11
- Io... Io sono senza parole. -
- Perché? Il gatto ti ha mangiato la lingua? -
- ... -
- Non era il caso, eh? -
- Già. -
- Ad ogni modo... Perché sei senza parole? -
- Non lo so, dimmelo tu Hajime. -
- Non sono un indovino. -
- Magari perché è già la seconda volta questo mese che ti mettono in camera d'isolamento, no?! -
- Ah, parli di quello... -
- Guarda, quasi non voglio saperlo cosa hai combinato questa volta... -
- Te lo dico lo stesso. Vedi, Haku e Shinzou oggi volevano giocare a croquet... -
- Hai di nuovo provato a rapire dei fenicotteri!? - Esclamò Satoshi incredulo.
- No, non sono così scemo. - Ribatté Hajime dall'altra parte della porta. - Guarda che lo so che i fenicotteri non sono poi delle mazze da croquet così funzionali. -
- E allora cosa hai fatto? - Sospirò il biondo.
- Ho puntato ai ricci ovviamente. - Rispose il ragazzo in tono orgoglioso. - A quanto pare però a loro non andava particolarmente a genio l'idea di venire usati come palline da croquet e così, quando ho provato a legargli le zampe per tenerli fermi, loro hanno fatto uscire tutti gli aculei. Poi è arrivata un'infermiera, ha visto cosa stavamo facendo, ah sì, ho dimenticato di dirti che anche Kazuto mi ha aiutato, e così eccomi qua... Kazuto avrà la punizione domani. -
- ... -
- Ehi Doc, ci sei? -
- ... -
- Non capisco se te ne sei andato o sei ancora lì. -
- Sei... - Mormorò Satoshi a bassa voce.
- Oh, quindi sei ancora qui! -
- Sei davvero... - Continuò il ragazzo.
- Fantastico? Sorprendente? Incredibile? - Suggerì il Cheshire Cat.
- ...Stupido. - Concluse invece Alice.
- Ma grazie, anche io ti amo. -
Il biondo scoppiò a ridere e si lasciò cadere contro la porta della camera d'isolamento, poggiando la fronte contro la superficie metallica.
- Quanto dura la punizione? - Chiese.
- Solo fino a questa sera. - Rispose Hajime. - Giusto in tempo prima della passeggiata serale. -
- Non credo che te la faranno fare dopo quello che hai combinato. -
- È un mio diritto! - Ribatté il Cheshire Cat.
- Se è per questo hai anche il diritto di rimanere in silenzio, ma non mi pare che tu ne faccia granché uso... -
- Hajime non ha padroni, Hajime è un gatto libero! - Contestò l'altro.
- Mica tanto... -
- No, non hai capito, guarda che io stavo facendo un'imitazione di Dob... -
- Lo so cosa stavi facendo, ma per la tua dignità personale ho deciso di fare finta di nulla. - Lo interruppe il biondo ridacchiando.
- Sempre a criticare tu... - Borbottò Hajime tra sé e sé, anche se poco dopo si ritrovò a ridere a sua volta.
- Ehi, che fate? - Esclamò a quel punto una terza voce.
- Ciao Kazuto! - Saluto Satoshi voltandosi verso il ragazzo. - Stavo parlando con Hajime di quello che avete fatto oggi... -
- Ehi amico, tutto apposto, vero? - Chiese il Mad Hatter accostandosi a sua volta alla porta della camera d'isolamento. - Quel riccio era proprio un concentrato di rabbia allo stato puro! -
- E ci credo con quello che volevate fargli... - Borbottò il biondo tra sé e sé.
- Tranquillo, tutto apposto. - Rispose invece Hajime. - Mi ha punto solo sul braccio un paio di volte. -
- Ah, bene. - Annuì l'altro, prima di voltarsi verso Alice. - Ehi, non é che hai sentito Akane di recente per caso? -
- Akane? - Ribatté il biondo sorpreso. - No, è da un po' che non la sento. Perché? -
- Oggi doveva venire qui per l'ora del té e rimanere fino a tardi, ma ancora non si vede... - Sospirò il Mad Hatter.
- Magari è impegnata con i compiti. Dopotutto ormai per lei è ricominciata la scuola, no? - Suggerì il Cheshire Cat.
- Giá, sarà di sicuro così... - Mormorò l'altro tra sé e sé. - Vabbé, ora vado, a dopo! -
- Ciao! - Salutarono i due.
- Era parecchio giù di morale, vero? - Disse Hajime dopo alcuni istanti. - Si capiva anche sentendo solo la sua voce... -
- Già. - Concordò Satoshi annuendo lievemente con il capo. - Ma questa non è la prima volta che Akane arriva in ritardo, no? -
- Anche questo è vero. -
- Allora che ha da preoccuparsi tanto? -
- Magari avrà avuto un brutto presentimento. -
- Tu ce l'hai? -
- Non lo so. Forse. L'importante è che non sia Sora ad averne... -
- Non che Sora ci azzecchi sempre. - Ribatté il biondo. - Ti ricordo che aveva predetto la mia morte. -
- E anche la mia se è per questo. - Aggiunse l'altro. - Ma ad ogni modo indovina quasi sempre... -
- Quando esci ti va di andare a parlargli? -
- Quando esco mi va di baciarti. -
- Allora ti conviene smetterla di cacciarti sempre nei guai, no? - Ribatté il biondo arrossendo leggermente.
- Questa è l'unica cosa che temo di non poterti proprio promettere. - Ribatté il Cheshire Cat sospirando con fare teatrale. - E poi non sono io a cacciarmi nei guai, sono i guai a darmi la caccia. -
- Ma dove le trovi certe perle di saggezza? - Commentò Satoshi in tono ironico.
- Modestamente sono tutte qui nella mia testa. - Rispose Hajime in tono orgoglioso.
- Che caso disperato... - Sospirò l'altro prima di ridere nuovamente.
- Come se tu stessi tanto meglio di me... Ti ricordo che anche tu sei ricoverato qui. -
- Touché. -
- Da dottore a paziente in meno di tre settimane: guida a cura di Satoshi Daisuke. - Scherzò Hajime. - Alias: Doc; Alias: Alice. -
- Alias: adesso basta. - Sospirò l'altro.
- Alias: quello che se la prende sempre, in tutti i sensi possibili e immaginabili. - Continuò il Cheshire Cat scoppiando poi a ridere.
- Alias: se non la smetti sarai tu a prenderle. Le botte. Lì dove non batte il sole. -
- Uh, bello! Sai, il sadomaso è nella mia lista delle cose da fare prima di morire. -
- Tra le altre magari c'è anche un bel trapianto di cervello? -
- No, ma ci sei tu. -
- ...Tu la delicatezza non sai proprio cosa sia, vero? -
- La tua frase è parecchio ambigua. -
- Tutto questo discorso è parecchio ambiguo. - Ribatté Satoshi.
- Vero. - Concordò Hajime ridendo. - Per fortuna che Usaro e le sorelline non sono nei paraggi. -
Aveva appena finito la frase, però, che si udì una voce, proprio quella del ragazzino appena nominato.
- Satoshi! - Chiamò Usaro a gran voce.
- Sono vicino alla camera d'isolamento! - Rispose il biondo.
Pochi istanti dopo l'albino sbucò da dietro l'angolo e si avvicinò rapidamente all'altro.
- C'è bisogno di te in cortile. -
- C'è bisogno di lui anche qui. - Ribatté Hajime.
- Di nuovo in punizione, gatto? - Chiese il Withe Rabbit sorpreso.
- A quanto pare... -
- Comunque di cosa avete bisogno? - Chiese Alice.
- Un giudice. - Rispose Usaro. - Quelle due non si fidano più di me, credono che faccia favoritismi. -
- Per quanto ne avrete? -
- Due ore e dieci minuti. - Rispose dopo aver dato un'occhiata al suo orologio. - In pratica finché non sarà ora di fare la passeggiata serale. -
- D'accordo. - Acconsentì Satoshi. - Su, andiamo. -
- Ehi! Non mi lasciare qui! - Gridò Hajime alle sue spalle picchiando sulla porta metallica per attirare la sua attenzione.
- È solo per due ore. - Ribatté il fidanzato.
- I gatti muoiono di solitudine molto facilmente! -
- Quelli sono i cani. -
- Fa lo stesso! -
- A dopo Hajime! - Rise il biondo per poi allontanarsi, affiancato dall'albino.
- Se ti dico che puoi stare sopra cambia qualcosa? -
- Davvero? - Ribatté Satoshi voltandosi di scatto.
- No... Volevo solo attirare la tua attenzione... -
- Di che state parlando? - Chiese invece Usaro volgendo lo sguardo prima verso il biondo e poi verso la porta metallica della camera d'isolamento.
- Dei letti a castello! - Mentì Satoshi mentre le gote gli si coloravano di rosso.
Hajime intanto stava facendo di tutto per non scoppiare a ridere.
- Ma voi non avete un letto a cas... -
- Su, andiamo! - Lo interruppe Satoshi spingendolo via. - Le reginette ci stanno aspettando, no? -
Quando scrivi una storia ispirata ad Alice in Wonderland e ti ritrovi a fare citazioni di Harry Potter... tutto molto normale... già...
P.S.(riguardo il titolo del capitolo): non sono definitivamente impazzita (ok, forse sì), comunque lo so che questo non è il capitolo 11 XD, capirete piú avanti perché l'ho intitolato così
(Che bello fare i misteriosi...)
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