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Si sentiva stordito. Aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco. Si trovava in uno spazio grande quanto uno stanzino per le scope ed erano... in movimento. Lo capiva dai violenti scossoni e dal rumore e lo stridio che produceva il veicolo... forse era in una carrozza o magari su un treno. Era più probabile la seconda.
"Cosa ne dobbiamo fare del bambino?"
Chiese una voce che Crismal stesso attribuì ad Haber. Rabbrividí.
E dire che pensava di essere morto. Passato oltre o simili. Voleva andare dalla sua mamma e dal suo papà, entrambi morti. Non aveva la certezza che il padre fosse stato ucciso ma se lo sentiva... quel vuoto che gli schiacciava come un macigno il petto era la sensazione di essere da solo. Senza nessuno.
"Non lo sò. Lo vogliamo tenere per un pò? Per scopi... personali?"
J e K risero. Il modo in cui parlavano del suo essere, come se fosse un oggetto. Un pezzo di carne che respira, senza sentimenti... lo fece sentire male. Represse un conato di vomito, portandosi le mani legate alla bocca.
Sentì uno dei demoni trafficate con dei pulsanti ed in un attimo l'abitacolo si riempì di gas soporifero.
Avevano capito che era sveglio?
Come?
Delle telecamere, sicuramente.
Annaspó in cerca d'aria, ma lo spazio in cui era rinchiuso era troppo stretto e subito cadde in un sonno profondo.
***
Provava ad aprire gli occhi, non riuscendoci. Era bendato e sdraiato su una fredda e dura superficie di ferro.
Riusciva a sentire il gelo penetrare fin dentro le ossa, facendolo rabbrividire.
Sentì un riflettore accendersi e riscaldare appena il suo corpo. Non aveva la minima idea di dove si trovasse e ciò lo faceva andare in agitazione.
D'un tratto percepí una mano poggiarsi alla sua pancia nuda. Provò ad urlare ma il bavaglio glielo impediva. Sentì una lama tracciare un percorso che andava dalla base del collo al ventre, si lamentò e cercò di liberarsi dalle catene che lo tenevano inchiodato lì.
"Buono... che buon sapore"
Haber. Era lui, non c'erano dubbi. Il suo dito lo sfiorava, fermandosi ogni tanto per leccare via il sangue caldo dal polpastrello.
"Avevi ragione... è superbo"
Questo era J, che imitó il compagno segnando con lo stesso coltello. Tagliò la pelle vicina alle clavicole e poggió le labbra sulla linea appena segnata. I tre demoni continuarono a recidere la pelle di Crismal senza riguardo, il piccolo aveva cominciato a piangere incontrollato ed i trio aveva tolto la benda dalla sua bocca in modo che non morisse soffocato.
Voleva andare dalla sua mamma.
Ma non poteva. Il destino gli aveva giocato questo scherzo, la sua vita era nelle mani del fato... che aveva deciso per lui. Tutto era già stato scritto.
Una volta che finirono di cibarsi del suo corpo lo lasciano in una camera.
Non aveva la forza di scappare. Gli avevano fatto ingurgitare una pozione cicatrizzante e poi lo avevano gettato lì, ancora bendato.
Tolse il pezzo di stoffa dagli occhi e si guardò attorno. La stanza era dipinta di bianco ed il pavimento era di moquette nera, due piccoli letti erano divisi da una tenda. Inoltre vi erano un armadio ed una scrivania piena zeppa di fogli e matite colorate.
"Chi è là?"
La testa di una bambina fece capolino da dietro la tenda. I capelli ricci di un improbabile color verde prato erano lasciati liberi di svolazzare per aria, i suoi occhi erano bianchi e cupi.
La bambina si alzò e fece qualche passo a tentoni, cercando di non sbattere sui mobili.
Indossava un abitino azzurro con dei piccoli ricami bianchi.
"Ripeto: chi è là?"
Chiese di nuovo lei, alzando di più la voce ed afferrando con una certa difficoltà un bastone per non vedenti poggiato al muro.
"Anche se sono piccola e cieca faccio male se ti colpisco! Chi sei?!"
"Crismal. Questo è il mio nome"
La bambina abbassò l'arma improvvisata e cominciò a camminare fino a raggiungere il biondo di fronte a lei, colpendolo piano col bastone.
"Non ho mai sentito questo nome"
"Mi hanno rapito"
Spiegò lui, strofinandosi le braccia ora coperte da un maglione beige. La bambina non sembrava affatto stupita da quella affermazione.
"È stato Haber, vero? Lui ed i gemelli?"
"S-sì... come fai a-"
"Io so tutto. Sono la figlia del 'Signore del tutto e del niente'. Chiamato Zekielle, figlio legittimo di Lucifero. Il grande signore dell'oblio. Il mio nome è Luana"
Lui allora fece un inchino, come gli aveva insegnato suo padre. Damien gli raccontava spesso dell'antica famiglia dei demoni... gli mancavano quei racconti.
"Non inchinarti, non ne vedo il motivo"
Il biondo si alzò di scatto e la guardò bene negli occhi.
"Come hai fatto...?"
Luana ridacchió, poggiando una mano sulla spalla di Crismal. Per poco lui con urlò per il dolore, ma si trattenne.
"Sento lo spostamento d'aria... ora siediti. Mi hanno portato da poco il pranzo. Io non mangio tutto, mangia con me"
Sì sedettero insieme sul pavimento a consumare insieme i quattro sandwich.
"Perché non sei con tuo padre? Voglio dire... sei una figura importante, credo"
Lei bevve un sorso d'acqua dalla bottiglietta di plastica mentre rifletté sulla risposta da dare.
"Non mi piace stare con troppa gente. Preferisco stare qui. E poi i miei genitori mi tengono compagnia quando finiscono col lavoro...
e tu... Perché sei qui?"
"Sono quello che loro chiamano 'ibrido'. Non mi hanno ancora ucciso perché il mio sangue è buono. Così dicono"
La bimba dai capelli verdi avvicinò le mani al volto di Crismal, accarezzandolo.
"Cerco di immaginare come sei fatto"
Si scusò lei, ritraendo le mani.
"Perché hai i capelli di quel colore così bizzarro?"
Disse Crismal, preso dalla sua infantile curiosità.
Raccolse il vassoio e lo poggió sulla scrivania, dopo buttò nel cestino accanto alla porta i bicchieri e ls bottiglietta.
"Mi sono versata addosso una boccetta di pozione cambia colore. I miei capelli cambiano tonalità ogni tre ore!"
Risero di gusto, come entrambi non facevano da molto tempo. Crismal in sua compagnia si sentì così spensierato!
"Ti hanno fatto male quando ti hanno tolto il sangue?"
"Un pò"
Era una bugia bella e buona. Aveva bruciato come l'inferno.
"Dirò loro di non farti più male! Nessuno fa male ai miei amici!"
Dopo quelle parole la piccola Luana si gettò di scatto verso Crismal, soffocandolo in un caldo abbraccio. Di quelli di cui sentiva la mancanza sulla pelle.
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