93 - Il Dono
Draco guardava mentre le due persone che amava più di qualsiasi altra cosa al mondo erano riunite.
Nova ridacchiava dalla felicità mentre Aurora la prendeva in braccio.
L'aveva portata all'asilo di Nova; un posto che era pieno di cose che servivano a una bambina di un anno; e più. Sebbene lei vivesse lì, non mancava niente a sua figlia.
Eccetto per una cosa che amava sopra di ogni cosa. Sua madre.
"La mamma ha sentito così tanto la tua mancanza." ansimò Aurora, rompendo il cuore di Draco mentre guardava le lacrime cadere sul viso torturato della sua povera moglie.
E all'improvviso, poteva vedere cosa le aveva fatto per perdersi così tanto della vita di sua figlia; essere divise quando entrambe madre e figlia avevano bisogno l'una dell'altra.
Si scusò per andare al bagno, dove singhiozzò pesantemente sul lavandino.
Non riusciva a non sentire che questo non fosse colpa sua.
"Draco," Aurora lo chiamò gentilmente dall'altra parte della porta, "Draco, ti prego, non piangere."
Aprì lentamente la porta per vedere il volto di sua moglie pieno di preoccupazione e compassione per lui.
"Pa-pà, pa-pà." fece Nova da dove sedeva sul grembo di Aurora, allungando disperatamente un braccio verso di lui, "Pa-pà!"
Draco si sentì a pezzi per Aurora mentre Nova iniziava a piangere quando lui non la prese.
"È tutto okay." disse dolcemente Aurora, passandogliela. "È comprensibile che voglia coccolare il suo papà."
Lui baciò le guance di sua figlia facendola gridare dalla gioia mentre sbatteva giocosamente le sue mani sulla sua testa.
Spostando Nova sotto un braccio, tirò Aurora con l'altro, baciandole la testa.
"Ti amo," mormorò nei suoi capelli, sospirando beatamente. "Vi amo entrambe."
E proprio in quel momento, Draco si sentì felice di riavere la sua famiglia.
Anche se non sarebbe durato
*****
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Non volevo metterla giù.
Ma aveva una forte determinazione e io guardavo con fascino e meraviglia mentre non esitava a farci sapere cosa voleva con gesti feroci delle mani e smorfie.
"Ti assomiglia molto." risi, mentre lei gettava la sua scodella di porridge a terra per la disapprovazione alla sua vista.
"Non ricordo che tu mi abbia mai visto farlo!" gridò Draco indignato, accigliandosi dietro il suo caffè.
"Oh, tu lo facevi, allo stesso modo, Draco." disse Narcissa, sorridendo timidamente. "Ricordo come buttavi il piatto di uova strapazzate all'elfo domestico perché non aveva abbastanza salmone affumicato."
"Beh, i neonati sono noti per la loro pignoleria sul cibo." disse Draco seccamente, chiaramente colpito dalla sensazione di coalizione contro di lui.
"È successo il natale scorso!" ribatté Narcissa, mentre posava un piatto di toast tagliuzzati davanti a Nova, che sembrava felice di spalare indipendentemente i pezzi nella sua bocca.
"Beh chi ha mai sentito parlare di non avere il salmone affumicato nelle uova strapazzate?" sputò, "Non siamo gente comune, madre."
"Merlino, Draco," risi, "che insegni a nostra figlia?!"
I suoi occhi incontrarono i miei dall'altra parte del tavolo, le sue labbra contorte agli angoli; e sentii un'ondata di amore che divenne quasi subito tristezza.
Il leggero crollo del viso di Draco mi disse che la sentiva anche lui.
Narcissa si alzò bruscamente dalla sua sedia, "Così tanto da organizzare per i prossimi arrivi - non finisce mai!"
Le fui silenziosamente grata per averci lasciato in pace - qualcosa che presto non avremmo più avuto dopo due giorni.
Avevo molto di cui esserle grata, infatti. Sapevo che si fosse presa cura di mia madre mentre lei era ancora imprigionata al Manor; portandole del cibo e mettendola comoda. Però mi rifiutavo di poter scendere a vederla ("Ci sono altri prigionieri; potrebbe essere pericoloso per te saperlo."). Tutto quello che potevo fare era pregare che questa guerra un giorno sarebbe finita e che avrei potuto stare con il mio amato. Normalmente.
Appena la porta si chiuse dietro di lei, Draco si sporse e mi prese la mano.
"Stai bene?" chiese tristemente, intrecciando le sue dita con le mie.
Non potevo mentirgli, così scossi lentamente la testa, chiedendo scusa con gli occhi; cercando di non piangere.
Aprì la sua bocca per dire qualcos'altro, quando la porta si spalancò facendoci separare.
"Beh ciaooo piccioncini!"
Sbattei le palpebre alla figura sorridente all'entrata.
"Blaise!" gridai, felice di vedere un viso amico.
Nova applaudì e ridacchiò dalla sue sedia alta, scalciando eccitatamente per il nuovo arrivo.
"Blaise?" si accigliò Draco, "Che ci fai qui?"
"È bello vederti, amico." disse Blaise, raggiungendo Nova e stringendole giocosamente la guancia, per la su gioia. "Papà è proprio scontroso, eh?"
"Papà vuole solo sapere cosa sta succedendo." rizzò Draco, "Il matrimonio è tra due giorni."
Il mio stomaco si contorse violentemente. E come se l'avesse sentito, Draco mi diede subito uno sguardo di scuse.
"Addio al celibato, amico!" disse Blaise, alzando le braccia al cielo, che Nova imitò immediatamente.
Il viso di Draco si oscurò.
"Scordatelo - non voglio un addio al celibato. Non voglio nemmeno un matrimonio."
"Che assurdità, non mi hai nemmeno ascoltato." insistette Blaise, prendendo uno sgabello dal bancone per colazione e trascinandola verso di noi prima di appollaiarsi lì.
"Sarà una piccola festa, con una notte fuori che ho prenotato io personalmente." disse Blaise drammaticamente, sorridendo da orecchio a orecchio guardando me e Draco, "Ma c'è una fregatura."
"Ovvero?" mormorò Draco, battendo impazientemente le punta delle dita sul tavolo.
"È solo per tre persone." continuò Blaise, riferendosi a Draco. "Tu e le tue due persone preferite al mondo."
"Oh?" rispose Draco, le sue dita si fermarono e uno sguardo curioso apparve all'improvviso sul suo viso.
"Ma purtroppo, Cho e io abbiamo altri piani quindi dovrai farlo tu con tua moglie e tua figlia invece."
"Davvero?" ansimai, fissando Blaise con sorpresa.
"Davvero," sorrise, sporgendosi per prendermi le mani. "Voi ragazzi ve lo meritate. Beh in realtà, no, vi meritato molto meglio, ma spero che vi aiuti a trovare del piacere come una famiglia."
Draco si alzò subito, avvicinandosi per avvolgere Blaise in un abbraccio.
"Ti voglio bene, amico." soffocò Draco, dando pacche sulla schiena di Blaise.
"Anche io ti voglio bene, amico." rispose Blaise. "Voglio bene a tutti voi ragazzi in questa stanza."
Nova e io ci guardammo, il suo piccolo viso incredulo.
"Quello è il bro di papà." sussurrai cospirativamente, come se le stessi dicendo un grande segreto, "a loro piace molto farlo."
"Bro!" lei rise, applaudendo le mani. "Pa-pà bro!"
"Okay bellissima," ridacchiò Blaise, lasciando finalmente Draco, mentre portava la sua sedia accanto a quella di Nova, "lascia che ti aiuti a finire la colazione, mentre mamma e papà vanno a prepararsi."
Mi alzai, esitando.
"Ma Blaise, è sicuro? Non voglio fare nulla che possa mettere in pericolo Draco e Nova."
"Siete in una botte di ferro." mi rassicurò Blaise. "Tutti pensano che Draco sia al suo addio al celibato, e se qualcuno chiede di voi e della vostra cucciola, mamma Cissy dirà che ti ha mandato in una residenza. È tutto organizzato. Ora andate - non perdete altro tempo. Avete ventiquattro ore per essere una famiglia."
Non sapevo cosa dire. Ero così grata per Blaise. Non c'erano parole.
"Grazie," sussurrai.
Ed era proprio così.
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