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5: The next day



"Accorrete! Il Duca è stato ferito!"

Quelle parole terribili risuonavano cupamente nella mente di Neuvilette, da quando aveva avuto la sfortuna di udirle.

Com'era possibile? Cosa era successo?

Fino a un minuto prima, Neuvilette era stato occupato a parlare con Clorinde come niente fosse. Si era recato in prigione proprio per cercare Wriothesley, perplesso dal modo in cui lo stava evitando.

Finalmente, grazie alla sua migliore amica, aveva avuto una spiegazione riguardo al suo strano comportamento: Wriothesley si era convinto di essere stato rifiutato. Probabilmente, aveva sentito dire che Neuvilette era stato invitato al ballo da un altro gentiluomo e aveva frainteso la situazione.

Ma proprio quando Neuvilette si era preparato ad andargli a parlare, spiegandogli come stessero realmente le cose, era stato annunciato un attacco improvviso.

La notizia dell'incidente in cui era incappato Wriothesley aveva innescato in Neuvilette un turbine di emozioni così potente da far tremare il suo stesso essere. Schiodarsi dal proprio posto sembrava impossibile: le gambe gli erano diventate pesanti come il piombo, mentre il proprio respiro vacillava.

Come stava? Era ancora cosciente? Immaginare che stesse soffrendo, per Neuvilette, era una prospettiva insopportabile. Chi aveva osato fargli una cosa del genere?

Una feroce ansia, un misto di paura e rabbia gli facevano eco nel petto, stretto dall'angoscia. La sua mente era turbata dal pensiero di cosa potesse essere accaduto al suo amico, e la disperazione di non sapere ulteriori dettagli era come una lama affilata che si conficcava nel suo cuore.

"Neuvilette! Andiamo a vedere!",lo riscosse Clorinde, facendogli cenno di seguirla. La donna era altrettanto sconvolta. Il suo viso era una maschera di disperazione, quando prese Neuvilette per un braccio, trascinandolo con sé. 

Neuvilette non oppose alcuna resistenza, ma anzi, si riscosse. Era un bene che almeno Clorinde fosse più reattiva, per quanto turbata. La seguì con passo veloce, impaziente di scoprire che cosa fosse accaduto.

 I corridoi di Forte Meropide si allungarono davanti a loro come un labirinto angosciante, e ogni passo era un'agonia carica di ansia.  Il respiro di Neuvilette divenne affannoso, le sue mani tremavano leggermente, e l'eco di ogni passo risonava nelle pareti del Forte, come un martello su un'incudine.

Quando finalmente raggiunsero l'infermeria, la scena che gli si parò di fronte lo travolse in e un turbine di emozioni negative. 

Neuvilette si fermò un istante sulla soglia, osservando Wriothesley che giaceva su una barella, immobile. La sua figura, solitamente sicura e imponente, appariva ora vulnerabile e fragile. Il suo volto, ancora più pallido del solito, tradiva la sofferenza patita, e la sua espressione contratta, mentre teneva gli occhi chiusi, fece sorgere in Neuvilette una profonda sensazione di impotenza.

Clorinde, al suo fianco, riuscì a percepire facilmente la sua disperazione nei suoi occhi e posò una mano rassicurante sulla sua spalla di Neuvilette. "Andrà tutto bene. Andiamo da lui." sussurrò, ma Neuvilette non poté fare a meno di notare il timore che dimorava nei suoi occhi, e le sue dita tremanti.

La rabbia che ardeva dentro di Neuvilette tornò a farsi prepotentemente viva quando, di fianco a Wriothesley, vide il colpevole, ammanettato e interrogato da delle guardie. 

Era un prigioniero di Forte Meropide. Probabilmente, uno di quelli a cui Wriothesley aveva provato a dare una seconda possibilità.

L'ira che Neuvilette provava si mescolò al suo sgomento, rendendo il suo passo più deciso e le mani strette a pugno, mentre si avvicinava al suo amico.

"Non è come sembra! Volevo soltanto difendermi! Lui è un..un soggetto pericoloso, lo sapete che cosa ha fatto per essere qui, vero? Ci vuole un altro capo per Forte Meropide!",urlò il prigioniero, prima di essere portato fuori e scortato dalle guardie di forza.

Sentire quelle scuse assurde non fece altro che aumentare il desiderio di giustizia in Neuvilette. 

Non sapeva ancora, esattamente, che cosa fosse successo, ma immaginò facilmente che quell'aggressore avesse voluto prendere il potere di Wriothesley che mai, invece, attaccava per primo qualcuno senza motivo.

Gliel'avrebbe fatta pagare, in qualche modo.

Mentre accorse alla barella di Wriothesley, Neuvilette sentì il peso della responsabilità di proteggerlo ancora più concreto. Il pensiero di quell'aggressione gli aveva fatto stringere i denti con rabbia ancora contenuta, ma fu quando tornò a concentrarsi sulla sofferenza dell'amico che non riuscì più a trattenersi.

"Monsieur Neuvilette!",lo richiamò l'infermiere che lo stava sorvegliando, di certo sconvolto dalla sua reazione.

"Wrio...",mormorò, chinandosi al suo fianco, senza badare a tutto ciò che solitamente la forma gli imponeva: avere contegno, non sgualcire i begli abiti , trattenere le emozioni. "Wrio, ti prego, mi senti?"

Clorinde si inginocchiò al suo fianco a propria volta, i suoi occhi azzurri solitamente glaciali velati da una patina di lacrime. Senza riuscire a dire una parola, rimase vicino a Neuvilette, stringendo le labbra probabilmente per trattenenere un singhiozzo.

Nevuilette posò una mano su quella di Wriothesley, notando con una stretta al cuore quanto le sue nocche fossero sbucciate. Sulla barella, Wriothesley sembrava un guerriero sconfitto, ma la sua forza interiore brillava ancora nei lineamenti contratti dal dolore. Doveva aver combattuto con grande coraggio.

"Signore, in quali condizioni versa?",domandò Clorinde, all'infermiere, con tono preoccupato.

Con grande sopresa di Neuvilette, Wriothesley aprì gli occhi per un istante. La determinazione brillò nelle sue iridi argentate por pochi secondi, quando contrasse la mascella in una smorfia di dolore. 

"Wrio!",lo richiamò Neuvilette, speranzoso. Tutto il resto, in quel momento, gli sembrava uno sfondo indefinito. Razionalmente, sapeva che avrebbe dovuto prestare attenzione a ciò che diceva chi era di competenza. Ma non riusciva a riflettere bene, in quella situazione.

Per giorni e giorni, aveva sofferto la mancanza dell'altro, e aveva temuto di averlo perso. Adesso, che aveva sperato di sistemare le cose, lo stava guardando soffrire, totalmente impotente. 

Wriothesley gli rivolse uno sguardo apparentemente sorpreso, come se non si aspettasse di vederlo. Gli strinse la mano per un istante, come per cercare un appiglio, facendo sussultarare Neuvilette. Poco dopo, purtroppo, però, tornò a chiudere gli occhi, cadendo in uno stato di incoscienza.

Le parole dell'infermiere, che rispose a Clorinde, risuonarono nell'aria come un verdetto indesiderato, proprio mentre Neuvilette sentì una lacrima solcargli la guancia. 

"Il Duca ha perso molto sangue, Mademoiselle Clorinde. Abbiamo bisogno di tempo per curare le sue ferite. Sarà una guarigione delicata, e non possiamo garantire quando si risveglierà."

Il peso di quelle parole si posò come un macigno sulle spalle di Neuvilette. Guardò Wriothesley, completamente privo di sensi, e sentì una profonda tristezza mescolarsi con la rabbia che bruciava ancora dentro di lui. Era così ingiusto che avesse pagato lui. 

Doveva aver combattuto con tutte le sue forze, ma la violenza subita lo aveva reso vulnerabile, esponendo la sua umanità.

Neuvilette si rivolse all'infermiere con uno sguardo determinato, sentendo la propria voce tremare. "E' possibile restare al suo fianco, dopo le cure? Vorrei vegliare su di lui."

"Oh..naturalmente, Monsieur. Al momento il paziente è sedato, per prepararsi al trattamento che stiamo per fargli.",spiegò l'infermiere, con tono gentile, sicuramente notando il suo stato. "Ma dopo, vi faremo portare un letto o delle sedie, se Voi o la vostra amica desiderate restare al suo fianco. L'importante, purtroppo, è non affollarvi troppo. Noi curatori passeremo spesso a controllarlo, e la stanza è abbastanza piccola."

Clorinde, anch'essa con occhi ancora umidi, annuì silenziosamente, sottolineando la sua approvazione. Neuvilette non riusciva a lasciare la sua mano. Il contatto con la pelle ferita di Wriothesley gli faceva sentire il calore della sofferenza che l'amico stava patendo, una sofferenza che, stupidamente, sperava quasi di poter lenire.

Si alzò in piedi lentamente, a malincuore, per lasciare che i curatori operassero.

"Tornero qui con te presto, Wrio. A dopo." sussurrò Neuvilette, come se le sue parole potessero raggiungere l'anima di Wriothesley anche in quel sonno profondo. Si asciugò poi frettolosamente il volto, per nascondere una lacrima.

Le ore trascorsero lentamente, mentre, insieme a Clorinde, aspettava che le cure si concludessero.

Fortunatamente, sembrava che le condizioni di Wriothesley si fossero stabilizzate. Neuvilette accolse quella notizia con sollievo, ma non riuscì comunque a mettersi tranquillo.

"Vuoi entrare tu per primo? Ci diamo il cambio poi?",domandò Clorinde, facendolo annuire immediatamente, con gratitudine.

Non potevano stare in più di un ospite nella stanza, per il momento, e non sarebbe riuscito a resistere un attimo di più, lontano da lui.

"Grazie, Clorinde.",mormorò, con sincerità, all'amica. "Ti aspetto dopo, allora."

"Grazie a te. Tornerò tra un paio di ore. Resterò comunque nei paraggi.",rispose la donna, con un cupo cenno del capo. Aveva il volto stanco e segnato dalla preoccupazione, tanto che a Neuvilette venne istintivo posarle una mano sulla spalla, con una lieve e amichevole carezza.

Dopo quel saluto, Neuvilette tornò accanto a Wriothesley, deciso a non muoversi dalla sua posizione. I curatori avevano disposto una brandina a un lato del suo letto, e passavano di tanto in tanto, ma Neuvilette se ne curava. Tutta la sua attenzione era rivolta a Wriothesley. Tornò a prendergli la mano, accarezzandola lentamente, mentre un buio insopportabile calava nella stanza. Le feritoie, che di solito portavano la luce del giorno, ora erano solo varchi per la notte, immergendo la stanza in una penombra che rifletteva l'oscurità che si era insinuata nei loro cuori.

La pallida luce della luna si insinuò tra di loro, mista al bagliore delle candele appena accese. Le dita di Neuvilette continuarono a stringere quelle dell'amico, come se con quella stretta volesse trasmettere tutto il calore e il sostegno che provava. 

Il respiro irregolare di Wriothesley era l'unico suono che riempiva la stanza. Neuvilette, seguendo il suo andamento con attenzione, non si mosse quasi mai dalla brandina, senza riuscire a chiudere occhio. Sentiva il bisogno di vegliare su Wriothesley, quasi sperasse  che se la popria presenza potesse tenerlo al riparo da qualsiasi male, anche se, chiaramente, così non era stato. 

Probabilmente, lo aveva fatto soffrire per giorni, a causa propria. Per via di quel fraintendimento con il suo ammiratore segreto al ballo, Wriothesley si era allontanato.

Quella consapevolezza si insinuò nella mente di Neuvilette, facendogli finalmente realizzare una cosa che, fino a quel momento, non aveva metabolizzato, preso com'era dal panico: dunque, era confermato che anche Wriothesley stesse provando le stesse sensazioni? Se si era messo da parte, così ingelosito, non poteva che significare una sola cosa: voleva Neuvilette soltanto per sé, e per nessun altro, e di certo non come un amico. Si era allontanato proprio perché era rimasto deluso da quello che credeva fosse un rifiuto.

Ah, se solo avesse saputo quante notti insonni Neuvilette aveva passato, dopo quel ballo catastrofico, in cui se n'era andato con il cuore infranto, sotto a un diluvio scrosciante. Se solo avesse saputo quante lettere aveva scritto e stracciato, dopo che Wriothesley non aveva risposto a tutte quelle precedenti. E quante volte aveva riportato alla mente i ricordi delle loro splendide uscite, con grande nostalgia.

Non vedeva l'ora che si svegliasse, per dirgli tutte quelle cose. Sperava soltanto che nessuno glielo avrebbe strappato via, quella volta.

Gli occhi di Neuvilette, di tanto in tanto, scorrevano sul viso ferito di Wriothesley, cercando segni di risveglio, di ripresa. Aveva il labbro superiore spaccato, degli ematomi sullo zigomo, e le sopracciglia inarcate per il dolore. 

La notte era interminabile e silenziosa, e Neuvilette, mentre vegliava su di lui, si chiese quanto ancora avrebbero dovuto aspettare prima che la luce del giorno portasse con sé la speranza di una guarigione.

La mano di Wriothesley, seppur fragile, rimase saldamente ancorata alla sua, come un fragile filo che collegava due anime in un silenzioso patto di solidarietà.

Dopo altri minuti, mentre le ombre causate dalle fiamme delle candele danzavano senza sosta contro la parete, Neuvilette sentì il bisogno di esternare, finalmente, suoi pensieri. "Wrio...senti, so che non puoi sentirmi.",esordì, a bassa voce, con un tono tremante. "Ma mi mancavi così tanto, in questi giorni. Non immagini quanto le giornate senza di te siano tristi. E adesso, ho temuto di perderti per sempre."

Le sue parole, sussurrate nell'oscurità dell'infermeria, erano un'offerta silenziosa di affetto e sostegno. Sapeva che Wriothesley non poteva sentirlo, ma voleva condividere il peso delle sue emozioni con la persona che ormai aveva così tanto a cuore. 

Ora le comprendeva perfettamente, quelle misteriose, intricate emozioni umane, che per anni aveva cercato di afferrare leggendo centinaia di libri. Era così semplice, adesso che sentiva quel dolore che gli perforava il cuore, capire cosa significasse amare qualcuno.

"Ti prego, Wrio. Resta con me.",mormorò, sentendo i propri occhi tornare umidi. "Mi devi ancora un ballo",aggiunse, stringendo delicatamente la presa sulle sue dita, come se non avesse voluto spezzarlo, come temeva di aver già fatto.

****

Quando arrivò Clorinde a dargli il cambio, Neuvilette uscì dall'opprimente atmosfera dell'infermeria. Tuttavia, non si sentì affatto sollevato, lasciando quell'ambiente.

L'idea di allontanarsi da Wriothesley, mentre era in quello stato, lo rendeva terribilmente angosciato.

 Mentre si dirigeva verso il salotto d'attesa, sentiva il peso di quell'incertezza schiacciargli il petto. Ogni passo che lo portava via da Wriothesley lo riempiva di un senso di colpa sempre più profondo. Voleva continuare a vegliare su di lui, essere presente in ogni momento, anche se comprendeva di dover lasciare spazio anche ai medici e a Clorinde. Sperava soltanto che Wriothesley si sarebbe risvegliato presto.

Quando finalmente raggiunse il salotto d'attesa, tuttavia, si imbatté in una piacevole sorpresa.

A un piccolo tavolino, si erano radunati tutti i suoi amici, con cibi e bevande calde. Navia gli sorrise calorosamente, mentre Furina, Lyney e Lynette gli lanciarono sguardi pieni di preoccupazione mista a sostegno. 

"Oh.. Non sapevo che foste qui.",disse, sentendosi subito rincuorato dalla loro visita. Il calore delle loro espressioni era come una boccata d'aria fresca, in mezzo a tutta quella tensione.

"Già, siamo venuti anche noi a fare visita a Wrio." disse Lyney, con un sorriso di benvenuto, facendogli cenno di accomodarsi. "Siediti pure. Sarai stanco, immagino."

"Sappiamo che questa situazione è difficile, ma siamo qui per te," disse Furina, porgendogli un piatto di cibo preparato con cura. "Prendi. Te lo abbiamo tenuto da parte."

"Grazie. Siete qui da tanto?" chiese Neuvilette, prendendo con le mani tremanti la portata tenuta al caldo. Soltanto quando prese una prima forchettata di cibo si rese conto di quanta fame avesse. Era da quando Wriothesley era stato ferito che non aveva toccato cibo. 

"Certamente," rispose Navia, con affetto. "Non vogliamo che tu affronti tutto questo da solo."

Neuvilette era commosso dall'affetto dei suoi amici. Le rivolse un cenno di gratitudine, prendendo un sorso d'acqua, gustandolo lentamente.

"Neuvilette, come sta?" chiese Lynette, inevitabilmente, dopo qualche istante.

"Sta dormendo. I medici dicono che ci vorrà del tempo prima che si risvegli," rispose Neuvilette con voce sommessa, lottando per nascondere la propria agitazione.

"Speriamo di vederlo già in piedi domani mattina, allora.",commentò Lyney, mangiucchiando nervosamente un biscotto, sforzandosi di sorridere. "Ha la pellaccia dura. Vedrai, ce la farà."

Neuvilette voleva crederci con tutte le sue forze. Si aggrappò a quella speranza, mentre, incapace di rilassarsi sulla poltroncina, fissava malinconicamente

Dopo aver condiviso il pasto con gli amici, Neuvilette si sentì un po' più disteso soltanto grazie alla loro compagnia e al sostegno reciproco. Seduto al tavolo con Navia, Furina, Lyney e Lynette, si lasciò trasportare da una conversazione leggera che riguardava i momenti felici trascorsi insieme in passato, cercando di allontanare per un attimo i pensieri riguardanti Wriothesley e la sua attuale condizione.

"Il ballo in maschera, comunque, è stato stupendo, non trovate?" chiese Navia con un sorriso nostalgico. 

"Sì, e ricordo che tu e Clorinde avete ballato per ore senza fermarvi," aggiunse Lyney ridendo. "Non so come avete fatto a sopravvivere senza crollare!"

"Strane parole, dette da chi si diletta in giochi di prestigio così spericolati.",commentò Furina, divertita. "Comunque, sì, certamente. E' da rifare presto."

Neuvilette si unì alla conversazione, apprezzando quei momenti di leggerezza che gli permettevano di dimenticare per un attimo le preoccupazioni e le ansie che lo tormentavano.

Era stato probabilmente l'unico di loro a detestare quel famoso ballo in maschera, ma ora che sapeva che forse Wriothesley era interessato a lui, l'idea di riproporne un altro era decisamente più allettante.

Tuttavia, quel suo momento di tranquillità fu interrotto quando Clorinde tornò alla tavola, lanciandogli uno sguardo significativo che indicava chiaramente che voleva parlare con lui privatamente.

"Come sta?",la interrogò subito Lyney, in terribile apprensione.

"Versa in condizioni regolari. E' ancora addormentato, ma non ci sono stati peggioramenti.",rispose Clorinde, prima di rivolgersi alla fidanzata. "Navia, ti do il cambio, vai pure.",disse, con un sorriso, posando per un istante il braccio sulla sua spalla.

Navia annuì e la salutò con un rapido bacio, dileguandosi dal gruppo.
Quando Navia uscì, Neuvilette alzò dal tavolo, e, preoccupato, seguì Clorinde in un angolo più tranquillo della sala d'attesa.

Se le condizioni di Wriothesley non erano peggiorate, Neuvilette si chiese che cosa avesse mai da dirgli. Sperava soltanto che Clorinde non avesse mentito al gruppo per non allarmarlo.

***
Clorinde lo fece fermare appena fuori dallo stanzino, in corridoio, e abbassò subito la voce. I suoi occhi viola erano leggermente gonfi, come se avesse pianto per un po', senza riuscire a nasconderlo. Tuttavia, si sforzò di darsi un tono, raddrizzandosi con le spalle e guardando negli occhi, quando gli parlò.

"Neuvilette, so che questa situazione è difficile per te," iniziò Clorinde, posando poi una mano rassicurante sulla sua spalla. "Ma volevo dirti che sei forte, e che fare tutto questo per Wriothesley dimostra quanto tieni a lui."

Neuvilette si sentì commosso dalle parole di sostegno di Clorinde. Era la migliore amica di Wriothesley, ed era felice che notasse quanto tenesse a lui. "Grazie," rispose sinceramente, sentendo un nodo di emozione stringergli la gola. "Anche se non so cosa farei senza il tuo sostegno e quello degli altri."

Clorinde accennò sorriso incoraggiante. "Ti capisco, Neuvilette. Sono molto preoccupata per lui. Ma volevo dirti che, a tal proposito, puoi contare su di me. Se mai hai bisogno di parlare di qualcosa... riguardo a Wriothesley, in particolare."

"Ma certo, lo stesso vale per me. Ma ti riferisci a qualcosa in particolare?",domandò Neuvilette, gentilmente. Era tremendamente grato del suo supporto, ma la luce curiosa, e leggermente divertita, che guizzò negli occhi della donna, sembrava rivelare altro nei suoi pensieri.

Clorinde gli rispose con una certa cautela, utilizzando un tono basso e delicato. "Direi di sì. Mi riferisco a quello che mi hai detto poco prima dell'incidente, riguardo al fatto che non lo hai rifiutato, e che anzi...pensavi a lui?"

Neuvilette sussultò appena, tacendo per un istante. Aveva detto quelle parole in preda all'impeto di difendersi, e di difendere i propri sentimenti.Adesso, si sentiva tremendamente in imbarazzo ad essersi esposto così apertamente, ma doveva affrontarne le conseguenze. E poi, in fondo, era pur sempre con Clorinde che stava parlando.

"Oh. Giusto.",convenne, con il tono più calmo che gli riuscì utilizzare. "Devo ammettere che sì, effettivamente, Wriothesley ha occupato spesso i miei pensieri."

Neuvilette, posso chiederti una cosa? .Non è che.. c'è qualcosa di più tra voi?" chiese lei, con delicatezza. "Intendo, che forse lo vedi più che come un amico."

Neuvilette rimase senza parole per un istante, colto di sorpresa dalla domanda diretta. Clorinde era nota per non girare troppo intorno ai discorsi, ma non era mai stata così aperta con Neuvilette.

Quell'atteggiamento, però, lo aiutò a sbloccarsi.

Le sue parole, la sua affermazione così semplice risuonarono nel cuore di Neuvilette, che si sentì sollevato dall'onere di nascondere i suoi sentimenti. Era come se un peso fosse stato sollevato dalle sue spalle, permettendogli di esprimere liberamente ciò che provava. Respirò profondamente prima di rispondere. "Sì, credo proprio di sì." disse infine, lasciando trasparire le sue emozioni.

Poco dopo, parlò di nuovo, come se non riuscisse più a trattenersi. Forse era la tensione di sapere che Wriothesley fosse ferito, forse era l'esasperazione dei giorni precedenti, in cui non aveva smesso di soffrire per l'uomo, rendendosi conto di cosa provasse. Ma, finalmente, poteva ammetterlo a voce alta.

"Lui...mi è molto caro.",disse, con tono affezionato, sentendo gli angoli della propria bocca curvarsi in un sorriso, senza che riuscisse a trattenersi. "Mi fa sentire bene. Quando viene a trovarmi, vorrei sempre che restasse ancora più a lungo. Lo penso spesso, e riesco facilmente a immaginarlo al mio fianco. Molto difficilmente, invece, lo vedo distante. In questi giorni, mi è mancato terribilmente."

Clorinde annuì rispettosamente, ascoltandolo con attenzione.

"Poi, quando quell'uomo si è dichiarato a me al ballo, ho realizzato tutto così chiaramente..",sospirò Neuvilette, scuotendo appena il capo. "Ho realizzato che mi stavo immaginando con Wriothesley, a ballare su quella pista. Ho capito perché non mi è mai piaciuto nessun altro, oltre a lui. Ma non so che cosa prova, e ammetto di trovare difficoltà all'idea di esprimergli tutto ciò."

Alla menzione dell'uomo al ballo, Neuvilette avrebbe potuto giurare che Clorinde stesse mettendosi a ridere. Forse trovava divertente l'idea che avesse un ammiratore.

Tuttavia, poco dopo, si riscossse e gli sorrise, mostrando comprensione e sostegno. "Non preoccuparti, Neuvilette. Capisco il tuo timore. Ma credo che tu debba seguire il tuo cuore. Non lasciare che il timore ti impedisca di provare ciò che senti. Quando si sveglierà, dovresti essere sincero. Non penso proprio che tu non gli piaccia, se devo essere sincera.",aggiunse, abbassando ulteriormente la voce. Il suo sguardo ebbe un guizzo di divertimento.

Neuvilette sentì un senso di gratitudine avvolgerlo, sapendo di poter contare sull'appoggio e sulla comprensione di Clorinde. Le sue parole risuonarono nella sua mente, offrendogli conforto e coraggio per affrontare ciò che l'attesa avrebbe portato.

"Grazie, Clorinde," disse con sincerità, sentendosi profondamente toccato dal sostegno della sua cara amica. "Grazie per essere qui per me, e per capire."

Clorinde scrollò le spalle, con un'espressione furba. "Figurati. Se non mi aggiorni, però, sappi che mi offenderò molto. Buona fortuna."

******

La mattina seguente, Neuvilette si svegliò con il cuore in tumulto, carico di speranza e timore. Aveva trascorso la notte insonne, sulla poltroncina, pregando per il risveglio di Wriothesley, immaginando ogni possibile scenario e preparandosi mentalmente per l'incontro che avrebbero avuto.

Fortunatamente, verso le sette e mezza, l'intero gruppo di amici ricevette la notizia che Wriothesley si era svegliato, Neuvilette non perse un istante e si precipitò verso l'infermeria con il cuore che batteva all'impazzata.

Naturalmente, fu accompagnato da Lyney, Lynette, Furina, Navia e Clorinde, ognuno di loro portatore di un affetto sincero per il loro amico comune.

Entrando nell'infermeria, Neuvilette avvertì un senso di sollievo quando vide Wriothesley sveglio e cosciente, anche se visibilmente provato dalla sua esperienza. I suoi capelli scuri erano spettinati, e delle fasciature erano ben evidenti sotto al suo camice.

Il suo volto, di solito così fiero e risoluto, era adesso pallido e segnato dal dolore, ma i suoi occhi conservavano ancora quella luce di determinazione e forza che Neuvillette tanto ammirava.

Per Neuvillette, vedere Wriothesley in quel modo suscitava un turbinio di emozioni contrastanti. Da una parte, provava un senso di sollievo e gratitudine per il fatto che fosse finalmente sveglio e apparentemente stabile. Dall'altra, però, vedere Wriothesley così provato e vulnerabile lo riempiva di una profonda tristezza e preoccupazione. Quel contrasto tra la forza interiore che Wriothesley emanava e la sua attuale fragilità era quasi straziante da guardare, e Neuvilette sentiva il desiderio irrefrenabile di poterlo proteggere e prendersi cura di lui.

Era seduto sul letto, circondato dai curatori che stavano ancora monitorando le sue condizioni. Tuttavia, non appena Wriothesley notò Neuvilette e gli altri amici, un debole sorriso illuminò il suo volto pallido.

Neuvilette si avvicinò con passo incerto, sentendo l'emozione sopraffarlo. I suoi occhi incontrarono subito quelli di Wriothesley, trasmettendo tutta la preoccupazione che aveva provato durante la sua lunga veglia.

"Ciao, Wrio," disse Neuvilette con voce spezzata, cercando di controllare le lacrime che minacciavano di traboccare. "Sono così felice che tu sia finalmente sveglio."

Wriothesley sorrise debolmente, gli occhi lucidi di gratitudine. "Grazie, Neuvilette," rispose con voce fioca. "Siete tutti qui...vi ringrazio."

Uno dopo l'altro, gli amici di Wriothesley si avvicinarono per salutarlo, scambiando abbracci e parole di conforto. Ognuno di loro voleva mostrare il proprio sostegno al loro caro amico in quel momento cruciale.

Per Neuvilette, vedere Wriothesley sveglio e circondato dall'affetto dei suoi amici era un sollievo indescrivibile. Aveva temuto il peggio durante quelle ore di angoscia, ma ora, finalmente, poteva respirare con più tranquillità.

Dopo qualche minuto, probabilmente messi al corrente da Clorinde sul fatto che Neuvilette avesse una conversazione privata da fare con Wriothesley, il gruppo di amici si congedò temporaneamente.

Neuvilette inspirò profondamente, quando rimase da solo, nella stanza, insieme all'uomo, una volta che anche gli infermieri se ne andarono.

Neuvilette si avvicinò con passo incerto, osservando Wriothesley con ansia mista a speranza. Doveva affrontare quel discorso cruciale una volta per tutte.
Quando finalmente i loro sguardi si incrociarono, Neuvilette sentì il proprio cuore martellare forte. Wriothesley, però, sembrava confuso, forse non ancora del tutto sveglio.

"Neuvilette. Non sei occupato col lavoro, oggi?",domandò l'uomo, la voce comprensibilmente debole, ma anche leggermente spiazzata. 

"Ho..preso una pausa. Volevo starti accanto.",confessò Neuvilette, prima che Wriothesley gli facesse cenno di accomodarsi sul bordo del letto di fianco. "Ti ho cercato tanto, in tutti questi giorni. Temevo che fossi in collera con me, e volevo parlarti...ma sono arrivato con un pessimo tempismo."

"In collera?",ripeté Wriothesley, prima di accennare un sorriso malinconico. I suoi occhi si incupirono, e per un attimo abbassò lo sguardo, come se faticasse ad ammettere ciò che stava per dire. Lo rialzò poco dopo, rivelando una profonda tristezza, che spaventò Neuvilette. Che cos'altro stava per dirgli?

"No, non sono in collera con te. Ti chiedo scusa, Neuvi. Ho agito in maniera abbastanza impulsiva, negli ultimi tempi, non è vero?",domandò, accennando una breve e malinconica risata, prima di fermarsi per un lieve colpo di tosse. "Ammetto che forse avrei dovuto chiederti di affrontare quel discorso in maniera più matura, certo, da uomo a uomo. Tuttavia, mi sono lasciato trasportare dalla delusione e mi sono chiuso."

"Quel discorso? A cosa ti riferisci?",ripeté Neuvilette, totalmente confuso e preoccupato. Si riferiva ancora all'uomo al ballo, forse? Si fece coraggio, e aggiunse: "Sai, a proposito, Clorinde mi ha detto che credevi che io ti avessi respinto. Volevo chiederti che..cosa ti avesse spinto a pensarlo, ecco."

Neuvilette, a quel punto, poté vedere la sorpresa e l'incredulità dipingersi sul suo volto di Wriothesley, che sembrò totalmente spiazzato. "Mi riferisco al ballo, no? Tu...sei stato abbastanza chiaro nelle tue intenzioni. Ma mi dispiace averti allontanato, poco dopo. Sei pur sempre..",fece una pausa, da cui lasciò trasparire una leggera malinconia. "..un caro amico, a prescindere da cosa io provi."

Allora si riferiva proprio a quell'uomo in maschera!

Neuvilette, sollevato, si affrettò a rispondergli. Finì per parlare a raffica, agitato e scomposto, totalmente frettoloso: il totale opposto di ciò che era solitamente. Era come se non potesse trattenere più a lungo tutto ciò che aveva tenuto chiuso dentro di sé per così tanto tempo.

"Wrio, no, ti prego, ascoltami. Dev'esserci stato un malinteso. In questi giorni sono stato così preoccupato per te, mi sei mancato terribilmente." disse, la voce tremante. "Ho temuto di perderti, di non averti mai più accanto a me. Quello che forse ti hanno riferito è che ho avuto un ammiratore, al ballo in maschera."

Wriothesley lo guardò, gli occhi colmi di stupore, come se avesse appena visto un fantasma. Il suo petto, che fino a quel momento era forse rimasto intrappolato in un respiro teso, sembrò rilassarsi, poco dopo. "...sì? E che cosa è successo, poi?"

"Io...l'ho rifiutato. Non lo conoscevo neppure. Mi dispiace di averlo ferito, ma era la cosa giusta da fare.",ammise Neuvilette, sentendosi ancora in colpa per aver ferito quell'uomo, ma ancora convinto di essersi comportato nella maniera più corretta possibile. "Quindi, tra me e lui non c'era niente. Volevo aggiornarti di questo."

Neuvilette, a quel punto, vide una forte emozione brillare nei suoi occhi. Il volto di Wriothesley si illuminò con un sorriso improvviso, prima che le sue labbra si schiudessero in una bassa, ancora debole, ma meravigliosa risata.

Neuvilette si perse a guardarlo per un istante, in totale ammirazione. Quell'espressione scioglieva ogni suo tratto, rendendolo ancora più bello. L'argento dei suoi occhi brillava come se le sue iridi fossero state scolpite da una pietra lunare. Per tutti gli Archon, quanto avrebbe voluto stringerlo, in quel momento.

Soprattutto se pensava che aveva quell'espressione soltanto perché aveva capito, finalmente, che Neuvilette non aveva accettato l'altro ammiratore.

Adesso, forse, avrebbe svelato più apertamente i suoi veri sentimenti? Avrebbero potuto affrontare quel discorso?

"E' tutto a posto? Che cosa ne pensi?",domandò Neuvilette, titubante, vedendo che Wriothesley non aveva ancora risposto,e  si era fatto più pensieroso.

"Oh, Neuvilette. Avremo tante cose di cui parlare, senza dubbio, quando starò meglio. Adesso, forse, non è ancora il momento per farlo al pieno delle mie forze, come meriterebbe un discorso di questo tipo.",sorrise l'uomo, e per un istante, le sue dita sfiorarono la mano di Neuvilette, posata sulla brandina. "Nel frattempo, però...ti confesso di essere sollevato."

Neuvilette sentì ogni fibra del proprio corpo contorcersi piacevolmente, a quel breve contatto. 

"Adesso non sono al massimo della mia forma. Ma..se ti va, potremmo parlarne uno dei prossimi giorni, e vederci da soli, in un ambiente sicuramente più..carino, senza offena per l'infermeria.",scherzò Wriothesley, prima di aggiungere: "Sembra che io abbia proprio la pelle dura, dopotutto, non credi?" scherzò Wriothesley con un tono leggero, cercando di sdrammatizzare la situazione. "Non temere, Neuvilette. Ti farò aspettare poco tempo."

Neuvilette sorrise di cuore di fronte alla battuta di Wriothesley, ammirando la sua forza d'animo anche nei momenti più difficili. Tuttavia, quando vide il suo sguardo ancora un po' frastornato, capì bene perché fosse meglio non affaticarlo troppo con le proprie parole.

Sarebbe stato difficile aspettare, ma ne sarebbe valsa la pena.

"Ma certo." rispose Neuvilette con gentilezza, posando una mano sulla sua spalla. "Forse è meglio se ti riposi un po'. Parleremo di tutto questo più avanti, quando ti sentirai meglio. Sarò qui per te, qualsiasi cosa tu abbia bisogno," aggiunse con un sorriso, cercando di non lasciare trasparire la gioia che sentiva nel cuore. 

C'era una speranza, adesso. E Wriothesley non era assolutamente arrabbiato con lui, anzi.

Adesso che sapeva che Neuvilette non era stato interessato a un altro ammiratore, presto sarebbe stato più semplice spiegargli meglio come si sentisse.

Le dita di Wriothesley, per un attimo, si strinsero appena alle sue.

Neuvilette non poté fare a meno di notare quanto la sua mano di Wriothesley fosse tiepida nella sua, piacevole e rassicurante. Era un contatto che gli trasmetteva una sensazione di pace e sicurezza, un legame che non voleva interrompere.

"Qualsiasi cosa, uh?", domandò Wriothesley, con un sorriso affaticato, prima di socchiudere gli occhi, scrutandolo con attenzione: "Allora, per caso..ti dispiacerebbe restare ancora per un po'?"

Neuvilette annuì, incapace di nascondere la sua felicità. "Certamente. Sarò qui finché vorrai," rispose con calma, cercando di non far trasparire l'eccitazione che lo pervadeva. Era un'opportunità che non avrebbe lasciato sfuggire.

Neuvilette si sistemò accanto sulla brandina, e quando Wriothesley appoggiò la testa sul suo petto, Neuvilette sentì un brivido di emozione attraversarlo. Era un contatto così stretto, a cui non era per nulla abituato. In quel momento. Neuvilette avrebbe voluto fermare il tempo e trattenere quell'istante di pace e serenità.

Con un sospiro di sollievo, Wriothesley si lasciò andare, rilassandosi lentamente. Neuvilette avvertì il calore del suo respiro contro la pelle del proprio collo e un senso di profonda gratitudine lo invase. Era felice di quell'attimo di quiete e per l'opportunità di essere al suo fianco, finalmente.

Con esitazione, lasciò scivolare le dita tra i suoi capelli scuri, accarezzandoli lentamente. Wriothesley sollevò per un istante lo sguardo su di lui, e per un attimo, Neuvilette trattenne il fiato. 

Era così vicino, come non lo era mai stato. Da quella distanza ormai minima, poteva ammirare le sue ciglia scure, le sfumature uniche delle sue iridi, la curva morbida delle sue labbra, che, seppur leggermente spaccate dallo scontro, erano tremendamente affascinanti.

"Allora...che ne dici di mercoledì, alle nove, sulle rive del porto, alla fermata dell'Acquabus?",mormorò Wriothesley, dopo qualche istante.

Il cuore di Neuvilette esplose nel suo petto, donandogli una sensazione di felicità così intensa da fargli provare quasi dolore. Sembrava decisamente un appuntamento.

 Un qualcosa a cui non era affatto abituato. 

Un qualcosa che non vedeva l'ora di sperimentare.

Il tempo sembrava fermarsi mentre Neuvilette osservava il volto di Wriothesley, i suoi lineamenti ancora segnati dal dolore ma ora colmi di felicità. Era una visione rassicurante, un segno che le cose sarebbero andate per il verso giusto.

"Se ti sarai ripreso, certo. Mi farò trovare lì.",gli promise Neuvilette, senza esitazione.

Neuvilette si concesse un sorriso sereno mentre Wriothesley si addormentava, sentendo il peso del sonno e della guarigione posarsi sulle sue spalle. 

Anche se aspettare sarebbe diffiicile,  per il momento era sufficiente essere lì, nel silenzio confortante dell'infermeria, con la persona che amava accanto a lui.

****
Qualche giorno dopo

La luna piena splendeva nel cielo, illuminando il porto con la sua luce argentea. Le stelle scintillavano come diamanti sparse su un mantello di velluto blu, mentre una brezza leggera accarezzava le vele delle navi ormeggiate, facendole dondolare dolcemente.

Neuvilette si era preparato con cura per quell'incontro, indossando un completo elegante che accentuava la sua figura snella. I suoi capelli chiari erano pettinati con precisione, e nei suoi occhi brillava una luce intensa, carica di emozione e aspettativa.

Aspettava ansioso sul molo, il cuore battente all'idea di finalmente chiarire i suoi sentimenti con Wriothesley. Dopo giorni di preoccupazione e incertezza, era giunto il momento di mettere in chiaro tutto ciò che provava.

Dovevano assolutamente parlare. Chiarire che cosa provavano, togliersi ogni dubbio del passato. Sarebbe stato difficile, per Neuvilette, esporre le proprie emozioni che tanto difficilmente aveva imparato a riconoscere, ma era il momento giusto per iniziare a farlo.

Tuttavia, quando finalmente una figura si avvicinò nella luce della luna, Neuvilette fu totalmente colto di sorpresa.

Non c'era Wriothesley, ad avvicinarsi a lui.

Al suo posto, si era presentato un altro uomo: il misterioso gentiluomo con la maschera scura e argentata che aveva incontrato alla festa. Il suo ammiratore segreto.
****

CONTINUA
***

NOTE DELL'AUTORE:

DITE CHE ORA CI E' ARRIVATO?? LOOOOL

Clorinde che ovviamente ha capito TUTTO ma dice, hey, sbrigatevela da soli ahaha!

Wrio OVVIAMENTE ha capito, ma mica si accontentava di un bel limone in infermeria, no?? le cose si fanno per bene o niente uu

bando alle ciance, spero vi sia piaciuto il capitolo!!

scusate per l'attesa, sto facendo letteralmente 3 lavori e sono sempre un sacco occupato ;___;

sPERO ALMENO che sia valsa tutta l'attesa <33

vi ringrazio di cuore per il supporto, felicissimo che vi piaccia questo mio primo esperimento sulla coppia nuova

un abbraccio!

Kieran

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