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"Vai a farti una doccia. La tua veste verrà portata a lavare"

Disse con quanto più tatto possibile. Quel piccoletto ne aveva passate tante, non voleva fare lo scorbutico insensibile con lui. Crismal si strinse al bastone ed annuì con vigore.

"Posso portarlo, vero?"

Chiese in un sussurro, guardando negli occhi Sinedrial, che si prese qualche secondo ad osservare il colore particolare dell'occhio del più piccolo. Aveva provato una sensazione del genere per lo sguardo di qualcuno... tanto tempo fa.

"Certo... Maria, mostragli il bagno e dai l'abito sporco ad Eliseo. Poi ci penserà lui"

La serva lo accompagnò al piano di sopra, il piccolo demone riusciva appena a reggersi in piedi. Tremava, e ad ogni scalino sentiva una fitta di dolore partire dalle anche ed espandersi in tutta la schiena.
Il primo corridoio del piano superiore aveva una pavimentazione in legno ed i muri dipinti di bianco con decori color oro. Pieno di porte, tutte nere tranne una dipinta di verde smeraldo (lo studio) ed una dipinta d'azzurro, quest'ultima conduceva ai servizi.

Maria la aprì, per essere un semplice bagno era davvero spazioso. La cosa che colpì di più il biondo fu la vasca da bagno ampia e circolare, ad angolo. Il lavandino era posto davanti ad uno specchio ed accanto ad esso un mobiletto, poi il wc ed un armadio a due ante. Tutto nei toni del celeste.

Crismal posò il batone in un angolo e si tolse lentamente la veste e poi l'intimo, porgendoli alla ragazza. Non la guardò in volto per il troppo imbarazzo.

"Se hai bisogno di me chiamami"

Disse lei per poi uscire, lasciandolo solo. Lui sospirò e si guardò allo specchio, il suo corpo era pieno di tagli e contusioni. Il biondo osservò inorridito il suo corpo e percorse con il polpastrello una cicatrice sulla spalla destra, ormai cicatrizzata.

"Come me li sono fatti questi? Se solo riuscissi ricordare..."

Non riusciva in alcun modo a risalire ai ricordi prima dell'ultimo anno. Quando venne preso in custodia, se così si poteva definire, del venditore di schiavi. Ci provava a ricordare anche solo spezzoni della sua infanzia ma non ci riusciva.

Lui spostò il ciuffo che copriva il suo occhio e toccò la benda che era cucita direttamente sulla carne che ricopriva l'orbita oculare.
Non aveva idea di chi l'avesse messa. Dannata amnesia.

Riempì la grande vasca e alla fine si immerse nell'acqua tiepida, portandosi le gambe al petto e stringendole.

Sinedrial, intanto, si era chiuso nel suo ufficio per svolgere alcune pratiche. Aveva ricevuto diverse lettere, alcune dalla 'Lega dei demoni' il posto in cui lui... lavorava (se così si poteva definire), alcune da sua sorella Sinairei ed altre da Mactans che lo informava che le pillole contro l'orticaria erano pronte e che Hanna gliele avrebbe portate.

Quando stava per aprire l'ennesima lettera la porta dello studio si aprì;
Rivelando il servo dai capelli color castano chiaro, legati in una coda di cavallo con in mano una lettera.

"Le signorine Kara e Manahra le hanno portato una lettera"

Il demone annuì, il giovane si avvicinò e poggió la busta sulla scrivania piena di fogli e lettere per poi congedarsi.

Il sigillo rosa rappresentante una campanula lo fece rabbrividire, taglio la busta con il coltello apposito ed aprì la lettera.

Sinedrial caro

Sei cordialmente invitato alla celebrazione dei nostri 5.000 anni. Spero di vederti, a casa nostra alla Via dei Dannati. Giorno 27 di questo mese. Indossa una maschera.

Con affetto

Vostra, Liselotte

Sinedrial sospirò irritato, affondando nella sedia. Ci mancava anche questa.

***

Crismal uscì dalla vasca, avvolgendo il suo corpo mingherlino nella grande asciugamano e si sedette sul bordo della vasca, aspettando Maria con una mano poggiata sull'occhio bendato. Dopo qualche minuto la ragazza gli portò la sua adorata veste e l'intimo.
Prese l'indumento in mano e lo annusó, aveva odore di muschio bianco.
Il biondino osservò la mora, che sembrò capire ed uscì dalla porta dopo avergli sorriso. Lui si rivestí e si asciugò i capelli per poi andare fuori dal bagno, sempre stretto al suo bastone.
Maria gli porse la mano, sorridendo.

"Come avrai già capito, io sono Maria"

Lui la strinse, sorpreso. Tutti sembravano incuriositi e allo stesso tempo riluttanti nei suoi confronti... lei, notando la già evidente confusione e timidezza del biondo, fece il primo passo.

"Crismal. Grazie per avermi pulito i vestiti"

Maria, che non smise un attimo di sorridere, lo trascinò con quanta più delicatezza possibile verso la porta verde per poi bussare.

"Avanti"

Aveva risposto Sinedrial da dentro la stanza, la serva aprì la porta e spinse piano il piccolo dentro.

"Ci vediamo dopo, tesoro"

Sussurrò lei, uscendo per dirigersi al piano di sotto.

"Crismal, ho bisogno di farti qualche domada"

Disse il moro, unendo le mani e poggiandoci sopra il mento. E ora? Lui non ricordava nulla. Cosa avrebbe risposto? Sì sentiva così inappropriato ed inutile in quel momento.
Abbassò lo sguardo, sedendosi in una delle due poltroncine davanti a Sinedrial.

"Quanti anni hai?"

Almeno a questa cosa poteva rispondere era una delle poche cose che riusciva a ricordare.

"Sedici"

Il demone di fronte a lui inarcò un sopracciglio, sorpreso. Aveva a che fare con un demone al primo stadio di vita... la vita umano-demoniaca. Cioè i primi cento anni di vita. Sinedrial ricordava quel periodo con una certa 'gioia'... ora erano circa sei millenni che era in vita.

"Da dove vieni?"

Ecco. Da qui in poi non riusciva a rispondere. Da dove veniva?

"Non mi ricordo"

Era arrossito fino alla punta delle orecchie. Quella situazione era imbarazzante, se si aggiungeva anche la timidezza del più piccolo...

Non era la prima volta che Crismal gli rispondeva così. Ciò gli diede fastidio. Avere qualcuno in casa e non sapere nulla della sua vita lo metteva in agitazione. Doveva sapere tutto di tutti.
Decise di provare un'altra tattica.

"Cosa ricordi di preciso?"

Un leggero panico fece tremare in biondino, che strinse compulsivamente l'oggetto di legno in mano. Boccheggiava leggermente.

"Nulla. Non so nulla della mia vita. Te l'ho già detto. Quindi perché devi chiedermelo?"

Sussurrò mordendosi il labbro inferiore, sempre con lo sguardo basso. Sinedrial sospirò, era al limite. Chi era lui per parlargli così?

"Ultima domanda e poi Maria ti porterà a vedere la tua camera. Cosa nascondi qui sotto?"

Si alzò dalla poltrona dove era in precedenza seduto e sfiorò il ciuffo di capelli con la mano.

"Non posso dirtelo"

Crismal sussultó e provò a scacciare via la mano del maggiore, ma quest'ultimo lo prese per il polso. Il piccolo emise un mugolio di dolore e lo guardò negli occhi.

"M-mi fai male..."

Sinedrial avvicinò le labbra al suo orecchio, tenendo la presa salda sul polso. L'altra mano del biondo arpionó la camicia del demone dai capelli d'ebano.

"Parliamoci chiaro... io ti ho comprato e tu sei uno schiavo. Se ti chiedo di fare qualcosa tu la fai... mi sono spiegato?"

Sussurrò al suo orecchio. Uno schiavo... già. Era solo questo. Non era nulla di più e non poteva essere meno di ciò che già era. Non valeva nulla. Una lacrima abbandonò il suo occhio, rigandogli una guancia.
In breve tempo cominciò a piangere in modo pietoso.

"Ti prego, lasciami... basta..."

Sinedrial sentì i cosiddetti sensi di colpa bruciargli nel petto. Era stato troppo rude e... cattivo. Anche i demoni provavano emozioni come la compassione, non esistevano più già da tempo i demoni conquistatori che uccidevano tutto ciò che si trovava sulla loro strada. Lui era solo un ragazzino che soffriva di una qualche amnesia permanente, senza casa o famiglia. Non doveva trattarlo così.
Lo lanciò andare e lo guardò in volto, l'occhio visibile era lucido dal pianto e tremava tantissimo. Doveva essere anche molto debole.

"Scusa... io non-"

Venne interrotto dal biondo prima di poter dire altro.

"Va bene così... ora ti faccio vedere"

La sua voce era appena udibile, portò una mano sui capelli e li tirò indietro. In modo da rivelare la benda, si sarebbe aspettato una valanga di insulti o magari delle domande poco gradite. Invece Sinedrial non fece nulla di tutto questo.

Semplicemente lo abbracciò.

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