50 - Dolores demente
"Draco! Ho bisogno della tua assistenza nel mio ufficio - ora!"
Lui stava giusto per scendere le scale verso i sotterranei, quando la Umbridge gli abbaiò contro, la sua faccia piena di furia per qualcosa.
Corse da lei, chiedendosi cosa stesse succedendo. Qualcosa di eccitante, sperava.
Quello che non si aspettava di vedere una volta entrato nell'ufficio, comunque, era il culo di Potter che sporgeva dal camino.
Appena guardò a destra, vide Millicent Bulstrode che aveva attaccato la mezzosangue contro il muro, praticamente soffocandola.
La Umbridge afferrò Potter e lo trascinò ai suoi piedi mentre farfugliava e soffocava dalle ceneri. Draco non riusciva a non ridacchiare a quanto potesse essere patetico.
"Prendi la sua bacchetta!" lei abbaiò a Draco mentre stringeva furiosamente i capelli di Potter, facendolo fare delle smorfie dal dolore. "Anche la sua."
Draco camminò attraverso la stanza e rimosse la bacchetta di Potter dalla sua tasca, prima di tornare velocemente indietro per prendere anche quella della mezzosangue.
"Voglio sapere che cosa facevate nel mio ufficio," ringhiò la Umbridge, scuotendo ferocemente Potter.
"Stavo - cercando la mia scopa!" gracchiò lui.
"Bugiardo!" urlò la Umbridge e lo spinse così che si stravaccò sulla scrivania.
Draco aveva appena preso posto sul davanzale per guardare lo spettacolo, mentre lanciava pigramente la bacchetta di Potter in aria - quando un forte trambusto venne dall'esterno.
La porta si spalancò e irruppe il resto della squadra di inquisizione, ognuno trascinava rudemente dentro con loro uno studente che era stato ovviamente catturato ad aiutare Potter.
Inclusa Aurora.
Lo stomaco di Draco crollò quando il suo sorriso svanì. Pansy la stava brutalmente trascinando nella stanza mentre Aurora si dimenava, lacrime arrabbiate scorrevano lungo le sue guance fino al bavaglio.
Notò a malapena chi maltrattavano gli altri quando saltò e marciò subito attraverso la stanza, i suoi occhi erano solo su Aurora.
I suoi occhi spaventati caddero su di lui e Draco sentì il suo cuore contorcersi dalla paura e il dolore in essi mentre Pansy scavava crudelmente le unghie delle sue dita nella sua pelle, le sue mani stavano chiaramente stringendo e torcendo le sue braccia con impegno.
"Dalla a me." sibilò lui a Pansy a bassa voce così che la Umbridge non avesse sentito. Sembrava troppo occupata a sdraiare Potter per notarlo, minacciando di torturarlo se non le avesse spiegato cosa stesse facendo.
Pansy, comunque gli ridacchiò solo malvagiamente, rifiutando di lasciare la sua violenta presa su Aurora.
Vedendo rosso, Draco scattò e cercò disperatamente di togliere le dita di Pansy dalle sue braccia, ma lei aveva una sorprendete presa solida.
"Che cosa succede lì?" abbaiò la Umbridge, notando all'improvviso lo scontro. "Draco?"
"Pansy non segue gli ordini, professoressa." disse subito Draco, sapendo che la Umbridge avrebbe preso le sue parti.
"Signorina Parkinson, non ho tempo per questo." la Umbridge sospirò dal nervoso. "Faccia come le ha detto Draco o esca."
Ringhiando, Pansy spinse Aurora verso di lui, e Draco si sentì affogare nella felicità di avere di nuovo il suo corpo attaccato.
Le sue braccia si alzarono, stabilizzandola subito. Stava attento a non stringerla troppo forte così che sapesse che non aveva intenzione di farle del male.
Lei alzò lo sguardo sul suo viso, i suoi occhi cercavano i suoi con aria interrogativa. Lui era sollevato di non vederla più spaventata, ma voleva poter toglierle quel crudele bavaglio che sembrava come se le stesse tagliando dolorosamente le guance.
Con le sue mani sui suoi avambracci, Draco la indirizzava velocemente lontana dagli altri, il suo cuore correva, mentre cercava disperatamente di pensare a cosa fare dopo.
Non poteva essere visto ad aiutarla, ma al tempo stesso, aveva paura di ciò che le avrebbe fatto la Umbridge se fosse rimasta proprio lì.
Ci fu un momento in cui Draco pensava che sarebbe stato salvato da Piton, ma dopo che Potter aveva iniziato a urlare cose senza senso per lui, Piton lasciò velocemente la stanza sembrando annoiato da tutto.
Ma poi fortuna vuole che la mezzosangue iniziasse a parlare di qualche arma nascosta nella Foresta Proibita e sembrava facesse diventare la Umbridge abbastanza eccitata.
"Portami all'arma," abbaiò, i suoi occhi si sporsero dall'eccitazione.
Uscì con Potter e la mezzosangue; lasciando ordini diretti a Draco di assicurarsi che nessuno scappi.
Lui aspettò fino a che la porta si chiuse dietro di lei prima di emettere un sospiro di sollievo.
*****
Draco mi strappò il bavaglio immediatamente.
"Che cazzo pensi di fare?" urlò Pansy. "Dovremmo lasciarli esattamente come sono."
"Sta zitta cazzo, Pansy," ringhiò Draco, prima di tornare con l'attenzione su di me, i suoi lineamenti si ammorbidirono subito mentre i suoi occhi preoccupati cercavano il mio viso.
"Sei ferita?" chiese, le sue mani erano ancora sui miei avambracci.
Scossi la testa, alzando una mano per toccarmi timidamente la guancia dove il bavaglio mi stava mordendo dolorosamente la carne. "No," dissi tremando, "solo un po' dolorante."
"Cazzo," mormorò Draco, lasciandomi andare e guardando intorno la stanza come se stesse pensando a cosa fare.
Ron, Ginny, Neville e Luna erano tutti tenuti rudemente dagli altri Serpeverde. Tutti e loro quattro erano imbavagliati con le mani legate dietro la schiena.
Sentii il panico. Non avevo idea di quale fosse il piano di Hermione, e sapevo che dovevamo prenderli il prima possibile.
Non sembrava una buona cosa per Sirius.
Dovevo solo pregare che Draco mi amasse ancora abbastanza da lasciarmi andare.
"Spero che tu non stia pensando di lasciarla andare," ringhiò Pansy, prendendo con attenzione la bacchetta mentre guardava Draco sospettosa. "Lei è il nemico ora, Draco - non più il tuo cazzo di tesoro - ricordi?"
"Sta zitta!" sputò Draco, le sue guance prendevano colore mentre la fissava furioso.
"Ti prego," lo supplicai a bassa voce. "Draco, ti prego lasciaci andare. E' importante."
Si girò di nuovo verso di me, i suoi occhi pieni di conflitto. "Aurora, io-"
E poi improvvisamente, come se avesse avuto un'illuminazione, i suoi occhi caddero sulle due bacchette nelle sue mani - quelle di Harry e Hermione. Alzò il viso, i suoi occhi si illuminarono nei miei.
Allungò la mano e mi tirò più vicina a lui, e lo sentii far scivolare le bacchette nella mia mano. Poi si chinò e bisbigliò così piano nel mio orecchio che nessuno riusciva a sentirlo.
"Maledicimi."
Il mio cuore mi martellava nel petto mentre cercavo di non mostrarmi scioccata.
Mi stava salvando. Ci stava dando una via d'uscita.
Annuì con la testa impercettibilmente, ringraziandolo con gli occhi.
E poi schioccai le bacchette.
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