13
Era passata da poco un'ora. Crismal era ancora al proprio tavolo. Per noia aveva deciso di provare il sangue che un cameriere gli aveva servito. Era più acido di quello a cui era abituato... ovvero quello di Sinedrial.
Lo osservava da lontano, bevendo ogni tanto dal calice.
Una noia mortale, a dirla tutta. Ma che altro poteva fare?
Stava proprio per prendere un altro calice, quando sentì una mano poggiarsi sul suo ginocchio.
Si girò verso il proprietario che aveva cominciato quel contatto, decisamente indesiderato.
Era un demone davvero... vecchio. Poteva somigliare ad un essere umano sulla cinquantina, non di meno.
Aveva pochi capelli grigi ed era vestito di blu e verde.
"Buonasera, bambolina"
Sussurrò lo sconosciuto all'orecchio del biondo, facendolo rabbrividire.
Aveva un tono di voce viscido... non gli piaceva affatto.
Decise di ignorarlo, forse così se me sarebbe andato. Non se ne andò.
"Non si risponde a coloro che sono più grandi di te, piccoletto?"
La sua mano arrivò fino alla coscia, ed accarezzava la pelle nuda.
Un pizzicotto alla pelle dell'inguine lo fece sussultare ed emettere un mugolio, ciò fece sorridere il demone più grande.
"La smetta! Io non la conosco neanche!"
Sussurrò a denti stretti Crismal, cercando di togliere quella presenza indesiderata da sotto l'abito. Senza successo. Non c'era nessuno nelle vicinanze, stavano tutti al centro della sala.
"Fai il bravo, ok?"
Le sue dita sfiorarono il tessuto dell'intimo del minore, che si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa.
Lo sconosciuto stava per intrufolarsi nelle mutande del piccolo demone, quando venne trascinato via con forza.
"Sinedrial..."
Crismal osservava l'uomo rimasto al tavolo che, ancora confuso, si massaggiava le tempie.
Poi spostò lo sguardo verso il suo salvatore, che si mordeva il labbro inferiore con forza.
"Maledetti depravati"
Il moro strinse la presa sul polso del biondo, ottenendo un lamento di dissenso da parte sua.
Quando il più grande si fermò a guardarlo lui abbassò lo sguardo sui propri piedi, si vergognava incredibilmente di sé.
"E tu perché non te ne sei andato?!"
Crismal sussultó, spaventato, e nascose la testa tra le spalle. Gli veniva da piangere.
Era appena stato toccato... in quel modo e Sinedrial non faceva altro che sgridarlo!
"Non è colpa mia"
Il più grande gli accarezzò la testa, quando si accorse dell'effetto che il suo rimprovero ebbe sul minore. Era ritornato per un attimo il ragazzino apatico che aveva incontrato dal commerciante di schiavi.
"Scusa... non dovevo prendermela con te"
Sinedrial aveva i nervi a fior di pelle, tutti non facevano altro che porgli domande su domande. Ciò lo faceva innervosire non poco. Per non parlare del lavoro! Doveva finire un sacco di pratiche e reclutare i nuovi componenti della Lega. Una bella scocciatura.
"Vieni. Ti porto da una persona. Non voglio che tu rimanga solo di nuovo..."
Non poteva lasciarlo da solo, questo era ovvio. Ma non se la sentiva neanche di portarlo con sé.
Era parecchio timido, lui. E non voleva causargli un attacco di panico.
Lo prese per mano e lo guidò verso un tavolo, esattamente opposto all'altro.
"Hanna... ricordami perché siamo qui"
Chiese la Vedova Nera.
Stava seduto, a gambe incrociate, e si rigirava una boccetta piena di uno strano liquido azzurro e trasparente tra le mani.
Un corvo, dalle piume nere e lucide, era poggiato alla sua spalla ed ogni tanto gracchiava mentre si lisciava le piume con la testa.
L'albino era vestito come al solito. Nulla di più, nulla di meno. I vestiti, però... sembravano più nuovi. Doveva aver usato una pozione ricostituente.
"Perché Lady Liselotte, sua zia, voleva assolutamente che venisse... oh! Ed anche per rivedere suo fratello!"
Rispose la serva, vestita di nero.
Sfogiava con un certo orgoglio la cicatrice che si estendeva per tutta la gola.
Mactans da poco le aveva procurato una protesi di propria invenzione, lo stesso aveva fatto per gli occhi.
Adesso erano color acqua marina ed aveva ripreso a vedere. A Sinedrial fece un certo effetto vederla senza il suo consueto bendaggio.
"Mactans"
Il piccolo si girò verso la sua direzione e ghignó, smettendo di giocare con la boccetta.
"Sinedrial... è da un po' che non ci vediamo. Cosa vuoi?"
Era andato dritto al punto, senza soliti convenevoli. Il biondo osservava il demone dai capelli bianchi con curiosità e l'altro faceva lo stesso con lui, soltanto in maniera più velata.
"Puoi tenermi d'occhio Crismal?"
Domandò dando una pacca sulla spalla di lui, spingendolo così a muoversi.
Il fatto che parlasse della propria persona come un oggetto avrebbe dovuto innervosirlo, ma invece non fece una piega. Stava zitto a guardare il corvo sulla spalla dell'albino, impassibile.
Mactans sbuffó seccato.
"Va bene. Fa come vuoi"
Il biondo si sedette e sospirò, Hanna lo osservava interessata e il piccolo demone faceva lo stesso.
"Quindi... tu sei?"
Chiese Mactans, prendendo una bottiglietta piena di granuli viola ed inserendoli nel proprio tea.
Bevve tutto d'un fiato.
"Sono Crismal"
"Non intendevo chiedere il tuo nome. Voglio sapere da dove vieni"
"Te lo direi... se solo lo ricordassi"
Il ragazzino annuì, come se capisse.
Poi ad un tratto alzò di scatto la testa, per incontrare lo sguardo del fratello.
"Guardi, padrone. Suo fratello"
Il castano fece per afferrare il minore dalla felpa che indossava ma venne fermato dalla mano di Hanna.
Lei lo fissava con sguardo glaciale.
"Non azzardarti a toccarlo"
Alla fine il più grande si ritrovò ad abbassare le mani in segno di resa.
Una strana atmosfera aleggiava tra loro.
"Cosa cerchi, caro fratello? Che c'è? Ti dà noia il fatto che io sia qui mentre la nostra sorellona è a letto, mezza morta?"
Domandò giocoso, Mactans.
Crismal stava immobile a guardare la scena che gli si era presentata di fronte.
"Mactans. Piantala con questi giochetti. Tollary, la dottoressa, non riesce a trovare un antidoto."
Disse affranto Davey, con lo sguardo basso. L'albino ridacchió e si alzò in piedi con velocità, ponendo davanti agli occhi del fratello la boccetta piena di quello strano liquido. Per poco non lasciò cadere la sedia per terra ed il corvo sulla sua spalla volò agitato sul tavolo.
"Certo che non ne trova uno! Io non sono solo il creatore del veleno. Sono anche quello dell'antidoto"
Il fratello, indignato, girò i tacchi e sparì fra un gruppo di gente. Non prima di guardare in cagnesco l'albino, facendogli capire che ne avrebbero 'parlato' dopo.
Anche se 'parlare' non era proprio la parola giusta. Probabilmente se le sarebbero date di santa ragione.
"Non vedo l'ora..."
Sussurrò quindi il demone, che guardava ancora il punto in cui Davey era scomparso. Crismal lo guardava confuso, l'altro accorgendosi di ciò gli raccontò in poche parole i fatti.
"Ho avvelenato mia sorella... per vendetta. È una lunga storia"
Il biondo annuì ed abbassò lo sguardo.
Ammazzare la sorella. Lui non ne sarebbe mai stato capace, non pensava di poter mai far male neanche ad una mosca.
"Finalmente nostro nipote si degna di venirci a trovare!"
Liselotte si era finalmente staccata da Sinedrial, per salutare il proprio nipote. Lo abbracciò, con grande disappunto del piccolo demone stretto di colpo in una stretta ferrea, e gli diede un bacio sulla fronte.
Gli lasciò il leggero segno del rossetto.
"Avanti, vieni. Abbiamo convinto Sinedrial a suonare il piano! Non vorrai perderti un simile spettacolo!"
Mactans fece cenno ad Hanna di precederli al centro della stanza, e così fece.
I due demoni si alzarono.
In quel modo era molto più evidente la differenza d'altezza tra i due.
L'albino era più alto di Crismal.
Questo perché i demoni di sangue puro erano molto più alti di un normale essere umano, di un lupo mannaro o semplicemente un ibrido.
In silenzio si diressero verso la folla, che formava un ordinato semicerchio. Riuscirono a farsi largo tra le persone fino a quando non poterono veder bene.
Liselotte porse a Sinedrial una benda argentata e lo fece accomodare davanti al pianoforte bianco.
"Sono un po' arrugginito... è da tanto che non suono"
Sussurrò Sinedrial prima di sfiorare con le dita i tasti del piano.
La melodia cominciò con una successione di quattro note, che misero una certa ansia al biondo.
La sinfonia era fluida, ma erano sempre presenti quelle note forti.
Sembrava familiare. Ma non riusciva a capire dove l'avesse già sentita...
Fa, fa, fa, re.
Prestò quanta più attenzione possibile a Sinedrial, che suonava il pianoforte con maestria.
Gli occhi coperti dalla stoffa gli davano un certo fascino.
Era... bello. Semplicemente bello.
Ad un certo punto la musica si fermò ed il piccolo demone ritornò alla realtà.
I diavoli applaudivano, soddisfatti dalla strabiliante performance.
Quando il moro avvistò Crismal, sorrise.
"Vieni. Ora andiamo a casa, ok?"
Chiese quando gli fu vicino. Maria li aveva raggiunti da poco ed il trio, dopo aver salutato cordialmente gli ospiti presenti alla festa tornarono alla carrozza.
Il minore rimase sveglio per poco.
Si addormentò dopo pochi minuti, con il volto poggiato contro la portiera e le ginocchia al petto.
Quando tornarono a casa si era fatto tardi. Era quasi l'una di notte.
Sinedrial non necessitava, come qualsiasi demone, di dormire. Anche se quell'attività lo rilassava.
Prese in braccio il più piccolo, che si era accoccolato al petto del moro ed ispirava il suo profumo.
Maria portò i cavalli nella stalla e si ritirò nella propria stanza, al piano terra.
Il demone più grande portò fino in camera Crismal e lo adagió sul letto.
Lo coprì e fece per andarsene, quando la voce del biondo lo chiamò.
"Sinedrial... resta con me. Per favore..."
Chiese stropicciandosi l'occhio con una mano. L'altro non poté fare a meno di accontentarlo.
Non voleva dirgli di no, non dopo averlo trattato in quel modo, specialmente.
Si coricò accanto a lui e lasciò che il biondo poggiasse la testa sul proprio petto.
Gli accarezzò i capelli e gli baciò la testa.
"Buona notte"
Note:
La canzone che suona Sinedrial al pianoforte è la Sinfonia no.5, di Beethoven.
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