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La corvina era stanca così tornò alla stanza che la ospitava si sdraiò sul materasso, chiuse gli occhi e quando si svegliò sentì un brivido che le percorreva tutta la schiena, aveva un brutto presentimento.
Si mise seduta sul materasso e si massaggiò le tempie,ringraziò che quella villa aveva solo tre piani escluso il lucernario,perché se fossero stati di più avrebbe perso la calma e si sarebbe messa a sfondare e distruggere tutto quello che poteva.
Sospirò e tanto per scrupolo andò nella stanza dove aveva lasciato quel biglietto amichevole,per così dire,a chi l'aveva imprigionata e l'assillava com quegli stupidi enigmi.
Trovò un muovo biglietto sulla scrivania,era la scrittura di Sebastian.
Ciao Kyra,sembra che tu abbia
preso a male il mio piccolo gioco,
mi sei sembrata un pò arrabbiata.
Comunque non sarà così facile sappilo.
E buon giorno,se si può dire così.
Non ne capiva il motivo,ma le sarebbe piaciuto prendere a schiaffi chiunque si trovasse dietro tutto quello che le stava accadendo.
Trovò allegata al foglio una chiave,come sempre la provò su tutte le porte e finalmente una se ne aprì.
Si trattava di una stanza che ricordava una delle stanze degli spogliarelli,sul palo da lap-dance c'era la medesima nota dello psicopatico.
Io mi divertirò,forse tu un pò meno.
Dovrai scalare il palo e arrivate alla stanza di sopra.
Cosa ci doveva mai essere di complicato nell'arrampicarsi su quello stupido palo,si portò una mano alla testa e prese un profondo respiro,stava perdendo la calma ed era solo al primo piano,non andava bene per nulla.
Iniziò a strusciare il suo corpo contro il palo metallico con agilità e sensualità al tempo stesso nonostante gli abiti che indossava,si chiese se non le sarebbe convenuto trovare qualcos'altro da indossare.
Quando si arrampicò sulla stanza superiore notò svariati vestiti e una postazione da trucco e parrucco.
Cambio di look obbligato mia cara.
Quel ragazzo aveva dei problemi secondo lei e neanche pochi, che differenza gli faceva a lui com'era vestita quella che gli avrebbe sfasciato il culo.
Si guardò, indossava una benda sull'occhio,una giacca a fiori,una gonna non troppo lunga,delle calze particolari e delle scarpe tipiche della cultura nipponica,effettivamente aveva bisogno di un cambio di look,era d'accordo con lui quella volta.
Indossò una mascherina nera,una berretto del medesimo colore, un choker di velluto nero,una felpa nera,una paio di jeans strappati e delle Supra skytop bianche e nere,aveva legato i suoi lunghi capelli in due codine.
Adesso,doveva ammetterlo andava meglio e stava molto più comoda,la porta davanti a lei si aprì per rivelare una piccola stanza con due bottoni,rosso e blu,permette quello blu senza pensare,il rosso le ricordava le fiamme che le avevano portato via tutto quello che aveva.
La ragazza si portò una mano alla fronte coprendo parzialmente il suo volto, aveva bisogno di calmarsi o sarebbe esplosa in una crisi isterica e allora sarebbe diventata peggio del padre,il che non era favorevole,non in quella situazione,subito dopo si apri una botola sotto i suoi pedi e ella iniziò a precipitare nel vuoto.
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