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33 - Dubitare di sé

Quando si ha la sensazione che qualcosa possa minacciare sé stessi portando dolore, la paura è l'emozione principale che si possa sentire nel proprio corpo. Può aumentare se la minaccia è rivolta verso persone vicine e specialmente se non si ha la minima idea di cosa possa accadere né quando. Si cerca un modo per evitare qualsiasi cosa strana, dubbiosa, volendo battere il tempo stesso pur di scappare. Era quello che Kyra sentiva. Come non poteva dopo quell'immagine che le aveva attraversato la mente? Non riusciva a levarsela dalla testa, di tanto in tanto il corpo le tremava per questo e fuori dal suo controllo.

- Ky?- sentì Sheera a chiamarla e riportarla alla realtà. Si ritrovò immersa nell'acqua calda che le arrivava alle spalle, seduta nella vasca per ripulirsi dalla polvere e chissà quant'altro di quel luogo strano e sconosciuto in cui era finita.

La corvina era seduta a terra con le braccia lungo il bordo della vasca su cui aveva appoggiato il mento, e non le aveva staccato gli occhi di dosso un solo secondo, le sistemò anche una ciocca di capelli dietro l'orecchio come a voler capire cosa fare, come aiutarla.

- Sto bene...- disse in un sussurro senza smettere di fissare l'acqua fin quando Sheera non si alzò prendendole le mani. Non doveva essere facile nemmeno per lei vederla talmente spenta e silenziosa, quegli occhi viola chiaro disorientati e stanchi non dovevano piacerle.

- Vieni.-

Kyra non disse nulla, si lasciò trasportare fuori dal calore dell'acqua, alzandosi e volendosi asciugare con la magia ma, quando ci provò, Sheera la fermò seria.

- Meglio che non la usi nelle condizioni in cui sei.- le fece notare. Annuì solamente. Per quale motivo era così tanto senza forze? Come se la sua energia non riuscisse a guarire? Se lo chiese tutto il tempo nel mentre che la corvina l'aiutò a vestirsi e a camminare fino alla camera della piccola casa obbligandola a sedersi sul letto.

Così si ritrovò con la temuta Dea Nera a spazzolarle i capelli candidi dietro di sé e sentire quel tocco così delicato che nessuno si aspetterebbe da una Creatura Oscura, lieve e dolce che la rilassò. Il sole ormai era già svanito all'orizzonte da un bel po', tutti erano a dormire e non avevano dovuto fare il benché minimo rumore apposta per non svegliare nessuno non volendo disturbare.

- Tieni.- le porse dopo un po' Sheera in piedi davanti a lei una tazza fumante di miscele di erbe magiche e la linfa speciale di energia positiva. L'avrebbe aiutata con la mancanza di luce e anche per il freddo, la corvina sapeva sempre cosa le servisse in quelle circostanze e sorrise appena nel pensare quanto potesse tenere davvero a lei se guardava ogni piccola cosa con tale attenzione. Nn era una cosa solita della Dea Nera vedere i particolari, la quale le si sedette accanto con la schiena appoggiata al muro, le braccia al seno nervosa.

- Ce la fai a dirmi cosa è successo?- le chiese a bassa voce tentennando. Così bevve metà dell'intruglio e cercò di fare mente locale.

- Non lo so con esattezza. Ricordo di esser uscita e ho incontrato una Creatura dell'Eden, un secondo dopo ero rinchiusa tra le fondamenta di una locanda a Stavira. Non so quanto ci sono stata.-

Sheera si incupì all'istante, lei lo notò. Ma come darle torto? Chi puntava ancora a delle Dee? Come se le preoccupazioni non bastassero!

- C'era qualcuno?-

Kyra annuì appena e le disse del ragazzo, di come fosse riuscita a scappare solo grazie a lui e la sua candela involontariamente. Purtroppo non riuscì a dargli un volto, non aveva avuto tempo di cercare nella sua mente neppure il suo nome o qualsiasi altra cosa riconducibile a lui.

- È successo altro, vero?- continuò Sheera dopo svariati secondi di silenzio, percepì subito la tensione della chiara a quella domanda. Perché sapeva che non era stato l'essere imprigionata ad averla resa così, doveva esserci altro. Difatti, la vide tentennare ma poi vuotò il sacco dopo aver appoggiato la tazza sul comodino accanto. Notò anche che evitò di guardarla e si torturò il labbro in aggiunta.

- C'era una ragazza. Praticamente è sbucata dal nulla e non so chi sia. Ha insinuato delle cose, anche riguardo te.-

- Riguardo me cosa?-

Kyra rimase in silenzio e lei la obbligò a stendersi al suo fianco, un braccio ad avvolgerle le spalle lo sguardo di entrambe verso il soffitto.

- Non ti mangio se lo dici, sai? O almeno, non in quel senso.- le disse ridacchiando appena con una punta di malizia per sdrammatizzare un poco e vide i suoi occhi viola chiaro farsi più vividi, sentì il suo corpo farsi meno teso ma ancora evitò il suo sguardo.

- Ha detto che mi usi, come tutte le Creature Oscure che sono infedeli.-

Sheera inclinò leggermente la testa curiosa ma non arrabbiata.

- E tu? L'hai pensato? Pensi sia così?-

- Sai che non lo farei dopo tutto quello che abbiamo passato, mai.-

Sheera prese ad accarezzarle i capelli lievemente, sentire quel calore addosso era confortante ad essere sinceri. Aveva speso ore e ore a cercarla non avendo più sentito la sua aura viola da nessuna parte tutto d'un tratto, nemmeno nell'Eden quando era passata di fronte al portale di pietra bianca con una smorfia schifata.

- Ti fa male essere te?-

La domanda improvvisa di Kyra la confuse per un attimo, gliela chiese così fuori contesto da non capire a cosa si stesse riferendo.

- Intendi essere me caratterialmente o me come Dea del Caos?-

- La seconda.-

- Da dove ti viene in mente?-

- No, solo... avevo parlato con Nath e le sue parole mi hanno fatto pensare a cose che avrei voluto chiederti già da tempo ma che avevo dimenticato.- cercò di dire come a scusarsi la chiara.

- Stai realmente bene nonostante tutte le cose a cui vai incontro?-

Sheera non poté che fissarla, sentì così tanto dispiacere, perché provava pena per lei? Che razza di conversazione hanno avuto questi due? Nath quando lo vedo mi sente! Non le piaceva come fosse diventata dubbiosa Kyra così tutto d'un tratto.

- Non avevo mai provato cosa fosse il dolore sulla mia pelle prima di conoscerti, e ricordo di esserne rimasta impressionata dal suo essere schiacciante. Mi ero chiesta come tu facessi a sopportarlo. Vai avanti come se nulla fosse, sei sempre così forte e non ti lasci abbattere. Io mi becco i sorrisi e buone parole da tutti e tu invece ti ritrovi con gli incubi e parole terribili, ti incolpano per ogni tragedia. Eppure ti mostri come se non ti importasse, non riuscirei a sopportarlo, non riesco quando si riferiscono a te, figurarsi. Avessi anche solo la metà della tua forza...- continuò Kyra senza smettere di contemplare il soffitto come se potesse avere le risposte ai loro problemi. Sheera sospirò, se avesse mentito la chiara l'avrebbe capito in quel momento e se la sarebbe presa.

- Faceva e fa male a volte, sì, non lo nego. Vorrei devastare ogni cosa pur di non sentire più niente talvolta, cancellare chi sono, eliminare persino me stessa ma è la mia natura. Il Caos distrugge ciò che ha intorno e anche sé stesso. Lo sai.-

Essere la Dea Nera non era facile, aveva ragione. Tutti si aspettavano che il Male se la prendesse con il Bene a causa della gelosia, che in realtà l'oscurità facesse soffrire a causa dei cattivi commenti che la luce non aveva mai sentito. Non era mai stato così per lei o non sarebbe mai arrivata ad amare il suo opposto così tanto. E poi, anche essere la Dea Bianca non era semplice, nessuna delle due sarebbe riuscita a prendere il posto dell'altra.

- Passo la maggior parte del mio tempo nell'energia negativa e dopo un po' fa male a tutti, Creature Oscure comprese. Ma mi bastano pochi momenti della tua positività per controllarmi, il tuo sorriso, la tua felicità nel vedermi, il non giudicarmi, sapere che ci tieni a me nonostante quello che ti ho fatto. Mi hai accettato dove io non sono riuscita a farlo e viceversa.-

Tornò a guardare la chiara, sentì che si stava trattenendo dal non piangere. Era troppo instabile emotivamente quella Dea al momento.

- Ognuno è forte a modo proprio, anche tu Ky. Sei riuscita a sopravvivere a me, non è da tutti.-

Kyra non ne sembrò molto convinta però, sospirò frustrata passandosi una mano sul volto infatti.

- Sto dicendo sul serio, se fossi forte davvero non mi avrebbero mai presa. Sai difenderti, io a malapena ci riesco. Sono una Dea, dovrei essere la Creatura più potente dei Mondi, non dovrei essere così...-

La corvina si mise a sedere all'istante, le prese il volto tra le dita quasi in maniera aggressiva e la fissò lei a quel punto. La sentì trattenere il respiro a causa dei suoi occhi arrabbiati perché lo era, non sopportava quando si sottovalutava in quel modo.

- Se sono forte come dici, non avrei dovuto permettere che mi venisse strappata via una parte di me.- affermò senza battere ciglio.

- Se sono forte, non sarei dovuta scappare da te per paura. Ognuno ha le proprie caratteristiche, io non potrei mai fare ciò che fai tu, vedere il mondo con così tanta energia così come tu non puoi sopportare il dolore come faccio io.- continuò poggiando la fronte contro la sua, i loro respiri a unirsi. Doveva entrarle la questione bene in testa.

- Sei diventata la mia debolezza e non lo nego, ma sei anche una delle mie più grandi forze, Kyra. E so che la stessa cosa vale per te.-

Kyra lasciò che le asciugasse le lacrime sfuggite al suo controllo con le dita fredde sentendosi un po' strana, forse in colpa per aver dubitato di quelle cose dopo così tanto tempo.

- Scusa.- le sussurrò sincera e vedendola scuotere la testa come a dirle che non era niente.

- Ora però, posso smetterla di consolarti? Ho finito il repertorio a mia disposizione di tattiche per tirarti su il morale e non hai idea di quanto mi stia costando essere così dannatamente e fastidiosamente smielata.-

La chiara scoppiò a ridere per la sua faccia sofferente, le fece bene questo e pensò solo a quanto amasse quella ragazza difficile, anche quando si lamentava. Per peggiorare a lei la situazione, la abbracciò costringendola a stendersi di nuovo e non ne fu così tanto contenta, nell'aria c'era troppo affetto ed energia positiva a farle salire la nausea a momenti.

Ma alla fine si arrese, lasciando che la chiara poggiasse il volto nel suo incavo su cui lasciò un paio di baci di cui, ovviamente, si lamentò mentalmente. Poco dopo Kyra ebbe le braccia di Sheera ad avvolgerle la schiena.

- Mia.- la sentì dire all'orecchio con fare sensuale.

- Non dirmi che ricominci con la fase possessiva in cui incenerisci chiunque mi si avvicini.- ridacchiò la chiara.

- Non è mai finita dolcezza, ti guardo quando parli con gli altri. Cosa credi?-

La Dea Nera le lasciò un bacio umido sul collo subito dopo.

- E se provano a toccarti li ammazzo.- aggiunse con tanto di sorrisetto maligno e voglioso di sangue, adrenalina, un po' di caos.

- E se lo facessi io?- la provocò stando al gioco. Si sentiva già meglio, e ringraziò il fatto che quel giorno la corvina fosse abbastanza loquace rispetto il suo solito.

- Li ammazzo comunque, hanno avuto il privilegio di esser stati toccati da te.-

- Tu non stai bene per niente.- ridacchiò vedendola poi offesa.

- Come scusa? Prova a ripeterlo.-

Kyra semplicemente le lasciò un bacio sulle labbra poco prima che le mani fredde dell'altra si insinuassero tra i suoi capelli candidi iniziando a giocherellarci, lo stava facendo per farla calmare definitivamente. Poco dopo iniziò anche a canticchiare una melodia che entrambe conoscevano da sempre e si addormentò in breve, cullata da ricordi lontani e senza più pensieri a preoccuparla.

- Seguimi verso un mondo d'incanto,

attraverso la nebbia dell'inganno.

Oltrepassa disguidi e dolori,

non fermarti nel buio.

Cerca il male nel bene,

e il bene nel male.

Nei tuoi occhi cristalli.

Raggiungimi nel mondo d'incanto,

nel giardino ormai dimenticato.-


- È scappata, non c'è più!-

Gray era appena entrato nel solito covo silenzioso totalmente in preda al panico, il fiato corto avendo corso appena si era reso conto che la cella magica fosse vuota, in testa pensieri su pensieri. Cosa gli sarebbe successo? L'avrebbero accusato, torturato? O peggio, ucciso? Non era riuscito a fare un semplice lavoro, avrebbe solo dovuto controllare che nessuno entrasse o uscisse dalla prigionia. Eppure, nonostante fosse rimasto al suo posto immobile, la Dea Bianca era riuscita a scappare.

- Cosa!?- esclamò Flyn bloccandosi, un braccio a mezz'aria con in mano un boccale di alcol che poco dopo sbatté sulla tavola di pietra con tutta la sua rabbia, non voleva credere a cosa avesse appena sentito.

- Ripetilo di nuovo!- esclamò, il giovane fissò il pavimento lercio sotto i propri piedi. Era nei guai.

- Non so come abbia fatto, non c'è più. Sono stato sveglio e attento, non ho visto nulla di strano.- cercò di giustificarsi.

- Non è che l'hai lasciata andare di proposito?- disse invece Hariz guardandolo truce e non ancora convinto della sua alleanza, Gray per poco non sussultò.

- Ma che ti salta in testa? Io non lo farei mai, ne va della mia vita.-

- Ah sì? Non riesci nemmeno a...-

L'uomo venne fermato dalla voce di Tharius, stranamente pacata e di buon umore. I tre lo fissarono come sconvolti.

- Calma, l'avevo calcolato.- disse seduto tranquillo a sorseggiare del vino nel suo angolo preferito a fissare svariate scartoffie appese al muro. Inutile dire che la questione li avesse incuriositi, non era arrabbiato per aver perso ciò che bramava?

- È una Dea forte, noi cinque cosa potremmo mai fare contro un essere primordiale esattamente? la nostra misera magia non poteva fermarla a lungo.-

- Ma come, signore? Penso di essermi perso qualcosa.- azzardò Flyn in un ringhio, l'uomo mascherato che ridacchiò.

- Tranquilli, ho tutto sotto controllo. L'eclissi si avvicina sempre di più.-

Rise malignamente prima di voltarsi e guardare un quadro appeso vecchio di qualche centinaio d'anni. Era un ritratto per l'esattezza, uno sfondo totalmente nero da cui spuntavano degli occhi rossi e una pelle bianca, un ghigno maligno. Il ritratto di Shedan, Tharius lo teneva come la cosa più preziosa di tutte. Gli altri rabbrividirono a quella vista a differenza sua e abbassarono il capo come a non reggere quell'inquietante sguardo assassino.

- Ti vendicherò, e renderò omaggio al tuo intento.- disse Tharius inginocchiandosi e abbassando il capo anche lui in segno di profondo rispetto. Perché quello provava nei suoi confronti.

- Fosse l'ultima cosa che faccio.-

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