6: The Second Dance
La serata dell'appuntamento tra Wriothesley e Neuvillette era finalmente giunta.
Wriothesley si era rimesso completamente, guarendo in fretta dopo l'attacco che aveva subito a Forte Meropide.
La convalescenza, con suo grande sollievo, era durata meno di una settimana. Non avrebbe sopportato un tempo troppo lungo da passare a letto, con tutto ciò che c'era da fare al Forte. Da tanti anni, ormai, era abituato a trascorrere molte ore a lavorare, e i tempi morti lo agitavano più del necessario.
Fortunatamente, aveva potuto contare sull'aiuto dei suoi amici per gestire temporaneamente le numerose pratiche all'interno della prigione. Clorinde e Navia gli erano state di immenso aiuto, ma anche Neuvillette si era dato un gran da fare, a smaltire tutti i documenti e le carte sui nuovi prigionieri.
Durante tutto quel tempo, si era ritrovato avvolto dall'affetto delle persone che aveva vicine: Sigewinne gli portava spesso del tè caldo, Lyney, Lynette e Freminet erano passati a regalargli dei dolci, e Navia e Clorinde si fermavano ogni giorno a chiacchierare con lui. Persino Furina si era preoccupata di andare a salutarlo, accompagnando un paio di volte il visitatore senza dubbio più frequente di quel periodo: Neuvillette.
Se anni prima qualcuno avesse predetto che lo Chief Justice della corte di Fontaine gli avrebbe dedicato tutto il suo tempo libero per incontrarlo, non ci avrebbe mai creduto.
Ecco, invece, che ogni giorno si era ritrovato ad aspettare con impazienza il momento in cui Neuvillette bussava alla sua stanza, vestito di tutto punto, con un mazzo di fiori in mano, un nuovo pacchetto di tè, o una scatola di dolcetti.
"Sono passato al mercato, stamattina. Ho pensato che potessi gradire un piccolo regalo.",gli aveva detto Neuvilette, la prima volta che era passato, con dei fiori di romartine freschi, ancora grondanti d'acqua.
Wriothesley l'aveva accolto con un sorriso, sentendo il cuore martellargli forte nel petto, quando aveva notato la sua espressione insolitamente imbarazzata. Gli occhi viola di Neuvillette si erano abbassati per un istante, prima di incontrare i propri, sorridendo in sincrono con le sue labbra.
Era decisamente adorabile. Vedere una persona così composta diventare così morbida nei propri confronti era come osservare un fiore sbocciare al chiarore del mattino, una dolce e inaspettata sorpresa che lo riempiva di gioia e gratitudine.
"Sono i primi fiori che ti ho regalato a quel festival di qualche anno fa, ti ricordi?",gli aveva domandato Neuvillette, dopo qualche istante di esitazione.
"Ma certo che me lo ricordo.", aveva commentato Wriothesley, con un sorriso, facendogli cenno di sedersi sul letto di fianco a sé. Ormai non aveva più bisogno di stare completamente sdraiato, dopo un paio di giorni trascorso disteso. "E' stato il primo dei tuoi tanti regali."
La mente di Wriothesley tornò a quel festival, un giorno così lontano nel tempo ma così vicino nel cuore. Ricordava bene il momento in cui Neuvillette gli aveva donato quei fiori, seduto a un Cafè ad ascoltare la musica inaieme a lui.
Aveva sentito qualcosa di diverso per Neuvillette fin da quel giorno, qualcosa che non aveva mai provato per nessun altro: curiosità, interesse, piacere nel conversare. Era stato un sentimento sottile all'inizio, un sussulto leggero nel suo cuore, ma con il passare del tempo, mano a mano che si erano conosciuti meglio, si era trasformato in qualcosa di più forte, di più profondo.
Wriothesley ricordava con precisione quasi tutte le loro lunghe conversazioni, i momenti di risate e di confidenze che avevano condiviso. Aveva imparato a conoscere Neuvillette in ogni sua sfumatura, ad ammirarne la gentilezza, la trasparenza la determinazione.
Eppure, nonostante tutto, la situazione tra di loro era rimasta ambigua per tanto tempo. Adesso, forse, sarebbe finalmente arrivato il momento di sistemare tutto. Non appena si sarebbe ripreso, gli avrebbe svelato la propria identità al ballo, dichiarandosi a dovere.
"Trovo una certa soddisfazione nel renderti felice, devo ammetterlo.", confessò Neuvillette, la sua tipica espressione seria velata di tenerezza.
Quando si era seduto, Wriothesley se lo era di nuovo ritrovato decisamente troppo vicino, come già era successo dopo il proprio risveglio, dopo l'attacco.
Era da tempo che non negava a sé stesso cosa provasse nei suoi confronti, ma quella quasi totale mancanza di distanza tra di loro, negli ultimi giorni, era sempre più difficile da sopportare. Specialmente da quando il loro malinteso era stato parzialmente risolto.
Per giorni e giorni, dopo il ballo in maschera, Wriothesley si era sentito tremendamente male, dopo essere stato rifiutato da Neuvillette.
Non aveva neanche lontanamente preso in considerazione l'ipotesi che Neuvillette non lo avesse riconosciuto, sfortunatamente. Totalmente ignaro di quel malinteso, aveva creduto che, quando Neuvillette aveva affermato di non potergli offrire il suo cuore, fosse convinto di parlare proprio con lui.
Si era preparato per giorni per quel ballo, cercando di ripetere nella propria mente le parole con cui dichiarava finalmente i propri sentimenti. Quando, tuttavia, Neuvillette gli aveva detto di provare qualcosa per un altro amico, Wriothesley si era sentito sprofondare dalla tristezza.
Aveva passato notti insonni, chiedendosi se avesse interpretato male ogni sguardo, ogni gesto. Com'era possibile che si fosse illuso a tal punto? Sentendosi un perfetto idiota, aveva cercato di mantenere un minimo di compostezza soltanto fino a quando non si era allontanato da Neuvillette, per evitare di sembrare patetico, o di ferirlo troppo.
In fondo, Neuvillette era stato onesto e garbato nei propri confronti. Peccato che, nonostante ciò, Wriothesley si era sentito decisamente a pezzi.
Era tornato a casa sotto la pioggia, con il cuore in tumulto, continuando a rimuginare sulle parole inaspettate di Neuvillette. Si era chiesto più e più volte chi potesse essere l'amico verso cui nutriva dei sentimenti, sentendosi, suo malgrado, corrodere di gelosia.
Non poteva incolpare Neuvillette dei sentimenti che provava: sarebbe stato ingiusto, nei suoi confronti. Voleva rispettarlo a tutti i costi. Wriothesley, dopotutto, nutriva un grande affetto per lui, nonostante avesse il cuore spezzato. Tuttavia, dentro di sé, si era sentito bruciare di una delusione cocente.
Chi era la persona che era stata capace di smuovere Neuvillette a quel modo? Perché Neuvillette non gliene aveva neanche mai parlato? E perché era sembrato così sorpreso e dispiaciuto, di ricevere la propria dichiarazione? Davvero non lo aveva mai neanche preso in considerazione come pretendente?
Wriothesley sapeva bene di non essersi mai dichiarato esplicitamente, prima di allora, ma credeva di essere stato abbastanza palese, negli ultimi tempi, persino per una persona come Neuvillette, che difficilmente comprendeva i segnali tipici degli umani.
Avevano passato ancora più tempo insieme, e non c'era stata una sola volta, quando avevano ballato, in cui le loro mani non erano rimaste intrecciate per decisamente troppi istanti più del necessario. Wriothesley aveva ormai perso il conto delle volte in cui si era perso nei suoi occhi, trattenendosi a stento dall'allungarsi un paio di centimetri in più verso di lui per poterlo baciare, quando ballavano l'uno tra le braccia dell'altro.
Fortunatamente, tuttavia, quegli sgradevoli dilemmi erano svaniti come neve al sole, il giorno in cui Wriothesley aveva compreso in quale assurdo malinteso fossero capitati.
Quando si era risvegliato in infermeria e Neuvillette gli aveva raccontato del misterioso pretendente in maschera che aveva rifiutato, Wriothesley si era sentito così sollevato da non riuscire neppure a reagire. Gli era venuto quasi da ridere, non appena aveva compreso cosa fosse realmente accaduto.
Lui e Neuvillette avevano sofferto per giorni, convinti di essersi rifiutati a vicenda. Se solo se ne fossero accorti prima, non sarebbero arrivati a stare male fino a quel punto.
Tuttavia, Wriothesley non si lasciò certo abbattere da quel rimpianto.Nonostante l'aggressione subita, ora Wriothesley poteva finalmente sorridere, sapendo che Neuvilette ricambiava i suoi sentimenti, e che finalmente avevano un futuro insieme.
Tuttavia, durante la settimana di convalescenza, Wriothesley aveva custodito gelosamente il segreto della sua identità dietro la maschera, aspettando il momento perfetto per svelarlo a Neuvilette. Si era limitato a far comprendere a Neuvillette di essere interessato a lui, quando Neuvillette gli aveva assicurato di non provare nulla per quello sconosciuto.
Forse era stata una mossa azzardata farlo attendere ancora, ma Wriothesley teneva particolarmente a dichiararsi nel modo migliore possibile.
Aveva una seconda possibilità, e non intendeva sprecarla.
Aveva atteso quel momento per anni, dopotutto.
Così, mentre lui e Neuvillette esploravano quei primi accenni di affetto, aspettando la sera in cui le cose sarebbero state chiarite una volta per tutte, Il tempo trascorse rapidamente.
La notte che aveva tanto atteso era finalmente giunta.
La luna splendeva alta nel cielo, riflettendosi nelle acque scure ai suoi piedi. Il porto era immerso in una quiete silenziosa: il luogo perfetto per un incontro del genere.
Ora, mentre si avvicinava al luogo che aveva indicato a Neuvillette per il ritrovo, era pronto a rivelargli finalmente i suoi sentimenti. Era tremendamente felice e speranzoso, ma, al tempo stesso, sentiva un accenno di timore. Sperava che sarebbe andato tutto bene, quella volta.
Con un respiro profondo, Wriothesley si calò sugli occhi la maschera scura, come per la sera del ballo. Si sarebbe fatto riconoscere, a quel modo. E, finalmente, gli avrebbe richiesto un secondo ballo.
***
Quando finalmente Wriothesley scorse Neuvillette che lo aspettava, lo osservò da lontano, ipnotizzato dalla sua bellezza. Si fermò per un istante dietro l'angolo, abbastanza vicino da poterlo ammirare.
La luce della luna accarezzava delicatamente il profilo del suo viso, illuminando i suoi occhi viola, che brillavano di emozione sotto le lunghe ciglia chiare. Sembrava quasi dipinto con un tenue acquerello su un foglio scuro: i suoi capelli bianchi risaltavano come fili argentei contro il blu della notte.
Wriothesley non poté fare a meno di apprezzare anche il modo in cui Neuvilette si era preparato per l'incontro, indossando un completo elegante, che gli donava un'aria distinta. La sua postura rigida, ancora più tesa del solito, rivelava la sua agitazione interiore, eppure Wriothesley la trovò adorabile proprio per quel motivo. Era evidente quanto Neuvilette fosse impaziente di chiarire le cose tra di loro, e quella determinazione lo rendeva ancora più attraente, agli occhi di Wriothesley.
Doveva essere stato difficile anche per lui, pazientare per una settimana. Adesso, finalmente, quell'attesa stava per concludersi.
Wriothesley si avvicinò a lui con passo sicuro, mentre indossava la stessa maschera scura e argentata del ballo in maschera.
Anche gli abiti che portava erano i medesimi: neri, con qualche decorazione d'argento, e un mantello che fendette l'aria fresca alle sue spalle, non appena accelerò il passo.
Il volto di Neuvillette, quando finalmente lo vide, assunse un'espressione del tutto confusa, facendo crollare ogni sua traccia di contegno.
"...Monsieur? Che cosa...",domandò Neuvillette, la voce spezzata dallo stupore. Le sue sopracciglia si erano inarcate, soprese, mentre i suoi occhi osservavano avidamente la figura di Wriothesley, come per cercare una risposta.
Le labbra di Wriothesley si curvarono in un sorriso divertito, nei brevi istanti di silenzio che seguirono la voce di Neuvillette, che, finalmente, stava forse per comprendere quale fosse la verità.
"Aspetta, ma tu... tu sei..." tentò di articolare Neuvillette, ma le parole sembravano sospese nell'aria, intrappolate tra la sorpresa e la comprensione imminente.
Con un gesto lento e deliberato, Wriothesley si tolse la maschera, inchinandosi leggermente di fronte a Neuvilette. "Già, sono io. Buona sera, Neuvilette," disse con voce calda, i suoi occhi grigi che brillavano nella luce della luna.
L'espressione con cui Neuvillette replicò fu indescribibile.
La piega rigida delle sue labbra si sciolse, rivelando una morbida risata. "Oh, non ci posso credere. Sono stato veramente un..",provò a dire Neuvillette, prima di scuotere il capo, come se avesse perso le parole. "Un tale sciocco. Non ti avevo riconosciuto."
Il fiato che Neuvillette aveva trattenuto fino a quell'istante si dissipò in un morbido sospiro di sollievo, mentre il suo sguardo era totalmente pervaso dalla sorpresa. Qualche istante dopo, lo ammirò con degli occhi così pieni di felicità che Wriothesley si sentì sciogliere.
Era proprio così che aveva sognato di farsi guardare, la sera del ballo. Con totale adorazione, come se i suoi occhi non volessero più staccarsi dai propri. Ma adesso, anche se Wriothesley era in ritardo a ricevere quello sguardo di più di due settimane, non poteva essere più felice. La reazione di Neuvillette superava di gran lunga le sue aspettative. Sembrava quasi che gli fossero morte le parole in gola, da tanto era emozionato.
"Lo so.", disse gentilmente Wriothesley, percependo la propria voce tremante, e di certo non meno emozionata. Soltanto in quel momento, si rese conto di essere stato in allerta a propria volta, per infiniti istanti. Una parte di lui aveva quasi temuto di ricevere un rifiuto, al posto di una così calorosa accoglienza.
Gli porse la mano, come aveva fatto due settimane prima, e le altre settimane prima ancora, nel salotto di Neuvillette, quando si erano esercitati fino a sentire le gambe rigide per la fatica.
"Neuvillette.", gli domandò, gentilmente, senza staccare gli occhi dai suoi neppure per un istante. "Mi concederesti il piacere di un ballo anche questa sera?"
Neuvillette lo guardò con gli occhi ancora pieni di stupore ma anche di una crescente gioia.
Intrecciò le dita alle sue, e anche se portava dei guanti spessi che gli coprivano tutte le dita, Wriothesley si sentì percorrere da un brivido forte come una corrente elettrica.
"Certamente.",rispose, con il suo solito garbo, velato da un tremore emozionato. "Mi piacerebbe molto poter recuperare il primo."
Wriothesley lo attirò a sè, stringendo appena le dita sul suo fianco, in una presa salda e sicura. Quando Neuvillette si strinse a lui a propria volta, Wriothesley fece decisamente fatica, a continuare a guardarlo negli occhi.
Era così vicino a sé che Wriothesley avrebbe potuto contare le sue ciglia chiare, bianche come la neve; avevano la stessa statura, e i loro volti erano alla stessa altezza, al punto tale che Wriothesley posò senza difficoltà l'altra mano sulla sua guancia, il pollice che gli sfiorò la pelle morbida.
Wriothesley portava dei guanti tagliati appena sotto la prima falange; il contatto tra la punta delle proprie dita e il volto di Neuvillette era sufficiente a fargli girare la testa, così come il profumo di rose dei suoi vestiti, la stessa fragranza dei fiori del suo appartamento.
"Wrio..",mormorò Neuvillette, come se stesse pensando a un discorso da formulare, iniziando a seguire i suoi passi, non appena Wriothesley cominciò a ballare.
Neuvillette sembrava quasi una visione proveniente da un sogno, tra le proprie braccia. Una miriade di ragionamenti intricati stavano sicuramente affollando la sua mente, a giudicare dalla sua espressione concentrata, mentre si aggrappava a sé. Le sue dita non avevano lasciato Wriothesley neppure per un istante, facendo affidamento a sé senza esitazione.
I loro abiti azzurri e neri erano scuri quasi quanto la notte, rischiarati soltanto dalla luna, e dalle pallide luci dei lampioni circostanti. Nessuno di loro due indossava dei colori caldi. A dire il vero, non c'era nemmeno, tra di loro, uno dei due che la gente potesse definire pieno di vitalità, luminoso nella maniera tradizionale che ci si poteva immaginare.
Come due anime estranee al consueto fervore sociale, si erano ritrovati in un angolo, lontani dal clamore della folla; due lune che avevano vagato nel buio cielo per così tanto tempo, invece di essere baciati dalla luce di un sole ardente.
Eppure, proprio perché immersi in quell'oscurità per così tanti anni, ora si erano ritrovati tanto facilmente a stringersi, l'uno specchio del bagliore argenteo dell'altro.
"Wrio, perché non mi hai detto che eri tu?", gli domandò Neuvillette, con tono confuso, i passi ben più leggiadri e attenti della prima volta che avevano ballato insieme, seguendo quelli del compagno.
"Non avevo capito che non mi avessi riconosciuto.",ammise Wriothesley, accennando una risata e scuotendo piano il capo. "Credevo fosse abbastanza evidente, e che anche tu, al ballo, stessi giocando con me, recitando la tua parte.",gli spiegò, pazientemente, per quanto non riuscisse a nascondere un certo divertimento, per quel malinteso. "Ho ricollegato insieme tutti i pezzi soltanto l'altro giorno, in infermeria, quando mi hai detto di aver rifiutato un misterioso sconosciuto in maschera."
"Mi dispiace tanto, la tua maschera era fatta così bene che non sono riuscito a capirlo.",rispose Neuvillette, rammaricato. Per un attimo, sembrò più fragile tra le braccia di Wriothesley, che lo strinse più forte, mentre danzava di un paio di passi più indietro. "Devono essere stati i tuoi occhi..erano coperti da un velo."
"Beh, meglio tardi che mai, no?",sussurrò Wriothesley, facendosi più serio.
Si fermò poi dal ballare, per poterlo guardare meglio, per potersi concentrare a pieno in ogni istante di quell'incontro.
Lasciò scivolare le dita lungo la linea della mascella di Neuvillette, fino a fermare il pollice sotto al mento, sollevandogli appena il viso.
Neuvillette era una bellezza sospesa nel tempo, come una scultura che aveva contemplato con devozione e rispetto per anni interi. Ora, finalmente, aveva il privilegio di sfiorarla, anche se la sensazione gli sembrava ancora incredibile, quasi surreale.
"Se avessi saputo che eri tu, a dirmi tutte quelle parole, a svelare tutti quei...sentimenti che provavi per me..",fece per dire Neuvillette, prima di esitare, interrompendosi con innegabile imbarazzo.
Il suo sguardo resistette comunque al proprio con orgoglio, prima che Wriothesley gli rispondesse.
Le labbra di Wriothesley si curvarono in un sorriso malizioso, compiaciuto dalla reazione di Neuvillette. "Sì?" sussurrò, avvicinandosi leggermente a lui con il volto, tanto che i loro respiri si mescolarono, in quel silenzio carico di tensione. "Se avessi saputo che ero io..che cosa avresti fatto?", gli domandò, abbassando la voce.
Il suono delle onde del mare alle loro spalle era solo un sussurro flebile, in confronto al battito impetuoso del proprio cuore. Quel ritmo frenetico echeggiava nella testa di Wriothesley, permeando il suo essere fino alle ossa, mentre l'aria tra di loro sembrava vibrare di una corrente elettrica.
Neuvillette gli sorrise, il volto leggermente arrossato, ma gli occhi illuminati di una solida convinzione.
"Avrei..." mormorò, la sua voce velata da una malizia che Wriothesley non credeva di avergli mai sentito usare. "Avrei fatto qualcosa di simile a questo," concluse, prima di allungarsi quel tanto che bastava per posare le labbra su quelle di Wriothesley.
Gli avvolse le braccia al collo, prima ancora che Wriothesley si fosse reso conto di cosa fosse successo. Impiegò un paio di istanti, per elaborare la sensazione del tutto nuova che lo scosse da capo a piedi. Chiuse gli occhi, e un turbinio di colori esplose dietro alle sue palpebre, dipingendo un mondo vibrante e intenso.
Ricambiò il bacio senza esitazione, le labbra schiuse su quelle morbide e calde di Neuvillette, senza più trattenersi. Per anni, anni e anni, non aveva nemmeno compreso quanto desiderasse ardentemente provare qualcosa di simile. Ora che quel desiderio si stava realizzando, la sua intensità lo avvolgeva come un vortice, tanto potente da fargli quasi perdere il respiro.
In quel momento carico di promesse sospese nell'aria, con un'infinità di parole che danzavano nei loro pensieri, era evidente che molte cose dovevano ancora trovare voce. Tuttavia, il gesto audace di Neuvillette, eseguito con una coraggiosa spontaneità, trasmetteva un messaggio sufficientemente eloquente, per il momento.
Neuvillette ricambiava del tutto i suoi sentimenti.
E Wriothesley non poté fare a meno di perdersi in essi, baciandolo ancora e ancora, in quella notte che avrebbe ricordato per sempre.
************
NOTE DELL'AUTORE
DAI ORA MI VOLETE PIU' BENE VERO? ;) AHAHAH
In realtà......non avevo previsto che fosse Neuvillette a baciarlo per primo, ma mentre lo scrivevo, ho avuto quest'idea ahaha. Il signorino è un po' frustrato, mi dicono :P
Spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere <3
Ci vediamo alla prossima puntata, ovviamente ehehe
Buona serata (per una volta non posto all'1 di notte, incredibile vero? B) )
Kieran <3
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro