo era la Dea Nera poiché l'aveva visto con i suoi occhi la prima volta, e proprio lei si era infine fermata davanti al tavolo pieno zeppo di scartoffie, le mani appoggiate su esso, il volto chino e coperto dai lunghi capelli sciolti, gli occhi chiusi.
– Finalmente sei tornata, sai escluderti da ciò che ti circonda fin troppo bene!– esclamò il demone notando e sentendo il suo respiro più regolare come il battito. Quando si isolava capitava che il suo cuore battesse più lentamente o velocemente o anormalmente, dipendeva da cosa provasse e di tanto in tanto anche i Demoni Supremi lo percepivano quando la Dea non lo nascondeva così tanto bene.
– Radunate tutti.– la sentirono dire di punto in bianco senza nemmeno ribattere alla loro frecciatina. Si guardarono confusi e stupiti all'istante.
– Con tutti intendi...– tentennò lui. Stava dicendo sul serio?
– Ogni demone rimasto libero, anche quelli che sono tornati dall'Oblio scontando i loro peccati. Voglio ogni Creatura Oscura ancora viva.–
Sheera si rimise in piedi dritta e si voltò verso di loro, i suoi occhi viola lasciavano trasparire fermezza e minaccia, una determinazione mista alla consapevolezza di essere superiore a chiunque lì, nel suo Mondo.
– Chiamateli e dividetevi in due gruppi. Lilith ne porterà uno a Eathevyr, Damon nel Regno Assoluto. Sparpagliatevi e trovate ogni singolo Divoratore il più in fretta possibile.–
Schioccò le dita e fece apparire davanti ai loro occhi due mappe dei rispettivi Mondi, entrambi che la fissarono scettica e la Dea fece un passo avanti senza segni di incertezza.
– Voglio vedere quanto è grave il problema. Non posso farlo io, mi pare sia chiaro. Segnate l'esatta collocazione di quelli che vedete.– si fece serissima a quelle parole, forse non l'avevano nemmeno mai vista così. In effetti, quegli esseri reagivano in maniera negativa con la sua presenza, appena si avvicinava loro sembravano percepirla e la attaccavano all'istante, risvegliandosi e trasformandosi da una pietra all'apparenza innocente ad un tremendo nemico. La cosa non accadeva con i Demoni e qualsiasi altra Creatura Magica fino a quando non la si toccava come era accaduto a quel bambino.
Gli occhi di Sheera si fecero poi luminosi e i due iniziarono a sentirsi esseri talmente inferiori dinnanzi alla sua potenza, all'aura viola che cresceva sempre più che emanava da togliere il fiato.
– Dovranno tornare tutti a compito terminato, nessuno escluso. Avvisate cosa fare e cosa non con i Divoratori, specie risvegliarli o prenderò provvedimenti io stessa. Muovetevi per i Mondi invisibili, non voglio che vi vedano, senza contare il fatto che dovete solo cercare i Divoratori e nient'altro. E nessuno di loro dovrà vedere né sapere come uscire dagli Abissi Infernali. Direi che è già abbastanza che voi due ne siate a conoscenza. Sono stata chiara?–
Alzarono gli occhi al cielo ma annuirono senza fiatare, subito dopo presero le mappe e si avviarono prima che la Distruttrice potesse anche solo arrabbiarsi per la loro fastidiosissima lentezza. Ormai il tempo era più che contato, le vie di fuga scarseggiavano a ogni giorno che passava e lei ne era bene a conoscenza. Doveva sapere a tutti i costi quanto fosse grave la situazione. Il suo corpo in realtà lo sentiva, percepiva già; un altro motivo per cui aveva mandato via ogni singola Creatura Oscura era che non potevano vedere né tantomeno scoprire che collegamento esistesse tra lei, e Kyra, e i Divoratori. Perché c'era, eccome. Non avevano delle auree viola simili alla propria casualmente, e c'era da preoccuparsi.
Uscì di fretta appena percepì i suoi sottoposti, o anche burattini e schiavi come preferiva definire con odio e ribrezzo, abbandonare man mano il grande portale nero per raggiungere l'Infinitus; probabilmente molti avrebbero voluto disubbedire e fare ciò che volevano quale provocare caos e sprigionare il proprio potere caotico ma la Dea aveva già provveduto a questo: le era bastato uno schiocco di dita per far apparire sulle loro pelli piene di cicatrici e lividi un simbolo maledetto di modo che, chiunque avesse contestato Lilith e Damon, e quindi la Dea, sarebbe morto implodendo. Una fine spiacevole ma che fungeva da lezione, di vitale importanza.
Arrivò ad una radura d'erba violacea senza alberi, senza anime, senza niente che potesse ostacolarla dopo svariati minuti di camminata, neppure il suo drago che continuava a dormire nel suo rifugio a custodire informazioni di anni accumulati sarebbe potuto intervenire, solo scappare momentaneamente prima di ritornare al suo posto.
– L'ordine si sta invertendo...– sospirò chiudendo gli occhi per un attimo assaporando la sensazione di freddo glaciale sul corpo, il suo braccio destro tornato perfettamente alla normalità, o quasi. Osservò la propria mano dove l'unghia del mignolo non era più nera ma bianca. Non era l'unica cosa anomala, sulla pelle dell'avambraccio sinistro, dove solitamente vi erano teschi, ossa, rose e piume scure iniziavano ad apparire i segni e ghirigori distintivi di Kyra a coprire i propri, di un bianco che non sopportava e mai aveva sopportato su di sé e che, lì, le provocò un senso di inquietudine.
Era stato a causa del Divoratore, di quando le aveva avvinghiato i suoi tentacoli addosso richiamandola e doveva assolutamente rimediare. Non aveva scelta. Aveva dovuto ricorrere alla magia appena il braccio era tornato corporeo e se n'era accorta, di modo che nessuno dei suoi Demoni Supremi lo notasse; le illusioni in quei casi erano fondamentali e ringraziava che le bastassero quasi alcuna energia per attivarle.
– Solo una volta.– si disse agitata ricominciando a camminare avanti e indietro per lo stesso pezzo di terra ghiacciata nel mentre che si stiracchiava le braccia e le spalle nervosa, specie l'arto appena rigenerato, poi il collo e le ali. Il vento gelido ormai si era fatto ancora più forte, le iniziò a procurare persino lievi tagli sulla pelle pallida che ignorò totalmente. Cosa avrebbero potuto farle?
– Una soltanto, non è per molto.– si ripeté legandosi i capelli senza nemmeno sapere il perché. Non riusciva a stare ferma, come spesso del resto, ma quella volta molto ma molto di più. Neppure la Dea Bianca sarebbe riuscita a fermarla con i suoi modi, e solo una volta si era sentita così in preda all'ansia, o al panico, o qualsiasi altra cosa le stesse accadendo a cui non riusciva e voleva dare un nome. Non era mai stata brava a capire le proprie emozioni e sensazioni, non era una novità.
– Non è così difficile Sheera, ci vuole poco!– continuò facendo apparire nella sua mano una lama piuttosto lunga guardandola intensamente prima di chiudere gli occhi per qualche istante. Il suo battito era irregolare, di nuovo, proprio come il suo respiro.
– Ah, è il dopo il problema, questa è la parte più facile ovvio. Perfetto! Sto pure parlando da sola!–
Si innervosì di più, la voglia di spaccare qualsiasi cosa le capitasse sotto tiro si era fatta sempre più viva, per non parlare della fame mostruosa di sangue a contorcerle le membra. La sentiva, sentiva sé stessa, la propria energia distruttiva bramava il caos più totale, voleva sprigionarsi. Fece allora un respiro profondo, i ghirigori bianchi al braccio stavano iniziando a farsi più estesi e a breve avrebbero sicuramente sostituito i suoi. Lei sarebbe cambiata, e non sarebbe più stata la Dea Nera, il che significava solo la fine. Non doveva accadere.
Poi dolore, fu lieve per lei così abituata alle ferite, che fossero leggere o profonde, non si scomponeva di certo per colpi fisici del genere. Diventò man mano un lieve fastidio facilmente ignorabile, il proprio cuore di energia negativa che si fermò lasciando sgorgare sempre più sangue lungo la propria pelle lacerata; non c'erano dubbi, le sue mani non tremavano, i piedi tenuti saldi al terreno, gli occhi violacei chiusi, la bocca semiaperta, il volto chino, i capelli corvini a tratti raccolti e a tratti liberi di cadere, ribelli. Sussurrò una frase solo nel momento in cui cadde la prima goccia di sangue sul terreno arido, in seguito un breve silenzio prima della catastrofe.
Il tempo sembrò fermarsi per qualche istante, o forse si fermò per davvero, non lo poteva sapere e mai l'avrebbe saputo. Le sue percezioni sarebbero mutate. La sua oscurità, in quel momento, avrebbe preso il sopravvento ma per sua volontà per la seconda volta nella sua vita eterna di Dea.
Era diverso da quando perdeva il controllo di sé, in quei casi non cambiava, in quei casi l'ambiente intorno a sé non era affetto dalla sua forza e, soprattutto, non era perdere il controllo. Difatti poteva ricordare ogni cosa, ogni sua azione benché non fosse esattamente dettata dalla sua coscienza ma dal suo potere distruttivo. Quello che provava, sentiva e vedeva era differente da ogni altra cosa mai vissuta, era come se la sua realtà mutasse. Era difficile da spiegare.
Era lei ma allo stesso tempo un'altra lei. E fu essa a provocare uno dei più gravi danni che colpì gli Abissi Infernali: prima la terra, si crepò in tutta la sua superficie a vista d'occhio creando voragini spaventose di chilometri e chilometri, zolle di terra furono scosse e lanciate in aria, gli alberi caddero ovunque intrecciando i propri rami e radici intricate a creare come delle prigioni, molti tronchi si ruppero, le rocce si sbriciolarono sotto una forza anomale.
Poi fu il turno del fuoco, esso fuoriuscì dalle immense crepe furioso e implacabile, il viola delle fiamme iniziarono a divorare qualsiasi cosa totalmente incurante, persino la terra stessa e le sue polveri, avvolsero il corpo della Dea aggressive senza però ferirla. A seguire la pioggia, gocce acide a rendere il fuoco ancora più vivo e a sciogliere tutto ciò che quest'ultimo non aveva ancora toccato e presto divenne grandine in grado di trapassare addirittura i grandi e immensi massi, alcune grotte crollarono in mezzo alla strana fanghiglia che si era creata.
Per ultimo il vento, vortici d'aria risucchiarono detriti, fiamme, ampolle rotte raccattate chissà dove taglienti, l'intero caos per spargerlo ancora di più. Quel Mondo era ormai sottosopra ed era un bene che fosse impossibile da cancellare essendo l'immagine della Distruttrice. Se le altre Creature Oscure non fossero usciti non sarebbero sopravvissuti così a lungo a tutto quello, senza contare all'energia schiacciante della Dea Nera che aveva reso il cielo di un viola cupo e che veniva squarciato da fulmini iracondi a spaccare il silenzio di quel Mondo. Ma non era finita, le serviva di più e Sheera, o ciò che rimaneva di lei in quel corpo eterno, sapeva che ne sarebbe rimasta devastata per ore in seguito. L'equilibrio era importante, non doveva cedere.
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Ehilà! Scusate l'assenza di una settimana ma ero andata in vacanza e mi ero dimenticata di avvisare, dove sono stata non prendeva quasi per niente quindi ho dovuto aspettare oggi che finalmente sono a casa e riprenderò tranquillamente a pubblicare i soliti giorni. Ho voluto darvi un capitolo oggi come a scusarmi di non avervi visitato <3
Alla prossima!
PS. Chissà cosa succederà adesso ;)
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