11 - Baci natalizi
Tutto sembrava giusto, avere lei tra le sue braccia - la sensazione di lei sotto le sue mani, contro il suo petto. Avrebbe potuto restare così per sempre.
Eccetto che Harry fottuto Potter dovesse esistere.
Non era pronto quando Harry sbatté ferocemente la sua spalla, staccandolo da Aurora.
"Che diavolo, Malfoy?" urlò Potter, la sua faccia era rossa dalla rabbia, "Lei è il mio appuntamento!"
"Vaffanculo Potter, lei non ti appartiene." sputò Draco, raddrizzando la sua camicia dove Potter l'aveva piegata.
"Lei è qui con me!" sibilò Potter, la sua faccia stava diventando viola, "Se avessi voluto venire al ballo con lei avresti dovuto chiederglielo, invece di Parkinson!"
Draco spostò lo sguardo su Aurora la cui faccia era sconvolta da tutte le persone che avevano smesso di ballare per guardare la scena.
"Dove eri tu allora?!" ringhiò Draco a Potter, la sua bocca arricciata. "Perché da dove ero seduto non ti si vedeva da nessuna parte! E per favore non dirmi che eri fuori a salvare il mondo di nuovo!"
"Beh almeno non stavo sobbalzando in giro come uno stupido piccolo furetto!"
Vedendo rosso, Draco tirò subito fuori la bacchetta dalla tasca e la puntò minacciosamente contro la faccia di Potter.
Sentì Aurora scacciare un piccolo sussulto appena Potter fece lo stesso, prendendo la sua.
"Per il nome di Merlino, cosa sta succedendo qui?"
Draco istintivamente abbassò il braccio e si voltò per vedere la professoressa McGranitt che si stava avvicinando. Grandioso, pensò Draco seccamente. Cinquanta punti a Grifondoro e sessanta in meno a Serpeverde, senza dubbio.
"Malfoy cerca di mettersi in mezzo tra me e la mia accompagnatrice." sputò Potter.
"Non è vero!" urlò Aurora, e Draco sentì il suo cuore fluttuare sentendo il suono di lei che lo difendeva.
"Sì invece - ti stava accaparrando!" farfugliò Potter.
Draco non poté far altro che scacciare un grugnito derisorio. Potter vedeva solo quello che voleva.
"Non mi stava accaparrando, Harry! Lui - noi..." la voce di Aurora si affievolì mentre il suo viso diventava rosso. Draco pensò a quanto fosse incredibilmente carina, e dovette fermare un sorriso che stava crescendo sulle sue labbra.
"Sia come sia." sospirò la McGranitt, roteando gli occhi e girandosi verso Draco. "Credo sia meglio che tu vada, Malfoy."
"Cosa?!" urlarono Draco e Aurora contemporaneamente.
"Non voglio che tu faccia arrabbiare i campioni e le loro accompagnatrici." spiegò bruscamente la McGranitt con Potter che guardava con compiacimento.
Draco sentì una rabbia immensa colpirgli lo stomaco.
"Bene." sputò, riponendo furiosamente la bacchetta nella sua tasca. "Era una merda di festa comunque."
E con quello, si girò sul posto, camminò dove era stato precedentemente seduto, prese la giacca dalla sedia e se ne andò dalla sala.
Draco Malfoy sapeva dove non era voluto.
...
Ho guardato il ragazzo Serpeverde dai capelli biondi scomparire tra le porte della Grande Sala.
La rabbia mi scorreva dentro per lui.
"Non c'era alcun motivo per mandarlo via!" ho urlato, guardando dalla McGranitt a Harry, che stavano entrambi scuotendo le loro teste, "Non ha fatto niente di male!"
"Ti stavo cercando!" urlò Harry, ferito, "Ho chiesto al DJ di mettere quella canzone così che potessimo ballare, e invece ho trovato lui con te!"
Un'ondata di senso di colpa mi colpì appena realizzai quanto orribile fossi stata nei suoi confronti.
Ma mi sentivo peggio per Draco.
"Dove stai andando?" urlò Harry quando iniziai a correre dietro Draco.
"Mi dispiace." urlai di rimando.
Ma non era vero.
...
"Draco!"
Uscii dalle porte della Sala Grande vedendo Draco che stava appena scendendo le scale verso i sotterranei.
Si fermò e si girò lentamente per guardarmi, la sua giacca gettata pigramente sulla spalla, tenuta distrattamente con un dito.
Allargò leggermente gli occhi vedendomi senza fiato e affannata. La porta dietro di me si chiuse, togliendo i suoni dell'interno della sala.
"Non stai con Potter?" sbiascicò, inclinando interrogativamente il sopracciglio.
"Non voglio stare con lui." affermai, "Lui non è quello che avrei voluto stanotte."
Mi guardò curioso come se stesse elaborando ciò che avessi detto. E poi lentamente, camminò riattraversando l'entrata verso di me. Il mio cuore fece un tonfo nel petto appena iniziai a fare die passi verso di lui, prendendo la sua mano nella mia.
"Vieni," mormorò teneramente, intrecciando le sue dita intorno alle mie, "Conosco un posto dove andare."
Lasciai che mi portasse nei corridoi del castello e su varie scale.
Infine, salimmo una scala a spirale e uscimmo sul tetto.
"La Torre di Astronomia" spiegò, senza lasciare la mia mano, mentre mi portò vicino alla ringhiera a guardare il paesaggio.
Guardai intorno con stupore alla bellissima vista davanti a noi, che stavamo sotto il cielo stellato.
"E' così bello." sospirai.
Lo sentii sospirare lievemente, a lo guardai. Il respiro mi si bloccò nella gola vedendo i suoi occhi grigi incastonati nei miei.
"Voglio baciarti." mormorò dolcemente, portando la sua mano ad accarezzarmi gentilmente la guancia con le dita, "L'ho voluto dal momento che ti ho incontrata."
"Allora baciami." tremai, guardandolo intensamente negli occhi, "Baciami, Draco."
I suoi occhi grigi mi guardarono con desiderio appena prese il mio viso a coppa, la sensazione delle sue dita sulla mia pelle mi faceva sciogliere completamente.
Il mio corpo tremava per il desiderio appena lui portò le sue labbra sulle mie, le strofinò teneramente, prima di premere un po' di più, un piccolo gemito uscì dalla sua gola appena aprii leggermente la bocca, permettendo alle nostre labbra di toccarsi più intensamente.
Non mi ero mai sentita così viva. Era come se piccoli fuochi d'artificio stessero esplodendo nel mio stomaco, facendomi riscaldare e sentire eccitanti scintille nel mio corpo.
Era sensuale, era bello, era tutto.
Poi - a malincuore; lui spezzò il bacio, emettendo un profondo respiro poggiando la sua fronte sulla mia.
"Volevo chiedere a te per stasera." mormorò, passando le sue dita tra i miei capelli e portandoli amorevolmente dietro il mio orecchio, "Non avrei voluto nessun altro qui."
Sentii il mio stomaco contorcersi, "Ma...Pansy?"
"Mi dispiace per lei." sospirò, circondandomi la vita con le braccia portandomi più vicina a lui, il suo mento sulla mia fronte, "Ha questa contorta idea che stiamo insieme, ma ti prometto che non è così."
Strofinai la testa contro il suo petto, cercando di scacciare la preoccupazione che stavo sentendo.
"Cedric mi ucciderà," borbottai, la mia voce si attutì mentre rabbrividivo cercando di prendere calore dal suo corpo.
"Fanculo gli altri." ridacchiò, prendendo la sua giacca e ponendola sulle mie spalle. Premette fermamente le labbra sulla mia fronte. "Qui, stanotte, solo io e te."
Il mio cuore fluttuava gioioso appena le sue labbra si attaccarono alle mie.
Perché aveva ragione. Eravamo solo io e lui, in quel momento, nient'altro aveva importanza.
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