38 - Ammettere
Si stiracchiò appena si svegliò quella mattina, fu in un certo senso d'aiuto per combattere l'umidità del posto. Si sentiva anche in splendida forma finalmente, raggiante, sprizzante di positività come era sempre stata. La linfa che Sheera le aveva procurato in quei giorni doveva aver dato i suoi frutti assieme alla luce accumulata il giorno precedente.
Però si alzò dal letto un po' di malavoglia se dovette ammetterlo, quelle lenzuola così morbide a contatto con la sua pelle calda, per non parlare del profumo irresistibile della corvina su esse ad avvolgerla. Respirò invece l'aria fresca mattutina a pieni polmoni e raggiunse tutta raggiante la corvina.
– Buongiorno Distruttrice.– la salutò trovandola in piedi alla scrivania, avvicinandosi e abbracciandola da dietro, le lasciò anche un bacio sulla guancia.
– Fammi indovinare, sei di buon umore.– mormorò quasi l'altra intenta ad osservare svariate scartoffie vecchie quanto loro.
– Già, sono tornata in me per tua sfortuna. Dovrai sopportarmi.– le sussurrò maliziosa e furba all'orecchio sentendola sbuffare poco dopo.
– Gli altri sono ancora a dormire dall'altra parte?– le chiese poi vedendola annuire appena.
– Penso che li lascerò dormire ancora un po', magari vado a sgranchirmi le ali e controllare i dintorni.–
Sheera scattò sull'attenti appena la sentì, il suo corpo si fece teso e pronto a scattare, il suo battito si fece più agitato e Kyra lo sentì e ne rimase confusa.
– Tu non esci.–
Lo disse con una fermezza e serietà che per poco la chiara non si spaventò, iniziò a percepire sempre di più la sua tensione lungo tutto il suo corpo più chiaramente e non poté non domandarsi il perché. Non era normale.
– Perché non dovrei scusa?– chiese legittimamente.
– Perché no.– fu la risposta, fredda, secca.
– Non mi sembri molto convinta. Sta accadendo qualcosa?–
Sheera sospirò cercando di rimanere calma mentre metteva via i fogli che aveva sparso per il tavolo con un semplice gesto delle dita.
– Non è niente, solo piccoli problemi insignificanti.–
Kyra si staccò da lei convinta che ci fosse qualcosa e la obbligò a voltarsi; voleva vedere i suoi occhi: erano stanchi e spenti, delle leggere occhiaie che li circondavano, la pelle pallidissima oltre il normale, le labbra rosse di chi non aveva smesso di torturarsele un solo minuto. Capì subito.
– Avevo ragione, non dormi da giorni.– le disse sia dispiaciuta che a mò di rimprovero. Erano Dee, esseri immortali che guarivano sé stesse ma a tutto vi era un limite. Non riposare significava non lasciare che la propria energia smettesse di alimentare i Mondi quel che bastava per mantenere comunque l'equilibrio, accadeva sempre se stavano nel Regno Assoluto o ad Eathevyr, per quello in passato tornavano nei propri Mondi a dormire in quanto il legame con essi era nettamente più debole.
– Avevo delle cose da fare.– la sentì borbottare distogliendo lo sguardo dal suo caldo.
– Non è per quello. E lo so benissimo. Hai continui incubi e per quello non chiudi occhio. O sbaglio?–
La Dea Nera non disse niente e a quel punto la chiara le prese il volto tra le mani obbligandola a fissarla. Sheera non voleva, o meglio, non ci riusciva. Ma per quale motivo? Non ne aveva idea. Che si sentisse in colpa per starle mentendo? Tenerla da parte?
Furono le labbra calde di Kyra sulle sue a distrarla così tutto d'un tratto. Quello però non sembrava un bacio normale come tutti gli altri, sincero. Difatti, le mani dell'altra si spostarono dal suo volto freddo alle sue mani tenendole ferme mentre lei cercava di indietreggiare per staccarsi. Non voleva che le leggesse la mente, non in quel momento.
– Kyra...– provò a fermarla ma era come se non riuscisse a fare niente, trovandosi seduta sul tavolo, le mani ferme su di esso, le labbra ancora catturate dalle altre.
– Kyra smettila!– riuscì a dirle nervosa staccandosi da lei.
– E tu smettila di mentire.–
Gli occhi viola chiaro della Dea Bianca erano severi, preoccupati e Sheera stava cercando disperatamente di restare calma, di regolarizzare il suo respiro invano, troppi pensieri nella testa. Perché devi rendermi così vulnerabile dannazione!
– Smettila di mentire, si vede lontano un miglio che ti stai logorando dentro per qualcosa. Non ti esprimi mai, ti tieni sempre tutto dentro. Andando avanti così non sopporterai più niente e lo sai, lo sappiamo entrambe come va a finire.– le disse la Dea Bianca. Inizialmente la sua voce sembrò severa ma poi il suo tono divenne più dolce e le accarezzò le mani con i pollici mentre l'altra guardava ancora in basso.
– Puoi fidarti di me.– le disse ancora a bassa voce una volta appoggiata la fronte contro la sua. Questo la aiutò a regolarizzare i respiri, i propri battiti.
– Lo so.– disse in un sospiro.
– E allora perché non mi dici nulla? Ti ho fatto qualcosa?–
Kyra avvicinò una sua mano fredda alle labbra baciandogliela cercando di infrangere le sue barriere che, stranamente, aveva di nuovo creato in sua presenza.
– Come mai non mi dici più niente dei tuoi incubi? Sai che posso aiutarti con la mia magia.–
– Perché fa male.–
Sentì per un attimo la sua voce incrinata, aveva sentito bene?
– Mi fa male ripensarci, per quanto detesti sentirmi così.–
Sheera alzò leggermente il volto, una lacrima le aveva solcato il viso e se l'era asciugata subito dopo. Non si era mai abituata a mostrarsi debole emotivamente neppure dopo tutti quegli anni, neppure di fronte al suo opposto.
– Forse chi ti ha preso era il braccio destro del Demone insieme ad altri tre Salir. Tutti sono introvabili, non trovo le loro auree peccaminose nelle mappe incantate, nemmeno nel mondo reale. Se ti hanno preso una volta potrebbero rifarlo e magari non riuscirai a scappare come la prima. Sanno bene che l'oscurità ti è fatale.–
– Stai dicendo sul serio?–
Lei annuì leggermente e Kyra rimase spiazzata da tutto quello. Come avevano fatto dei Salir a salvarsi dalla punizione eterna della Dea Nera, l'Ingannatrice? Avevano trovato un sotterfugio per essere risparmiati ma in che modo?
– Perché non me lo hai detto prima?–
– Non volevo metterti pressione, e poi ne ho avuto dei dubbi ma lo so effettivamente solo da ieri.–
Kyra le lasciò una carezza sul volto, il suo tocco lieve e delicato, caldo e in grado di calmare qualsiasi cuore irrequieto.
– Hai passato tutti questi giorni a controllarmi, vero?–
Non le servì una risposta poiché la conosceva già. Sentì solo le braccia fredde del suo opposto avvicinarla a sé per un abbraccio che non poté di certo rifiutare, giocherellando con ciocche corvine e morbide.
– Ora ti amo troppo Ky, questo è il problema.– la sentì sussurrare sulla pelle chiara. Era la seconda volta che lo ammetteva, dopo quattro anni dalla prima volta, facendola sorridere.
– Anch'io scema. Però non mi piace quando non mi dici che stai male.–
La sentì buffare qualcosa come "che noiosa" o robe simili, non poté non ridere.
– Da domani avrò altre notizie da Damon e ci sarà molto da fare.– comunicò tornando in sé Sheera e staccandosi da lei che annuì. Dovevano sapere di più sui nuovi misteri, la nuova voce, le visioni da condividere come tempo addietro, e la stessa preoccupazione: i loro più grandi nemici, nonché ciò che era in grado di smuovere l'animo persino di esseri immortali.
– Ciao Kyra! Anche a te combinaguai.– fu il primo saluto di Nath quando sbucarono dal loro nascondiglio segreto, lui che inclinò la testa da un lato pensieroso subito dopo come pensieroso e affascinato.
– Sbaglio o là dietro c'è altro che non ci avete mostrato?–
– Non ti riguarda.– ribatté la corvina passandogli accanto e scompigliandogli i capelli come era solita fare. Il ragazzo allora approfittò della sua vicinanza per prenderla per il polso e attirarla a sé avvolgendola in un abbraccio.
– Nath!– si lamentò lei come disgustata dal suo calore corporeo e dal gesto facendolo ridere.
– Oh ma andiamo, sai che ti voglio bene.–
– Io no.–
– Certo, certo. Ci credo.–
Si beccò una delle sue occhiatacce, nel mentre Kyra svegliò gli altri. La prima a saltare in piedi fu Nissa che ci mise un attimo a capire dove fossero, poi il suo sguardo assonnato si fece vispo e ci mancò poco che si mettesse a saltarellare in giro pronta per una nuova giornata. Come fanno questi ad avere sempre così tanta energia positiva? Mai una volta che si disperino come si deve! pensò la corvina riuscitasi a liberare dalle braccia del suo amico.
– Vedo che stai meglio di quando ti abbiamo vista ieri a casa di Dyiara.– disse la bionda sollevata a Kyra intenta ad aiutare Evelyn ad alzarsi. A quanto pareva la Yarix aveva sempre problemi a coordinare il proprio corpo di prima mattina.
– Sto bene, tranquilla, non c'è bisogno di preoccuparsi e andare in paranoia.– le rispose rassicurandola e sorridendole a sua volta. –Loro non sanno di quando mi hanno presa?– chiese nella mente a Sheera nell'istante seguente. In effetti le era sembrato strano che i loro amici fossero tranquilli in seguito a quanto accaduto. –No, perché dovrebbero?– le arrivò infatti dalla corvina ancora in allerta. La prese per mano e attirò la sua attenzione per questo, guardandola negli occhi.
– Non andare in paranoia, basto io.–
– Sai come sono quando si parla di te.– borbottò l'altra quasi non accettando la cosa. In effetti, aveva sempre provato a proteggerla da qualsiasi negatività o pericolo che potesse nuocerle troppo. Non a caso aveva rischiato la propria esistenza quattro anni addietro, Kyra poteva sentire in sé ancora il dolore che aveva provato nel vedere la potente Dea Nera ferita e debole per lei. Si lo so, lo farei anche io ma mi precedi sempre. Non hai idea di quanta paura abbia di perderti...
– Stai bene Sheera?– chiese invece Sandra notando che non smetteva di guardarsi intorno seria, in più la vedeva stanca e non se lo sarebbe di certo aspettato da un essere divino.
– Sì sì.– rispose distrattamente, e la Yarix, e non solo lei, si stupì di quella risposta. Dove erano finite le sue solite frasi da scorbutica? Aveva sentito dai due Salir che avevano problemi con qualche cosa riguardante i Mondi probabilmente e un po' ne ebbe paura. D'altronde, l'ultima volta non era finita bene, passare millenni rinchiusa in un luogo immerso nell'oscurità delle proprie paure non la entusiasmavano.
– Avete da fare qualcosa?– domandò Kyra nel mentre che uscivano dalla grotta, l'aria fresca ad accoglierli. Risultò che le due sorelle sarebbero dovute tornare a casa dai loro fratelli, il figlio del panettiere doveva dare il cambio a suo fratelli minore in panetteria e Nissa si sarebbe messa sotto a rivedere i propri appunti sulle nuove scoperte di Eathevyr. Così, al posto di cercare un portale che li avrebbe condotti a casa, le Dee optarono per schioccare le dita molto semplicemente e riapparire tutti e quattro in uno dei vicoli deserti di Agraq, il sole già in alto nel cielo.
Rimasero solo le due ragazze dai poteri opposti e fu la chiara a trascinare l'altra per il centro del paesino. Inizialmente non capì dove la stesse portando fin quando non notò che stavano raggiungendo una piccola bottega di cianfrusaglie ed erbe magiche. Probabilmente le era venuto in mente di fare qualche intruglio, per cosa le fu totalmente un mistero.
Si mise a calciare qualche sassolino a terra nel mentre che la aspettò fuori non avendo alcuna intenzione di entrare, escludendo il fatto che le fosse stato vietato all'età di tredici anni dopo che aveva ridotto in polvere numerose vetrine e cianfrusaglie, a detta sua, inutili. E poi non aveva voglia di sentire ancora più sguardi addosso a sé di quanti non ne avesse già, così fastidiosi.
La gente intorno camminava e la guardava per qualche secondo come ad essere qualcosa di pericoloso e straordinario, poi tornavano alle loro mansioni, sempre. Ma d'altronde lei era quello, era la Dea Nera dopotutto. Peccato che loro non lo sapessero o l'avrebbero evitata ancora di più. Non che le dispiacesse. E prima che idee strane iniziassero ad insinuarsi nella sua mente Kyra tornò.
Camminarono in silenzio per le varie stradine di Agraq e questo creò un po' di disagio in Kyra ad essere sinceri, inoltre vedere Sheera così pensierosa la contagiò rimuginando su quello che poco prima aveva provato: per qualche strano motivo, quando era entrata nel negozio lasciando fuori l'altra, aveva sentito un vuoto in sé. Non emotivo ma fisico, non sapeva descriverlo ed era differente da quello che aveva provato nella vita condotta da Salir lontana dal suo opposto.
Un altro vuoto, e dire che avevo appena colmato quello precedente! Perché delle volte si sentiva estranea nel suo stesso corpo che le era sempre appartenuto? Perché sì, non lo aveva detto nonostante l'avesse voluto, però qualcosa non quadrava in sé. Non sapeva se anche la corvina se ne fosse accorta, fatto stava che glielo avrebbe detto appena sarebbe riuscita a calmarla per poterne parlare tranquillamente senza che la corvina provasse a rintracciare i suoi rapitori con metodi estremi che ignorava. Non sopportava gli spargimenti di sangue, come biasimare la Dea Bianca?
Sospirò frustrata prendendo la corvina per un braccio e tirandola verso di sé nel momento in cui l'altra aveva provato a dirigersi dritta alla scrivania della sua camera appena varcata la soglia della casa vicino al bosco, ridacchiando per l'espressione sorpresa e accigliata di Sheera.
– Cosa pensi di fare, Neera?– le domandò sulle labbra divertita ma fissandola negli occhi, uno sguardo furbo.
– Ehm, niente?– provò a dire l'altra cercando di cavarsela, invano.
– E io dovrei crederci?–
Sheera la guardò maliziosa a quel punto, portando le sue mani fredde sui fianchi dell'altra e avvicinandola ancora di più a sé.
– Forse dovrei chiedere cosa tu voglia.– le sussurrò provocante all'orecchio dopo averla messa con le spalle al muro lasciandole il suo respiro sulla pelle chiara e facendole chiudere gli occhi chiari per qualche istante.
– Tu dici?– continuò quel gioco la chiara facendo vagare le sue mani calde lungo il suo addome sotto la maglia che portava indosso. Non sapeva perché ma voleva sentire quella Dea casinista più vicino a sé, al suo corpo.
– Dimentichi che leggo ogni tentazione e desiderio.–
Sheera le morse il collo baciando lo stesso punto su cui aveva lasciato i suoi respiri, giocando con la sua pelle, sentendo i suoi battiti farsi più forti nelle sue orecchie. La sua idea di continuare ad indagare su tutto quello che stava succedendo si era già polverizzata e finita metri e metri sotto terra.
Quello era l'effetto che i desideri altrui avevano su di sé arrivando anche ad annebbiarle la mente, ringraziò però che con la Dea Bianca non era solo voler soddisfare il suo opposto, dare quel piacere che bramava. Era ciò che voleva pure lei, condividere quel fuoco che bruciava con qualcuno che provava lo stesso, quell'amore ardente che non era stato previsto da nessuno. Forse solo il destino.
– Non lo dimentico, come potrei?– le sussurrò Kyra sulle labbra prima di baciargliele. Non si sarebbe mai stancata di sentire le sue mani ghiacciate esplorare ogni centimetro del suo corpo come ad essere la prima volta, ogni sensazione che riuscivano a provocarle, ogni brivido a scuoterla.
Però, anche lì, c'era qualcosa di strano, di diverso rispetto a tutte le altre volte che si erano ritrovate in quella situazione scottante. Le sembrava di sentire un'insolita fame, una fame di energia negativa. Più stava a contatto con la corvina più questa aumentava ma allo stesso tempo si placava. Cosa significava? L'avrebbe scoperto? Non doveva pensarci. Non voleva pensarci.
– Ogni volta mi stupisco di quanto brami la mia oscurità nonostante ti ferisca.– la riportò a prestare attenzione alla corvina che spinse lievemente lontano da sé, ovviamente non ne sembrò per niente contenta ma le fece cenno di sedersi sul bordo del letto e, stranamente, eseguì. Forse perché voleva capire cosa avesse in mente.
– Che vuoi fare?– le chiese infatti quando le si avvicinò dopo averla squadrata per qualche istante, un sorrisetto furbo ma allo stesso tempo timido che insospettì Sheera.
– Mi piacerebbe soddisfarti.–
La guardò accigliata, stupita e anche divertita all'istante. Le fu impossibile non mordersi il labbro inferiore maliziosa e maligna davanti all'essere che era riuscita a macchiare di peccati.
– Audace oggi la Dea della Creazione.– ridacchiò nel mentre che la chiara inclinò la testa da un lato.
– Me lo permetti?–
La sua aria da innocente per poco non uccise la corvina, i suoi occhioni violacei fissi nei suoi, il suo essere così affascinante nella sua luminosità, per non parlare del modo con cui glielo avesse appena chiesto. Sospirò e scosse la testa, era la sua rovina quando faceva così, sembrava una bambina che implorava i genitori.
– Potrei fare un'eccezione.–
Kyra si chinò quel che servì per raggiungere il suo volto, le mani calde sulle sue gambe.
– Potrai far quel che vuoi dopo.–
– Ti conviene non dirlo ancora o lo prenderò alla lettera.– ribatté prendendole il mento tra le dita. Se ne sarebbe pentita? Molto probabilmente, aveva solo disperatamente bisogno di negatività, di peccati, di desideri di cui sfamare la sua fame che cresceva. Se non lo faceva si finiva piuttosto male, sia per lei che per gli altri.
– Vediamo che sai fare.– le sussurrò provocante, la chiara che non riuscì a non baciarla. Fu un bacio famelico e voglioso durante il quale Kyra non si risparmiò dal sbottonare una delle solite camicie nere dell'altra che aveva indosso, anche se non gliela levò. Semplicemente le toccò lieve la pelle pallida partendo dal collo, poi scese alle clavicole lasciandoci un bacio umido, sfiorò l'addome, i fianchi provocandole dei brividi familiari.
– Sono indecisa se fartela pagare per qualche tua pazzia o meno.– le disse guardandola fingendosi pensierosa dopo averle rimosso di dosso i pantaloni da cacciatrice con un semplice schiocco di dita, subito dopo l'intimo.
– Sai che ne pagherai le conseguenze, non mi provocare troppo.– la avvisò Sheera ridacchiando maligna inclinandosi appena indietro e sorreggendosi con un braccio in modo da essere più comoda nel vedere Kyra in ginocchio ai suoi piedi. Allungò la mano libera verso il suo volto e le passò il pollice sulle labbra, forse lo fece anche apposta a graffiargliele con l'unghia nera come la pece.
Ovviamente l'altra non poté che lanciarle uno sguardo contrariato prima di lasciar vagare le mani lungo le gambe dalla pelle fredda come una lunga e lenta se non estenuante carezza. Era meglio non giocare troppo con la sua impazienza però, motivo per cui riuscì ad anticipare le sue lamentele e sostituirle con un sospiro di quasi sollievo appena iniziò a giocare con la sua sensibilità lentamente.
Da una parte, vedere la Dea Bianca ai suoi piedi, alimentò il suo ego da Creatura Oscura ma dall'altra le provocò un senso di fastidio non essendo abituata a stare in quella situazione così tanto spesso, non sopportava stare ferma. Peccato che non voleva nemmeno dargliela vinta, il che poteva essere anche peggio.
– Osa fermarti e ti sbrano.– le intimò quando sentì Kyra tentennare per un attimo, la quale sorrise furba e sostituì le dita con la lingua in modo così repentino da scaturire all'altra una reazione che non si aspettò: inclinò appena la testa all'indietro e imprecò verso sé stessa ad alta voce e, quando se ne rese conto, si portò una mano alla bocca. Si era appena maledetta da sola? Quella ragazza dai capelli bianchi, che rise sulla sua pelle per questo, le stava facendo perdere la testa seriamente. Ogni singola parte del suo corpo pallido bruciava sotto i fugaci sguardi violacei, la quale di tanto in tanto le graffiava lievemente le gambe quando sembrava voler cedere e invertire le posizioni. Era una tortura, specie se la sua energia si stava alimentando della sua stessa negatività.
– Con o senza poteri ammalianti sei comunque imparagonabile.– disse quasi in un sussurro incantata la Dea Bianca ammirando come era stata in grado di ridurla: la camicia nera le era caduta dalla spalla sinistra con la cui mano si era tappata la bocca prima lasciandole in vista un seno, i capelli ad incorniciarle il volto così perfetto, le labbra socchiuse che avrebbe baciato all'infinito, ogni respiro si era fatto pesante, le gambe tremavano appena e il suo battito irregolare cercava una tregua, tutt'altro volevano quegli occhi viola scuro luminosi nei suoi. Era davvero di una bellezza assurda.
– Deduco ti sia piaciuto visto che hai addirittura imprecato, sono promossa?– scherzò provocandole un sorrisetto malizioso.
– Ti ho insegnato così bene?– ribatté Sheera passandosi una mano tra i capelli per levarseli da davanti gli occhi.
– Non ti montare la testa.– scosse la testa Kyra lasciandole lievi carezze ai fianchi.
– Che insegnante sarei?–
Sheera ridacchiò maliziosa e le prese il volto tra le mani per baciarla. Non seppe come con esattezza ma la chiara si ritrovò distesa sul letto nuda in uno schiocco di dita, l'altra tranquillamente seduta su di sé a lasciare una scia di baci e morsetti sull'addome, tra i seni, il collo e mordendole il lobo destro prima di provocarla attirando la sua curiosità innata.
– Ti va di imparare un nuovo gioco?–
– Alle tue demoni piaceva?–
La vide fare spallucce.
– Più a me. Ma non ti farò male, non più del dovuto almeno.–
Kyra mosse con la magia un cuscino che la colpì in volto facendola ridere, dopodiché si alzò sui gomiti e la squadrò.
– Fammi vedere, dai.– ridacchiò nel trovarla a sistemarsi le ciocche corvine scompigliate dal colpo ad impedirle di ammirarla. La guardò subito stupita.
– Scherzi?–
– Ormai mi hai incuriosita, e amare una Creatura Oscura significa accettare tutto di lei, no?–
– Se non fossi nuda nel mio letto ti avrei incenerito per questa smanceria.– le fece accigliata, Kyra scosse la testa e ridacchiò prima di tirarle lievemente la camicia ancora a coprirle parte del corpo per avvicinarla a sé, i loro respiri a mescolarsi.
– Tentami, Dea.– le sussurrò provocando un sorrisetto compiaciuto e famelico alla corvina.
– Non aspettavo altro.–
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