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Nuova casa

Terzo capitolo.

ELENA

Una volta arrivata al piano superiore vedo davanti a me un lungo corridoio di almeno dodici metri. Alla mia destra il muro è abbellito con varie foto di ragazzi ma non mi fermo a guardare per bene, o cercando di conoscere qualche viso nuovo.

Sospetto siano foto dei ragazzi che abitano qui. Alla mia sinistra ci sono ben quattro porte, le due centrali di colore rosso mentre quelle laterali sono di color arancione.

Ma qui stanno in fissa con questi due colori, o sbaglio? Gloria apre la prima porta e mi fa accomodare.

-Qui, di solito, vengono fatte le prove di recitazione, quando la sala a scuola è occupata dal corso di chimica. Mia la cede con molto piacere, ama i ragazzi- dichiara lasciando trasparire tutta la sua ammirazione per quella donna.

Mi sa che si fa voler bene dai ragazzi e da tutto il mondo. Comincio a guardarmi intorno la stanza e vedo dei cuscini enormi per terra di vari colori, uno specchio di fronte ad essi e qualche banchetto quadrato. Le pareti sono di color giallo. Colori molto tetri, direi. Ovviamente sono ironica. Sono un pugno nell'occhio.

La seconda porta conduce ad una stanza con tre letti. Uno di fronte la porta d'ingresso, con accanto un armadio formato da quattro ante, e gli altri due nella parete adiacente.

Vicino la porta d'ingresso ci sono due scrivanie abbastanza grandi per quattro persone, con qualche foglio sparso e dei libri sopra. Altri libri sono posizionati su degli scaffali. Dentro la camera, nella parete di fronte a quella con due letti, noto una porta, accanto alla libreria, e guardo Gloria in cerca di una spiegazione.

-Questa è la camera dei ragazzi, si deduce dalle pareti color azzurrino. Comunque, quella porta conduce al bagno comune, al quale si può accedere anche dalla porta lungo il corridoio. Vieni, te lo mostro-

La seguo e vedo un bagno quasi enorme. Di fronte c'è un'altra porta e verso destra, dopo qualche metro se ne trova un'altra, deduco sia quella lungo il corridoio.

-Quella porta è della camera delle ragazze- aggiunge Gloria indicando la porta di fronte. Ci sono tre docce, una accanto all'altra, azzurrine, sembrano quelle degli spogliatoi.

A fianco alla porta, la quale dovrebbe condurre verso la camera delle ragazze, è presente un armadio molto ampio, con degli scaffali ben in vista, i quali mostrano delle tovaglie di diverso colore e di diverse grandezze.

Vicino la porta dei ragazzi, invece, ci sono due cabine, come quelle dei bagni pubblici, però di colore rosso. Apro una porta e vedo un water...come immaginavo!

Accanto al secondo, ci sono tre lavandini condivisi da una lastra di marmo color nocciola, sopra i lavandini uno specchio lungo quanto la lastra. Che dire? Tutto bellissimo.

-Posso?- chiedo a Gloria, avvicinandomi alla porta vicino gli armadietti, che conduce nella camera delle ragazze.

Annuisce, così entro. Ha le stesse dimensioni e disposizioni della camera dei ragazzi,con la differenza che c'è un letto per ogni parete, solo che le pareti sono sul fragola e un letto è privo di lenzuola.

-Quel letto è sempre stato vuoto. Forse il destino l'aveva riservato a te- dice Gloria stringendomi le spalle con affetto. Non faccio in tempo a dire qualcosa che qualcuno apre di scatto la porta, quella del corridoio, ed entra in stanza.

-Giuro che un giorno Simon si ritrova senza... Uh-

La ragazza si ferma notando delle persone in camera sua. E' diversa da Bella.

E' più bassina, ha i capelli lunghi fino alle spalle, castano chiaro, gli occhi grandi color castano ed è vestita con quella che doveva essere la divisa della scuola. Una gonna a campana, cinque centimetri sopra il ginocchio, nera a vita alta e una camicia bianca dentro essa.

-Jade, questa è Elena, si fermerà qui con noi-

-Per il momento- apostrofo Gloria, la quale ripete ciò che dico ridendo.

-Vi lascio sole così vi conoscete. Per qualunque cosa, sono con Tobia in salotto- Ed esce dalla camera.

-Ehm... mi dispiace per l'entrata in scena teatrale... ma sai, corso di recitazione, scena teatrale... vanno di pari passo- dice gesticolando con la mano. Sembra più simpatica dell'altra.

-Tranquilla. Gloria mi stava facendo vedere la casa. E' gigantesca!-

-Sì, Mia l'ha comprata apposta- mi sorride ed io ricambio. La sua solarità è contagiosa. -Allora, penso tu abbia bisogno di una doccia. Ti conviene farla ora che i ragazzi non ci sono e non rompono le palle. Però prima...- Mi prende un polso e mi guida verso un armadio vicino al letto disfatto. Fa uscire dall'armadio una scatola e mi mostra il contenuto.

-Scegli le lenzuola che vuoi- Alza la testa per guardarmi, visto che si è piegata sulle ginocchia. Mi mordo il labbro cercando di scegliere. Alla fine scelgo quelle color panna.

-Perfetto! Ora, scegli qualcosa da mettere- Si alza e apre la seconda anta mostrando sette scaffali, quattro vuoti e tre pieni di tute, canottiere e pantaloncini.

-Le cose che vedi non sono né mie e né di Bella. Mia le compra quando va a fare shopping e li lascia qui. Solo che io e Bella abbiamo le nostre cose nei nostri armadi... quindi puoi prendere ciò che vuoi- Faccio una piccola 'o' con la bocca. Apre la terza anta. - Questa è vuota, potrai metterci le tue cose-

-Fa tutto questo per voi?-

-Chi? Mia?- annuisco. -Sì, per noi farebbe di tutto. Ci ha aiutati quando il mondo intero si era scordato della nostra esistenza. Lei... lei è speciale- dice con gli occhi lucidi.

E' davvero tenera questa ragazza. Ci dirigiamo in bagno. -Cosa molto importante: quando ti lavi devi chiudere a chiave la porta dei maschi e quella comune. E appena termini devi aprirle entrambe perché sennò succede il putiferio!-

Dopo aver indicato le rispettive porte si porta una mano in fronte. E' proprio tenera ed è anche molto carina. Le sorrido. - Adesso vado a prendere una camomilla per calmare i nervi, tu fai pure come preferisci. Nel frattempo ti preparo il letto- fa per andarsene ma io la fermo.

-Perché sei così disponibile?- Perché in quella casa sono tutti così amabili? Salvo Bella, quella è odiosa. Jade fa spallucce e mi sorride.

-Perché prima di conoscere Mia, non sapevo di avere un bisogno estremo di gentilezza e cordialità. E ora che ne ho ricevuto abbastanza, non mi va di tenerla tutta per me- Muovo leggermente il capo su e giù facendo intendere che avevo capito. -Vado!-

Urla quasi, uscendo dalla porta delle ragazze. Rido appena, forse non sarà così male stare qui per qualche tempo. Scendo velocemente le scale, recupero le buste dal divano e le sistemo nel mio nuovo armadio, quasi vuoto.

Saranno cinque giorni che non faccio una doccia! La palestra pubblica è stata chiusa per disinfestazione. Certo, un giorno sì e uno no, quando usufruivo delle docce, rimettevo gli stessi vestiti e lo stesso intimo, ma almeno ero pulita.

Preferisco vivere per strada che in quell'inferno, chiamato casa. Scelgo l'intimo nero e mi alzo sulle punte per arrivare al ripiano delle canottiere. Scelgo una maglia verde semplice e un pantalone di tuta grigio.

Una volta in bagno, come consigliato da Jade, chiudo le due porte a chiave e scelgo una tovaglia per i capelli e una per il corpo. Noto in uno scaffale dei rasoi nuovi, così ne prendo uno. Ho proprio bisogno di questo aggeggio. Mi spoglio ed entro in una delle docce.

Chiudo gli occhi beandomi di quella sensazione così comune e normale, un tempo. E pensare che fino a qualche tempo fa volevo farla finita. Ma non sarebbe stata una scelta coraggiosa. Scappare sì? Sì, se l'alternativa era morire ogni giorno sempre di più.

Dopo mezz'ora piena, chiudo il getto d'acqua, avvolgo i capelli in un asciugamano e con quello più largo penso al corpo.

Penso a quello che mi ha detto Jade: "Appena termini devi aprirle entrambe" , così apro entrambe le porte e mi chiudo nella mia nuova camera. Dopo essermi asciugata e messo l'intimo, sciolgo l'asciugamano in testa sfregando per qualche secondo. Mi vesto e sospiro. Devo pettinare i capelli, in bagno dovrebbe esserci, di sicuro, una spazzola.

Lascio l'asciugamano sul letto, sistemato da Jade, che tenera, e mi dirigo in bagno. Quando apro la porta vedo un ragazzo senza la maglia che sta per sbottonarsi i pantaloni neri. L'imbarazzo cresce alle stelle quando lui si accorge della porta e si abbottona velocemente i pantaloni.

-Oh scusa, i-io...-

-No, sono io l'idiota che non ha chiuso la porta- dice di fretta.

E' davvero un ragazzo bellissimo. Alto 1,75, capelli corvini, labbra carnose, occhi grandi color castano, ma di un castano mischiato al miele, contornati da ciglia lunghe. Pelle ambrata, muscoloso ma non troppo. Ha anche un orecchino e la barba, non troppo lunga.

Ha un difetto però: è pieno di tatuaggi. Il braccio sinistro, compresa la mano, è pieno. Anche quello destro è pieno. Dopo qualche secondo di silenzio pieno di imbarazzo, in cui anche lui mi studia, decide di parlare.

-Tu sei la ragazza nuova?- dice sorridendo. Alzo le sopracciglia così lui si affretta a continuare -Jade quando ci ha visti ha detto, testuale: "Non avete idea di quanto sia bella la ragazza nuova"-

-Ah- dico imbarazzata e distogliendo lo sguardo. L'armadio accanto a me ha bisogno di qualche attenzione.

-E direi che ha pienamente ragione- aggiunge. Gli sorrido ma stavolta è un sorriso sforzato e lui se ne rende conto. -Comunque io sono Manuel- mi tende la mano. Gliela stringo.

-Elena- Lui sorride ancora e si porta una mano per scompigliare il ciuffo.

-Se vuoi ti faccio fare un giro per la casa e...-

-No grazie, ci ha già pensato Gloria- dico interrompendolo. Lui è troppo bello e la sua gentilezza non è per niente gradita. Sembra rimanerci un po' male ma continua comunque senza farci caso.

-Quindi resterai qui...-

-Solo perché Mia mi ha costretta- sbuffo infastidita e allontanandomi di qualche centimetro dal moro.

Da più vicino i suoi occhi sono ancora più belli. Perché gli sto facendo dei complimenti? Sorride, mostrando denti perfetti e bianchi e mettendo le mani in tasca.

-Sì, ha quest'abitudine... comunque, semmai avessi bisogno di qualcosa puoi chiedere- dice gentilmente. Oh, so dove vuoi andare a parare. Siete tutti uguali.

-Tranquillo, semmai avessi bisogno sarai l'ultima persona che cercherò- sorrido acidamente e mi dirigo alla porta, lasciandolo fermo lì, visibilmente stupito.

-Senti, che problema hai?- ringhia quasi. Che c'è? Manuel non è più gentile? Prevedibile. Lo guardo.

-Nessun problema. Solo non voglio aver alcun tipo di legame- spiego calma.

Lui strabuzza gli occhi e mi guarda come se fossi un alieno. Sto per chiudere la porta alle mie spalle quando lo sento parlare.

-Jade si è dimenticata di dire che sei stronza-

-E' un pregio che non mostro a chiunque, non mi piace vantarmi-

Chiudo la porta alle mie spalle e sospiro. Perfetto! Ma stavolta sono preparata, non sarò così ingenua da cascarci.

Nessun bel ragazzo apparentemente gentile dovrà avvicinarsi a me, tanto meno essermi amico. Devo ammettere che ho provato quasi la stessa sensazione quando mi ha sorriso in quel modo..ecco perché ho preso le distanze. Ed ecco perché tra me e Manuel non ci sarà altro che un saluto.

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Ciao a tutti coloro che leggono questa storia.

#586 in tendenze e sono solo al terzo capitolo, adesso, wow! Grazie ancora.

Ditemi cosa ne pensate in un commento e con un voto, aggiornerò più in fretta e spesso in questo modo ;)

La storia fino al quarto capitolo sarà un po in fase di stallo perché voglio presentarvi i personaggi e farvi entrare di più nella storia. Ma vi assicuro che dopo ne succederanno delle belle. E i capitoli saranno più corposi.

Non volevo fare la solita storia, quindi non avete idea che piega prenderà più in là.

Ok, ho smesso di parlare a vanvera. Fatemi sapere che ne pensate, per me è importante.

BACI :* -N :)

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