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1. PROLOGO

Una settimana. Una settimana e diventerò una cacciatrice di diavoli, o come li chiamano i miei simili, Nexler. Un nome un po' complesso da pronunciare e un po'complesso da capire. Loro sono i nostri nemici da millenni e vivono in un paese ormai sperduto, all'incontrario del nostro: case bianche tutte uguali come se fossero perfette gocce d'acqua, giardini curati esageratamente bene, asilo molto, ma molto grande, quasi quanto un elefante. Le elementari, invece sono distanziate dal mio liceo da cinquanta metri. Abbiamo una zona tutta nostra da definire abbastanza carina e troppo curata.
Come stavo dicendo, tra una settimana è il mio compleanno e io devo scegliere che cosa diventare. Una cacciatrice di Nexler, oppure essere esiliato a vita dalla mia cittadina. Voglio aiutare tutti quanti, questo non lo metto in dubbio dato i miei poteri, ma allo stesso tempo mi voglio far valere e lasciare un segno a tutti quanti. Voglio che tutti si ricordino del mio nome per sempre, ma non in senso che non ho accettato il fatto di essere un angelo, ma per il semplice fatto che ho salvato miliardi di vite. Non sono una ragazza violenta, ma diciamo che quando ho bisogno di sfogo lo divento abbastanza. Ora sono qui, in un giorno di piena estate, a riflettere su cosa fare. Voglio davvero salvare delle vite? Oppure voglio mettermi contro il mio popolo? Cosa voglio fare? Farmi valere? O diventare una come tutti gli altri? Non è divertente quando poi si fa di testa degli altri. Non si può di certo cambiare scelta dopo. Se sei buono lo resti a vita e la stessa cosa se sei cattivo. Ma io come sono? Buona o cattiva?
Diciamo tutti i miei pregi e difetti.
Allora... Di pregi ho: premurosa, osservatrice, altruista, bella mi dicono in tanti, ma se devo usare un aggettivo per descrivermi, beh quello è orgogliosa. Si, io sono molto orgogliosa. Ho un orgoglio dentro che quando esplode è la fine del mondo...
Sono il sole e allo stesso tempo la luna. Sono il fuoco e allo stesso tempo l'acqua.
Sono la luce e allo stesso tempo il buio.
Vi sembra una cosa normale? A me no.
Sembra che nella mia testa sia esplosa una guerra tra il bene e il male. Come se qualcuno mi volesse dire "dovresti restare dalla parte degli angeli" e invece qualcun altro "manda a quel paese gli angeli e vivi la tua vita da cacciatrice da sola". La mia testa è piena di domande senza risposta. E io sono sempre più curiosa di sapere come sarebbe la mi storia se io rifiutassi di essere un angelo. Cosa mi succederebbe? Sarò morta? Cosa ho fatto di male per avere una mente così confusa e piena di domande? Voglio solo capire cosa succederebbe all'infuori delle mura. Voglio solo capire ciò che mi sta attorno, ma da questo paese non ci si può allontanare per la preoccupazione di essere perseguitati da diavoli schifosi affamati di sangue di ogni singolo angelo sulla terra.
I Nexler sono persone come noi solo, si riescono a distinguere dalle unghie troppo affilate e gli occhi color giallastro, a volte talmente chiaro da confondersi con il bianco. Io, sinceramente, non ho combattuto contro nessun diavolo, ma vorrei tanto farlo un giorno, magari anche quando sarò vecchia e avrò la dentiera, ma voglio farlo, devo farlo.
Sapete il perché? Diciamo che è una storia abbastanza lunga.
I miei genitori si sono conosciuti in una guerra contro quei demoni, si sono innamorati e hanno fatto tutte quelle robe sdolcinate dei romanzi rosa. Ci sono stati parecchi scontri tra noi e i Nexler e ancora non sono finiti del tutto. Tornando a noi... I miei genitori quando hanno avuto me erano abbastanza giovani, circa 20 anni, ma questa è l'età normale per avere figli che girano per casa per noi. Si, la nostra età media di avere figli sta tra i 20 e i 25 anni. Secondo me non è giusto, potresti avere figli anche a 90 anni, non cambierebbe niente l'affetto che provi in lui. Come stavo dicendo, quando i miei genitori mi hanno avuto mi hanno subito raccontato la storia dei demoni, che io all'inizio pensavo che fosse una legenda, per tutte quelle morti, ma purtroppo non lo era. Era la vita reale. In uno scontro contro i Nexler, mia madre è morta e per guarirla io non ho potuto farci niente. Abbiamo, io e mio padre, cercato di curarla in un qualche modo, ma dopo neanche un mese ci ha lasciati soli. Da quel momento, mio padre non è più lo stesso: vuole estinguere tutti i diavoli presenti sulla terra. E questo, non lo metto in dubbio, lo voglio anch'io. Per questo motivo, voglio vendetta, voglio assaggiare il sangue di ogni singolo Nexler. Voglio capire chi ha ucciso mia madre e a quel punto ucciderlo lentamente con la lama Lober. Quello è l'unico e semplice coltello che può occidere un diavolo, ma solo sul simbolo che ha sul corpo. Di solito lo ha all'altezza del cuore, ma poi dipende anche dall'altezza. Diciamo che è un marchio con rappresentato i diavoli, chiamati anche demoni, che uccidono gli angeli. L'immagine è molto, ma molto cruda, piena di sangue, con le loro unghie che penetrano nella nostra carne e noi che urliamo.
Voi tutti vi statere chiedendo il perché del nome Fire, ovvero fuoco, beh... Mia madre ha detto che ho il potere del fuoco, ma solo tra una settimana posso metterlo in pratica. Io sono la ragazza più potente di tutta la mia cittadina. Ho moltissimi poteri, come creare dei sogni, posso guarire la gente, dopo vi racconterò un effetto collaterale di questo potere, spostare le cose senza muovere un dito, la velocità molto elevata e altri che scoprirò nell'andare avanti negli anni. I poteri si sanno alla prima visita dal dottore. Altri però non li riesce ad individuare perché si scoprono dopo che si compiono i 18 anni. Come ho preceduto prima, c'è un effetto collaterale nel guarire gli altri: non puoi essere guarito ne da te stesso, ma neanche dagli altri Guaritori. Nel Castello ce ne sono pochissimi che hanno questo potere e io sono tra di loro, è per questo motivo che sono un angelo molto, forse troppo potente.
"Tesoro, Light ti sta aspettando giù" dice mio padre entrando nella mia stanza
"Arrivo" dico prendendo la mia borsa e mettendoci gli occhiali da sole, il cellulare e mettendo mi al collo la mia piccola collana regalata da mia madre dove è presente una lametta di Lober. Anche se è raro che loro vengano qui, possono sempre ammazzare tutte le guardie e venire a distruggerci in millesimo di secondo.
Esco dal dormitorio con la mia migliore amica e andiamo verso il giardino vicino al liceo. Il prossimo anno devo andare a fare degli allenamenti perché da li in poi combatterò contro dei veri Nexler. Stiamo camminando lentamente a parlare dei fatti nostri fino a quando non vedo un'ombra che va a rifugiarsi dietro un albero. Un'ombra chiara e scura allo stesso tempo. La seguo con lo sguardo fino a quando non scompare nel nulla.
"Fire, tutto bene?" chiede Light mettendomi una mano sulla spalla
"Si, tutto bene" rispondo voltandomi.
Eppure quella figura sembrava così familiare, così vicina. Voglio essere sicura di quello che vedo, ma niente è sicuro. Deve essere stato frutto della mia immaginazione, anche se sembrava realistico e vero...
Chi era? Cosa voleva? Ma sopratutto, perché l'ho vista solo io?
Troppe domande senza risposte, senza nessuno che mi sappia rispondere, senza nessuna che di sicuro non mi riuscirà a capire.
Ho capito di vedere cose assurde, nel passare degli anni, certo... Ma non ombre oscure che si aggirano nel Castello. L'unica cosa che posso fare adesso è essere sicura di quello che vedo.
Senza neanche accorgermene, le mie mani e le mie braccia diventano rossastre, un colore poco originale, ma che può avere un milione di significati. Che significa?
Ad un certo punto il mio corpo diventa rosso, rosso fuoco... Fuoco.
Io non sono ancora pronta! Non voglio ancora utilizzare i miei poteri. Light si ferma, come se fosse immobilizzata da qualcosa e si gira lentamente verso di me.
Le mie braccia, come se avessero preso un proprio autocontrollo, si allargano come se volessero abbracciare qualcuno. Ma niente di questo succede. Le mie braccia si vanno a. Riscontrare così da creare una palla di fuoco.
Che sta succedendo?
La tengo tra le mani senza sapere che fare con essa. Prendo un respiro profondo e la butto in avanti, lanciandola. Indovinate un po' che succede?
Va a finire tra gli alberi, che prendono fuoco. Un quello stesso momento cado a terra come se qualcosa mi avesse colpito al cuore. Un bruciore nello stomaco si fa sentire e io non riesco a sopportarlo chiudendo così gli occhi e sperando che non perda i sensi.
"Fire, apri gli occhi" mi dice una voce maschile che mi prende la testa sulle sue gambe. Chi è
"Fire, apri gli occhi" ripete più deciso
Così faccio quello che mi dice.
Cerco di aprirli, ma sono pesanti, troppo pesanti.
Quando finalmente ci riesco vedo una figura mai cista in vita mia. Chi è? Dov'è Light? Come conosce il mio nome? E perché mi sta aiutando?
Mille domande, come al solito, mi frullano nella testa, ovviamente senza risposta, senza una sola risposta.
"Chi sei?" domando con un filo di voce
"Non ti devi preoccupare di chi sono. Ma ti devi preoccupare di cosa sono" risponde
Che? Cosa sta blaterando?
"Cosa stai insinuando?" chiedo spazientita
Apro più gli occhi per fissare i suoi, ma non sono gialli o bianchi, sono verdi. Di un verde intenso. Un verde mai visto in vita mia, ma allo stesso tempo penso che sia così familiare.
Richiudo gli occhi per il loro insopportabile peso.
"Fire, non chiudere gli occhi" dice mentre cerca di di alzarmi e portarmi, credo, in infermeria. Mi prende a mo di sposa e le mie forze sono troppo poche per non lasciarmi andare.
Svengo.

La prima immagine che metto a fuoco è una parete bianca con piccoli disegni neri.
Cerco di alzarmi dal letto, ma la mia forza me lo impedisce buttandomi nuovamente sul materasso facendo un rumore acuto.
"Ce ne hai messo di tempo per svegliarti!" esclama l'infermiere
"Cos'è successo?" chiedo disorientata
"Hai usato il tuo Enix per la prima volta" risponde
"Cosa?" domando
"L'Enix è il tuo potete e l'hai usato tre giorni fa per la prima volta prendendo tutte le tue energie. Gli alberi hanno fatto una brutta fine, sai?"
"Ho fatto un disastro, vero?"
"Oh... Beh... Se per disastro, intendi che hai acceso un incendio che non si riusciva più a spegnere e siamo stati obbligati a chiamare l'elicottero... Si, hai fatto un bel disastro!" dice ironicamente
"Credo sia l'ora di andare" mi alzo.
Vado verso la porta e vedo il ragazzo che mi ha salvata.
"Finalmente ti sei ripresa" dice entrando in infermeria
"Si, stavo andando a casa" rispondo varcando la soglia della porta.
"Bene, ti accompagno, non si sa mai che puoi risvenire"
Entriamo nel dormitorio femminile e apro la porta della mia camera.
"Grazie" dico.
"Di niente, non volevo che combinassi altri disastri" dice
Gli faccio la linguaccia e lo saluto entrando cosí in casa.
Mi faccio una doccia fredda. E poi esco quando sento campanello della mia porta suonare. Trovo un biglietto per terra, guardo a destra e a sinistra, ma non c'è nessuno. Mi abbasso e lo raccolgo con un certo nervosismo che non so da dove sia spuntato.
Inizio a leggerlo.
<Ti troveremo, da qualsiasi parte tu sia, ti spezzeremo tutti gli arti del tuo dannato corpo. Vuoi fuggire? Vuoi chiedere a qualcuno di difenderti? E se noi ti trovassimo e ti portassimo all'inferno? Cosa faresti mia cara Fire? Se coglieremo l'attimo più insicuro di tutto il Castello per poi portarti nel nostro nascondiglio? Cosa faresti? Non lo dire a nessuno o quando ti prenderemo, e fidati lo faremo, le tue punizioni saranno ancora più dolorose. Mi dispiace, ma voglio il tuo cuore per fare la collezione della famiglia. Ho già rubato tua madre no? Perché non farlo anche con te, mia cara? Tua madre è morta davvero? O è ancora viva? Piccolina, scoprirlo con i tuoi occhi verdi.
Ti troveremo Fire e prenderemo possesso di te utilizzando i tuoi poteri come vogliamo noi.
Ci vedremo presto.
Inferno.>
Sono perennemente fregata.
Chi è che mi ha scritto? Cosa vuole da me? Perché vuole il mio cuore?
Okay, diamoci una calmata con queste domande e non facciamoci prendere dal panico.
Allora, non posso dire niente a nessuno, non posso farmi aiutare, non posso fare niente. Solo aspettare che mi rapiscano e che mi uccidano.
Fire non può morire cosí, con uno stupido, maledetto piano. Se morirò, dovrò almeno provare a combattere e provare giustizia una volta per tutte.
Ritorno in camera e inizio a messaggiare con Light non dicendole quello che ho appena scoperto. Non voglio che si preoccupi per me. Non voglio che vada a riferire tutto a mio padre, o peggio, a tutto il Castello. Devo fermare tutta questa pazzia. Ora sento la mia rabbia che ribolle nelle vene perciò metto le scarpette e vado a correre per calare la tensione.
<Correvo verso l'orizzonte e sono morta. Correvo, i miei piedi dicevano 'fermati, ti prego', mai il mio cuore infranto, diceva 'corri più lontano che puoi'>
Queste parole vengono sussurrate dal vento più e più volte. Vengono sussurrate in un modo che mi mettono i brividi, e non c'è dubbio che ora sono più paralizzata di prima. Mi fermo e cerco di sentire quello che dice ancora.
<volevo scappare, volevo allontanarmi da tutto e da tutti. Correre, mi faceva sentire libera di voler andare dove volevo. Ma poi sono morta e non ho più corso. Correvo, in un campo isolato, correvo con dei Nexler alle mie spalle per allontanarmi dai miei incubi, dai biglietti. Correvo, via per sempre senza sapere quello che facevo e dove andavo. Io non sapevo niente, ma i miei piedi mi portarono a un ruscello, un piccolo ed inutile ruscello, ma lui ha preso la mia vita. Ho perso tutto e tutti, uccisa in modo lento. Lento, troppo lento. Ci sono stata anchi'io al mio funerale. Ma nessuno si è accorto della mia presenza, perché ero morta e i morti non ritornano indietro...>
"BASTA!" urlo
<Ma nessuno si è accorto della mia presenza, perché ero morta e i morti non ritornano indietro>
"HO DETTO BASTA!"
< Ho perso tutto e tutti, uccisa in modo lento. Lento, troppo lento.>
Mi metto le mani tra i capelli cercando di ignorare quella voce, ma si ripete dentro di me la stessa identica frase.
<I morti non tornano indietro>
Mi siedo ai piedi di un albero e prendo respiri profondi cercando di tranquillizzarmi almeno un po', anche se sembra una cosa impossibile dato che le parole vengono ripetute più e più volte.
La stessa ombra di tre giorni fa ritorna andandosi a nascondere dietro un albero.
Ho deciso: la seguo.
Ricomincio a correre verso l'ombra che si fa più scura pian piano che che va più in là.
<correvo verso quell'ombra oscura che stava andando verso il ruscello. Poi sono morta>
Il vento sussurra queste parole e poi continua dicendomi
<volevo solo correre, poi ho visto l'ombra, l'ho rincorsa e sono morta nel ruscello. Il mio sbaglio più grande>
Corro verso l'ombra che sembra essersi dissolta nel nulla, ma poi appena la vedo rinizio a correre sempre più velocemente raggiungendola a un ruscello.
<avevo una vita serena, ma poi ho seguito quell'ombra e sono morta>
Mi fermo un secondo per meditare se posso andare o no. Ma me ne frego e proseguo.
<avevo una curiosità molto alta, così ho seguito quell'ombra, ma è stato uno sbaglio. Lo sbaglio.>
Corro, corro verso il ruscello sperando che non muoia. Da li non vedo più l'ombra. Vedo una persona che spunta dal ruscello.
"Piccola ignorante, ti avevo detto di non avvicinati. Non ti sono bastate le mie parole?" chiede la figura piena di fango.
"Allora eri TU!" sbotto.
"Si, ero io. Quando avevo l'età di soli cinque anni, quell'ombra mi perseguitava ovunque andassi. All'inizio pensavo che fosse frutto della mia illimitabile immaginazione, ma mi sbagliavo. Ero venuta qui a causa sua. Mi ha risucchiato l'anima in un modo molto, molto lento, forse a te lo farò a rallentatore..." a quelle parole mi irrigido.
"cosa pensavi che la tua curiosità ti portasse in un luogo sicuro mia cara?" domanda
"Ma tu chi sei?" chiedo
"Ragazzina, certo che sei imbranata eh!"
"Io non sono imbranata" ringhio
"Ma dai! Se non hai ascoltato il vento allora devi essere una ragazza coraggiosa!" dice alzando gli occhi al cielo
"Esatto!" sputo acida
"Bene, ora iniziamo il nostro piccolo lavoretto" dice avvicinandosi
Stacco con forza la collana dal mio collo regalata da mia madre e gliela punto contro.
"Credi che quello possa distruggermi?" chiede
Prendo un sospiro e gli trapasso il suo corpo con quella piccola e semplice lametta che ora è meglio tenerla con cura.
La creatura va subito a terra bisbigliando
"Aiutami padre. Mio padre. Aiutami. Voglio morire, questo è una mia opportunità di raggiungerti"
Inizio a correre via verso il dormitorio, ma qualcosa riprende la mia attenzione. Mi metto giù con la testa e vedo un piccolo bracciale con inciso Ti amo Chris.
Voglio sapere do chi si tratta.
Quando ritorno nella mia stanza trovo un altro biglietto davanti alla mia porta.
Inizio subito a leggerlo mentre chiudo la porta alle mie spalle.
<cara Fire, se staieggendo questa lettera, vuol dire che hai già letto anche quell'altra. Sono fortunato ad avere un amico così fedele, sai... Può distruggerti in un secondo. Ah, e mi ha anche detto che hai usato il tuo Enix per la prima volte e che hai acceso un incendio nella foresta. Complimenti, cara, i tuoi poteri sono la nostra salvezza vitale per tutto l'inferno. Grazie per tutti i tuoi poteri, mia piccola, indifesa, innocente, Fire.
Ti aspettiamo...
Inferno>
Mi butto sul letto a peso morto e cerco di addormentarmi, anche se sembra una cosa impossibile.
Dopo un po' chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo.
Sono in una foresta oscura piena di rami spezzati e foglie cadute. Cammino senza avere una meta, cammino senza nessuna preoccupazione, cammino con un cuore in mano che pulsa tra le dita. Cammino. Cado in una trappola, inciampo e vengo sollevata da una fune che ha preso i miei piedi. Sono a testa in giù. Una persona si avvicina a me con un coltello molto affilato, troppo affilato. Potrebbe uccidere chiunque. Cerco di usare il mio Enix, ma non funziona probabilmente perché qualcuno è più forte di me e sta usando i suoi poteri contro i miei.
"Pensavi davvero che non ti avrei trovata" dice una voce che ho già sentito
"Chi sei? Dove sei? Cosa vuoi? Dov'è mia madre? Cosa le hai fat-" nonnki fa terminare la domanda che dice
"Piano con le domande dolcezza." si avvicina al mio viso, ma il suo è coperto in modo che non posso neanche vedere i suoi occhi.
"Sei caduta nella mia trappola dei sogni e ci cadrai anche nella realtà, piccola" risponde con un ghigno.
Il sogno svanisce pian piano e mi sveglio di soprassalto.
Sono tutta sudata e quindi cado subito sotto la doccia.
<i morti non tornano indietro>
Sibila l'acqua che scende a rallentatore sul mio corpo
<ma nessuno si è accorto della mia presenza perché io sono morta>
Avvolgo l'accappatoio intorno al mio corpo e mille frasi frullano nella mia mente.
<i morti non tornano indietro>
<il ruscello>
<il ruscello mi ha uccisa>
<volevo solo una vita normale>
<non andartene, ti prego>
<vuoi che resti?>
<si>
<resterò per sempre>
<sempre?>
<sempre>
<volevo solo vivere>
<correvo>
<la mia vita ha perso>
<la morte ha vinto>
<non riuscirai a scappare>
<ti ucciderò a rallentatore>
<voglio prenderti>
<corri più lontano che puoi>
<avevo un cuore in frantumi>
Senza neanche accorgermene mi ritrovo con le mani tra i capelli ad urlare.
Urlo così forte che spero di non spaccare le finestre.
"Fire!" esclama qualcuno dietro la porta.
"Apri questa porta" dice il signore mentre tira pugni sulla porta.
"No! Lasciami stare!" urlo mentre alcune lacrime calde scendono sul mio viso.
"FIRE!" urla più forte
Butta giù la porta e mi ritrova con le mani tra i capelli, le mimmagini sono impresse nella mia mente. L'immagini di mia madre che muore. Sembro impazzita.
"Fire" mi mette la mano sulla mia spalla.
La tolgo bruscamente e continuo a tremare per i ricordi del sangue che ho visto. Poche volte mi capita di avere degli attacchi di panico, ma quelle poche volte sono veramente esagerate. Inizio a buttare tutto per terra e urlo come una pazza, ma questa volta no. Inizio a tremare e a sudare freddo allo stesso tempo.
Sapevo che la morte di mia madre non sarebbe stata facile da superare, ma non sapevo che era così tanto brutto.
Mi porto le ginocchia al petto e metto la testa tra le ginocchia.
"Fire, cosa succede?" chiede la guardia
"Ti prego, dimmi dov'è mia madre"
"Cosa stai dicendo?"
"È dai Nexler, ti prego lasciami andare"
"Fire, non posso e se poi ti prendessero?" chiede
"Farò compagnia a mamma"
"Ma tua mamma non è lì" mi accarezza la guancia.
"Posso restare da sola?" chiedo
"Mettiti a letto e addormentati, dopo andrò via. Te lo prometto"
"Okay..."
Vado verso il letto e cerco di calmare i singhiozzi mentre la guardia mia accarezza i capelli cullandomi.
Questa guardia è la mia preferita e si chiama Roby, mi ha sempre apprezzato per quello che sono e non ha mai detto a nessuno di questi attacchi di panico improvvisi.
Diciamo che è un nostro piccolo segreto...
Un segreto che non posso dire a nessuno, neanche a mio padre.
"Se fosse davvero lì?" chiedo con voce spezzata
"Fire... L'hai vista anche tu quando ha perso tutto quel sangue insieme alla sua vita... Ora dormi." mi bacia la fronte e mi lascia da sola immersa nei miei pensieri.

Il giorno seguente mi alzo come una lumaca dal letto e vado verso l'armadio per vestirmi.
Lo apro e trovo un altro fogliettino.
Come ha fatto ad entrare?
<Cara Fire,
Ieri hai avuto un attacco di panico per tua madre... Se la vuoi rivedere, vieni qui e mostra ci chi sei e cosa sei in grado di fare. Tua madre diciamo che non mangia da giorni e secondo me non mangerà fino a quando tu non verrai qui. Perciò mia piccola, vieni e fatti valere>

-spazio me-
Ho cancellato le altre storie perchè non sapevo come continuarle.
Comunque, questa è una storia di diavoli e angeli, ma sopratutto d'amore (prima o poi).
Non credo che aggiornerò regolarmente perché sono appena partita per Napoli e non so se prende il mio telefono.
Detto questo vi saluto!
Obbiettivo: 6 stelline.


Princesses

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