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Primo giorno di scuola

Dedico questo capitolo alla mia lettrice preferita :  RoseMadHatter  

Quinto capitolo.

ELENA

Sposto con tutta la forza che mi rimane in corpo il comodino, cercando di fermare la porta. Sto sudando e tremando dalla paura che pulsa nelle vene. Il cuore perde qualche battito quando sento bussare,con violenza, alla porta. Sussulto e cerco in giro qualcosa per bloccare ancora la porta, ma non vedo nulla. C'è solo buio. Un buio pesto. Dannazione! Continuo a camminare senza una meta, sono in trappola. Un altro spintone alla porta mi fa scendere le lacrime che cercavano di uscire.

-Ti prego, no!- sussurro e andando indietro sento il muro freddo sulla schiena. Un'altra spinta e il comodino si sposta ancora di più, permettendo ad un fascio di luce del corridoio di entrare nella stanza buia. Mi lascio scivolare, tra le lacrime, sul pavimento e porto le ginocchia al petto, nascondendo il viso dentro. Il cuore continua a battere forte e veloce. Le mani sudate e tremanti, il viso bagnato dalle lacrime, la paura che annebbia la mente. Odio essere così debole.

Un tonfo e la luce accecante, mi fa capire che il comodino è per terra e la porta è totalmente aperta. Sono in trappola.

-El svegliati!- Sento qualcuno scuotermi il braccio e alzo di scatto la schiena dal letto. Noto Jade seduta sul bordo del letto che mi guarda preoccupata e mi accarezza il braccio. Solo adesso noto che sono tutta sudata e che continuo ad abbassare e alzare il petto freneticamente. E' una mia caratteristica, quando sono spaventata e quando le emozioni che ho dentro sono più grandi di me da sopportare. -Tutto ok?- Mi porto una mano al petto cercando di calmarmi. Solo un incubo. Solo uno stupido e insensato incubo. Annuisco leggermente e cerco di abbozzare un sorriso rassicurante. Ha fatto una coda scompigliata stamane. E' così tenera, non smetterò mai di ripeterlo.

-Mmh sì sì, solo un brutto sogno- Sollevo le coperte e mi metto in piedi. Il pavimento è molto freddo, riesco a sentirlo attraverso le calze rosa. A Londra il tempo sta cambiando, la temperatura sta diminuendo sempre più. Mia però accende i riscaldamenti. Infatti la divisa scolastica aggiunge delle calze parigine azzurre, proprio come lo stemma sopra l'angolo destro della camicia. Un elefante azzurro che tiene con la proboscide una margherita bianca. Guardo il letto di Bella e noto che è vuoto, come al solito. Si sveglia sempre prima di noi.

-Lo stesso degli ultimi quattro giorni?- chiede andando a sistemare il proprio letto. Mi bagno le labbra, ho la bocca secca, ho bisogno di bere. Alzo le spalle in risposta e lei non chiede altro. La ringrazio mentalmente perché non mi ha neanche chiesto quale sogno mi tortura quasi tutte le notti. Anche perché varia sempre per finire allo stesso modo: con me in trappola. -Pronta per oggi?- squittisce eccitata prendendo la divisa della scuola, ma lei l'ha già addosso, quindi deduco sia quella mia. Sbuffo sonoramente e l'afferro in malo modo.

-Preferirei andare in una gabbia sigillata con una puzzola!- Ride portando le mani ai fianchi.

-Una puzzola? Ma non è pericolosa!- Chiude gli occhi in due fessure cercando di capire il motivo per cui abbia pensato a una puzzola e non ad un tigre o qualsiasi altro animale decisamente più pericoloso.

-Beh, lascia che si lasci andare e vedrai...- inclino la testa e lei si porta due dita sulla lingua, imitando un conato di vomito. Ridiamo di gusto. La puzza che emana dopo che alza la sua coda, quasi innocua, è suicida. Desideri tutto affinché smetta di insinuarsi nelle narici, perfino desiderare l'insensibilità olfattiva.

Le voglio già bene in una settimana passata insieme. E' così tenera e indifesa che suscita il mio lato protettivo. Guardo l'ora sulla sveglia che segna le 07:30 e decido di farmi una doccia. Qui si fa colazione alle 07:10, ma poco m'importa, non ho appetito.

Mentre sono dentro la doccia lascio andare qualsiasi sensazione brutta. Comincio a lavarmi con forza le braccia, passando più volte la spugna. Devo pulirmi, devo togliere ciò che c'è di sporco in me. Smetto subito, quando mi rendo conto che è stato un sogno, che sono al sicuro e che non mi ha toccata in realtà.

Una volta mi lavai con così tanta forza da procurarmi delle macchie violacee alle braccia, oltre quelle che avevo un po' per tutto il corpo.

Respiro profondamente e decido di uscire per scendere a fare colazione insieme agli altri. Mia desidera che tutti quanti facciano colazione insieme, questo ci fa sentire una famiglia.

Nessuno di loro ne ha mai avuta una o l'hanno avuta per un breve periodo della loro vita. E io? Io l'ho avuta? Non so rispondermi.

Metto la divisa, lavo i denti, pettino i capelli e applico un po' di mascara alle ciglia e un rossetto rosa opaco. Infine aggiungo anche un po' di blush alle guance. Arrivata al piano inferiore mi dirigo in cucina.

Mia parla con Tobia, il quale è seduto sulle sue gambe. Jade è seduta accanto a Simon, il quale parla con Luca a suo fianco. Gloria è ai fornelli, Bella è seduta a capotavola, di fronte Mia, e sta mangiando dei biscotti.

Manuel è poggiato al bancone della cucina, vicino la penisola in marmo lunga circa quarantacinque cm, con in mano il telefono, è così concentrato che è l'unico a non essersi accorto della mia presenza in cucina. La divisa maschile è formata da dei pantaloni neri, una camicia bianca con lo stesso stemma di quella delle ragazze e una cravatta azzurrina. Per il freddo, noto che hanno una giacca nera abbinata ai pantaloni.

-Ti sta benissimo la divisa tesoro- mi dice con un sorriso smagliante Mia, mentre Bella fa una smorfia, Jade sorride annuendo e i ragazzi mi guardano. Anche Manuel alza la testa dal telefono e mi guarda. -E' rimasto qualcosa per fare colazione, siediti pure- Indica le tre sedie vuote di fronte Luca e gli altri due.

-No, bevo solo un po' di camomilla- Mi avvicino al bancone vicino Manuel e apro lo stipetto. Fantastico, le tazze mettiamole nell'ultimo scaffale. Pur essendo abbastanza alta per essere una ragazza, mi servirebbero altri 10 cm per arrivarci. Cerco, comunque, di alzarmi sulle punte, ma non serve perché Manuel me ne prende una e me la porge. Guardo la tazza rossa e guardo lui. La deve smettere di essere così disponibile. Non ho chiesto il suo aiuto, perché deve fare così? Vedo Tobia posare nel lavandino il suo bicchiere così decido di prendere quello, sciacquarlo e versarmi la camomilla. Nel frattempo Manuel è rimasto con la tazza in mano e le sopracciglia alzate.

-Sul serio?- chiede sarcastico attirando l'attenzione di tutti. Odio avere gli occhi puntati addosso. Bevo un sorso del liquido giallino e lo guardo interrogativa.

-Non so di che parli- Alzo le spalle.

-Fanculo!- dice tra i denti e sbattendo la tazza sul bancone. Prende di fretta la sua giacca e se ne va. Finisco di bere la mia camomilla senza curarmi della sua reazione. Non voglio nulla da parte sua. E' così difficile da capire? Non l'ho mica preso a parole. Simon tossisce, mentre Mia va da Gloria dicendole qualcosa e scomparendo subito dopo.

-Jade, posso chiederti un favore?- Guarda la mia amica con uno sguardo... ammiccante? Alzo un sopracciglio mentre vedo Jade diventare rossa e con gli occhi lucidi. Ok, adesso ho la prova che Jade muore dietro Simon.

-D-dimmi pure- Jade, Dio! Non balbettare!

-Domani dovrei consegnare degli esercizi di inglese ma non ho potuto svolgerli..e mi chiedevo se tu potessi farmeli questo pomeriggio- Si gratta la nuca, scompigliandosi i capelli e Luca fa una smorfia sotto il naso. E' infastidito?

-Perché? Li possiamo fare oggi insieme- Simon si alza dalla sedia e mette la giacca per poi dare un colpetto al braccio di Luca, il quale si trova al posto di Mia adesso, di fronte Bella.

-Oggi non posso... devo fare un progetto a scuola e...-

-Ma se devi uscire con Camilla!- dichiara Luca alzandosi e mettendo il cellulare in tasca. Non ci credo! Che stronzo! Ha capito che Jade ha una cotta per lui e usa questo per avere dei favori. Simon lo guarda storto e subito dopo rivolge lo sguardo più dolce alla moretta.

-Beh sì..ma se non vuoi darmi una mano, lo capisco, non sei obbligata- dice abbassando il capo e con tono dispiaciuto. Sei un furbone, eh! Credi che funzionerà? Ti sbagli di grosso.

-No, va bene. Te li faccio!- Cosa? Simon le sorride ringraziandola. Si avvicina e le dà un bacio sulla guancia.

-Jade..hai..un po' di bava, qui, proprio sul mento- dice velenosa Bella passando l'indice sul punto indicato e facendo diventare paonazza Jade. Oh, ora la picchio. Sto per rispondergli ma Tobia chiede a Bella un biscotto. Ma visto che è l'ultimo rimasto, è già stato morso. Lei sta per darglielo ma lo tolgo dalle mani di Tobia velocemente.

-Ehi! Quello era mio!- Aggrotta le sopracciglia. Gli sposto il ciuffo.

-Non puoi mangiarlo, Tobi- Mi guarda interrogativo, sta per rispondermi ma lo precede Bella.

-Perché non potrebbe?- Sorrido, speravo che lo chiedesse.

-Semplice, perché potresti avvelenarlo con la tua lingua biforcuta- Mi alzo e sento ridere tutti, tranne lei. Diventa rossa dalla rabbia e sbatte i pugni sul tavolo. Apre la bocca pronta a rispondermi ma Mia la interrompe entrando in cucina.

-Ragazzi, forza! Fate tardi a scuola!-


-Sono già stanca- annuncio tragica poggiandomi sull'armadietto.

Jade sorride e prende il libro di letteratura, per poi chiudere il suo armadietto. Sono riuscita a farmi dare quello accanto a lei. Una gioia in un giorno. Il corridoio è immerso da un via vai continuo. Alcuni stanno andando a lezione chiacchierando del più e del meno. Altri sono ai propri armadietti aperti. Non ho visto ancora nessuno dei ragazzi.

-Ma se neanche hai fatto la prima ora perché mancava il professore!- Alzo le sopracciglia.

-E quindi? Sai che fatica stare seduta su quella sedia senza fare nulla?- Poggio la fronte sull'armadietto e comincio a dare dei colpetti. L'azzurro è ovunque. Gli armadietti sono azzurri, il cancello è di un azzurro più spento per via delle temperature a cui è sottoposto e la porta principale è blu. Ho il vago sospetto che alla preside piaccia particolarmente l'azzurro e le sue varie tonalità. Il telefono che mi ha comprato Mia si è scaricato, per giunta. E la noia si è impossessata di me -Voglio il mio letto, gli manco, lo so, me lo sento!- La faccio ridere e di riflesso lo faccio anche io. Mi fermo ripensando alla colazione e la guardo.

-Jade tu hai capito che Simon uscirà con una ragazza oggi?- Lei rimane stupita dalla mia domanda inaspettata. Stringe il libro fra le braccia e alza le spalle. -Non dici niente?-

-Che dovrei dire? E' la sua vita, fa ciò che vuole- Il suo tono è afflitto, lo percepisco.

-Certo! E mentre tu gli muori dietro ti usa per avere più tempo con le altre!- Strabuzza gli occhi.

-Non gli muoio dietro!- alza un po' la voce cercando di convincere più sé stessa che me. Si guarda intorno per controllare se qualcuno ci stia ascoltando. Si sta svuotando quasi tutto il corridoio. Alzo un sopracciglio.

-Va bene, fingiamo che sia tutto vero e che io sia diventata improvvisamente cieca e stupida, finendo per crederti...-

-E' vero!- mi interrompe ma io alzo la mano per fermarla.

-Allora perché hai deciso di fare i suoi compiti quando può benissimo farseli da solo?- Dischiude le labbra ma le richiude subito dopo. Abbassa lo sguardo sapendo che ho ragione. -Ehi...- Adesso il mio tono è più dolce.

-E' vero...- Sto per ribattere ma lei continua -Sono persa! Da più di nove mesi!- Assumo l'espressione più sorpresa.

-Nove mesi? Allora non è una cotta nata da poco- Deduco inclinando la testa, cercando conferme. Scuote la testa. E' così piccola!

-Ne sono innamorata- annuncia come se volesse avvisare sé medesima. -E' la prima volta che lo ammetto ad alta voce- Sospira e cerca di indossare un sorriso splendente. Ecco perché quel tono afflitto. Mi è tutto più chiaro. Ma quel sorriso non è sincero come dovrebbe. Ha sedici anni, è troppo giovane per soffrire così. Ma poi penso che la vita, con me, non è mai stata clemente. Altro che giovane! Adesso è passato però, adesso sono andata avanti. Mio padre mi ha sempre detto "Per quanto tu possa crederci, sei la ragazza più forte che abbia mai conosciuto". E non ci ho mai creduto o dato tanto peso, fino ad adesso. Aveva ragione. Chissà cosa avrebbero fatto le altre ragazze se si fossero trovate nella mia situazione. Ma io basto, nessun altro deve passare ciò che ho passato io. Lei ne è innamorata. Lei prova amore verso Simon. L'amore. Io non so cosa sia, non l'ho mai provato e non credo lo proverò mai. I ragazzi mi notano, non c'entra, sono io che non ho voglia di fidarmi. Non voglio e non posso permettermi di essere ingenua un'altra volta.

-Vedi? Queste notizie mi scombussolano così tanto che ora non posso più seguire nessuna lezione. Mi tocca andare a casa- Cerco di fare la stupida volendo togliere quel velo di tristezza negli occhi della ragazza più solare che abbia mai conosciuto. Non si sente ricambiata, le fa male, ma cerca di tenerselo per sé. Ride leggermente e capisco di aver fatto un ottimo lavoro. Ma davvero non sono pronta a seguire una lezione. E poi come fa Simon a non ricambiare? Lei è così bella, dolce, solare, tenera.

-Andiamo, che adesso abbiamo letteratura insieme- Mi prende sottobraccio tenendo il libro con l'altro braccio.

-Wui!- dico sarcastica facendola ridere ancora una volta. Si stacca.

-Ti adoro!- Sorrido ma subito dopo qualcuno le viene addosso facendola cadere per terra e farle scappare il libro dalle mani .

-Ma guarda dove vai babbea!- ringhia con rabbia una ragazza. Alta quanto me, con i capelli biondo scuro e lunghi. Assomiglia ad un ornitorinco per come si è conciata il viso. Un rossetto rosso acceso, il viso più rosa del normale e una matita, esageratamente accentuata, di colore verde. Verde? Ma sul serio? Forse, senza tre chilogrammi di trucco, sarebbe una bella ragazza. Sta dritta come se avesse ingoiato un bastone. Assomiglia tanto ad un'attaccapanni.

-S-scusami..- sussurra quasi Jade riprendendo il libro. Le vado vicino e l'aiuto ad alzarsi.

-Tutto ok?- chiedo mettendo una ciocca di capelli dietro l'orecchio. E' così indifesa. Annuisce flebilmente.

-Sai, esistono gli occhiali... sempre se te li puoi permettere- Ride beffarda facendo ridere un'altra ragazza al suo fianco. E' più bassa, mora con delle labbra molto più pronunciate dell'ornitorinco. Ed è meno appariscente. Neanche mi ero accorta della sua presenza. Vedo il viso imbarazzato di Jade e perdo la pazienza.

-Invece credo che tu non sia mai andata da un neurologo visto che in quella testa, ricoperta da extension, non esiste un cervello!- sentenzio con lo stupore di Jade e delle altre due.

-E tu chi saresti?- chiede indicandomi e guardandomi dall'alto verso il basso. Che c'è? Invidiosa?

-Colei che non ha bisogno di una tonnellata di trucco per poter apparire decente. Ma tu puoi chiamarmi Elena.- Prendo Jade per un braccio e le supero senza neanche voler sentire la risposta. Mi giro e le vedo ancora lì, ferme, immobili. Il corridoio ormai è deserto a parte la nostra presenza.

-Ah e dimenticavo- urlo un po' per farmi sentire e si voltano a guardarmi. -Ha chiamato il circo e rivogliono l'ornitorinco indietro- La indico. Jade soffoca una risata in gola ma dopo pochi secondi si lascia andare. Suona la campanella che segna la seconda ora. E stavolta ci dirigiamo in classe con l'immagine delle due a bocca aperta. 

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SPAZIO AUTRICE

Allora, intanto ringrazio tutte coloro che leggono la mia storia. Volevo sapere però cosa ne pensate dei personaggi, se riuscite ad immedesimarvi nella storia, per me è importante.

La storia sta prendendo un'altra piega, finalmente! D'ora in poi i capitoli saranno più lunghi e pieni di avvenimenti. 

Ci sono dei nuovi personaggi, che ne pensate? Chi sono queste due ragazze? Se foste state al posto di Elena avreste reagito alla stessa maniera?

Fatemi sapere attraverso dei commenti e dei voti, come vi sembra.

Ripeto: E' importante per me

BACI

-N :)

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