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Kara osservò la mappa. Erano passati ormai tre giorni da quando erano andate a visitare Mactans. Avevano fatto varie ricerche per scoprire dove i cacciatori erano stati rinchiusi. I cacciatori si occupavano di punire coloro che non rispettavano le regole. Ma se ne occupavano i demoni, dotati di una capacità di giudizio maggiore rispetto agli umani. Questi ultimi reagivano d'impulso, facendo danni.

Quindi i trasgressori di questa legge venivano rinchiusi dentro delle celle sotterranee.

"Secondo le indicazioni dovrebbero trovarsi al Piano del Purgatorio. Ad est di qui"

I cavalli neri che trasportavano le due lupe nitrirono, avanzando al galoppo verso la destinazione.

Un'enorme spiazzale ricoperto dal prato, umido per l'umidità. Si vedeva solo una piccola cabina col tetto arrugginito, una vecchia donna compilava delle carte ed osservava con circospezione le due licantrope. Scesero dai cavalli e li legano alla staccionata che costeggiava la piccola e vecchia costruzione.

"Siamo della C.P.L, simo qui per parlare con due detenuti"

Disse Manahra estraendo il distintivo rappresentante la mezza luna dalla tasca dei pantaloncini. Lo stesso fece Kara.
La vecchia signora li analizzó per un paio di minuti per poi premere un pulsante verde.

Un ascensore spuntò dal terreno. Entrambe presero posto nell'abitacolo.

"A chi dovete parlare?"

"Paul Smith e Leonard Revoir"

La donna trafficó con un paio di leve ed in un attimo le due ragazze si ritrovarono in un enorme corridoio.

Delle targhette con su scritto il nome di coloro che avevano avuto la sfortuna di ritrovarsi lì erano appese alle porte d'acciaio. Diversi lamenti giungevano alle loro orecchie orecchie mentre cercavano con lo sguardo i nomi dei due prigionieri. Una volta che trovarono la porta giusta si infilarono velocemente in una cella, dopo aver fatto vedere le tessere anche al demone di guardia alla porta.

Entrambi gli uomini avevano circa cinquant'anni. Erano sdraiati sui loro rispettivi letti ed osservavano le due estranee.

"Alzatevi, umani."

Ubbidirono subito all'ordine di Kara.

"Voi siete qui perché responsabili di aver svolto i compiti di un cacciatore e di conseguenza, aver ucciso Piper Sheen e Denny Sheen."

Fu sempre la maggiore a parlare. L'altra ragazza era troppo impegnata a guardarsi in giro. Non le piacevano gli spazzi stretti, per questo adorava viaggiare a cavallo.

"Cosa volete, luride lupe?"

Disse Leonard con disprezzo. Quelli come loro odiavano con tutto il cuore i demoni ed i licantropi.
Manahra cercò di mantenere la calma. In un'altra situazione avrebbe ucciso i suoi due interlocutori. Anche a mani nude.

"Farò finta di non aver sentito... Bene. Avete avuto più notizie dei loro figli? Aaron e Aronne."

Paul ghignó ed incrociò le braccia al petto, sistemandosi meglio sul letto scomodo.

"Perché dovremmo dirlo a voi?"

"Perché se una sola parola negativa su voi due si diffonde là fuori... siete rovinati"

Leonard e Paul sbuffarono, infastiditi da quella minaccia. Era vero. Poteva succedere di tutto a coloro che si comportavano in modo non adeguato.
"Subdole schifose-"

Non finì di parlare che Kara puntò la sua lama celata dritto alla sua trachea. L'uomo deglutì rumorosamente.

"Abbiamo cercato in lungo ed in largo quei ragazzini ma senza successo. Però... due anni fa è venuto qui a parlarci un uomo dai capelli rossi."

"Potete descriverlo brevemente?"

Entrambi gli uomini si concentrarono parecchio per ricordare l'aspetto del giovane... ormai l'età giocava brutti scherzi. Non erano più i ventenni che si divertivano a far fuori intere famiglie di ibridi e non solo per divertirsi.

Le due licantrope d'altro canto rimasero sorprese. Allora Aaron non era scomparso tre anni prima, ma si avevano ancora notizie di lui!

"Non era molto alto, i capelli li aveva legati in due code. Ed aveva gli occhi verdi."

Kara estrasse una foto del giovane ragazzo dai capelli rossi e la porse ai due uomini. Era la foto più recente. Aveva ventisei anni in quell'immagine. Sorrideva, mentre annusava un fiore.

"È lui?"

Smith e Revoir annuirono. Erano entrambi leggermente sotto shock. Guardavano la foto come se stessero rivivendo ricordi del passato... ricordi che, almeno negli ultimi anni della loro vita, avrebbero dovuto lasciarli in pace.

"Cosa è venuto a dirvi?"

Chiese spazientita Manahra. Estrasse una penna a sfera ed un blocco di fogli stropicciati dalla borsa a tracolla che aveva portato.

"È venuto a dirci che la sua vita non aveva più senzo e... che voleva vedere i volti di chi aveva ucciso i suoi genitori. Voleva vedere le prime persone che hanno fatto di lui quello che era... un guscio vuoto. Così ha detto"

Sia Kara che Manahra potevano sentire le scariche di adrenalina scorrere attraverso i loro corpi.
Avevano una nuova pista, finalmente!
"Vi ha accennato, anche se di poco, il luogo in cui si stava dirigendo?"

Entrambi gli esseri umani scossero la testa in segno di dissenso.
Ricordavano bene l'intera scena. Lo sguardo perso del ragazzo mentre parlava con loro... era troppo orribile per non essere ricordato.

"Bene. Le vostre informazioni sono state utili per l'indagine che stiamo conducendo. Prendete questa."

Manahra prese dalla borsa un sacchetto di pelle bianca, chiusa da un laccio blu.
Loro osservarono il sacchetto incuriositi ed allo stesso tempo sospettosi ma lo presero comunque.

"Che roba è? Volete farci finire nei guai? Dannate bastrade..."

"Chiamaci ancora luride o bastarde e giuro che vi taglio le dita una ad una e ve le faccio mangiare."

Leonard sospirò piano per la paura ed il nervosismo. Aprì il sacchetto, colmo di povere nera.

"È della povere sonno eterno. Un veleno che si respira. So come si ci sente chiusi in una stanza e senza via d'uscita e so che voi desiderate la morte più di ogni altra cosa come un tempo l'ho desiderata io"

Gli umani restano con lo sguardo fisso sulla poverina e piansero. Le lacrime bagnarono i volti segnati dalle rughe dei dei uomini. Finalmente erano liberi.

Le due fecero per andarsene ma vennero fermate dalla voce di Paul.

"Lupa. Come sai cosa si prova? Hai detto di aver conosciuto il desiderio di morire."

La ragazza dai capelli corti si girò e sorrise, poggiando la mano sulla spalla della compagna.

"Questo non devo dirlo di certo a voi... non credete?"

Ed uscirono, chiudendosi la porta si metallo alle spalle. Salutarono con un cenno la guardia, presero l'ascensore e liberarono i cavalli. Correndo via, dirette ancora una volta alla C.P.L.






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